Category Archives: – repressione

Intervista esclusiva a Wilfredo Robles, legale di Pedro Castillo

Geraldina Colotti (lantidiplomatico.it)

Wilfredo Robles Rivera è l’avvocato che difende il presidente del Perù Pedro Castillo, messo in carcere dal governo “de facto” della sua vice, Dina Boluarte, che lo ha disarcionato con un “golpe istituzionale”. Una situazione rifiutata dalle proteste popolari che, dopo aver dichiarato lo sciopero generale, partendo dalle zone rurali del sud, sono arrivate a Lima. Gridano: “Dina Asesina!” e esigono “Que se vayan todos!”

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Sei comunista? le orwelliane domande di Deutsche Bank

“Sei membro del Partito Comunista Cubano o qualcuno della tua famiglia?”: la domanda di Deutsche Bank a un cliente.

Ana de la Torre

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Perù: denuncia costituzionale contro il governo Boluarte

antidiplomatico.it

In Perù impazza la repressione contro le proteste scaturite dalla destituzione del presidente Pedro Castillo e il suo successivo arresto. Qualcosa però si muove in seno al Congresso. L’esponente di Perù Libre – partito che ha proposto Castillo alla carica di presidente – Kelly Portalatino ha presentato una denuncia costituzionale contro l’intero guidato dalla presidente Dina Boluarte, nel contesto delle proteste sociali che hanno provocato 42 morti a causa della brutale repressione.

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Perù. Impazza la repressione: 17 morti a Puno

lantidiplomatico.it

In Perù infuria la repressione più brutale delle proteste scatenate dalla destituzione e il successivo arresto del presidente Pedro Castillo. Il sud del paese è in rivolta. La repressione governativa ha causato 17 morti e 30 feriti.

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Perù. Chi è José Williams, leader del congresso che ha rovesciato Pedro Castillo

Joaquín Pérez / Resumen Latinoamericano

José Williams Zapata, generale in pensione e parlamentare di un partito di estrema destra, indicato come uno dei principali istigatori per la destituzione di Petro Castillo, ora figura per succedere a Dina Boluarte alla presidenza del Perù. È accusato di violazione dei diritti umani, arricchimento illecito, legami con il narcotraffico secondo la stessa DEA statunitense.

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Perù, un banco di prova per i colpi di Stato

Telma Luzzani

Mai i colpi di Stato in America Latina hanno avuto obiettivi puramente locali. Né i dittatori del XX secolo, formatisi alla Scuola delle Americhe presso la base USA a Panama, né i golpe ibridi del XXI secolo, in cui si combinano azioni altamente complesse del potere legislativo e/o giudiziario; i media; settori economici in grado di colpire il mercato e le tradizionali forze di polizia o militari. Da Pinochet e Videla sino alle destituzioni di Dilma Roussef, Fernando Lugo, Manuel Zelaya o Evo Morales, tutti hanno l’impronta inconfondibile degli interessi geopolitici e geoeconomici di Washington. Pedro Castillo non fa eccezione.

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Perù. La guerra sporca

Gustavo Espinoza M., Resumen Latinoamericano

È noto che Dante Alighieri, nella sua opera classica poi chiamata “La Divina Commedia”, riservava il settimo girone dell’inferno ai violenti, a tutti coloro che fecero male agli altri con la forza. E riferisce che, dentro quello stesso recinto, sommergeva in un fiume di sangue ribollente e nauseabondo un certo numero di condannati, che descrisse dicendo: “Questi sono i tiranni che vissero di sangue e di rapina. Qui piangono le loro spietate colpe…”.

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Cubainformacion: Cuba, Perù e media

Cuba nello specchio mediatico… del Perù

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

In Perù sono già più di 30 i morti per la repressione della polizia e dell’esercito, dopo il golpe parlamentare che ha destituito e imprigionato il presidente Pedro Castillo (1). Esercito nelle strade, stato di emergenza (2) … Tuttavia, non leggeranno la parola “repressione” in nessuno dei titoli della grande stampa.

