I potenti “padroni del mondo” non perdonano mai coloro che si ribellano e sfidano la loro egemonia
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“Haiti attraversa uno dei momenti più difficili, tragici e bui della sua storia. È in procinto di crollare sotto il peso di una crisi in gran parte fabbricata e mantenuta dalle antiche potenze coloniali schiaviste e razziste ora trasformate in potenze imperialiste. Queste ultime si avvalgono dell’efficace assistenza di collaborazionisti locali costituiti da dirigenti politici fantoccio, corrotti, criminali, mafiosi imposti da Washington e dai loro lacchè: BINUH (ufficio integrato dell’ONU ad Haiti), l’OSA, il Core Group (composto dagli ambasciatori di Germania, Brasile, Spagna, USA, Francia, Unione Europea, OSA e un rappresentante del Segretario Generale ONU) senza dimenticare gli altrettanto corrotti oligarchi, criminali che finanziano bande armate, veri terroristi al servizio di detto Core Group e in particolare di USA, Canada e Francia”.
Geraldina Colotti
Al grido di “Libertà o morte!”, i neri di Haiti sconfissero le truppe di Napoleone Bonaparte, dando forma, dopo una lunga lotta, alla prima Repubblica di schiavi liberi del mondo, il 1° gennaio del 1804. La prima Repubblica veramente libera delle Americhe. Gli Stati uniti, che avevano dichiarato l’indipendenza dall’Inghilterra nel 1776, infatti, mantenevano in schiavitù mezzo milione di persone, costrette a lavorare nelle piantagioni di cotone e di tabacco: considerate inferiori per il colore della pelle anche da chi, come Thomas Jefferson – principale autore della dichiarazione d’indipendenza, influenzato dai principi illuministi, ma anche proprietario di schiavi – sosteneva l’uguaglianza formale, ma diceva che i neri erano stati, erano, e sarebbero stati sempre inferiori.
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Geraldina Colotti
“Henry vattene. No all’occupazione”. La protesta nelle strade di Haiti indica così i responsabili della crisi devastante che attraversa il paese: crisi economica, sanitaria, istituzionale, umanitaria. È tornato anche il colera che, tra il 2010 e il 2019, aveva colpito oltre 820000 persone e provocato 10000 morti.
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Una nuova ingerenza imperialista mascherata da intervento pseudo umanitario? Gli USA e il Canada hanno inviato veicoli blindati ad Haiti dopo che le autorità del Paese, il contestatissimo governo di Ariel Henry, hanno richiesto il dispiegamento di forze straniere per affrontare la crisi politica e di insicurezza, secondo quanto si apprende in un comunicato di cui riferisce l’agenzia Presa Latina.
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Misión Verdad (misionverdad.com)
A luglio 2018 è iniziato, ad Haiti, un ciclo di proteste che è proseguito fino ad oggi (nonostante la pandemia). Il motivo principale della protesta del 2018 è stato che nel marzo di quell’anno il Governo del Venezuela (in conseguenza delle sanzioni illegali imposte dagli USA) non poteva continuare a inviare petrolio scontato ad Haiti attraverso lo schema PetroCaribe. I prezzi del carburante sono saliti alle stelle fino al 50%.
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Raul Antonio Capote www.granma.cu
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Palabras de Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primer Secretario del Comité Central del Partido Comunista de Cuba y Presidente de la República, en la Conferencia Internacional para la financiación de la reconstrucción de la península sur de Haití, 16 de febrero de 2022, «Año 64 de la Revolución»
In dicembre, il governo cubano ha lanciato una proposta a quello USA: un programma umanitario congiunto di vaccinazione anti Covid-19 in un paese caraibico.
Ad esempio, Haiti. Lì, in coordinamento con il governo locale, potrebbero arrivare i vaccini e il personale cooperante di entrambi i paesi.
L’attentato contro il primo ministro di Haiti, Ariel Henry e la sua delegazione, durante la cerimonia per i 218 anni d’indipendenza nella città di Gonaïves, dimostra un deterioramento sociale in questo paese dei Caraibi dove anche continuano i regolamenti dei conti della prima nazione del continente che proclamò la sua sovranità.
Il Ministero degli Affari Esteri cubano (Minrex), ha segnalato che dall’11 settembre, i migranti haitiani sono arrivati nel territorio nazionale attraverso diverse province del Centro e dell’Est del paese, e come parte della vocazione umanista e solidale di Cuba, questi cittadini hanno ricevuto tutta l’attenzione necessaria, compresa l’assistenza medica e l’alloggio in varie strutture attrezzate per questo scopo.
Le scene della guardia di frontiera statunitense che a cavallo frusta i migranti haitiani rimanda all’Alabama degli anni ’50, quando un nero era solo un “negro”, il cui valore era inferiore a quello di un animale. L’essenza più profonda del fascismo americano ha così avuto eco sui media anche in questa occasione, esibendo concretamente la autentica concezione dei diritti umani che gli USA sbandierano strumentalmente contro i loro avversari politici.
Nuria Barbosa Leon www.granma.cu
La presenza solidaria della Brigata Medica Cubana ad Haiti coltiva imprese dal 1998, quando l’uragano Georges colpì con forza il paese caraibico. Da allora i medici cubani hanno soccorso il popolo haitiano, come dopo il sisma avvenuto nel 2010, l’epidemia di colera scatenatasi dopo e ora dopo il forte terremoto del 14 agosto.
di Victoria Korn* https://amicuba.altervista.org
La popolazione haitiana che ha sofferto una disgrazia dopo l’altra, tra i malgoverni, l’assassinio del suo presidente Jovenal Moïse da parte di mercenari colombiani e americani, e la reazione della Natura sotto forma di terremoto di fronte a tanta aggressione, ora devono fare i conti con l’arroganza e il desiderio repressivo di una truppa come i marines USA, abituati a uccidere, stuprare e torturare.
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