Tag Archives: Donald Trump

New York Times vs ABC

La lotta interna negli USA per il Venezuela arriva ai media

 

La pubblicazione di un articolo di opinione da parte del “giornalista” Emili J. Blasco sembrerebbe confermare la manovra, nei corridoi profondi del potere USA, di esporre i tentativi falliti che l’Amministrazione Trump ha fatto in funzione di soddisfare l’agenda comune che ha nella regione latinoamericana rispetto a neo-conservatori che lo avversano: eliminare tutta l’influenza politica del chavismo e invertire l’integrazione regionale a beneficio del caos neoliberiale.

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Donald Trump: L’arte di mentire, il peggiore stile di Hollywood

Rolando Pérez Betancourt

«Si deve avere buona memoria dopo aver mentito».

La frase è di Pierre Corneille (1606-1684), poeta e drammaturgo francese, autore di una delle migliori commedie di tutti i tempi “Il Bugiardo”, con un personaggio, Dorante, che appartiene alla vasta galleria dei ciarlatani dell’immaginazione che vanno per la vita cercando d’ottenere quello che vogliono a base d’immaginazione e menzogne.

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L’amministrazione Trump ed i “fatti alternativi” su Cuba

Sergio Alejandro Gómez  www.cubadebate.cu

Donald Trump non ha inventato la menzogna in politica, ma la crescente distanza tra la sua amministrazione e qualsiasi nozione di verità o dati verificabili sta cambiando, per sempre, il modo di fare politica.

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Appunti sul New York Times, Trump e il piano di golpe in Venezuela

http://misionverdad.com

L’informazione come campo di battaglia

 

Mentre era ancora fresca la vittoria presidenziale di Donald Trump, il direttore di Innovazione della NATO, Peter Lenk, spiegava, in un forum a Madrid, che l’organizzazione militare atlantica “è cosciente dagli ultimi decenni che la chiave della guerra moderna è l’informazione”.

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Il sogno dell’impero

espandere la sua egemonia, a qualunque costo

Il “Progetto per un Nuovo Secolo Americano”, documento insegna del vero potere per estendere l’impero USA al resto del mondo, è basato sulla dottrina della “guerra preventiva” con carattere globale e permanente

Raúl Antonio Capote http://www.granma.cu

Il presidente USA, Donald Trump, ha appena firmato, il 13 agosto, un bilancio militare di 716 miliardi di $, per l’anno fiscale 2019, ciò che rappresenta 16 miliardi in più rispetto al 2018: uno dei maggiori aumenti di bilancio della difesa in un solo anno nella storia USA.

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Cubainformacion: commissari politici…made in USA


Viaggiare con il “commissario politico”: l’imposizione di Donald Trump che ha ridotto le visite a Cuba?

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformation

I media internazionali hanno festeggiato la notizia: il numero di turisti a Cuba, nella prima metà del 2018, è diminuito del 5,6% (1), dopo sei anni di crescita al ritmo del 13% annuo (2). “Duro colpo”, “traumatico e devastante” semestre per Cuba, leggiamo sui giornali che già prevedono la non realizzazione delle previsioni economiche del Governo cubano (3).

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Sussurri alle orecchie di Trump

Francisco Arias Fernández http://razonesdecuba.cubadebate.cu

Il nuovo consigliere per la Sicurezza Nazionale USA, John Bolton, il terzo dell’Amministrazione di Donald Trump in soli 14 mesi, racconta, nelle sue memorie, che nei suoi giorni da studente, alla Yale University, si sentiva “un alieno” tra tanti giovani contrari alla guerra in Vietnam. Era lo strambo tra i sani e normali; caratteristica che non lo avrebbe mai abbandonato.

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Rispetto a Cuba, nulla è cambiato.

Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com

Dal 1959 Fidel Castro cercò di mantenere un rapporto di amicizia con gli USA, dimostrato durante la sua prima visita a Washington, nell’aprile dello stesso anno. Tuttavia, là ricevette l’ostilità ed il rifiuto dell’allora presidente Dwight Eisenhower, che non volle salutarlo.