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Alex Saab, un diplomatico sequestrato

Una conferenza virtuale sull’inedito caso internazionale

Geraldina Colotti

I ripetuti attacchi hacker, che si scatenano puntualmente a ogni iniziativa online della rivoluzione bolivariana, non hanno impedito che si svolgesse con successo la conferenza stampa internazionale sul caso di Alex Saab, il diplomatico venezuelano sequestrato e deportato negli Stati Uniti. Tra il 12 e il 16 dicembre, si svolgeranno le udienze sul riconoscimento dello statuto di inviato speciale, ignorato e calpestato dagli USA a dispetto della convenzione di Ginevra. Il 20, è attesa la decisione.

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Colombia, dicembre 1928: la disumanità della United Fruit

di Hernando Calvo Ospina

Non è stata l’immaginazione del premio Nobel per la letteratura, il colombiano No. Quello che ha scritto, su quello, nel suo capolavoro, “Cent’anni di solitudine”, è la verità assoluta…

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Lawfare in Argentina: 6 anni di carcere e interdizione a vita per Cristina Fernandez

l’AntiDiplomatico

Continua la stagione del lawfare contro i leader progressisti in America Latina. La vicepresidente dell’Argentina Cristina Kirchner è stata condannata a sei anni di carcere dal Tribunal Oral Federal Nº2 (TOF 2) composto dai giudici Andrés Basso, il presidente Jorge Gorini e Rodrigo Giménez Uriburu nel caso Vialidad, per i reati di amministrazione fraudolenta con danno alla pubblica amministrazione. Inoltre, il verdetto ha stabilito che alla vicepresidente sarà vietato ricoprire cariche pubbliche a vita.

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Ecuador: giudice ordina scarcerazione dell’ex vicepresidente Jorge Glas

La Redazione de l’AntiDiplomatico

L’ex vicepresidente della Repubblica, Jorge Glas, ha riacquistato la libertà, dopo che un giudice ne ha ordinato la liberazione dalla prigione 4 di Quito.

Il giudice penale Emerson Curipallo ha ordinato a Glas di presentarsi una volta alla settimana alla Penitenciaría del Litoral e ha disposto che non potrà lasciare il paese.

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Cubadebate: Facebook blocca l’accaunt

In un’altra azione punitiva, a Cubadebate viene impedito di pubblicare, sulla sua pagina Facebook, in un giorno così importante per Cuba. Gli amministratori e gli editori di Cubadebate non hanno il permesso di pubblicare, oggi, sulla loro pagina su quella rete sociale.

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Lo sport di marcare il nemico

Rosa Miriam Elizalde

Lunedì a mezzogiorno, gli utenti di Twitter hanno notato una modifica alla politica di etichettaggio. La piattaforma della rete sociale ha iniziato a marcare un gruppo di media pubblici come “affiliati al governo cubano” e l’etichetta sarebbe apparsa, a sua volta, sui messaggi inviati o condivisi da qualsiasi account individuale che avesse un collegamento ai siti Web di quelle pubblicazioni. Martedì, Facebook ha chiuso una ventina di profili di presunti sostenitori della Rivoluzione cubana, ma ne ha lasciati centinaia che pubblicano manuali di bombe fatte in casa, appellano a bruciare stazioni di polizia, annunciano spedizioni armate, divulgano dati privati ​​​​per il killeraggio politico, minacciano e insultano da account all’estero.

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Un posto nel cuore del popolo

Abel Prieto Jimenez

Alpidio, il nostro Ministro della Cultura, ha appena spiegato, sul suo profilo Twitter, in una sintesi brillante, perché i nemici della Rivoluzione Cubana attaccano Díaz-Canel con tanta cattiveria, in modo così ossessivo e perverso. E’ che la sua leadership li esaspera, il suo coraggio, la sua intelligenza, la sua onestà a fior di pelle, la sua semplicità, la sua fermezza, la sua trasparenza, la sua capacità di comunicare con la gente e di costruire l’unità nei momenti più difficili.

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