A Miami, città che si vende come il paradiso della libertà e della democrazia, nessuno può esprimere i propri sentimenti a favore di Cuba senza essere demonizzato come comunista e subire una repressione brutale mai vista da nessun’altra parte, soprattutto se si tratta di un artista di origine cubana.
Cuba, crisi elettrica o gli effetti di una guerra?
José Manzaneda
La crisi elettrica a Cuba, i blackout, sono notizia internazionale (1). La sua causa è ovvia e oggettiva: la precarietà tecnologica delle centrali elettriche di un Paese senza valuta estera e sotto il blocco USA (2). Ma ciò che leggiamo è che tutto è dovuto al “fallimento del comunismo” (3), ad un presunto “stato fallito” (4). A proposito, anche a Porto Rico, con il servizio elettrico privatizzato, ci sono continui blackout (5). Sarà colpa del comunismo?
William Levy, Yotuel Romero e un Primo Maggio a Cuba
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Cinque milioni di persone, le stesse che, quotidianamente, soffrono carenze e penurie, sono scese nelle strade di tutta Cuba, in modo festoso, questo Primo Maggio, a sostegno della Rivoluzione (1).
Ma chi portano davanti ai televisori per conoscere “l’opinione del popolo cubano”? Artisti multimilionari come Yotuel Romero (2) o William Levy, che da decenni non vivono nel loro paese natale e che, oggi, esaltano l’oppressore, gli USA, il regime che soffoca spietatamente l’Isola. Ma chi ha aiutato la famiglia di Levy a “iniziare una vita piena di opportunità” (3).
200 morti in un carcere, il suo presidente nei Pandora Papers: vi immaginate se il paese fosse… Cuba?
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
L’ultimo rapporto della Federazione Internazionale dei Giornalisti, che denuncia l’assassinio di 65 professionisti nel 2020, 17 in più rispetto all’anno precedente, ha avuto soltanto qualche nota di agenzia (1).