Lo sradicamento del razzismo oggi è una priorità nei programmi educativi delle scuole cubane. E l’enfasi in una cultura più inclusiva e spregiudicata va garantita anche come obiettivo principale nel progetto sociale del nostro paese
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Antirazzismo, dalla culla
Una cultura inclusiva, antirazzista, cosciente della miscela dell’identità cubana che riconosca le diverse fonti e la sua integrazione unitaria, si deve fomentare dalla culla e per questo gli organismi e le istituzioni incaricati della formazione di bambini e giovani a tutti i livelli d’insegnamento si sono proposti di lavorare in maniera sistematica e coordinata.
Operazione Carlota
“LA PIU’ BELLA, LUNGA,MASSICCIA E RIUSCITA CAMPAGNA INTERNAZIONALISTA NEL NOSTRO PAESE”
“È stato l’inizio di quella che è stata chiamata Operazione Carlotta, il nome in codice della più giusta, prolungata, massiccia e riuscita campagna militare internazionalista nel nostro Paese. L’impero non è riuscito a raggiungere il suo scopo di smembrare l’Angola e di nascondere la sua indipendenza. La lotta eroica e lunga dei popoli dell’Angola e di Cuba l’ha impedito.
Fidel (2005)
Di musica, reti e dei loro razzismi selettivi
Il ministro della Cultura, Alpidio Alonso, ha denunciato, sul suo account Twitter, la campagna mediatica di manipolazione ed odio contro intellettuali ed artisti cubani, ideata, diretta e molto ben pagata dagli USA. “Facciamo che prevalgano la verità e l’amore”, ha detto, nel messaggio in cui ha mostrato il suo sostegno al grande musicista Alexander Abreu, ora vittima di quella macchina dell’odio
Oni Acosta Llerena www.granma.cu
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Quattro secoli di infamia
Stime prudenti, calcolano in circa 12 milioni gli africani schiavizzati che arrivarono in terre americane. Alle statistiche vanno aggiunti i figli delle vittime della tratta nati qui, anch’essi schiavizzati, e le cifre dei morti durante le traversate
Pedro de la Hoz www.granma.cu
I “diritti umani” di Pompeo
Elson Concepción Pérez www.granma.cu
Il segretario di Stato USA, Mike Pompeo, ha messo il piede sull’acceleratore, sembra preoccupato perché lo possano anche eliminare se espellono il suo capo, Donald Trump, dalla Casa Bianca alle elezioni presidenziali del prossimo novembre, e ogni giorno incrimina qualche paese, governo o istituzione internazionale, di non rispettare i diritti umani, proprio come fa la sua stessa nazione.
Il più grande assassino in serie della storia
Samuel Little (il piccolo) è considerato l’assassino in serie con più vittime nella storia moderna degli Stati Uniti. Ha confessato d’aver ucciso almeno 93 persone tra il 1970 e il 2005. Jack lo squartatore, Andrei Chitakilo, Harold Shipman, Trevor Hardy, Ted Bundy, Wayne Gacy, Richard Cottingham, Jeffrey Dahmer e Gary Ridgway, sono altri dei più famosi assassini a livello mondiale.
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Cuba è intervenuta nel dibattito sulla discriminazione razziale
Cuba è intervenuta nel dibattito urgente sulla discriminazione razziale contro le persone afro-discendenti, in Ginevra
Pedro Luis Pedroso Cuesta, Ambasciatore e Rappresentante Permanente di Cuba a Ginevra, ha concluso il suo intervento nel dibattito urgente convocato dal Gruppo Africano, reiterando il richiamo a implementare il Programma d’Azione di Durban e adottare le azioni che permettano di far sì che tutte le persone siano trattate come uguali.
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È il sistema, stupido
Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com
“Protestare in nome della morale contro “eccessi” o “abusi” è un errore che suggerisce complicità attiva. Non ci sono “abusi” o “eccessi” qui, semplicemente, un sistema che comprende tutto”.
Simone de Beauveoir
C’è una scena del documentario ‘I am not your negro’ (Raoul Peck, 2017) in cui lo scrittore afroamericano James Baldwin viene intervistato in televisione, negli anni settanta del XX secolo, ed il conduttore del programma gli chiede perché i neri, negli USA, non sono ottimisti “… se ci sono neri che sono governatori, ci sono neri in politica, altri in tutti gli sport, sono stati persino premiati dando loro opportunità negli spot televisivi…”. Preceduta da un sorriso sarcastico, la risposta di Baldwin, che vide i suoi amici Medgar Evers, Malcolm X e Martin Luther King assassinati dal sistema, fu “non è una questione di cosa succede ai neri qui…la vera domanda è cosa accadrà al paese”.
Il crimine contro Floyd virale nel mondo della cultura
Musicisti, scrittori, attori, sceneggiatori, pittori, disegnatori, autori di graffiti: la comunità artistica degli Stati Uniti non solo ha lanciato segnali forti e chiari di condanna dell’assassinio di George Floyd, ucciso da un poliziotto di Minneapolis, m,a partendo da questa azione brutale, esige giustizia e riparazione.
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Tra la disperazione e la mancanza di risposta
Mentre gli USA affrontano la maggior ondata di proteste dall’assassinio di Martin Luther King, Trump infiamma il conflitto e definisce le azioni «terrorismo nazionale».
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Dal Minnesota al Venezuela: la metafora di George Floyd
William Serafino https://medium.com/@misionverdad2012
Con il passare dei giorni, si va chiarendo la storia dell’assassinio poliziesco dell’afroamericano George Floyd, a Minneapolis, stato del Minnesota, per mano di agenti locali che lo hanno soffocato, sino ad ucciderlo, nel mezzo di un arresto.
George Floyd, 46 anni, era nativo del Texas, si è trasferito a Minneapolis, nel 2014, cercando di ricostruire la sua vita ed ottenere un lavoro, dopo essere stato condannato a cinque anni di prigione per rapina a mano armata, nel 2009. In gioventù era un atleta ed amico intimo del famoso cestista Stephen Jackson e ha anche lavorato con la star della musica texana DJ Screw.
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Al di là di Minneapolis
«Migliaia di statunitensi avrebbero potuto dormire, stanotte, con un respiratore artificiale. Non lo avranno. Il loro governo ha preferito usare quel denaro per finanziare la sovversione a Cuba negli ultimi anni»
Javier Gómez Sánchez www.granma.cu
Un crimine nuovo con un motivo vecchio
La storia, per scherno della nostra epoca, non è nuova.
Come il ritornello di una canzone macabra, lo scorso 25 maggio – paradossalmente celebrato come Giorno Internazionale dell’Africa- è stato assassinato a Minneapolis l’afroamericano George Floyd, la cui morte è avvenuta per asfissia, perché un poliziotto lo ha tirato al suolo e ha messo un ginocchio, per otto minuti, sulla sua gola.
USA: una storia di indigeni sterminati, negri segregati
… e bambini ingabbiati
Marco Velázquez Cristo https://postcuba.org
Il mondo si è commosso per le immagini di bambini atrocemente ingabbiati e separati dalle loro famiglie per ordine del governo di Donald Trump che, sotto la pressione internazionale, è stato costretto a mascherare la propria politica anti-immigrante, il che non significa che il sentimento xenofobo che soggiace dentro i circoli del potere USA sia cambiato.
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