Come una vittoria morale, è stata qualificata dal ministro delle Relazioni Esteriori di Cuba, Felipe Pérez Roque, la battaglia della rappresentanza cubana alla Commissione di Diritti Umani dell’ONU, con sede a Ginevra, contro una risoluzione di condanna di Cuba approvata, questo venerdì, dopo forti pressioni, sui membri della Commissione, degli emissari della Casa Bianca. 

 

Per stretto margine, la Commissione delle Nazioni Unite ha accettato il testo anticubano il cui unico scopo consiste nel giustificare la politica del blocco di Washington contro l’Isola, ha spiegato l’agenzia Prensa Latina.

 

Con l’Uruguay come patrocinatore del progetto, gli Stati Uniti hanno raggiunto l’approvazione di questo documento, appoggiato da 23 membri, rifiutato da 21 con nove astensioni.

 

 

Sono stati favorevoli a questa mozione - qualificata da Cuba come ingiusta, selettiva, di doppia morale e politicizzata - Argentina, Austria, Belgio, Camerun, Canada, Cile, Costa Rica, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Guatemala, Italia, Giappone, Messico, Perù, Polonia, Portogallo, Corea del Sur, Spagna, Svezia, Gran Bretagna, e Uruguay.

 

 

Contrari si sono espressi: Algeria, Bahrein, Burundi, Cina, Cuba, Repubblica Democratica del Congo, India, Indonesia, Libia, Malesia, Nigeria, Pakistan, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Sudan, Siria, Togo, Venezuela, Vietnam e Zambia.

Queste nazioni, quasi tutte del Terzo Mondo, hanno appoggiato la causa di Cuba nella Commissione, esplicitata nella presentazione di vari progetti di risoluzioni orientati a difendere gli interessi dei meno favoriti e dei sempre emarginati in materia di diritti umani.

 

Le astensioni corrispondono ad Armenia, Brasile, Ecuador, Kenya, Senegal, Sierra Leone, Svizzera, Tailandia e Uganda, posizioni che la diplomazia cubana ha qualificato come positive e di valore.