Il Ministro degli Esteri di Cuba ha

 denunciato le calunnie fabbricate negli USA

 •“Il paese ha il diritto di difendersi e, come nella legislazione degli Stati Uniti, di punire coloro che collaborano con una potenza straniera che aggredisce il paese” ha dichiarato Pérez Roque 

•Respinta la campagna di sette menzogne sui 75 mercenari mettendo in risalto i 16 diritti dei reclusi a Cuba

 

 

 26 marzo 2004 -  Joaquin Oramas foto di Ahmed Velázquez

 

 

“Cuba è un paese che sta difendendo l’esercizio de suo diritto alla libera determinazione. Cuba è un paese che sta difendendo i suo diritto di esistere come nazione ed ha il diritto di applicare le sue leggi” ha dichiarato il Ministro degli Esteri, Pérez Roque denunciando la nuova campagna organizzata dagli Stati Uniti per i presunti maltrattamenti, con altre falsità, ai 75 mercenari condannati alla reclusione l’anno scorso per le loro attività al servizio dell’Ufficio di Interesse nordamericano.

 

Il Ministro ha esposto dettagliatamente le minacce e le dichiarazioni provenienti dai funzionari statunitensi.

 

Egli ha detto che Cuba non userà gli omicidi extra giudiziari, non torturerà e non userà la violenza, ma applicherà con tutto il rigore le sue leggi, come ha già fatto, perchè la stessa Carta della ONU, come il Diritto Internazionale, le riconoscono questa facoltà. Cuba ha il diritto di difendersi e punire, come si puniscono nella legislazione nordamericana e in quella di tutto il mondo, coloro che collaborano con una potenza straniera che aggredisce il proprio paese.

 

Il Ministro ha detto che il governo degli USA e il capo della Sezione di Interesse nordamericana all’Avana sono i responsabili dei metodi di difesa che Cuba ha dovuto utilizzare per impedire la collaborazione. dentro la stessa Isola, per l’applicazione della Legge Helms - Burton e della politica di sovversione contro Cuba.

 

Ha ricordato alcune delle caratteristiche del processo ed ha smentito le menzogne pronunciate dal governo degli Stati Uniti e dai suoi collaboratori, ripetute dalla stampa internazionale.

 

Pérez Roque ha ripetuto che a Cuba non è mai stata usata la violenza o la forza, nemmeno minima, da parte degli agenti che hanno arrestato i mercenari. I processi sono stati realizzati per direttissima e ciò significa, per la legislazione cubana, in tempi brevi nell’esecuzione del processo, ma mai e in nessun caso, processo per direttissima significa la perdita delle garanzie degli accusati che avevano designato 44 avvocati che li hanno difesi.

 

Inoltre, ha dichiarato il ministro, tutti gli accusati conoscevano perfettamente le accuse ed hanno avuto l’opportunità di allegare. È falsa l’idea che le accuse siano state rese note durante il processo, come gli stessi arrestati hanno riconosciuto e tutti hanno avuto il diritto di contare su un avvocato difensore. Hanno partecipato al processo 54 avvocati difensori, 44 nominati dagli stessi avvocati o dai loro familiari; dieci erano avvocati d’ufficio.

 

Tutti hanno avuto il diritto di parola nei processi orali, eseguiti in tribunali civili ordinari previamente costituiti, come prevede la legislazione cubana.

 

Non sono mai stati creati tribunali speciali di sorta o ad hoc per questi processi, non sono stati nominati giudici speciali o di urgenza. A Cuba non avviene quello che invece si vede nella Base navale di Guantanamo, dove i prigionieri (civili) rinchiusi in un campo di concentramento, verranno giudicati da tribunali militari speciali con giudici designati per questo.

 

Non ci sono stati processi segreti e la parte orale è stata pubblica e contraddittoria. I 29 processi sono stati pubblici orali e contraddittori e vi hanno partecipato nell’insieme circa 300 persone, con una media di un centinaio a processo, che includevano i familiari degli accusati, i testimoni, i periti e altri cittadini.

 

È vero che alcuni diplomatici che lo avevano chiesto non avevano potuto partecipare al processo, ma siccome non si trattava di cittadini stranieri – cioè dei loro paesi – Cuba ha fatto riferimento alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari, poiché il corpo diplomatico ha il diritto di partecipare ai processi solo se i giudicati sono cittadini del loro paese.

