Tag Archives: Fidel Castro

La muraglia d’acciaio

Insieme al merito storico di aver guidato una Rivoluzione socialista nelle narici dell’impero, Fidel ha la virtù di aver costruito, centimetro per centimetro, l’unità dei cubani

Juan Antonio Borrego  www.granma.cu

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USA-Cuba: ciò che iniziò da dicembre

Randy Alonso Falcón  www.cubadebate.cu

La Rivoluzione non aveva trionfato, sebbene il risultato sembrasse una questione di giorni. Batista non era ancora fuggito. Ma al governo USA preoccupava, oltremodo, una vittoria di Fidel Castro.

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Come deve essere la politica estera di Cuba secondo Fidel Castro?

www.granma.cu

Granma propone alla sua comunità di lettori costruire insieme questo articolo su come deve essere la politica estera di Cuba secondo il Comandante in Capo della Rivoluzione. Per 12 ore avremo aperto questo forum online. Attendiamo i vostri commenti con idee, aneddoti o frammenti dei discorsi più illustrativi di Fidel sul tema.

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Fidel, alla vigilia di Natale, con i poveri della terra

Ciénaga de Zapata – Quella data fu celebrata da loro per la prima volta. Quella notte cominciarono a rendersi conto di qualcosa che sino ad allora non avevano conosciuto, ed era che dopo il 1 gennaio 1959 per loro, i carbonai, la vita stava cambiando percettibilmente.

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Cinco Palmas nella nostra resistenza

«Adesso sì che vinciamo la guerra!». La frase non fu detta perché in maniera ingenua o superficialmente ottimista, Fidel pensava che con un così scarso numero di armi e di uomini era sufficiente per realizzare quel grande desiderio, ma perché sapeva che quello non era un desiderio di pochi, era il desiderio di un popolo, perché il suo pensiero premonitore gli permetteva di comprendere che tutti quelli che lo accompagnavano e lui stesso si sarebbero moltiplicati in milioni, perché il richiamo al combattimenti era fatto e una volta sparsa la semente proveniente dalle gesta indipendentiste, nessuno avrebbe potuto impedire che germinassero.

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Una “sorpresa” per Vargas Llosa

Al di là della sua riconosciuta opera letteraria, Mario Vargas Llosa è sempre stato un profeta del male per i cubani ed un fedele servitore degli interessi USA e della destra più rancida d’Europa

                                                                                  Elson Concepción Pérez

Ricordo che Mario Vargas Llosa, al crollo del socialismo europeo, è stato uno di quelli che ha scommesso che “a Cuba rimanevano ore”.

Al di là della sua riconosciuta opera letteraria, è sempre stato un profeta del male per i cubani ed un fedele servitore degli interessi USA e della destra più rancida d’Europa.

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11 fa Fidel avvisò del piano degli USA contro la Bolivia

Il 30 aprile 2008, alle 21:50 p.m., Fidel firmava, con il titolo «Una prova del fuoco», le Riflessioni che portavano in sé una premonizione relazionata al possibile futuro della Bolivia, purtroppo verificata in questi giorni.

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Quando vedo cose buone o cose cattive, penso a come agirebbe lui

Con le stesse illusioni con cui si giunge per la prima volta al luogo di lavoro che ci accoglierà come lavoratori, la giornalista Martha Rojas giunge ogni giorno, tanto vicina e unita per sempre, da quando era molto giovane, al leader eterno della Rivoluzione Cubana, il Comandante in Capo Fidel Castro.

Noi che l’abbiamo vicina conosciamo bene l’utilità della sua presenza e la gioventù reale che padroneggia.

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Itinerario di un’ossessione

Rosa Miriam Elizalde  www.cubadebate.cu

L’arcipelago cubano ci sta 90 volte negli USA. Non ha litio, né grandi riserve minerali e finora non si è trovato, come in Messico, un pozzo che risveglia il vorace appetito dell’industria petrolifera. Cuba è “un palmeto nel mezzo dell’oceano”, ha detto José Fornaris, poeta romantico del XIX secolo. “Un’isola intrappolata nel ciclo infernale della canna da zucchero”, l’ha descritta Jean Paul Sartre nel suo libro ‘Uragano sullo zucchero’ (1961), dove ha cercato di spiegare perché si è prodotta la Rivoluzione del 1959.

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Una guerra contro l’incultura

Nel giugno del 1961, Fidel annunciò che Cuba avrebbe sferrato «una guerra contro l’incultura», a tre anni della sua scomparsa fisica, abbiamo il dovere di dare continuità a questa sua «guerra»che continua ad essere sua e anche nostra

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Fidel ci unisce

Con i primi raggi del sole e un’offerta di fiori davanti alla roccia monumentale che custodisce le ceneri del Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, nel cimitero patrimoniale Santa Ifigenia, è iniziato l’omaggio al leader storico della Rivoluzione cubana nel terzo anniversario della sua scomparsa fisica.

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Sentire bolivariano: Cuba e Fidel

Adam Chávez Frías, Alainethttp://aurorasito.altervista.org

“Se la filosofia dell’espropriazione cessa, la filosofia della guerra cesserà”
Fidel Castro Ruz

Quasi un quarto di secolo fa, Fidel tenne un discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che oggi, in un mondo sconvolto davanti al dominio egemonico del capitalismo, mantiene una validità colossale.

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Essere continuità, il miglior omaggio

Meditavo su quale poteva essere il miglior omaggio a Fidel a tre anni dalla sua mancanza fisica tra di noi e sono sicuro che «essere continuità», è la risposta.

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L’internazionalismo cubano

Fidel Castro: “Pratichiamo la nostra solidarietà con i fatti, non con belle parole”

Abel González Santamaría

Durante il processo di formazione della nazionalità cubana, si andò forgiando uno spirito di aiuto ai popoli soggiogati dalle potenze imperiali dell’epoca. Decine di cubani si incorporarono come combattenti internazionalisti all’esercito liberatore di Simón Bolívar nella campagna bellica per espellere il colonialismo spagnolo dalle terre della Nostra America.

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Il giorno in cui Fidel se n’è andato per restare per sempre fra noi

Paco Azanza Telletxiki (*); da: insurgente.org; 

Quando, nel 1991, l’URSS crollava, la controrivoluzione e l’impero che la alimentava davano per certo che a Cuba socialista rimanessero solo pochi giorni prima che le succedesse lo stesso.

A Miami i ‘gusanos’ cominciavano a preparare le valige per tornare “trionfanti” alla terra che avevano abbandonato perchè la nascente Cuba non permetteva loro di vivere come re a costo del lavoro degli altri. Ma, per loro disgrazia e non per quella del popolo cubano, dovettero disfarle e tornare alla routine quotidiana in quel putrefatto luogo chiamato ‘Little Havana”. E questo nonostante che il governo degli Stati Uniti avesse stretto ancor più il blocco approvando la legge Torricelli -1992 – e la Helms/Burton – 1996.

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