50 verità sulla dittatura di Fulgencio Batista (I)

Salim Lamrani – http://operamundi.uol.com.br

Batista25355a_crop4La dittatura di Fulgencio Batista dal 1952 al 1958 rese più rapido l’avvento della Rivoluzione cubana. Alcuni miti, attentamente alimentati dai sostenitori del vecchio regime, esiliati a Miami, e dai detrattori di Fidel Castro, ancora persistono.

1. Il colpo di stato del 10 marzo 1952 organizzato da Fulgencio Batista, ex presidente della Repubblica dal 1940 al 1944, pose fine dell’ordine costituzionale e rovesciò il governo democraticamente eletto di Carlos Prio Socarràs, pochi mesi prima delle elezioni presidenziali del giugno 1952.


2. l’ex sergente stenografo Batista emerse alla vita politica cubana durante la rivoluzione del 4 settembre 1933, che fu guidata dagli studenti e che rovesciò l’ odiata dittatura di Gerardo Machado. Diresse una ribellione di sottufficiali e s’impossessò dell’esercito, diventando il nuovo capo di Stato Maggiore. Il giorno successivo, 5 settembre 1933, Batista visitò l’ambasciatore USA Sumner Welles, ciò che preannunciava il suo futuro tradimento. Welles era preoccupato dagli “elementi più radicali” che avevano appena preso il potere. Il governo rivoluzionario di Ramon Grau San Martin, conosciuto con il nome di Pentarchia, aveva il sostegno “dell’immensa maggioranza del popolo cubano”, secondo l’ambasciata USA.

3. Gli USA rifiutarono di riconoscere il nuovo governo rivoluzionario e incoraggiarono Batista ad eseguire un colpo di stato per rovesciare Grau San Martì. Questo preconizzava, attraverso la voce di Antonio Guiteras, vera anima della Rivoluzione del 1933, la sovranità nazionale e la giustizia sociale. Welles informò Batista che disponeva del “sostegno dell’immensa maggioranza degli interessi economici e finanziari a Cuba”.

4. Nel gennaio 1934, con il sostegno di Washington, Batista rovesciò il governo di Grau San Martin, noto come il governo dei “cento giorni” (127 giorni), impose la figura di Carlos Mendieta e conservò il potere reale. Il sergente promosso a generale aveva appena abbandonato le campane della Rivoluzione del 1933. Washington si rallegrò della situazione: «Il 4 settembre 1933 fu liquidato”.

5. Nonostante le incessanti cospirazioni, la cronica instabilità politica e l’ostilità USA, la Rivoluzione del 1933 organizzò le elezioni del 22 aprile 1934, convocò un’Assemblea Costituente per il 20 maggio 1934, concesse autonomia alle università, ridusse il prezzo degli articoli di prima necessità, diede il diritto di voto alle donne, limitò la giornata lavorativa a otto ore, creò un Ministero del Lavoro, ridusse le tariffe dell’energia e del gas, pose fine al monopolio delle società statunitensi, impose una moratoria temporanea sul debito e, soprattutto, nazionalizzò la Cuban Electric Company, filiale della American Bond e Foreign Power Company.

6. Dal 1934 al 1940, Batista regnò dietro le quinte fino alla sua elezione alla presidenza della Repubblica nel 1940, grazie ad un’eterogenea coalizione che raggruppava le forze conservatrici e le comuniste del Partito Socialista Popolare. Secondo Washington “il volume e la dimensione della corruzione”, il suo allineamento con la politica estera USA e la sua dipendenza dal mercato statunitense marcarono il suo governo. Batista permise anche che Washington utilizzasse lo spazio aereo, marittimo e terrestre, disponesse di diverse basi aeree e navali con uso esclusivo durante la Seconda Guerra Mondiale, senza reciprocità, ponendo così la sovranità nazionale tra parentesi.

7. Nel 1944, Ramon Grau San Martin fu eletto alla Presidenza della Repubblica e prese il potere nell’ottobre 1944. Batista lasciò una situazione finanziaria disastrosa al suo successore. L’ambasciatore USA Spruille Braden si rese subito conto della situazione, già nel luglio 1944, e informò i suoi superiori: “E’ sempre più evidente che il Presidente Batista vuole rendere la vita difficile alla prossima amministrazione con tutti i mezzi possibili, ed in particolare dal punto di vista finanziario”. Braden denunciò “un furto sistematico di fondi del Tesoro” e segnalò che “il Dottor Grau troverà casse vuote quando prende il potere”.