 

Il tribunale ha esercitato la sua podestà e non ha permesso l’accesso alla stampa, considerando la natura delle informazioni che manifestavano il carattere segreto di alcune che riguardavano la sicurezza del paese e anche per evitare un ambiente di pubblicità che potesse interferire con l’imparzialità e l’obiettività dell’attitudine del tribunale.

 

Nella sua risposta alla campagna di menzogne, il Ministro ha detto che sia gli accusati che i difensori hanno esercitato il diritto di apportare tutte le loro prove e tutti i testimoni che consideravano necessari.

 

Gli avvocati difensori hanno avuto acceso previo alle relazioni dell’accusa e questo ha permesso di ricordare che gli avvocati difensori dei 5 Eroi cubani prigionieri politici a Miami, durante il processo non hanno avuto la possibilità di vedere l’80% delle informazioni portate dall’accusa perchè dichiarate “segrete”.

 

70 dei 75 accusati non lavoravano perché ricevevano salari dai nordamericani.

 

Il Ministro ha precisato che tutti gli accusati hanno avuto il diritto - e così ha fatto la maggioranza - di chiedere l’appello delle sentenze al Tribunale Supremo e ha detto che la confisca e il sequestro dei beni sono sempre state effettuate per ordine dei giudici, dopo aver provato l’origine illecita.

 

Sono state sempre rispettate l’integrità fisica e morale e non esiste la minima prova di presunte pressioni, minacce o ricatti per ottenere le dichiarazioni e le confessioni degli accusati.

 

Egli ha segnalato che 70 dei 75 mercenari accusati non lavoravano da molti anni perchè ricevevano salari dai nordamericani grazie a entità ufficiale degli USA. Tra di loro 25 sono laureati, due in giornalismo; 14 sono diplomati; 15 hanno studiato in scuole tecniche; 18 hanno la licenza media e uno la elementare.

 

15 condannati hanno precedenti penali per delitti comuni.

 

Il Ministro ha riferito la campagna contro Cuba sviluppata per 45 anni ed ha ricordato l’esempio di Armando Valladares, un ex membro dei corpi di repressione della polizia di Batista che faceva part di una cellula terrorista ed era detenuto perché stava per compiere attentati con bombe all’Avana. Questi venne presentato come un “povero poeta invalido che languiva nelle carceri cubane”... il mondo ha potuto vedere poi che non era nè invalido nè poeta!

 

Pérez Roque ha richiamato l’attenzione sulle sette menzogne che i nemici della Rivoluzione cubana ripetono attualmente sino alla stanchezza, amplificate da molti mezzi di comunicazione, ha smentito decisamente che i reclusi sono isolati, perché non stanno in celle isolate o tanto meno “buchi”, o con luce artificiale permanente, non sono confinati. Non sono mai stati picchiati, ricevono attenzione medica, possono vedere i loro familiari. Non è vero che muoiono di fame o che manca loro l’acqua!

 

Il Ministro ha dettagliato i 16 diritti dei reclusi validi nel sistema penitenziario cubano con i quali si beneficiano i 75 mercenari: nessuno dorme sui pavimenti, tutti hanno accesso all’acqua potabile e alla stampa, prendono il sole e stanno all’aria libera, le autorità danno loro tutto ciò che serve per l’igiene personale oltre all’uniforme regolamentare, vedono la TV negli spazi comuni, hanno assistenza religiosa se lo desiderano, un’alimentazione adeguata hanno il diritto di ricevere alimenti e libri che i familiari portano loro, hanno l’assistenza medica gratuita visite familiari ogni tre mesi. Possono inviare e ricevere corrispondenza, usufruire di 100 minuti di chiamate telefoniche al mese se esistono le condizioni e le possibilità. Inoltre hanno la possibilità di ricevere i benefici del regime progressivo previsto dal regolamento.

 

I medici e i familiari hanno informato sull’attenzione che si da ai reclusi

 

Protestando per queste menzogne, il Ministro ha presentato le dichiarazioni di due medici e un filmato coi interviste ai familiari dei reclusi.

 

In una riunione con la stampa il Ministro ha presentato il Dott. Felix Báez Sarria, specialista di primo grado di medicina interna che segue il recluso Oscar Espinosa Chepe.

