La maggior parte del popolo si è svegliato, lo scorso 26 novembre, con il più forte colpo al cuore; il petto della Patria spuntò in lutto. Fidel ci salutava la sera prima, qual angelo custode per non causarci dolore.
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F, Martìnez Heredia (*) http://ciptagarelli.jimdo.com
La notte del 25 novembre, sessant’anni dopo quella in cui partì da Tuxpan alla guida della spedizione liberatrice, Fidel Castro è di nuovo in viaggio.
Tre anni prima del Granma aveva guidato un’azione rivoluzionaria che sorprese il paese per l’audacia, il coraggio e lo spirito di sacrificio dei partecipanti, e provocò il rifiuto dell’orgia di crimini con cui rispose la dittatura che si era installata nel 1952.
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Harold Cardenas Lema https://jovencuba.com
Questo è il momento delle definizioni. La morte di Fidel Castro è stato lo spartiacque davanti a cui nessuno si può nascondere e chi non si è sollevato ora, non lo farà mai. L’addio del Comandante è stato il più importante evento politico degli ultimi dieci anni per il simbolismo rivoluzionario. Ci ha ricordato alcune essenze ed ha segnalato pubblicamente il posto di ognuno. L’ultimo atto di Fidel fu quello di definire ogni cubano, ed era necessario.
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R. Krishnan Simha RBTH – https://aurorasito.wordpress.com
La morte di Fidel Castro ha rivelato il lato oscuro dell’odio che si annida in occidente nei confronti di chi segue vie diverse. Gli occidentali, che amano affermarsi più civili degli altri, celebrano la morte del vecchio cubano. La loro frustrazione è comprensibile dato che Castro era una spina nel fianco, sfidando i numerosi tentativi occidentali di assassinarlo durante la guerra fredda.
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