8. Grau San Martin diresse il paese fino al 1948 e la sua amministrazione fu incancrenita dalla corruzione e dipendenza dagli USA. Il Dipartimento di Stato sottolineò il punto debole della nazione cubana in una nota del 29 luglio 1948: “L’economia mono-produtticva dipende quasi esclusivamente dagli USA. Se si manipolano le tariffe o la quota di zucchero possiamo affondare l’intera isola nella sua povertà”.

9. Carlos Prio Socarras, Primo Ministro di Grau nel 1945, e dopo Ministro del Lavoro, vinse le elezioni presidenziali del 1948. Il nepotismo e la corruzione segnarono la sua amministrazione.

10. Il 10 marzo 1952, tre mesi prima delle elezioni presidenziali del 1 giugno 1952, Batista ruppe l’ordine costituzionale ed instaurò una dittatura militare. Aumentò il salario delle forze armate e della polizia (da 67 pesos a 100 pesos e da 91 pesos a 150 pesos, rispettivamente), si concesse un salario annuale superiore a quello del presidente USA (passò da 26400$ a 144000$ contro i 100000$ di Truman), sospese il Congresso e consegnò il potere legislatore al Consiglio dei Ministri, abolì il diritto di sciopero, ripristinò la pena di morte (vietata dalla Costituzione del 1940) e sospese le garanzie costituzionali.

11. Il 27 marzo 1952, gli USA riconobbero, ufficialmente, il regime di Batista. Come sottolineò l’ambasciatore USA a l’Avana, “le dichiarazioni del generale Batista rispetto al capitale privato furono eccellenti. Furono molto ben accolte ed io sapevo senza dubbio possibile che il mondo degli affari fosse parte dei più entusiasti sostenitori del nuovo regime”.

12. Nel luglio 1952, Washington firmò accordi militari con l’Avana, anche se era cosciente della natura brutale e arbitraria del nuovo potere. Cuba è “sotto il giogo di un dittatore spietato”, sottolineò l’ambasciata USA in un rapporto confidenziale del gennaio 1953 con ruben batista rubiodestinazione il Dipartimento di Stato. In effetti, il generale reprimeva con pugno di ferro l’opposizione, in particolare la gioventù studentesca simboleggiata dall’assassinio del giovane Ruben Batista, nel gennaio del 1953.

13. Il 26 luglio 1953, un giovane avvocato di nome Fidel Castro guidò una spedizione armata contro la caserma Moncada, secondo fortezza militare del paese. Fu un sanguinoso fallimento. Il consolato USA di Santiago de Cuba, segnalò che “l’Esercito non fece alcuna distinzione tra gli insorti catturati o semplici sospetti”, riconoscendo i massacri che commisero i soldati dopo aver ricevuto gli ordini del colonnello Alberto del Rio Chaviano. Enfatizzò inoltre “il numero molto basso di feriti tra gli insorti rispetto al numero di soldati feriti. […]. Gli assalitori catturati furono giustiziati a sangue freddo e gli assaltanti feriti furono anch’essi liquidati”.

14. Nel novembre 1954, Batista organizzò una parodia elettorale che vinse senza difficoltà. Gli USA riconobbero che “le elezioni che prevedeva Batista erano un simulacro destinato ad aggrapparsi al potere”.

15. Nel maggio 1955, a seguito di un ordine di Washington, il regime militare creò l’Ufficio per la Repressione delle Attività Comuniste (BRAC), incaricato di “reprimere tutte le attività sovversive che potessero danneggiare gli USA”.

16. Se i discorsi di Batista erano ferocemente anticomunisti, conviene ricordare che fu lui che per primo stabilì relazioni diplomatiche tra Cuba e l’Unione Sovietica, nel 1942.