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L’incontro tra due vergogne politiche, Temer e Pence

Luiz Inácio Lula da Silva http://www.cubadebate.cu

Il governo Trump non ci sorprende più con le sue misure autoritarie e sfortunate, né per le rettifiche che è costretto a fare a causa del clamore delle proteste.

Allo stesso modo, neppure siamo sorpresi dal grado di servilismo a cui si prestano le autorità che hanno occupato il potere, a Brasilia, cercando di sopravvivere ai pochi mesi che gli rimangono.

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Cuba-USA: cosa è cambiato?

Dalia González Delgado http://www.cubahora.cu

Molti hanno definito “disgelo” il processo di avvicinamento tra USA e Cuba annunciato il 17 dicembre 2014. Poi, Donald Trump si è incaricato di “raffreddare” nuovamente lo scenario.

Ma qual è in realtà l’attuale temperatura delle relazioni bilaterali? Ad un anno da quel discorso del capo della Casa Bianca al teatro Manuel Artime di Miami, quanto è cambiato il panorama?

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Nicaragua, Venezuela e Iran

Lo schema di “regime change” di Trump è identico a quello di Soros

 https://www.lantidiplomatico.it

Ad ascoltare Donald Trump e i suoi sostenitori, il magnate miliardario degli hedge fund George Soros sarebbe il perno dello “stato profondo” che finanziava e dirigeva operazioni di “cambio di regime” in tutto il mondo e Trump colui che ha bloccato tutto questo. Nulla di più falso per il noto esperto di questioni internazionali Wesley Madsen nel suo ultimo articolo su the Strategic Culture.

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Venezuela: Trump va alla guerra

Le riunioni nelle quali Trump ha prospettato un’invasione militare del Venezuela

http://misionverdad.com

Trump ha fatto pressione sui suoi consiglieri affinché sostengano un intervento

L’agenzia di notizie, Associated Press (AP), ha diffuso, oggi, un’informazione dove rivela che il presidente USA, Donald Trump, ha fatto pressioni sui suoi consiglieri affinché avallassero la “possibilità d’invadere il Venezuela”, secondo un alto funzionario del suo governo al corrente di questa conversazione, realizzata in agosto dell’anno scorso.

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Congratulazioni vittoria Andres Manuel Lopez Obrador

La storica vittoria di Andres Manuel Lopez Obrador in Messico ha prodotto una serie di reazioni a livello mondiale.

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, come vi abbiamo già raccontato in un altro articolo è stato uno dei primi leader latinoamericani a salutare con giubilo la vittoria di López Obrador.

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Pence: un altro tour monroista

Ángel Guerra Cabrera  https://lapupilainsomne.wordpress.com

Il terzo tour latinoamericano di Mike Pence, vice presidente USA, è principalmente finalizzato a porre fine al governo costituzionale del Venezuela. Non è un segreto. I portavoce ufficiali USA hanno ribadito che uno degli scopi del periplo è rafforzare l’isolamento di Caracas e già sappiamo come tradurlo. Per la cronaca, il presidente Nicolas Maduro è stato eletto con una percentuale di voti superiore rispetto alla maggior parte dei presidenti del Gruppo di Lima, abominevole coalizione imperialista anti-venezuelana. Un altro obiettivo del viaggio è il tentativo di calmare gli animi nella regione di fronte alla crudele separazione dei figli dei migranti dai loro genitori ed, in generale, alla politica di tolleranza zero, ripudiata a livello internazionale. Ciò che spiega il suo incontro con i presidenti di Honduras, El Salvador e Guatemala, paesi più colpiti dalla misura.

Ma a parte questo tema, l’inviato di Trump ha viaggiato per qualcosa di più che monitorare e rafforzare la cospirazione contro la patria di Bolivar. Non è un caso che la sua prima visita sia stata al governo golpista del Brasile. Lì c’è il massimo interesse di Washington nel mantenere Lula in prigione per impedire, a tutti i costi, che vinca la presidenza nelle elezioni del prossimo anno il candidato di punta. Immaginiamo il contrario: che significherebbe per l’impero un nuovo governo di Lula in Brasile, il prossimo anno, insieme con l’elezione imminente di Andrés Manuel López Obrador in Messico, due giganti geoeconomici e geopolitici, che con con governi popolari, possono inclinare molto i rapporti di forza in America Latina e nei Caraibi verso gli interessi dei popoli.

