La scomparsa degli introiti per il turismo in due anni di pandemia e le 200 precedenti sanzioni imposte dal governo USA sono la causa diretta della durissima situazione economica che vive oggi il popolo cubano (1).
Quale media informa meglio sull’emigrazione cubana?
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
L’emigrazione cubana negli USA è un tema complesso e altamente politicizzato. Per questo, quale media ci informerà in modo più approfondito ed equilibrato, e con un maggior numero di dati che ci consentano di trarre le nostre conclusioni? Un giornale europeo come El País o una rivista cubana come Alma Mater? Sembra ovvio: il media cubano darà una visione parziale, schematica, legata al governo, mentre lo spagnolo fornirà la necessaria distanza editoriale. Vero?
Astensione e uteri inventati contro il femminismo cubano
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion.
Che livello di partecipazione avrebbe, in un altro Paese, un referendum su un Codice delle Famiglie, come quello recentemente approvato a Cuba? Sicuramente molto basso. Nel 2021, in Svizzera, Paese con una lunga tradizione di consultazione diretta, è stato approvato il matrimonio egualitario con un’affluenza del 52% (1). In Italia, l’ultimo referendum, che prevedeva cinque consultazioni, ha richiamato alle urne solo il 20% della popolazione (2).
Reportage di viaggi e il labirinto di una Cuba indecifrabile
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Vada alla sezione viaggi di un giornale. Di “El País”, per esempio (1). Scoprirà le “spiagge caraibiche, gastronomia e patrimonio” dello Yucatan (2). Il “Porto Rico più musicale” (3). La “fucina culturale ed etnica” di Trebisonda, Turchia (4). Le “otto ragioni per cui Chicago merita un viaggio”, tra esse vedere “la prigione più curiosa”, perché ha “le finestre così strette che non hanno bisogno di sbarre” (5). Prigione “curiosa” tranne per i detenuti che la abitano, immaginiamo. E sulla Colombia, scopriremo Cali, “la capitale della salsa”, tra molti altri materiali (6).
Cuba: esilio di giornalisti o indulgenza con i mercenari?
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
“Tutta un’odissea alla ricerca della libertà”, leggiamo (1). “Esiliano da Cuba” due “giornalisti indipendenti” del media “ADN Cuba” (2). Molto triste e serio, senza dubbio. Ma aspettate… giornalismo indipendente? ADN Cuba?
“Da lunedì si giudica gli oltre 1100 detenuti per le rivolte…” (…)
«A una velocità di circa 10 detenuti all’ora, i giudici non bastano. Secondo uno degli avvocati, tra le 11.30 di lunedì e mezzogiorno di oggi, già erano sfilati per i tribunali un centinaio di giovani. L’afflusso è tale che diversi furgoni della polizia ripieni di imputati fanno la coda davanti ai tribunali, che non dispongono di spazio sufficiente nelle celle dell’edificio.»
Un reportage del quotidiano “El País” sulle “esportazioni spagnole di armi” pone come selezione principale la “vendita di materiale antisommossa a Cuba -leggiamo- prima della repressione delle manifestazioni di luglio” (1).
Questa presunta vendita e “le consegne di munizioni all’Arabia Saudita” sarebbero “le operazioni più controverse”.
Ai fluidi e affettuosi vasi comunicanti tra i popoli spagnoli e quello cubano -ognuno dei popoli della Penisola ha lasciato in noi un’impronta che batte in tutti gli ambiti della vita insulare- c’è chi pretende, a questo punto, porre ostacoli, intorbidirli.
Sono centinaia le notizie, da settimane, sui principali media di tutto il mondo, sulla “grande mobilitazione dell’opposizione” del 15 N -così si annunciava – a Cuba (1).
Ma lunedì 15 novembre, a Cuba, non è successo nulla (2). Non ci sono state proteste contro il governo. È vero che la marcia era illegale, perché era – secondo le autorità cubane – sostenuta e diretta dal governo USA, che continua la sua guerra economica contro l’isola. Ma se la contestazione popolare è così grande come ci dicono, come mai non ci sono stati tentativi di protesta?
Ricordo gli epitaffi scritti in anticipo 30 anni fa. Mentre l’URSS si sgretolava, i saggi della tribù predissero che Cuba non avrebbe resistito senza l’oro di Mosca né avrebbe potuto sopportare l’entropia del “socialismo reale” con l’ulteriore pressione degli Stati Uniti. “Con la pala alzata, aspettano i becchini”, scriveva nel 1992 l’uruguaiano Eduardo Galeano.
I nemici di Cuba, da anni, accusano e calunniano i suoi funzionari ed organismi a causa dell’odio che provano contro la Rivoluzione, ma così facendo commettono un crimine per il quale possono essere puniti, come fanno altri paesi.
Un rapporto segreto recentemente declassificato del Dipartimento di Stato suggerisce che la decisione di Donald Trump di smantellare l’ambasciata de L’Avana all’inizio del 2018, in reazione a presunti “attacchi sonori” contro il suo staff diplomatico, è stata una “risposta” politica per una pessima gestione, mancanza di coordinamento e il non rispetto delle procedure.
A proposito dei recenti dibattiti nella rete sociale Facebook, CubaSí traduce e pubblica un dispaccio del The Miami Herald, del 23 settembre 2004, che, sulla base di documenti segreti dell’FBI, rivela che Celia Cruz ha avuto difficoltà, per dieci anni, ad essere ammessa negli USA a causa di vecchi legami con il Partito Socialista Popolare che sono stati risolti solo dopo aver potuto dimostrare i suoi vincoli e donazioni di denaro ad organizzazioni violente di Miami come la Junta Revolucionaria Cubana (JURE) diretta dal terrorista Manuel Ray Rivero.
La frode di una frode elettorale: chiarire la menzogna, ripulire un colpo di stato
Qualche giorno fa, il New York Times pubblicava una nuova indagine che si conclude nello stesso modo delle quattro precedenti: che non c’è alcuna prova che, lo scorso ottobre, esistesse frode nelle elezioni boliviane.
Allora, la Missione di Osservazione Elettorale dell’Organizzazione degli Stati Americani ha denunciato un “sospetto cambio di tendenza” al termine del riconteggio dei voti.
Il governo cinese ha annunciato che i suoi vaccini contro il coronavirus saranno un bene pubblico mondiale e che fornirà due miliardi di dollari ai paesi colpiti, in particolare del Sud (1). Ciò è in netto contrasto con quello USA, che ha cercato di acquistare, da un laboratorio tedesco, i diritti esclusivi del suo vaccino (2) e che ha ritirato il proprio contributo all’Organizzazione Mondiale della Sanità (3). Ma perché non vediamo un dibattito su questo, che danneggia il futuro dell’umanità, nei palinsesti televisivi?