Tag Archives: Rex Tillerson

Dal sonico al cinico: l’infamia naufraga di nuovo

Un documento recentemente declassificato permetterà conoscere fino a che punto Trump, Pompeo e Marco Rubio si siano spinti per giustificare, artificialmente, una retrocessione nelle relazioni bilaterali tra USA e Cuba.

Francisco Arias Fernandez  www.granma.cu

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Il Dipartimento di Stato rivela l’arbitrarietà di Trump

Un rapporto segreto recentemente declassificato del Dipartimento di Stato suggerisce che la decisione di Donald Trump di smantellare l’ambasciata de L’Avana all’inizio del 2018, in reazione a presunti “attacchi sonori” contro il suo staff diplomatico, è stata una “risposta” politica per una pessima gestione, mancanza di coordinamento e il non rispetto delle procedure.

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Da Monroe a Trump

Il presidente USA ritorna a minacciare un’azione militare contro il Venezuela e continuano i ricatti e le sanzioni contro i governi e le società che hanno legami con la nazione bolivariana e con Cuba

Elson Concepción Pérez  www.granma.cu

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Cuba, Venezuela ed i limiti della dottrina del potere intelligente

Jesús Arboleya Cervera  www.cubadebate.cu

Davanti al fallimento della politica contro Cuba, Barack Obama decise di provare “altri metodi” e confidare che la “seduzione dello stile di vita USA” avrebbe condotto allo crollo del socialismo cubano.

Si iniziava un momento in cui la diplomazia si imponeva sullo scontro, di modo che il blocco economico e altre misure volte ad esacerbare le tensioni tra le due parti risultavano disfunzionali a questa politica.

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Blocco: cronologia minima

Cronologia minima di come gli USA hanno aumentato il blocco contro Cuba tra il 2017 ed il 2019

Granma presenta ai suoi lettori un riassunto, in ordine cronologico, delle aggressioni USA contro Cuba dal 17 giugno 2017

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Tutte e tutti con il Venezuela

Ángel Guerra Cabrera https://lapupilainsomne.wordpress.com

La rottura delle relazioni diplomatiche con gli USA, annunciata da Nicolás Maduro, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, è un atto di dignità come quelli necessari, oggi, nella nostra America e nel mondo. L’unico modo di rispondere, con sovranità, allo sfacciato tentativo USA di imporre un governo parallelo nella patria di Bolivar. Il presidente venezuelano ha fatto l’annuncio davanti ad un grande raduno di popolo chavista, che ha traboccato le strade di Caracas e di tutte le città del Venezuela, questo 23 gennaio. Nonostante lo sforzo della mafia mediatica di mostrare il contrario, l’opposizione si è manifestata solo nelle sue aree tradizionali, e persino in alcune di esse ha prevalso il chavismo.

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Né minacce né compromessi

Cuba aspetta la celebrazione del 60° anniversario del trionfo rivoluzionario, con molto ottimismo, fiduciosa nel suo presente e nel suo futuro, e senza dover rendere conto né fare concessioni a quelli che, dagli USA, commettono la più grande violazione dei diritti umani contro il nostro popolo: il blocco

Elson Concepción Pérez  www.granma.cu

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Confessioni di un mercenario contro il Venezuela

Mision Verdad – http://aurorasito.altervista.org

“Il mondo sosterrebbe le Forze Armate in Venezuela se decidessero di proteggere la loro gente e ripristinare la democrazia eliminando un dittatore”, scrisse il senatore Marco Rubio il 9 febbraio 2018.

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Un ritorno alla Dottrina Monroe

 nel tour di James Mattis in America Latina

http://misionverdad.com

 

In un contesto regionale geopolitico diverso, in cui si acutizza l’assedio contro il Venezuela, il segretario alla Difesa USA, James Mattis, cerca rafforzare i suoi ancoraggi militari in tutto il continente, con l’obiettivo di attualizzare, ai tempi attuali, la trita e ritrita Dottrina Monroe.

