GIUDICE CONTRO BUSH SU STATUS PRIGIONIERI

 

Amministrazione Bush si oppone sentenza giudice di Washington

 

New York, 9 nov. (Apcom)

 

Salim Ahmed Hamdan non č un "nemico combattente" a meno che un tribunale non sia in grado di dimostrarlo. Un giudice federale americano ha stabilito che l'autista di Osama bin Laden, un cittadino yemenita arrestato dalle forze americane in Afghanistan due anni fa e deportato alla base militare di Guantanamo Bay a Cuba, ha diritto a una regolare udienza per determinare se nel suo caso debba essere applicata la convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra. La notizia della sentenza, che di fatto garantisce la tutela legale ai 550 detenuti americani della base, č giunta ieri insieme all'annuncio della sospensione delle udienze della commissione speciale del Pentagono incaricata di determinare lo stato giuridico dei prigionieri convalidandone l'arresto.

 

L'amministrazione del presidente George W. Bush considera i prigionieri catturati nel corso della prima fase della campagna anti terrorismo "nemici combattenti" e non garantisce loro le tutele previste dalla convenzione di Ginevra. I prigionieri provengono da oltre quaranta Paese e sono stati tenuti prigionieri per quasi tre anni. La maggioranza non ha accesso a un avvocato e solo quattro di essi sono stati formalmente incriminati.

 

Il giudice distretturale di Washington James Robertson ha fatto sospendere le udienze preliminari di Salim Ahmed Hamdan accogliendo la richiesta dei suoi legali che contestavano lo status di nemico combattente e l'autoritā della commissione nel giudicare l'imputato.

 

Il dipartimento di Giustizia presenterā immediato ricorso in appello per ribaltare la sentenza.

 

Hamdan, uno degli autisti di Osam bin Laden, č stato tenuto per sei mesi in custodia in Afghanistan prima di essere trasferito alla base militare di Cuba ed essere tenuto in isolamento per altri otto mesi. E' uno dei quattro nemici combattenti incriminati per concorso in crimini di guerra, omicidio e attivitā terroristica. L'uomo, che ha 34 anni, dice di non avere mai avuto nulla a che fare con il terrorismo.

 

La decisione di Robertson per la prima volta intralcia l'operato di una commissione militare americana, un istituto nato durante la seconda guerra mondiale. La sentenza contesta la definizione di Hamdan e gli altri detenuti come nemici combattenti e non prigionieri di guerra. "A meno che e fino a quando un tribunale competente non determini che l'imputato non abbia diritto alla protezione dei diritti dei prigionieri di guerra prevista dall'articolo 4 della convenzione di Ginevra, non potrā essere sottoposto a processo da una commissione militare", si legge nel verdetto.

 

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