Questo risultato costituirebbe un vero incubo per Washington dopo l’enorme sforzo che ha realizzato per distruggere, per diverse vie, i governi progressisti e rivoluzionari della regione. Sia mediante colpi di stato contro i presidenti Manuel Zelaya (Honduras), Fernando Lugo (Paraguay) e Dilma Rousseff (Brasile). Più i tentativi falliti di rovesciare Hugo Chavez e Nicolas Maduro in Venezuela dove, in vista del loro fallimenti, il Comando Sud e la CIA sperimentano il golpe “continuo” preludio dell’invasione militare che ha minacciato il presidente Donald Trump. Inoltre, i golpi falliti e la sovversione permanente contro i presidenti Evo Morales e Rafael Correa (questo fino ad adempiere il suo mandato). Senza dimenticare la feroce campagna mediatica e i tentativi sovversivi contro Cristina Fernández de Kirchner, che hanno notevolmente ostacolato il suo esercizio del governo. Il pacchetto, ovviamente, include il rafforzamento del blocco e della sovversione contro Cuba.

Uniamo questo alla decomposizione dei regimi neoliberali, come si apprezza nella gigantesca impopolarità di Temer e quella crescente di Macri, o lo storico progresso della sinistra in Colombia con Gustavo Petro. Ciò, aggiunto alla crescente resistenza in quei paesi ed, in generale, in Nostra America, contro l’espropriazione, la criminalizzazione delle proteste sociali ed il degrado ambientale causati dal neoliberismo.

E’ facile comprendere perché Pence va, ora, al suo terzo tour cospirativo, in aggiunta a quelli che hanno fatto altri funzionari, tra cui l’ex Segretario di Stato Rex Tillerson, che ha confessato la devozione dell’amministrazione Trump per la espansionista dottrina Monroe. Va inoltre sottolineata la febbrile attività golpista ed interventista contro il Venezuela dei legislatori cubano-americani, in particolare Marco Rubio, specie di scudiero anti-latinoamericano di Trump. Allo stesso modo le tattiche della guerra di IV generazione che preparano in Nicaragua, da anni, questo e altri legislatori della stessa mafia. La legge nota come Nica Act, per privare di crediti la patria di Sandino, è principalmente opera della legislatrice di Miami di origine cubana, Ileana Ross-Lehtinen.

In breve, il viaggio del vicepresidente Pence conferma la tenace volontà di Washington di liquidare i governi popolari, attuali e futuri, nella nostra regione. Ancor più quando l’egemonia USA crolla di fronte all’emergere di Cina e Russia e gli sforzi coronati da successo, di queste, per creare una vasta area di cooperazione asiatica e un’unione di paesi opposti all’egemonismo ed alla guerra.

In Nostra America continua la lotta per la democrazia, l’indipendenza e la giustizia sociale, anche se soffriamo retrocessioni, e gli eventi che stiamo vedendo ci indicano che la vittoria sarà dei nostri popoli. Mettitelo in testa, signor Pence.


Pence: otra gira monroísta

Por Ángel Guerra Cabrera

La tercera gira latinoamericana de Mike Pence, vicepresidente de Estados Unidos, está dirigida principalmente a acabar con el gobierno constitucional de Venezuela. No es ningún secreto. Los voceros oficiales estadounidenses han reiterado que uno de los propósitos del periplo es fortalecer el aislamiento de Caracas y ya sabemos cómo traducirlo. Por cierto, el presidente, Nicolás Maduro ha sido electo por un por ciento superior de votos que la mayoría de los mandatarios del Grupo de Lima, deleznable coalición imperialista antivenezolana. Otro objetivo del viaje es el intento de apaciguar los ánimos en la región ante la cruel separación de los niños migrantes de sus padres, y, en general, la política de tolerancia cero, repudiada internacionalmente. Lo que explica su reunión con los presidentes de Honduras, El Salvador y Guatemala, países más afectados por la medida.