17. Durante tutta la dittatura militare, Batista mantenne rapporti commerciali con Mosca, vendendo zucchero. Nel 1957, il Diario de la Marina, giornale conservatore cubano, si rallegrò di quelle vendite, segnalando che “il prezzo dello zucchero era migliorato dopo che l’Unione Sovietica acquistava 200000 tonnellate”. In nessun momento, Washington si preoccupò delle relazioni commerciali tra l’Unione Sovietica e Cuba sotto la dittatura di Batista. La storia sarà diversa quando Fidel Castro prenderà il potere.

18. Nel maggio 1955, Batista, che desiderava migliorare la propria immagine e rispondere ad una richiesta popolare, procedette ad un’amnistia generale e liberò Fidel Castro e gli altri prigionieri del Moncada.

19. Il 2 dicembre 1956, dopo aver organizzato una spedizione dal Messico dove conobbe Che Guevara, Fidel Castro sbarcò a Cuba con 81 uomini per lanciare una guerra insurrezionale contro la dittatura militare di Batista. Sorpreso dall’esercito, l’operazione fu un fallimento e i rivoluzionari  dovettero disperdersi. Fidel Castro si trovò con altri 11 insorgenti, con un totale di soli 7 fucili.

20. L’ambasciatore USA, Arthur Gardner, espresse la sua opinione su Fidel Castro in un rapporto inviato al Dipartimento di Stato. Il leader del Movimento 26 Luglio era un “gangster” che “andava ad impossessarsi delle industrie americane” e “nazionalizzare tutto”. In quanto al dittatore Batista, «dubito che abbiamo avuto migliore amico di lui”. Era necessario quindi “sostenere l’attuale governo e promuovere l’espansione degli interessi economici USA”.

21. Batista esercitava una feroce violenza contro l’opposizione. Ma gli USA si mostrarono discreti riguardo ai crimini che commetteva il suo alleato cubano. Tuttavia, l’ambasciata USA a L’Avana moltiplicava i rapporti su questo argomento: “Siamo ora convinti che i ricorrenti assassinii di persone che il governo qualifica di oppositori e terroristi sono in realtà il lavoro della polizia e dell’esercito. La spiegazione ufficiale è che gli uomini furono assassinati da altri oppositori. Tuttavia, l’addetto legale ha ricevuto confessioni indirette di colpevolezza in ambienti della polizia, oltre a prove della responsabilità della polizia”.

22. Wayne S. Smith, giovane ufficiale dell’Ambasciata USA, fu sconvolto dai massacri che commettevano le forze dell’ordine. Descrisse scene di orrore: “La polizia reagiva in modo eccessivo alle pressioni degli insorti, torturando e uccidendo centinaia di persone, sia innocenti che colpevoli. Si abbandonavano i corpi, impiccati tra gli alberi, sulle strade. Queste tattiche portarono inesorabilmente l’opinione pubblica a rifiutare Batista e ad appoggiare l’opposizione”.

23. Nel febbraio 1957 l’intervista a Fidel Castro, che realizzò Herbert Matthews del New York Times, consentì che l’opinione pubblica USA e mondiale scoprisse l’esistenza di una guerriglia a Cuba. Batista avrebbe poi confessato nelle sue memorie che grazie a questo colpo giornalistico “Castro stava diventando un personaggio leggendario”. Matthews sfumò tuttavia l’importanza della sua intervista: “Nessuna pubblicità, per sensazionale che fosse, avrebbe potuto avere effetto se Fidel Castro non fosse proprio l’uomo che io descrissi”.

24. Il 13 marzo 1957 un commando del Direttorio Rivoluzionario del
JOSE-A-ECHEVERRIA-BIANCHI-9leader studentesco José Antonio Echeverria, composto da 64 giovani, assaltò il palazzo presidenziale per giustiziare Batista. L’operazione fu un fallimento e costò la vita a 40 dei 64 studenti. I sopravvissuti furono inseguiti attraverso la città e assassinati. Echeverria perse la vita durante uno scontro con la polizia vicino all’Università dell’Avana.

