Category Archives: – repressione
Solidarietà alla compagna Gail Walker
Cos’è successo, Gail?
A quanto pare, perché volevamo parlare con il senatore Menéndez, che ci hanno detto che sarebbe tornato in ufficio, ci hanno detto che dobbiamo andarcene, ci hanno detto che ci stanno arrestando, ehm, e volevamo parlare con lui della sua politica verso Cuba di mantenere Cuba ingiustamente nella lista degli stati sponsor del terrorismo ed è per questo che siamo qui per protestare.
Argentina: cosa sta succedendo nella provincia di Jujuy?
Il presidente dell’Argentina, Alberto Fernández, ha invitato il governatore di Jujuy, Gerardo Morales, a porre fine alla violenza nella provincia e a rispettare le norme internazionali sui diritti umani, nel contesto delle proteste in corso nel distretto settentrionale.
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Facebook censura Cubainformacion per un video sull’Ucraina
Cubainformación – Molte persone della comunità di Cubainformación della rete sociale Facebook, composta da 235000 follower, ci hanno scritto con preoccupazione per il calo di visibilità dei materiali prodotti dal nostro media nelle ultime settimane. La spiegazione non ha nulla a che fare con una diminuzione della nostra produzione giornalistica o del nostro flusso di pubblicazioni. La spiegazione si chiama Censura.
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Julian Assange imperdonabile per l’impero
La condanna virtuale di Washington del giornalista australiano, perseguitato da più di un decennio per aver rivelato al mondo i panni sporchi dell’impero, è passata quasi inosservata.
Così ha riferito Patrick Martin sul portale WSWS: «Il giornalismo non è un crimine», dice Joseph Biden, fatta eccezione per Julian Assange.
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Detenuti i giovani USA al loro ritorno da Cuba
Diversi membri di una delegazione di oltre 150 giovani che hanno visitato Cuba dal 24 aprile sono stati arrestati e trattenuti ieri per diverse ore al loro rientro negli USA.
Nonostante avessero viaggiato legalmente, sono stati molestati e trattenuti per un secondo interrogatorio all’arrivo negli aeroporti di Miami e New York dalla US Customs and Border Patrol, secondo quanto denunciato in Twitter dall’organizzazione The People’s Forum.
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L’internazionale fascista
“L’anno 1989 ha cambiato il mondo. La fine della Guerra Fredda ci ha portato da un mondo diviso e segnato dal ricatto nucleare a un mondo di nuove opportunità e prosperità senza precedenti. Ha posto le basi per la nostra era attuale: la globalizzazione, il trionfo del libero mercato, la diffusione della democrazia. Fu il preludio a un grande boom economico globale, che sollevò dalla povertà miliardi di persone in tutto il mondo e stabilì fermamente gli Stati Uniti come unica e indiscussa superpotenza”. (1)
Michael Mayer
Cubainformacion: repressione in … Francia
Se le proteste in Francia fossero… a Cuba?
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
300 manifestazioni con più di 3 milioni di persone, 500 persone arrestate in un solo giorno (1). Se fosse Cuba, Bielorussia o Cina… i titoli sarebbero pieni di termini come “esplosione sociale”, “rivolta popolare”, “repressione”, “regime”… (2)
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Perù’: epicentro dell’instabilità politica latinoamericana
di Andrea Vento
In meno di 5 anni si sono alternati ben 6 presidenti: l’ultimo, Pedro Castillo esponente di sinistra, è stato deposto il 7 dicembre 2022 scatenando una massiccia sollevazione dei popoli originari, brutalmente repressa dal governo illegittimo dell’ex vicepresidente Dina Boluarte. Un breve excursus delle travagliate vicende politiche peruviane dalla dittatura di Fujimori alle proteste contro la repressione in atto e a favore di imminenti elezioni presidenziali e una nuovo iter costituente.