Pero aparte de ese tema, el enviado de Trump ha viajado a algo más que supervisar y fortalecer la conspiración contra la patria de Bolívar. No es casual que su primera visita fuera al gobierno golpista de Brasil. Allí existe el máximo interés de Washington en mantener a Lula en la cárcel para impedir a toda costa que gane la presidencia en las elecciones del año próximo el candidato de lejos puntero. Imaginemos el revés que significaría para el imperio un nuevo gobierno de Lula en Brasil el año próximo, unido a la inminente elección de Andrés Manuel López Obrador en México, dos gigantes geoeconómicos y geopolíticos, que con gobiernos populares, pueden inclinar mucho la balanza de poder en América Latina y el Caribe hacia los intereses de los pueblos.

Ese desenlace constituiría una verdadera pesadilla para Washington después del enorme esfuerzo que ha realizado para arrasar por distintas formas con los gobiernos progresistas y revolucionarios de la región. Sea mediante golpes de Estado contra los presidentes Manuel Zelaya(Honduras), Fernando Lugo(Paraguay) y Dilma Rousseff(Brasil). Más los intentos frustrados de derrocar a Hugo Chávez y Nicolás Maduro en Venezuela donde, en vista de sus fracasos, el Comando Sur y la CIA experimentan el golpe “continuado”, preludio de la invasión militar con la que ha amenazado el presidente Donald Trump. Asimismo, los golpes frustrados y la subversión permanente contra los presidentes Evo Morales y Rafael Correa (este hasta cumplir su mandato). Sin olvidar la feroz campaña mediática e intentos subversivos contra Cristina Fernández de Kirchner, que mucho dificultaron su ejercicio del gobierno. El paquete, claro, incluye el reforzamiento del bloqueo y la subversión contra Cuba.

Unamos esto a la descomposición de los regímenes neoliberales, como se aprecia en la gigantesca impopularidad de Temer y la ascendente de Macri, o el histórico avance de la izquierda en Colombia con Gustavo Petro. Ello, sumado a la resistencia cada día mayor en esos países y, en general, nuestra América, contra el despojo, la criminalización de la protesta social y la degradación ambiental ocasionados por el neoliberalismo.

Es fácil comprender por qué Pence va ya por su tercera gira conspirativa, además de las que han hecho otros funcionarios, como el ex secretario de Estado Rex Tillerson, quien confesó la devoción de la administración de Trump por la expansionista Doctrina Monroe. Debe subrayarse también la febril actividad golpista e intervencionista contra Venezuela de los legisladores cubanoestadunidenses, muy especialmente Marco Rubio, especie de escudero antilatinoamericano de Trump. Igualmente, las tácticas de guerra de cuarta generación que prepararon en Nicaragua desde hace años, este y otros legisladores de la misma mafia. La ley conocida como Nica Act, para privar de créditos a la patria de Sandino, es obra principalmente de la legisladora miamense de origen cubano Ileana Ross-Lehtinen.

En resumidas cuentas, el viaje del vicepresidente Pence confirma la tenaz voluntad de Washington de liquidar los actuales y futuros gobiernos populares en nuestra región. Mucho más cuando la hegemonía yanqui se resquebraja ante la emergencia de China y Rusia y los exitosos esfuerzos de estas por crear una gran zona de cooperación asiática y una unión de países opuestos al hegemonismo y a la guerra.

En nuestra América continúa la lucha por la democracia, la independencia y la justicia social, aunque suframos retrocesos, y los acontecimientos que estamos viendo nos indican que la victoria será de nuestros pueblos. Métaselo en la cabeza Mr. Pence.

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La linea

David Brooks http://www.cubadebate.cu

Attraversano una linea ed, improvvisamente, i loro figli sono strappati dalle loro braccia da agenti in uniforme. Non sono casi isolati (più di 1200 di questi atti, fino ad ora, ed a quanto sappiamo), né è abuso di autorità, non è un’aberrazione. È la politica ufficiale USA.

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