L’attentato contro il primo ministro di Haiti, Ariel Henry e la sua delegazione, durante la cerimonia per i 218 anni d’indipendenza nella città di Gonaïves, dimostra un deterioramento sociale in questo paese dei Caraibi dove anche continuano i regolamenti dei conti della prima nazione del continente che proclamò la sua sovranità.
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Haiti: mercenari contro i governi progressisti
Blivarinfos, 14 luglio 2021
La Tabla rivelava informazioni su una società mercenaria legata all’assassinio di Jovenel Moïse ad Haiti, suggerendo l’esistenza di una cospirazione il cui scopo è seminare violenze paramilitari contro i governi progressisti.
Secondo La Tabla, i capi della società mercenaria, Tony Intriago (venezuelano) e Antonio Esquivel (cubano), parteciparono agli eventi nel paese caraibico così come l’ex-candidato al Senato di Haiti Anis Blemur, le cui azioni “si nascondono dietro ONG (organizzazioni non governative) e fondazioni riconosciute”.
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Mercenarios colombianos en Haití: ¿qué hay detrás del magnicidio de Moïse?
Dopo Haiti l’insolita crisi cubana: il ruolo delle “agenzie” Usa nei Caraibi
Un’ondata di turbolenza ha investito i Caraibi che dopo l’assassinio del presidente di Haiti, Jovenel Moïse, vede aprirsi un’insolita crisi cubana, con manifestazioni di piazza contro il governo. Sull’assassinio del presidente haitiano le tracce di una possibile mano americana iniziano a essere pesanti, come evidenziato dalla Cnn.
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Haiti, i mercenari e le interferenze
Michele Paris www.altrenotizie.org
Se l’assassinio di settimana scorsa del presidente di Haiti, Jovenel Moïse, resta in buona parte avvolto nel mistero, qualche informazione sta iniziando a circolare sull’identità dei presunti responsabili dell’operazione e sulle ragioni dell’eliminazione del 53enne ex imprenditore agricolo.
Haiti: seguace di Guaidó ha ingaggiato i mercenari
L’omicidio del presidente di Haiti, Jovenel Moïse, è stato compiuto da una squadra di mercenari assoldati appositamente per compire l’assalto mortale alla residenza del presidente nella capitale haitiana Port-au-Prince.
E’ stato appurato che dello squadrone della morte facevano parte ex militari colombiani e anche due cittadini statunitensi di origine haitiana. Iniziano inoltre ad emergere le connessioni internazionali.
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Il baratro di Haiti
Mario Lombardo www.altrenotizie.org
L’assassinio del presidente haitiano di fatto, Jovenel Moïse, rischia di diventare un nuovo acceleratore della prolungata crisi politica e sociale che sta attraversando l’isola caraibica. I mandanti dell’operazione restano ancora sconosciuti, ma, nonostante lo strapotere delle gang criminali, è difficile pensare a un’iniziativa non collegata a elementi di potere, forse anche all’interno dello stesso stato haitiano.
Assassinio di Moïse ad Haiti, quando il capo della CIA visitò Bogotà
José Manuel Diaz, RedRadioVE, Orinoco Tribune,
Di fronte alla valanga di post, dichiarazioni e prove sulla partecipazione di oltre 20 colombiani all’assassinio del presidente di Haiti Jovenel Moïse, il ministro della Difesa colombiano Diego Molano ammise che si tratta di suoi connazionali, ma cercò di prendere le distanze dall’atroce assassinio politico, anche se molti vedono la Colombia come primo agente della destabilizzazione nella regione e strumento dell’imperialismo statunitense.
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Haiti, ecco perché è stato ucciso il presidente Jovenel Moïse
Geraldina Colotti
Un omicidio nato nelle stanze del potere, all’ombra degli interessi imperialisti che hanno deciso di cambiare cavallo? È il probabile scenario che inquadra l’assassinio di Jovenel Moïse, presidente de facto di Haiti. A compierlo materialmente, un piccolo esercito di mercenari che hanno fatto irruzione nella sua residenza super-controllata mercoledì all’alba spacciandosi per agenti della Dea, lo hanno ucciso e hanno ferito la moglie. Si parla di complicità interne con l’avallo del capo della polizia. Il commando è stato arrestato quasi al completo e mostrato alle telecamere.
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Qual è il ruolo di USA e Colombia nell’omicidio di Jovenel Moïse?
Emergono nuovi dettagli circa l’omicidio, avvenuto nella sua residenza privata, del presidente di Haiti Jovenel Moïse. Le autorità haitiane hanno reso noto di individuato 28 persone coinvolte nel crimine: si tratta di 2 cittadini statunitensi e 26 colombiani.
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Cuba condanna l’assassinio del presidente haitiano
Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha lamentato la morte del presidente haitiano Jovenel Moïse e ha condannato con forza l’atto di violenza che ha causato la sua morte.
Nel suo account Twitter, il capo di stato cubano ha inviato un messaggio di condoglianze alla famiglia del presidente e “al fraterno popolo haitiano”, e ha chiesto la pace.
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Haiti sarà sempre una nazione fraterna
Il Primo Segretario Díaz-Canel ha detto che la storia e i Caraibi ci uniscono. «Tutto quello che potremo fare per questo paese, lo faremo»
«Haiti sarà sempre, per Cuba, una nazione fraterna, terra della prima Rivoluzione di Nuestra América», ha sottolineato giovedì 6 maggio, in Twitter, il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente cubano della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, rispondendo a un messaggio del suo omologo Jovenel Moïse.
La nuova marcia per il cambiamento politico ad Haiti
Federico Larsen, Internationalisti 360°,
Il governo di Jovenel Moïse sembra destinato a cadere presto. Ma ad Haiti, anche ciò che sembra inevitabile può prendere svolte inaspettate. Da sotto il telaio bruciato di una motocicletta si vedevano solo un paio di gambe, anch’esse carbonizzate, a pochi centimetri dal marciapiede del viale che segna l’inizio del quartiere Delmas, nel sud-ovest di Port-au-Prince.
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Haiti, dal terremoto al regime
Nicoletta Manuzzato – www.altrenotizie.org
Dieci anni fa, esattamente il 12 gennaio 2010, un terremoto di 7,3 gradi della scala Richter devastava Haiti, uccidendo 316000 persone e lasciando un milione e mezzo di persone senza tetto. I primi a prestare soccorso ai sopravvissuti, che scavavano a mani nude alla ricerca dei propri cari sotto le macerie, furono venezuelani e cubani (questi ultimi già presenti nel paese con una missione medica), cui si aggiunsero in seguito volontari di molte altre nazioni.