Il neo Presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha confermato di aver comunicato con il governo venezuelano per aprire la frontiera comune e ristabilire il pieno esercizio dei diritti umani lungo il confine.
Gustavo Petro è il nuovo presidente della Colombia, per il periodo 2022-2026. Il candidato della coalizione Pacto Historico è stato votato da 11.281.013 di persone, totalizzando il 50,44% delle preferenze, contro i 10.580.412 dello sfidante, Rodolfo Hernandez, che ha corso per l’alleanza Liga de Gobernantes Anticorrupción, ottenendo il 47,31%.
Reportage di viaggi e il labirinto di una Cuba indecifrabile
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Vada alla sezione viaggi di un giornale. Di “El País”, per esempio (1). Scoprirà le “spiagge caraibiche, gastronomia e patrimonio” dello Yucatan (2). Il “Porto Rico più musicale” (3). La “fucina culturale ed etnica” di Trebisonda, Turchia (4). Le “otto ragioni per cui Chicago merita un viaggio”, tra esse vedere “la prigione più curiosa”, perché ha “le finestre così strette che non hanno bisogno di sbarre” (5). Prigione “curiosa” tranne per i detenuti che la abitano, immaginiamo. E sulla Colombia, scopriremo Cali, “la capitale della salsa”, tra molti altri materiali (6).
“Il trionfo di oggi è un fatto storico per trasformare la Colombia. Andiamo insieme per la dignità, per la giustizia sociale e ambientale e per la nostra libertà. Riceviamo un impegno per l’integrità e la trasparenza. Una consegna del popolo per la vita.
Oggi, 19 giugno, si svolge in Colombia il secondo turno delle elezioni presidenziali. Un appuntamento determinante che potrebbe dare la vittoria al candidato di sinistra, Gustavo Petro, rappresentante del Patto Storico, contro il secondo classificato al primo turno, l’imprenditore Rodolfo Hernández, che si candida per la Lega dei Governatori Anticorruzione. A questo proposito, abbiamo intervistato María Fernanda Barreto, analista internazionale colombiano-venezuelana, che ringraziamo per aver risposto alle nostre domande.
“Del gruppo politico di cui facevo parte al liceo, siamo sopravvissuti in due”, dice Celmira Orozco Fernandez, responsabile del Pacto Historico in Italia. Celmira, emigrata a Milano dalla fine del secolo scorso, sta facendo campagna elettorale per la coalizione di sinistra che, in Colombia, sostiene la formula Gustavo Petro-Francia Marquez, e che, dopo aver vinto il primo turno, compete per la presidenza al secondo turno di domenica prossima.
La Colombia si prepara al secondo turno delle presidenziali, il prossimo 19 giugno. Al primo turno, che si è svolto il 29 maggio, hanno votato 21.146.287 aventi diritto. L’astensione è stata del 45,2%. Il più votato è stato Gustavo Petro, candidato del Pacto Historico, la coalizione che raccoglie forze di sinistra e progressiste. Ex senatore ed ex sindaco della capitale, Bogotà, Petro ha ottenuto 8.526.352 di voti, più del 40%. All’ex primo cittadino della città di Bucaramanga, Rodolfo Hernández, che si presentava come “indipendente”, sono andate 5.952.748 preferenze, poco più del 28%.
La Colombia, l’Ecuador e il Cile ci stanno mostrando processi relativamente simili. Governi della destra neoliberale affrontati da grandi rivolte popolari di lunga durata, che hanno aperto brecce nella dominazione e messo sotto scacco la governabilità. Il sistema politico ha risposto indirizzando la disputa verso il terreno istituzionale, con il beneplacito e l’entusiasmo delle sinistre.
Al ballottaggio contro il fascista Hernández che ha dichiarato: “Sono seguace di Hitler”*.
Guarda il VIDEO: *“Yo soy seguidor de un gran pensador alemán, Adolfo Hitler”: Rodolfo Hernández|22/agosto/2016|RCN
Domenica (29 maggio 2022, ndt) i colombiani si sono recati alle urne per eleggere il loro nuovo presidente e, come previsto dai sondaggi, il candidato di sinistra Gustavo Petro del Patto storico ha vinto con il 40,3% dei voti, seguito dal candidato indipendente e populista Hernández della Lega dei governanti anticorruzione, con il 28,20% dei voti. Nessuno dei candidati ha raggiunto una percentuale sufficiente per vincere al primo turno, quindi i due candidati con il maggior numero di voti dovranno affrontare un ballottaggio il 19 giugno.
Le elezioni presidenziali colombiane, il cui primo turno si svolgerà domenica 29 giugno, rappresentano solo una tappa, per quanto importante, di un percorso lungo e complesso, intrapreso da tempo. Una periodizzazione utile potrebbe essere quella che assume come data di partenza il 9 aprile 1948, data dell’assassinio del leader liberale progressista Jorge Eliecer Gaitan. In quanto italiani siamo stupiti dalla vicinanza cronologica alla data del 18 aprile 1948, giorno della vittoria della Democrazia Cristiana e dello schieramento filostatunitense alle elezioni politiche italiane e inizio della lunga estromissione delle forze della sinistra, in particolare il Partito comunista, dal governo del Paese.
A partire da un riaggiustamento di forze e da un declivio civilizzatore, diversi assi regionali hanno creato organismi come l’Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva (CSTO) sotto la guida della Russia e dei paesi alleati dell’Asia centrale, inoltre si è rafforzata l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (OCS) mentre le forze armate russe e cinesi sono state modernizzate e sono stati creati assi economici come l’Unione Economica Eurasiatica (UEE) e il BRICS (Brasile-Russia-India-Cina-Sud Africa).
Il 29 maggio si terranno le elezioni presidenziali in Colombia. Gli ultimi sondaggi dell’Istituto Centro Strategico Latinoamericano di Geopolitica (CELAG) del 29 aprile scorso, davano ancora in vantaggio la coalizione del Patto Storico di Gustavo Petro (ex sindaco di Bogotà) e Francia Márquez (vincitrice del Nobel dell’Ambiente).
Dieci militari dell’esercito colombiano hanno testimoniato di aver ucciso almeno 120 persone innocenti e poi le hanno fatte passare per guerriglieri durante la presidenza di Alvaro Uribe.
In Colombia circa 120 giovani sono stati uccisi da agenti statali e spacciati per presunti caduti in combattimento confermando tutte le denuncie fatte negli anni dalle organizzazioni per la tutela dei diritti umani.