 

Il medico ha smentito la campagna sulle malattie presunte del recluso ed ha parlato dell’attenzione che gli si offre.

 

Espinosa Chepe non ha un cancro e tantomeno la cirrosi epatica ma soffre di brucellosi dal 1983 e il suo stato è stabile e senza pericoli di sorta e riceve permanentemente attenzione medica.

 

Sono stati realizzati studi per confermare che il suo fegato funziona correttamente; è aumentato di peso, non soffre di insufficienza epatica e il suo tasso di emoglobina è di 15,2 , dice l’ultima recente analisi.

 

La reclusa Marta Beatríz Roque viene seguita dalla Dott. Annete Álvarez, specialista di primo grado dell’ospedale Carlos J. Finlay, che ha detto di seguire la Roque dal luglio del 2003. La Dott. Annet ha sostenuto che la Roque non ha un cancro della mammella come si dice, ma una displasia mammaria e viene curata con Vitamina E. Questa è una patologia comune alle donne di una certa età e non si trasforma in cancro.

 

La Roque soffre di ipertensione e per questo è stata ricoverata in sala di osservazione. Divide una stanza con un’altra reclusa con la TV e l’acqua corrente, oltre al bagno.

 

“Le abbiamo fatto un eco-stress e abbiamo constatato che non soffre di cardiopatia ischemica ma di tipo ipertensivo.

Durate la conferenza stampa è stato presentato un filmato con le interviste ai familiari dei reclusi che hanno parlato del trattamento che questi ricevono nelle prigioni.

 

Nel filmato la sorella del recluso Marcelo Bañobar, Teresa López, ha riconosciuto che lo visita con la frequenza stabilita ogni tre mesi ed ha sostenuto che suo fratello è stato trattato sempre con molto rispetto; è aumentato di peso e riceve attenzioni facoltative.

 

Mireya Pentón, madre di Lester Gonzáles, ha riconosciuto che suo figlio riceve attenzione dentistica e scrive senza problemi al figlio. È sempre stato seguito con correttezza nella prigione, ha detto.

 

Il diritto al padiglione coniugale.

 

Dulce Maria Amador, moglie di Carmelo Agustín, ha dichiarato che le permettono di portare alimenti e che le condizioni dell’ospedale sono buone, citando le parole del suo compagno. Inoltre gli permettono anche di tenere una Bibbia e di ricevere una rivista religiosa cattolica. Lei gli porta altre letture di vario genere.

 

Gisela Delgado, sposa di Hector Palacios, ha spiegato che il marito è stato operato di calcoli della cistifellea in un ospedale di Pinar del Río il 19 febbraio, “molto bene e il suo recupero è stato eccellente!” L’operazione è stata di minimo accesso su richiesta del paziente.

 

Margarita Borges, moglie di Edel García, ha dichiarato che ogni cinque mesi usano il padiglione coniugale e che il trattamento è stato sempre rispettoso.

 

Posso portare a mio marito medicinali e alimenti indipendentemente da quello che gli danno gratuitamente nella prigione.

 

Maria Jova, moglie di Omar Rodríguez, ha dichiarato che non ha mai visto suo marito in cattive condizioni o torturato.

 

Gli Stati Uniti cercano un nuovo lacchè.

 

Un nuovo lacchè è quello che il governo nordamericano sta cercando per condannare Cuba a Ginevra, ha assicurato il Ministro Pérez Roque durante un incontro con i giornalisti di circa 50 mezzi di comunicazione internazionali di 22 paesi che si è svolto nello stesso MINREX.

 

Felipe Pérez ha annunciato l’esistenza di un documento redatto in inglese e consegnato a Washington dal Dipartimento di Stato a un gruppo scelto di diplomatici di alcuni dei paesi che fanno parte della CDU di Ginevra, con la proposta di risoluzione contro Cuba che dovrà essere presentata, come è ormai abituale da qualche lacchè dell’impero.

 

La notizia è che già esiste un testo in inglese, consegnato in una riunione molto selettiva e privata.

 

“Io voglio chiedere a qualsiasi paese che nei prossimi giorni venga a presentare questa dichiarazione se è vero o no che è stata presentata dal Dipartimento di Stato e se gli Stati Uniti sono o no gli autori del tentativo di riportare il tema Cuba nella CDU della ONU!”