Tag Archives: marco rubio

Radio-TV Martì: per un pugno di dollari…

TV Martí si vedrà a Cuba, promette il suo nuovo capo in cerca del denaro di Washington

Sergio Alejandro Gómez http://www.cubadebate.cu

 

Il nuovo direttore dell’Ufficio delle Trasmissioni verso Cuba (Office of Cuba Broadcasting-OCB), Tomas Regalado, ha annunciato, questa settimana, che Radio e TV Martí si vedranno “presto” in tutta Cuba, senza interferenze ed in alta definizione.

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Fallito tentativo di assassinio contro il Presidente Maduro

 http://misionverdad.com

(informe speciale) 

Come se si trattasse di una scossa elettrica, il tentativo di assassinio, nel pomeriggio di ieri il 4 agosto, con l’evidente carica traumatica che incarna un fatto di tale natura, sembra averci restituito la coscienza del luogo in questa ora critica della nostra storia nazionale. Dove ci stiamo giocando la vita, anche nella vita stessa di Maduro.

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L’evidente falsità degli attacchi sonici

Manuel E. Yepe http://manuelyepe.wordpress.com

L’evidente falsità degli attacchi sonici radica nella comprovata impossibilità di provare, neppure elementarmente, la loro esistenza.

L’iniziale promotore di questa manipolazione di massa è il senatore USA Marco Rubio che, apparentemente, ha venduto l’idea al presidente Trump ed ha ottenuto la sua complicità. Per molti è stato chiaro che Rubio ha intravisto che qualsiasi fatto o situazione reale avrebbe potuto servire per attrarre l’attenzione mondiale necessaria per divenire centro di uno scandalo mondiale che lo proiettasse come potenziale candidato repubblicano alla presidenza USA dopo il mandato di Trump.

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Chi sono i cubano-americani nel Congresso USA?

D. Gonzalez Delgado http://www.cubahora.cu

Un approccio ad alcune delle sue informazioni biografiche, connessioni politiche e lavoro nel Campidoglio aiuta a capire le loro posizioni contro Cuba …

Da visitanti a residenti. Dai cubani negli USA a cubani americani. Da minoranza etnica a partecipanti attivi nella politica del paese più potente del mondo. Secondo dati del censimento di quel paese, ci sono circa due milioni di persone di origine cubana; e sebbene a prima vista questa cifra non sembri significativa, si tratta di una comunità altamente rappresentata all’interno del sistema governativo, specialmente al Congresso.

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La lunga marcia del Nicaragua sandinista

di Geraldina Colotti

Un giorno dopo l’altro, ha preso forma sui media italiani l’ennesima versione di comodo, che questa volta riguarda gli accadimenti in Nicaragua. L’ennesimo “racconto” a senso unico, ad uso consumo e consolazione di una certa sinistra imbelle e disincarnata. Preda della “paura delle masse” che non ha saputo guidare e a cui non sa più parlare, indignata contro “tutte le guerre” senza averne impedito neanche una, ossessionata dal pericolo del “socialismo autoritario” ma incapace di arginare l’autoritarismo vero, questa “sinistra” si abbevera a una sola fonte. Segue sempre lo stesso tipo di pifferai: le veline di polizia diffuse a livello globale.

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Complotto contro la Rivoluzione Sandinista

L’idea è eliminare il governo di Daniel Ortega …

Lídice Valenzuela http://www.cubahora.cu

La grave situazione politica in Nicaragua, scoppiata quasi tre mesi fa, rimane stagnante a causa del complotto internazionale contro il governo di Daniel Ortega, in cui svolge un ruolo fondamentale la Conferenza Episcopale che pretende, come la destra, elezioni presidenziali anticipate per, considerano, destabilizzare e rovesciare la Rivoluzione Sandinista.

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I padrini della contra nicaraguense (parte I)

M. Angel García Alzugaray  http://razonesdecuba.cubadebate.cu

Sembra che la controrivoluzione fascista, sponsorizzata da Donald Trump, voglia ripetere la sua storia di interventi criminali in Nicaragua, ma questo fraterno paese ha abbastanza esperienza politica per affrontare i nuovi meccanismi interventisti che Washington cerca di imporre in questa fase di convulsione ed incertezza generata dai suoi politici.