25. L’Ambasciata di Francia a l’Avana fornì un’analisi sull’attacco del 13 marzo: “Le reazioni americane agli eventi a Cuba erano di orrore, di simpatia per gli insorti, di riprovazione contro Batista. Leggendo gli editoriali che i principali giornali dedicarono all’evento, risulta chiaro che l’eroismo dei patrioti cubani segnò molto gli USA […]. Se alcuni riconoscono, tuttavia, che gli insorti del 13 marzo erano in errore coi loro metodi, è vero, molto più che nei loro obiettivi, tutti credono invece che diedero alla sua causa la palma del martirio e che questo esempio potrebbe galvanizzare l’opposizione cubana”.

link alla II parte

50 verdades sobre la dictadura de Fulgencio Batista en Cuba

La dictadura de Fulgencio Batista de 1952 a 1958 precipitó el advenimiento de la Revolución Cubana. Algunos mitos, cuidadosamente alimentados por los partidarios del antiguo régimen exilados en Miami y por los detractores de Fidel Castro, persisten aún.
 
 1. El golpe de Estado del 10 de marzo de 1952 que organizó Fulgencio Batista, expresidente de la República de 1940 a 1944, puso fin al orden constitucional y derrocó al gobierno democráticamente elegido de Carlos Prío Socarrás, unos meses antes de las elecciones presidenciales de junio de 1952.
 
 2. Antiguo sargento estenógrafo, Batista emergió a la vida política cubana durante la Revolución del 4 de septiembre de 1933 que lideraron los estudiantes y que derrocó la dictadura odiada de Gerardo Machado. Encabezó una rebelión de suboficiales y se apoderó del ejército, convirtiéndose en el nuevo jefe del Estado Mayor. Al día siguiente, el 5 de septiembre de 1933, Batista visitó al embajador estadounidense Sumner Welles, lo que auguraba su futura traición. Welles estaba preocupado por los “elementos sumamente radicales” que acababan de tomar el poder. El gobierno revolucionario de Ramón Grau San Martín, conocido por el nombre de Pentarquía, tenía el apoyo de “la inmensa mayoría del pueblo cubano”, según la embajada estadounidense.
 
 3. Estados Unidos se negó a reconocer al nuevo gobierno revolucionario y alentó a Batista a ejecutar un golpe de fuerza para derrocar a Grau San Martí. Éste preconizaba, mediante la voz de Antonio Guiteras, verdadera alma de la Revolución de 1933, la soberanía nacional y la justicia social. Welles informó a Batista de que disponía del “apoyo de la inmensa mayoría de los intereses económicos y financieros en Cuba”.
 
 4. En enero de 1934, con el apoyo de Washington, Batista derrocó al gobierno de Grau San Martín, conocido como el gobierno de los “cien días” (127 días), impuso la figura de Carlos Mendieta y conservó el poder real. El sargento ascendido a general acababa de doblar las campanas de la Revolución de 1933. Washington se alegró de la situación: “El 4 de septiembre de 1933 fue liquidado”.
 
 5. A pesar de las incesantes conspiraciones, la inestabilidad política crónica y la hostilidad de Estados Unidos, la Revolución de 1933 organizó elecciones para el 22 de abril de 1934, convocó una Asamblea Constituyente para el 20 de mayo de 1934, otorgó la autonomía a las universidades, redujo el precio de los artículos de primera necesidad, dio el derecho de voto a las mujeres, limitó la jornada laboral a ocho horas, creó un Ministerio del Trabajo, redujo las tarifas de electricidad y de gas, acabó con el monopolio de las empresas estadounidenses, impuso una moratoria temporal sobre la deuda y, sobre todo, nacionalizó la Cuban Electric Company, filial de la American Bond and Foreign Power Company.
 
 6. De 1934 a 1940, Batista reinó entre bambalinas hasta su elección a la presidencia de la República en 1940, gracias a una coalición heteróclita que agrupaba a las fuerzas conservadoras y a los comunistas del Partido Socialista Popular. Según Washington, “el volumen y el tamaño de la corrupción”, su alineamiento con la política exterior estadounidense y su dependencia del mercado estadounidense marcaron su gobierno. Batista permitió también que Washington utilizara el espacio aéreo, marítimo y terrestre, dispusiera de varias bases aéreas y navales con uso exclusivo durante la Segunda Guerra Mundial, sin reciprocidad, poniendo así la soberanía nacional entre paréntesis.
 