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Intervista a Luis Alejandro Bazalar, il prete che vuole diventare presidente
Geraldina Colotti
Il regime di Dina Boluarte, che sta insanguinando il Perù dopo il golpe istituzionale contro il presidente Pedro Castillo, avrebbe potuto aggiungere una vittima in più a quelle (oltre 60) che sono cadute sotto i colpi della repressione: il sacerdote diocesano Luis Alejandro Bazalar Garcia, sceso in piazza a manifestare, a fianco delle comunità indigene che protestano da tre mesi, e che ha dovuto lasciare il paese. Ora si trova in Venezuela, dove lo abbiamo incontrato.
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Cubainformacion: HRW
Human Rights Watch: difendere la repressione in nome dei diritti umani
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
Il silenzio mediatico sulla repressione poliziesca e militare in Perù, che ha già causato, in due mesi di crisi politica, più di 65 morti è scandaloso.
Se passiamo in rassegna i titoli della stampa aziendale (El País, Le Monde, CNN, Miami Herald, El Comercio, El Mundo, ecc., ecc.) difficilmente leggeremo parole come “repressione”, “regime” o “diritti umani (1) (2). Tutto si riduce a “disturbi e alterchi” dopo il “fallito autogolpe di stato” dell’ex presidente Pedro Castillo (3).
Haiti. la guerra non dichiarata
“Haiti attraversa uno dei momenti più difficili, tragici e bui della sua storia. È in procinto di crollare sotto il peso di una crisi in gran parte fabbricata e mantenuta dalle antiche potenze coloniali schiaviste e razziste ora trasformate in potenze imperialiste. Queste ultime si avvalgono dell’efficace assistenza di collaborazionisti locali costituiti da dirigenti politici fantoccio, corrotti, criminali, mafiosi imposti da Washington e dai loro lacchè: BINUH (ufficio integrato dell’ONU ad Haiti), l’OSA, il Core Group (composto dagli ambasciatori di Germania, Brasile, Spagna, USA, Francia, Unione Europea, OSA e un rappresentante del Segretario Generale ONU) senza dimenticare gli altrettanto corrotti oligarchi, criminali che finanziano bande armate, veri terroristi al servizio di detto Core Group e in particolare di USA, Canada e Francia”.
La Colombia “buona”
La Colombia “buona” che sterminò un partito di sinistra continuerà ad essere l'”alleato preferito” dell’Occidente?
Quando in Occidente si autoproclamano difensori dei diritti umani e dei valori democratici, con grande pomposità e suprematismo, ci sono una serie di governi o regimi, alleati occidentali, che con la loro mera esistenza annientano completamente questa narrazione. Poiché è impossibile difendere i diritti umani e i valori democratici mentre si rafforzano alleanze e vincoli commerciali, militari o politici con determinati governi o regimi. Il Marocco è uno di questi, in Nord Africa, e la Colombia è un altro di quei paesi maledetti del Sud America -o lo era fino alle ultime elezioni-.
Repressione, controllo del pensiero e omicidi nel Perù di Dina Boluarte
Con le stazioni di polizia del Paese sovraffollate di detenuti, oltre 65 morti a causa della repressione, decine di dispersi e più di mezzo migliaio di feriti gravi, la situazione in Perù si fa sempre più incandescente. Nel contesto dei cortei che si stanno svolgendo giorno dopo giorno in tutto il Paese (soprattutto nella capitale e nel sud), la polizia carica e risponde alle proteste con grande durezza. I manifestanti chiedono le dimissioni di Dina Boluarte e una nuova assemblea costituente.
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Repressione senza fine in Perù
Continuano senza sosta le proteste in Perù contro il governo di Dina Boluarte, per la liberazione del presidente destituito Pedro Castillo e per la convocazione tempestiva di nuove elezioni.
Tuttavia le forti proteste popolari sino a questo momento come risposta hanno ricevuto solo repressione. Nella sola giornata di venerdì vengono segnalate decine di persone rimaste ferite a seguito di un’altra giornata di manifestazioni in Perù contro la presidente ad interim Dina Boluarte.