CONCLUSIONI

 

L’inasprimento della politica di blocco e la crescente escalation nelle aggressioni di Stati Uniti contro il popolo cubano -compresa la minaccia di un’invasione armata- dimostrano in modo palese il rifiuto del Governo del Presidente George W. Bush di rispettare la volontà dell’abbrumante maggioranza della comunità internazionale, espressa in successive risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Con la continuità e l’approfondimento dell’illegale politica di blocco contro Cuba, si dimostra ancora una volta il disprezzo dell’attuale amministrazione repubblicana per il Diritto Internazionale e il multilateralismo.

Neanche un settore delle attività economiche e sociali del popolo cubano è stato risparmiato dagli effetti distruttivi e destabilizzanti che impone l’insieme di azioni e di misure incluse nella politica di blocco degli Stati Uniti. Studi preliminari hanno dimostrato che l’ammontare totale delle perdite economiche di Cuba durante i più di quattro decenni in cui è stato in vigore il blocco, potrebbe superare già i 72 miliardi di dollari.

La extra territorialità nell’applicazione del blocco del Governo degli Stati Uniti a Cuba, istituzionalizzata e sistematizzata dalle leggi Torricelli ed Helm-Burton, oltre a violare il Diritto Internazionale, ha provocato gravi danni addizionali all’economia nazionale nell’ultimo decennio.

La non obbiezione dell’attuale Amministrazione nordamericana alle operazioni di vendita di alcuni generi alimentari a Cuba, non deve essere interpretata come una certa flessibilità della politica di blocco. Anzi, i numerosi ostacoli e le strette restrizioni applicate, dimostrano la profondità e il carattere complessivo di questa politica illegale di sanzioni unilaterali.

I popoli cubano e nordamericano, sono stati privati da spurie motivazioni di dominazione, dei loro diritti allo scambio bilaterale reciprocamente proficuo nelle sfere accademiche, scientifica, culturale, turistica e sportiva. Le nuove regolamentazioni emesse nel marzo dell’anno in corso riguardanti i suddetti scambi, aggravano le proibizioni e i limiti.

Cuba ha il diritto e il dovere di continuare a denunciare i danni e le violazioni che la politica di blocco ha imposta al suo popolo e al Diritto Internazionale. Al tempo stesso, Cuba reitera la sua determinazione di difendere - innanzitutto con la forza della sua verità e delle sue idee - il pieno godimento del diritto del suo popolo a stabilire sovranamente il suo sistema politico, economico e sociale. Né le minacce né le aggressioni faranno claudicare la volontà del popolo cubano di difendere il profondo processo di trasformazioni rivoluzionarie che tanta dignità e tanti benefici le ha dato in questi quarantaquattro anni.

Da quanto sopra detto, Cuba esorta un’altra volta la comunità internazionale a esprimersi inequivocabilmente in favore di porre fine blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti di America contro Cuba. In questo modo, si starà difendendo l’ideale di un mondo migliore, dove la giustizia e il diritto prevalgano per tutti nello stesso modo.