Il mondo virtuale vende un’illusione di libertà, inclusa l’anarchia, che aggrada a non pochi utenti. In atto di alienazione, milioni di persone trovano nel “metaverso” che si va costruendo una via di fuga alle loro angustie vitali e alle limitazioni di ogni tipo che soffrono nella “realtà”. In Internet possono leggere, dire, vedere, acquistare “tutto ciò che desiderano”. E forse una volta, nei suoi inizi, il World Wide Web era una promessa in questo senso, ma il digitale è finito per replicare le stesse dinamiche del mondo analogico.
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Metastasi
Meta è tornato a farne una delle sue. Ha disattivato 363 account Facebook di utenti cubani, oltre a 270 pagine e 229 gruppi, oltre a 72 su Instagram. L’operazione comprendeva altre reti sociali come YouTube, TikTok e Twitter, e ha incluso centinaia di pagine di cittadini boliviani. Come spesso accade, ha colpito due governi di sinistra senza fornire alcuna prova di violazione delle politiche comunitarie delle piattaforme.
Cuba: Una falsa Meta di Zuckerberg & CIA
I ragazzi di Mark Zuckerberg sono stati molto attivi contro Cuba nel 2022. Più di una pagina cubana è stata censurata dalla squadra di Palo Alto senza spiegazioni plausibili.
Una delle chiusure più note, lo scorso ottobre, è stata quella dello spazio che aveva il sito Razones de Cuba su quella rete sociale digitale. La missione di questo media sin dal suo inizio è stata quella di denunciare l’attività terroristica e sovversiva del governo USA contro il nostro paese.
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Cubainformacion: Ministero della Verità
Facebook, il Dipartimento di Sicurezza Nazionale ed il Ministero della Verità
Non è una “enorme struttura piramidale di rilucente cemento bianco”, come il Ministero della Verità nel romanzo 1984. È invisibile, si chiama CISA (Cybersecurity Agency and Infrastructure Security) ed è incorporata nel Department of Homeland Security (DHS) degli USA.
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Cubadebate: Facebook blocca l’accaunt
In un’altra azione punitiva, a Cubadebate viene impedito di pubblicare, sulla sua pagina Facebook, in un giorno così importante per Cuba. Gli amministratori e gli editori di Cubadebate non hanno il permesso di pubblicare, oggi, sulla loro pagina su quella rete sociale.
Viene alla luce il Ministero della Verità degli Stati Uniti
Il Ministero della Verità di Washington è invisibile. Si chiama CISA (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) ed è integrato nel Department of Homeland Security (DHS).
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Dare battaglia
Bloccare gli account, disabilitare profili, ridurre la visibilità dei media statali cubani e impedire l’espressione del pensiero rivoluzionario sulle reti digitali non è qualcosa che dobbiamo giudicare da un punto di vista morale: è qualcosa che possono fare e di cui sentono il bisogno fare, o perché vedono un pericolo in quella libera espressione o perché sono infastiditi dalla minima articolazione di pagine e gruppi nei loro ambiti
Lo sport di marcare il nemico
Lunedì a mezzogiorno, gli utenti di Twitter hanno notato una modifica alla politica di etichettaggio. La piattaforma della rete sociale ha iniziato a marcare un gruppo di media pubblici come “affiliati al governo cubano” e l’etichetta sarebbe apparsa, a sua volta, sui messaggi inviati o condivisi da qualsiasi account individuale che avesse un collegamento ai siti Web di quelle pubblicazioni. Martedì, Facebook ha chiuso una ventina di profili di presunti sostenitori della Rivoluzione cubana, ma ne ha lasciati centinaia che pubblicano manuali di bombe fatte in casa, appellano a bruciare stazioni di polizia, annunciano spedizioni armate, divulgano dati privati per il killeraggio politico, minacciano e insultano da account all’estero.
Facebook censura e chiude la pagina del sito Razones de Cuba
In un chiaro tentativo di mettere a tacere la voce del popolo cubano nella sfera digitale, il contenuto della pagina Facebook di Razones de Cuba non è più disponibile da ieri mattina (25 ottobre 2022).
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Cubainformacion: oligarchi informativi
Musk, Bezos, Zuckerberg e la libertà di informazione
La persona più ricca del mondo, Elon Musk, sta per acquistare la rete sociale Twitter.
Il secondo più ricco, Jeff Bezos, è proprietario de The Washington Post, uno dei due giornali più influenti nell’élite politica ed economica USA.
Polis digitale
La tecnologia, come tutta l’opera umano, ha un lato chiaro e un rovescio oscuro. Allo stesso modo in cui la scissione degli atomi può fornire l’energia necessaria a tutta l’umanità, una reazione a catena a livello atomico può anche innescare la forza cosmica di una stella morente e causare un genocidio, come a Hiroshima e Nagasaki.
La brutta verità su Facebook
Rosa Miriam Elizalde www.cubadebate.cu
Nessuno dubita che Mark Zuckerberg faccia grandi sforzi per reinventare il suo monopolio. Assediato da anni per speculare con i dati degli utenti di Facebook, permettere la circolazione di teorie cospirative, incentivare il genocidio, trasmettere massacri in diretta e manipolare gli adolescenti affinché non possano lasciare lo schermo, benché li danneggi, l’imprenditore cerca di cambiare l’asse della polemica, senza toccare il modello di business iniziato 18 anni fa e che lo ha trasformato in uno degli uomini più ricchi del mondo.
Facebook o i metodi d’intervento USA in Venezuela
Negli anni, gli USA sono andati perfezionando i metodi di intervento e di cambi di regime nei paesi che non si sottomettono ai suoi disegni. E per questo ha contato, tra altri, con un potente apparato che include grandi corporazioni mediatiche e organizzazioni che fungono come bracci del governo USA ad altre latitudini.
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Agenzia ONU usa la foto di una castrista per attaccare Cuba
Lei protesta e Twitter la censura
La furiosa propaganda anticomunista e anticubana dal sapore maccartista, schierata a sostegno della destabilizzazione di Cuba, ha ormai raggiunto vette impensabili. Non sono solo i media a pomparla al massimo con l’obiettivo di accreditare presso l’opinione pubblica internazionale che a Cuba vi sia un regime tirannico che sopravvive solo grazie al pugno di ferro nei confronti di una popolazione vessata e ormai ridotta allo stremo. L’efficace immagine del ‘gulag tropicale’ evocata da Gianni Minà, come fotografia di una realtà parallela che esiste solo nella propaganda occidentale.
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Facebook blocca Maduro per «disinformazione»
Fabrizio Verde www.lantidiplomatico.it
Ancora una volta il social network Facebook colpisce il presidente del Venezuela Maduro con una misura arbitraria e censoria. Facebook ha infatti bloccato per un mese l’account di Maduro per aver “violato la sua politica contro la disinformazione sul covid-19”, ha riferito sabato un portavoce dell’azienda.
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