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Rispetto a Cuba, nulla è cambiato.

Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com

Dal 1959 Fidel Castro cercò di mantenere un rapporto di amicizia con gli USA, dimostrato durante la sua prima visita a Washington, nell’aprile dello stesso anno. Tuttavia, là ricevette l’ostilità ed il rifiuto dell’allora presidente Dwight Eisenhower, che non volle salutarlo.

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Cuba-USA: cosa è cambiato?

Dalia González Delgado http://www.cubahora.cu

Molti hanno definito “disgelo” il processo di avvicinamento tra USA e Cuba annunciato il 17 dicembre 2014. Poi, Donald Trump si è incaricato di “raffreddare” nuovamente lo scenario.

Ma qual è in realtà l’attuale temperatura delle relazioni bilaterali? Ad un anno da quel discorso del capo della Casa Bianca al teatro Manuel Artime di Miami, quanto è cambiato il panorama?

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Nicaragua, Venezuela e Iran

Lo schema di “regime change” di Trump è identico a quello di Soros

 https://www.lantidiplomatico.it

Ad ascoltare Donald Trump e i suoi sostenitori, il magnate miliardario degli hedge fund George Soros sarebbe il perno dello “stato profondo” che finanziava e dirigeva operazioni di “cambio di regime” in tutto il mondo e Trump colui che ha bloccato tutto questo. Nulla di più falso per il noto esperto di questioni internazionali Wesley Madsen nel suo ultimo articolo su the Strategic Culture.

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Nicaragua: ingenti fondi USA dietro la ‘rivolta’

Fabrizio Verde https://www.lantidiplomatico.it

Sin dall’inizio dell’ondata di violenza in Nicaragua la situazione è apparsa abbastanza chiara: a Managua si ripete lo stesso copione golpista già visto a Caracas.

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Gli USA pianificavano un golpe in Venezuela

Mision Verdad – http://aurorasito.altervista.org

Bloomberg pubblicava un articolo su un presunto rapporto giudiziario in cui svelava un’operazione militare coordinata da Stati Uniti e Colombia che doveva essere eseguita da un gruppo di ufficiali venezuelani. Le connessioni del piano fallito, che mirava a rovesciare e perseguire il Presidente Maduro, puntano a María Corina Machado e alla dirigenza di Washington e della Colombia.

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Pence: un altro tour monroista

Ángel Guerra Cabrera  https://lapupilainsomne.wordpress.com

Il terzo tour latinoamericano di Mike Pence, vice presidente USA, è principalmente finalizzato a porre fine al governo costituzionale del Venezuela. Non è un segreto. I portavoce ufficiali USA hanno ribadito che uno degli scopi del periplo è rafforzare l’isolamento di Caracas e già sappiamo come tradurlo. Per la cronaca, il presidente Nicolas Maduro è stato eletto con una percentuale di voti superiore rispetto alla maggior parte dei presidenti del Gruppo di Lima, abominevole coalizione imperialista anti-venezuelana. Un altro obiettivo del viaggio è il tentativo di calmare gli animi nella regione di fronte alla crudele separazione dei figli dei migranti dai loro genitori ed, in generale, alla politica di tolleranza zero, ripudiata a livello internazionale. Ciò che spiega il suo incontro con i presidenti di Honduras, El Salvador e Guatemala, paesi più colpiti dalla misura.

Ma a parte questo tema, l’inviato di Trump ha viaggiato per qualcosa di più che monitorare e rafforzare la cospirazione contro la patria di Bolivar. Non è un caso che la sua prima visita sia stata al governo golpista del Brasile. Lì c’è il massimo interesse di Washington nel mantenere Lula in prigione per impedire, a tutti i costi, che vinca la presidenza nelle elezioni del prossimo anno il candidato di punta. Immaginiamo il contrario: che significherebbe per l’impero un nuovo governo di Lula in Brasile, il prossimo anno, insieme con l’elezione imminente di Andrés Manuel López Obrador in Messico, due giganti geoeconomici e geopolitici, che con con governi popolari, possono inclinare molto i rapporti di forza in America Latina e nei Caraibi verso gli interessi dei popoli.