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Mappa ampliata del tentato assassinio

http://misionverdad.com

(secondo informe speciale) 

Seguono il loro corso le indagini condotte dallo Stato venezuelano sul fallito tentato omicidio dello scorso 4 agosto. Finora le indagini, prove ed attori coinvolti sono sufficienti per descrivere il modo di funzionamento dell’agenda terroristico-mercenaria che sperimenta il paese, ma anche gli impatti di un punto di svolta cruciale per la questione venezuelana.

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Cosa porta Pompeo?

Angel Guerra Cabrera http://www.cubadebate.cu

La visita che realizzerà in Messico, il 13 luglio, il segretario di Stato USA Mike Pompeo dovrebbe essere presa con il minimo di aspettative sul frutto positivo che si può produrre per il paese ospitante. Pompeo non porta nulla di favorevole per le relazioni tra Messico e USA in quanto è noto il suo pieno accordo con la brutale politica interventista ed aggressiva del presidente Trump, che per questo motivo lo ha scelto per sostituire, nella carica, Rex Tillerson. Washington è interessata, soprattutto, al petrolio messicano e che qui ci sia un governo compiacente come tutti quelli della fase neoliberale. Uno che agisca da custode anti-immigranti e continui ad aderire alle sue misure interventiste contro il Venezuela come membro di spicco dello screditato gruppo di Lima.

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Venezuela: Trump va alla guerra

Le riunioni nelle quali Trump ha prospettato un’invasione militare del Venezuela

http://misionverdad.com

Trump ha fatto pressione sui suoi consiglieri affinché sostengano un intervento

L’agenzia di notizie, Associated Press (AP), ha diffuso, oggi, un’informazione dove rivela che il presidente USA, Donald Trump, ha fatto pressioni sui suoi consiglieri affinché avallassero la “possibilità d’invadere il Venezuela”, secondo un alto funzionario del suo governo al corrente di questa conversazione, realizzata in agosto dell’anno scorso.

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Gli USA pianificavano un golpe in Venezuela

Mision Verdad – http://aurorasito.altervista.org

Bloomberg pubblicava un articolo su un presunto rapporto giudiziario in cui svelava un’operazione militare coordinata da Stati Uniti e Colombia che doveva essere eseguita da un gruppo di ufficiali venezuelani. Le connessioni del piano fallito, che mirava a rovesciare e perseguire il Presidente Maduro, puntano a María Corina Machado e alla dirigenza di Washington e della Colombia.

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Pence: un altro tour monroista

Ángel Guerra Cabrera  https://lapupilainsomne.wordpress.com

Il terzo tour latinoamericano di Mike Pence, vice presidente USA, è principalmente finalizzato a porre fine al governo costituzionale del Venezuela. Non è un segreto. I portavoce ufficiali USA hanno ribadito che uno degli scopi del periplo è rafforzare l’isolamento di Caracas e già sappiamo come tradurlo. Per la cronaca, il presidente Nicolas Maduro è stato eletto con una percentuale di voti superiore rispetto alla maggior parte dei presidenti del Gruppo di Lima, abominevole coalizione imperialista anti-venezuelana. Un altro obiettivo del viaggio è il tentativo di calmare gli animi nella regione di fronte alla crudele separazione dei figli dei migranti dai loro genitori ed, in generale, alla politica di tolleranza zero, ripudiata a livello internazionale. Ciò che spiega il suo incontro con i presidenti di Honduras, El Salvador e Guatemala, paesi più colpiti dalla misura.

Ma a parte questo tema, l’inviato di Trump ha viaggiato per qualcosa di più che monitorare e rafforzare la cospirazione contro la patria di Bolivar. Non è un caso che la sua prima visita sia stata al governo golpista del Brasile. Lì c’è il massimo interesse di Washington nel mantenere Lula in prigione per impedire, a tutti i costi, che vinca la presidenza nelle elezioni del prossimo anno il candidato di punta. Immaginiamo il contrario: che significherebbe per l’impero un nuovo governo di Lula in Brasile, il prossimo anno, insieme con l’elezione imminente di Andrés Manuel López Obrador in Messico, due giganti geoeconomici e geopolitici, che con con governi popolari, possono inclinare molto i rapporti di forza in America Latina e nei Caraibi verso gli interessi dei popoli.