 7. En 1944, Ramón Grau San Martín fue elegido a la Presidencia de la República y tomó el poder en octubre de 1944. Batista dejó una situación financiera desastrosa a su sucesor. El embajador estadounidense Spruille Braden se dio cuenta de la situación tan pronto como julio de 1944 e informó a sus superiores: “Es cada vez más evidente que el Presidente Batista desea hacerle la vida difícil a la próxima administración por todos los medios posibles, y particularmente desde un punto de vista financiero”. Braden denunció “un robo sistemático de los fondos del Tesoro” y señaló que “el Doctor Grau encontrará cajas vacías cuanto tome el poder”.
 
 8. Grau San Martín dirigió el país hasta 1948 y su administración estuvo gangrenada por la corrupción y la dependencia de Estados Unidos. El Departamento de Estado enfatizó el punto débil de la nación cubana en un memorándum del 29 de julio de 1948: “La economía mono-productora depende casi exclusivamente de Estados Unidos. Si manipulamos las tarifas o la cuota azucarera podemos hundir a toda la isla en la pobreza”.
 
 9. Carlos Prío Socarrás, Primer Ministro de Grau en 1945 y Ministro del Trabajo después, ganó la elección presidencial de 1948. El nepotismo y la corrupción marcaron su administración.
 
 10. El 10 de marzo de 1952, a tres meses de las elecciones presidenciales del 1 de junio de 1952, Batista rompió el orden constitucional e instauró una dictadura militar. Aumentó el salario de las fuerzas armadas y de la policía (de 67 pesos a 100 pesos y de 91 pesos a 150 pesos respectivamente), se otorgó un salario anual superior al del presidente de Estados Unidos (pasó de 26.400 dólares a 144.000 dólares frente a los 100.000 dólares de Truman), suspendió el Congreso y entregó el poder legislativo al Consejo de Ministros, suprimió el derecho de huelga, restableció la pena de muerte (prohibida por la Constitución de 1940) y suspendió las garantías constitucionales.
 
 11. El 27 de marzo de 1952, Estados Unidos reconoció oficialmente al régimen de Batista. Como subrayó el embajador estadounidense en La Habana, “las declaraciones del general Batista respecto al capital privado fueron excelentes. Fueron muy bien recibidas y yo sabía sin duda posible que el mundo de los negocios formaba parte de los más entusiastas partidarios del nuevo régimen”.
 
 12. En julio de 1952, Washington firmó acuerdos militares con La Habana, aunque era consciente del carácter brutal y arbitrario del nuevo poder. Cuba está “bajo el yugo de un dictador sin piedad”, subrayó la embajada estadounidense en un informe confidencial de enero de 1953 con destino al Departamento de Estado. En efecto, el general reprimía con mano de hierro a la oposición, particularmente a la juventud estudiantil simbolizada por el asesinato del joven Rubén Batista en enero de 1953.
 
 13. El 26 de julio de 1953, un joven abogado llamado Fidel Castro encabezó una expedición armada contra el cuartel Moncada, segunda fortaleza militar del país. Fue un fracaso sangriento. El consulado estadounidense de Santiago de Cuba señaló que “el Ejército no hizo distinciones entre los insurrectos capturados o simples sospechosos”, reconociendo las masacres que cometieron los soldados tras recibir órdenes del coronel Alberto del Río Chaviano. Enfatizó también “el número muy bajo de heridos entre los insurrectos con respecto al número de soldados heridos. […]. Los asaltantes capturados fueron ejecutados a sangre fría y los asaltantes heridos también fueron liquidados”.
 
 14. En noviembre de 1954, Batista organizó una parodia electoral que ganó sin dificultad. Estados Unidos reconoció que “las elecciones que previó Batista eran un simulacro destinado a aferrarse al poder”.
 
 15. En mayo de 1955, tras una orden de Washington, el régimen militar creó el Buró de Represión de las Actividades Comunistas (BRAC), que se encargaba de “reprimir todas las actividades subversivas que pudieran afectar a Estados Unidos”.
 
 16. Si los discursos de Batista eran ferozmente anticomunistas, conviene recordar que fue él quien estableció por primera vez relaciones diplomáticas entre Cuba y la Unión Soviética en 1942.
 
 17. Durante toda la dictadura militar, Batista mantuvo relaciones comerciales con Moscú, vendiendo azúcar. En 1957, el Diario de la Marina, periódico conservador cubano, se alegró de aquellas ventas señalando que “el precio del azúcar había mejorado después de que la Unión Soviética adquiriera 200.000 toneladas”. En ningún momento, Washington se preocupó de las relaciones comerciales entre la Unión Soviética y Cuba bajo la dictadura de Batista. La historia sería otra cuando tomara el poder Fidel Castro.
 