Questo risultato costituirebbe un vero incubo per Washington dopo l’enorme sforzo che ha realizzato per distruggere, per diverse vie, i governi progressisti e rivoluzionari della regione. Sia mediante colpi di stato contro i presidenti Manuel Zelaya (Honduras), Fernando Lugo (Paraguay) e Dilma Rousseff (Brasile). Più i tentativi falliti di rovesciare Hugo Chavez e Nicolas Maduro in Venezuela dove, in vista del loro fallimenti, il Comando Sud e la CIA sperimentano il golpe “continuo” preludio dell’invasione militare che ha minacciato il presidente Donald Trump. Inoltre, i golpi falliti e la sovversione permanente contro i presidenti Evo Morales e Rafael Correa (questo fino ad adempiere il suo mandato). Senza dimenticare la feroce campagna mediatica e i tentativi sovversivi contro Cristina Fernández de Kirchner, che hanno notevolmente ostacolato il suo esercizio del governo. Il pacchetto, ovviamente, include il rafforzamento del blocco e della sovversione contro Cuba.

Uniamo questo alla decomposizione dei regimi neoliberali, come si apprezza nella gigantesca impopolarità di Temer e quella crescente di Macri, o lo storico progresso della sinistra in Colombia con Gustavo Petro. Ciò, aggiunto alla crescente resistenza in quei paesi ed, in generale, in Nostra America, contro l’espropriazione, la criminalizzazione delle proteste sociali ed il degrado ambientale causati dal neoliberismo.

E’ facile comprendere perché Pence va, ora, al suo terzo tour cospirativo, in aggiunta a quelli che hanno fatto altri funzionari, tra cui l’ex Segretario di Stato Rex Tillerson, che ha confessato la devozione dell’amministrazione Trump per la espansionista dottrina Monroe. Va inoltre sottolineata la febbrile attività golpista ed interventista contro il Venezuela dei legislatori cubano-americani, in particolare Marco Rubio, specie di scudiero anti-latinoamericano di Trump. Allo stesso modo le tattiche della guerra di IV generazione che preparano in Nicaragua, da anni, questo e altri legislatori della stessa mafia. La legge nota come Nica Act, per privare di crediti la patria di Sandino, è principalmente opera della legislatrice di Miami di origine cubana, Ileana Ross-Lehtinen.

In breve, il viaggio del vicepresidente Pence conferma la tenace volontà di Washington di liquidare i governi popolari, attuali e futuri, nella nostra regione. Ancor più quando l’egemonia USA crolla di fronte all’emergere di Cina e Russia e gli sforzi coronati da successo, di queste, per creare una vasta area di cooperazione asiatica e un’unione di paesi opposti all’egemonismo ed alla guerra.

In Nostra America continua la lotta per la democrazia, l’indipendenza e la giustizia sociale, anche se soffriamo retrocessioni, e gli eventi che stiamo vedendo ci indicano che la vittoria sarà dei nostri popoli. Mettitelo in testa, signor Pence.


Pence: otra gira monroísta

Por Ángel Guerra Cabrera

La tercera gira latinoamericana de Mike Pence, vicepresidente de Estados Unidos, está dirigida principalmente a acabar con el gobierno constitucional de Venezuela. No es ningún secreto. Los voceros oficiales estadounidenses han reiterado que uno de los propósitos del periplo es fortalecer el aislamiento de Caracas y ya sabemos cómo traducirlo. Por cierto, el presidente, Nicolás Maduro ha sido electo por un por ciento superior de votos que la mayoría de los mandatarios del Grupo de Lima, deleznable coalición imperialista antivenezolana. Otro objetivo del viaje es el intento de apaciguar los ánimos en la región ante la cruel separación de los niños migrantes de sus padres, y, en general, la política de tolerancia cero, repudiada internacionalmente. Lo que explica su reunión con los presidentes de Honduras, El Salvador y Guatemala, países más afectados por la medida.