Questo risultato costituirebbe un vero incubo per Washington dopo l’enorme sforzo che ha realizzato per distruggere, per diverse vie, i governi progressisti e rivoluzionari della regione. Sia mediante colpi di stato contro i presidenti Manuel Zelaya (Honduras), Fernando Lugo (Paraguay) e Dilma Rousseff (Brasile). Più i tentativi falliti di rovesciare Hugo Chavez e Nicolas Maduro in Venezuela dove, in vista del loro fallimenti, il Comando Sud e la CIA sperimentano il golpe “continuo” preludio dell’invasione militare che ha minacciato il presidente Donald Trump. Inoltre, i golpi falliti e la sovversione permanente contro i presidenti Evo Morales e Rafael Correa (questo fino ad adempiere il suo mandato). Senza dimenticare la feroce campagna mediatica e i tentativi sovversivi contro Cristina Fernández de Kirchner, che hanno notevolmente ostacolato il suo esercizio del governo. Il pacchetto, ovviamente, include il rafforzamento del blocco e della sovversione contro Cuba.

Uniamo questo alla decomposizione dei regimi neoliberali, come si apprezza nella gigantesca impopolarità di Temer e quella crescente di Macri, o lo storico progresso della sinistra in Colombia con Gustavo Petro. Ciò, aggiunto alla crescente resistenza in quei paesi ed, in generale, in Nostra America, contro l’espropriazione, la criminalizzazione delle proteste sociali ed il degrado ambientale causati dal neoliberismo.

E’ facile comprendere perché Pence va, ora, al suo terzo tour cospirativo, in aggiunta a quelli che hanno fatto altri funzionari, tra cui l’ex Segretario di Stato Rex Tillerson, che ha confessato la devozione dell’amministrazione Trump per la espansionista dottrina Monroe. Va inoltre sottolineata la febbrile attività golpista ed interventista contro il Venezuela dei legislatori cubano-americani, in particolare Marco Rubio, specie di scudiero anti-latinoamericano di Trump. Allo stesso modo le tattiche della guerra di IV generazione che preparano in Nicaragua, da anni, questo e altri legislatori della stessa mafia. La legge nota come Nica Act, per privare di crediti la patria di Sandino, è principalmente opera della legislatrice di Miami di origine cubana, Ileana Ross-Lehtinen.

In breve, il viaggio del vicepresidente Pence conferma la tenace volontà di Washington di liquidare i governi popolari, attuali e futuri, nella nostra regione. Ancor più quando l’egemonia USA crolla di fronte all’emergere di Cina e Russia e gli sforzi coronati da successo, di queste, per creare una vasta area di cooperazione asiatica e un’unione di paesi opposti all’egemonismo ed alla guerra.

In Nostra America continua la lotta per la democrazia, l’indipendenza e la giustizia sociale, anche se soffriamo retrocessioni, e gli eventi che stiamo vedendo ci indicano che la vittoria sarà dei nostri popoli. Mettitelo in testa, signor Pence.


Pence: otra gira monroísta

Por Ángel Guerra Cabrera

La tercera gira latinoamericana de Mike Pence, vicepresidente de Estados Unidos, está dirigida principalmente a acabar con el gobierno constitucional de Venezuela. No es ningún secreto. Los voceros oficiales estadounidenses han reiterado que uno de los propósitos del periplo es fortalecer el aislamiento de Caracas y ya sabemos cómo traducirlo. Por cierto, el presidente, Nicolás Maduro ha sido electo por un por ciento superior de votos que la mayoría de los mandatarios del Grupo de Lima, deleznable coalición imperialista antivenezolana. Otro objetivo del viaje es el intento de apaciguar los ánimos en la región ante la cruel separación de los niños migrantes de sus padres, y, en general, la política de tolerancia cero, repudiada internacionalmente. Lo que explica su reunión con los presidentes de Honduras, El Salvador y Guatemala, países más afectados por la medida.