 18. En mayo de 1955, Batista, quien deseaba mejorar su imagen y responder a una petición popular, procedió a una amnistía general y liberó a Fidel Castro así como a los otros presos del Moncada.
 
 19. El 2 de diciembre de 1956, tras organizar una expedición desde México donde conoció a Che Guevara, Fidel Castro desembarcó en Cuba con 81 hombres para lanzar una guerra insurreccional contra la dictadura militar de Batista. Sorprendidos por el ejército, la operación fue un fracaso y los revolucionarios tuvieron que dispersarse. Fidel Castro se encontró con otros 11 insurgentes, con un total de 7 fusiles solamente.
 
 20. El embajador estadounidense Arthur Gardner expresó su punto de vista sobre Fidel Castro en un informe enviado al Departamento de Estado. El líder del Movimiento 26 de Julio era un “gánster” que “iba a apoderarse de las industrias americanas” y “nacionalizarlo todo”. En cuanto al dictador Batista, “dudo de que hayamos tenido mejor amigo que él”. Hacía falta entonces “apoyar al actual gobierno y promover la expansión de los intereses económicos estadounidenses”.
 
 21. Batista ejercía una violencia feroz hacia la oposición. Pero Estados Unidos se mostró discreto con respecto a los crímenes que cometía su aliado cubano. No obstante, la embajada estadounidense en La Habana multiplicaba los informes sobre este tema: “Estamos convencidos ahora de que los recurrentes asesinatos de personas a quienes el gobierno califica de opositores y terroristas son en realidad el trabajo de la policía y del ejército. La explicación oficial es que los hombres fueron asesinados por otros opositores. Sin embargo, el agregado jurídico recibió confesiones indirectas de culpabilidad en los círculos policiales, además de pruebas de la responsabilidad de la policía”.
 
 22. Wayne S. Smith, joven funcionario de la embajada estadounidense, estuvo conmocionado por las masacres que cometían las fuerzas del orden. Describió escenas de horror: “La policía reaccionaba de modo excesivo a la presión de los insurgentes, torturando y matando a centenas de personas, tanto a inocentes como a culpables. Se abandonaban los cuerpos, ahorcados en los árboles, en las carreteras. Tales tácticas condujeron inexorablemente a la opinión pública a rechazar a Batista y a apoyar a la oposición”.
 
 23. En febrero de 1957, la entrevista a Fidel Castro que realizó Herbert Matthews del New York Times permitió que la opinión pública estadounidense y mundial descubriera la existencia de una guerrilla en Cuba. Batista confesaría más tarde en sus memorias que gracias a ese palo periodístico “Castro empezaba a ser un personaje de leyenda”. Matthews matizó sin embargo la importancia de su entrevista: “Ninguna publicidad, por más sensacional que fuese, habría podido tener efecto si Fidel Castro no fuera precisamente el hombre que yo describí”.
 
 24. El 13 de marzo de 1957, un comando del Directorio Revolucionario del líder estudiantil José Antonio Echeverría, que se componía de 64 jóvenes, asaltó el Palacio Presidencial con el objetivo de ejecutar a Batista. La operación fue un fracaso y costó la vida a 40 de los 64 estudiantes. Los supervivientes fueron perseguidos a través de la ciudad y asesinados. Echeverría perdió la vida durante un enfrentamiento con la policía cerca de la Universidad de La Habana.
 
 25. La embajada francesa en La Habana brindó un análisis sobre el ataque del 13 de marzo: “Las reacciones americanas a los acontecimientos en Cuba eran de horror, de simpatía por los insurrectos, de reprobación contra Batista. Al leer los editoriales que los principales periódicos dedicaron al evento, resulta claro que el heroísmo de los patriotas cubanos marcó mucho a Estados Unidos […]. Si algunos reconocen sin embargo que los insurrectos del 13 de marzo estuvieron equivocados en sus métodos, es verdad, mucho más que en sus objetivos, todos estiman en cambio que dieron a su causa la palma del martirio y que este ejemplo galvanizaría a la oposición cubana”.

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