Pero aparte de ese tema, el enviado de Trump ha viajado a algo más que supervisar y fortalecer la conspiración contra la patria de Bolívar. No es casual que su primera visita fuera al gobierno golpista de Brasil. Allí existe el máximo interés de Washington en mantener a Lula en la cárcel para impedir a toda costa que gane la presidencia en las elecciones del año próximo el candidato de lejos puntero. Imaginemos el revés que significaría para el imperio un nuevo gobierno de Lula en Brasil el año próximo, unido a la inminente elección de Andrés Manuel López Obrador en México, dos gigantes geoeconómicos y geopolíticos, que con gobiernos populares, pueden inclinar mucho la balanza de poder en América Latina y el Caribe hacia los intereses de los pueblos.

Ese desenlace constituiría una verdadera pesadilla para Washington después del enorme esfuerzo que ha realizado para arrasar por distintas formas con los gobiernos progresistas y revolucionarios de la región. Sea mediante golpes de Estado contra los presidentes Manuel Zelaya(Honduras), Fernando Lugo(Paraguay) y Dilma Rousseff(Brasil). Más los intentos frustrados de derrocar a Hugo Chávez y Nicolás Maduro en Venezuela donde, en vista de sus fracasos, el Comando Sur y la CIA experimentan el golpe “continuado”, preludio de la invasión militar con la que ha amenazado el presidente Donald Trump. Asimismo, los golpes frustrados y la subversión permanente contra los presidentes Evo Morales y Rafael Correa (este hasta cumplir su mandato). Sin olvidar la feroz campaña mediática e intentos subversivos contra Cristina Fernández de Kirchner, que mucho dificultaron su ejercicio del gobierno. El paquete, claro, incluye el reforzamiento del bloqueo y la subversión contra Cuba.

Unamos esto a la descomposición de los regímenes neoliberales, como se aprecia en la gigantesca impopularidad de Temer y la ascendente de Macri, o el histórico avance de la izquierda en Colombia con Gustavo Petro. Ello, sumado a la resistencia cada día mayor en esos países y, en general, nuestra América, contra el despojo, la criminalización de la protesta social y la degradación ambiental ocasionados por el neoliberalismo.

Es fácil comprender por qué Pence va ya por su tercera gira conspirativa, además de las que han hecho otros funcionarios, como el ex secretario de Estado Rex Tillerson, quien confesó la devoción de la administración de Trump por la expansionista Doctrina Monroe. Debe subrayarse también la febril actividad golpista e intervencionista contra Venezuela de los legisladores cubanoestadunidenses, muy especialmente Marco Rubio, especie de escudero antilatinoamericano de Trump. Igualmente, las tácticas de guerra de cuarta generación que prepararon en Nicaragua desde hace años, este y otros legisladores de la misma mafia. La ley conocida como Nica Act, para privar de créditos a la patria de Sandino, es obra principalmente de la legisladora miamense de origen cubano Ileana Ross-Lehtinen.

En resumidas cuentas, el viaje del vicepresidente Pence confirma la tenaz voluntad de Washington de liquidar los actuales y futuros gobiernos populares en nuestra región. Mucho más cuando la hegemonía yanqui se resquebraja ante la emergencia de China y Rusia y los exitosos esfuerzos de estas por crear una gran zona de cooperación asiática y una unión de países opuestos al hegemonismo y a la guerra.

En nuestra América continúa la lucha por la democracia, la independencia y la justicia social, aunque suframos retrocesos, y los acontecimientos que estamos viendo nos indican que la victoria será de nuestros pueblos. Métaselo en la cabeza Mr. Pence.

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Approvano bilancio per fabbricare la “democrazia” a Cuba

Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com

Il Congresso USA ha appena approvato un budget milionario destinato a fabbricare “la democrazia” a Cuba e Venezuela, con il quale pagheranno i loro salariati e le campagne stampa, al fine di far credere al mondo che in questi paesi ci sono oppositori “indipendenti” e si “violano” i diritti umani.

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Contro il Venezuela, l’ipocrisia neocoloniale dell’Unione Europea

di Geraldina Colotti

Predicano pace e seminano morte, parlano di dialogo mentre erigono muri. Di nuovo l’Unione Europea nasconde la sua arroganza neocoloniale dietro una retorica – quella del “dialogo tra le parti” – che stride con le decisioni adottate: nuove sanzioni contro 11 rappresentanti e funzionari del governo bolivariano del Venezuela. I 28 stati membri della UE le hanno approvate all’unanimità, sottoscrivendo intenti opposti a quelli che che vorrebbero propagandare.

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