Pero aparte de ese tema, el enviado de Trump ha viajado a algo más que supervisar y fortalecer la conspiración contra la patria de Bolívar. No es casual que su primera visita fuera al gobierno golpista de Brasil. Allí existe el máximo interés de Washington en mantener a Lula en la cárcel para impedir a toda costa que gane la presidencia en las elecciones del año próximo el candidato de lejos puntero. Imaginemos el revés que significaría para el imperio un nuevo gobierno de Lula en Brasil el año próximo, unido a la inminente elección de Andrés Manuel López Obrador en México, dos gigantes geoeconómicos y geopolíticos, que con gobiernos populares, pueden inclinar mucho la balanza de poder en América Latina y el Caribe hacia los intereses de los pueblos.

Ese desenlace constituiría una verdadera pesadilla para Washington después del enorme esfuerzo que ha realizado para arrasar por distintas formas con los gobiernos progresistas y revolucionarios de la región. Sea mediante golpes de Estado contra los presidentes Manuel Zelaya(Honduras), Fernando Lugo(Paraguay) y Dilma Rousseff(Brasil). Más los intentos frustrados de derrocar a Hugo Chávez y Nicolás Maduro en Venezuela donde, en vista de sus fracasos, el Comando Sur y la CIA experimentan el golpe “continuado”, preludio de la invasión militar con la que ha amenazado el presidente Donald Trump. Asimismo, los golpes frustrados y la subversión permanente contra los presidentes Evo Morales y Rafael Correa (este hasta cumplir su mandato). Sin olvidar la feroz campaña mediática e intentos subversivos contra Cristina Fernández de Kirchner, que mucho dificultaron su ejercicio del gobierno. El paquete, claro, incluye el reforzamiento del bloqueo y la subversión contra Cuba.

Unamos esto a la descomposición de los regímenes neoliberales, como se aprecia en la gigantesca impopularidad de Temer y la ascendente de Macri, o el histórico avance de la izquierda en Colombia con Gustavo Petro. Ello, sumado a la resistencia cada día mayor en esos países y, en general, nuestra América, contra el despojo, la criminalización de la protesta social y la degradación ambiental ocasionados por el neoliberalismo.

Es fácil comprender por qué Pence va ya por su tercera gira conspirativa, además de las que han hecho otros funcionarios, como el ex secretario de Estado Rex Tillerson, quien confesó la devoción de la administración de Trump por la expansionista Doctrina Monroe. Debe subrayarse también la febril actividad golpista e intervencionista contra Venezuela de los legisladores cubanoestadunidenses, muy especialmente Marco Rubio, especie de escudero antilatinoamericano de Trump. Igualmente, las tácticas de guerra de cuarta generación que prepararon en Nicaragua desde hace años, este y otros legisladores de la misma mafia. La ley conocida como Nica Act, para privar de créditos a la patria de Sandino, es obra principalmente de la legisladora miamense de origen cubano Ileana Ross-Lehtinen.

En resumidas cuentas, el viaje del vicepresidente Pence confirma la tenaz voluntad de Washington de liquidar los actuales y futuros gobiernos populares en nuestra región. Mucho más cuando la hegemonía yanqui se resquebraja ante la emergencia de China y Rusia y los exitosos esfuerzos de estas por crear una gran zona de cooperación asiática y una unión de países opuestos al hegemonismo y a la guerra.

En nuestra América continúa la lucha por la democracia, la independencia y la justicia social, aunque suframos retrocesos, y los acontecimientos que estamos viendo nos indican que la victoria será de nuestros pueblos. Métaselo en la cabeza Mr. Pence.

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La dottrina Monroe (I parte)

colonna vertebrale dell’imperialismo USA

(parte I)

M. A. García Alzugaray http://razonesdecuba.cubadebate.cu.

È evidente che con Donald Trump si è ritornati ai tempi del Gran Bastone e che il suo neo-annessionismo è meno subdolo di quello della precedente amministrazione Obama, che è stato più vellutato, senza tralasciare le sue pretese egemoniche.

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