Dichiarazione Ministero

degli Esteri

 

INFORMAZIONE SULLE RAGIONI DELL'ARRESTO DEI CITTADINI CECHI IVAN PILIP E JAN BUBENIK E SUI VASTI PRECEDENTI COSPIRATIVI E DI INGERENZA DEL GOVERNO E DEI RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI DELLA REPUBBLICA CECA A CUBA, CHE SPIEGANO IL LEGAME STRETTO E DIRETTO TRA TALE POLITICA E L'INCIDENTE ACCADUTO.

 

 

Il Governo della Repubblica Ceca, proseguendo la campagna sferrata per mettere in dubbio la denuncia di Cuba, continua a sostenere che le accuse formulate contro due cittadini ceci sorpresi mentre promuovevano la sovversione interna nel nostro paese sono false.

 

Per ignoranza dei fatti, pregiudizio o malafede, rappresentanti di altri paesi hanno fatto eco alle falsità diffuse ed hanno dato opinioni a priori le quali, per il loro contenuto e natura, sono lesive del popolo e del Governo della Repubblica di Cuba.

 

Qual é la realtà?

 

Il 12 gennaio di quest'anno, le autorità d'Immigrazione e Stranieri della provincia di Ciego de Avila della Repubblica di Cuba, hanno proceduto all'arresto dei cittadini cechi Ivan Pilip e Jan Bubenik i quali, violando il loro status di turisti e adempiendo alle indicazioni dell'organizzazione controrivoluzionaria con sede negli Stati Uniti Freedom House, hanno avuto riunioni di carattere cospirativo con membri di piccoli gruppi sovversivi residenti in tale provincia.

 

Il coinvolgimento dell'organizzazione Freedom House nel più recente programma Cuba, creato dal Governo degli Stati Uniti per destabilizzare la nostra Rivoluzione mediante la promozione della sovversione interna prevista dalla sezione 109 della Legge Helms-Burton approvata nel 1996, ha avuto inizio nel 1997 con il progetto "Transizione" che ha ricevuto un generoso finanziamento dall'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti per un valore di 500 mila dollari, a cui ne seguì un altro di 275 mila dollari nel 1999, che venne raddoppiato nel 2000 a 550 mila dollari. Il primo programma dette origine alla nascita di un centro anticubano denominato "Centro per una Cuba Libera" il quale, presieduto dall'agente della CIA ed ex Direttore del Progetto Cuba della Freedom House, Frank Calzón, ha ormai ricevuto, per gli stessi scopi, oltre un milione di dollari dall'Agenzia per l'Aiuto Internazionale degli Stati Uniti d'America (USAID). 

 

L'attuale programma della Freedom House prevede, tra i suoi scopi fondamentali, l'attività di individuazione e reclutamento, per poi inviarli a Cuba con fini destabilizzanti e sovversivi, di politici, giornalisti ed attivisti comunitari dell'Europa Centro-Orientale che abbiano esperienza nelle cosiddette "transizioni democratiche", modo in cui definiscono l'abbattimento del regime rivoluzionario. 

 

La USAID ha riconosciuto pubblicamente, nel giugno del 2000, che la Freedom House aveva organizzato la visita a Cuba di 4 giornalisti, 4 parlamentari, 2 economisti ed un accademico dell'Europa dell'Est, tutti finanziati ed addestrati con fondi del Governo degli Stati Uniti a scopo sovversivo, come appena fatto, e lo abbiamo potuto comprovare, con Ivan Pilip e Juan Bubenik.

 

Ivan Pilip é stato Ministro delle Finanze del suo paese ed attualmente é Deputato al Parlamento ceco.

 

Jan Bubenik é invece membro della denominata "Fondazione Pro democratica Ceca" ed é stato uno dei dirigenti del movimento antisocialista in Cecoslovacchia. Entrambi sono giunti all'aeroporto "José Martí" di Cuba l'8 gennaio del 2001 nel volo CBE-7538 proveniente da Cancún, Messico, dopo una permanenza di due giorni negli Stati Uniti. Dalle indagini svolte risulta che Ivan Pilip mantiene legami con funzionari dell'organizzazione Freedom House, tra i quali Roberto (Bob) Pontichera, Direttore dei Programmi di tale istituzione, il quale gli propose di pagare le spese del suo viaggio a Cuba in compagnia di un amico al fine di prendere contatto e far giungere a diverse persone impegnate i mezzi necessari per poter portare a compimento il programma di attività sovversive del Governo degli Stati Uniti. Si é potuto precisare che Pilip e Bubenik giunsero a New York nei primi giorni di gennaio, e che si incontrarono a cena il giorno 6 dello stesso mese con Roberto Pontichera, il quale comunicò loro che le persone con cui si sarebbero incontrati a Cuba erano oppositori del governo cubano con le quali dovevano conversare ed ottenere informazioni sulla situazione politica, economica e sociale di Cuba. Pontichera consegnò loro una lista di nomi ed indirizzi di persone oltre a 1400 dollari per spese di vitto e alloggio e per il noleggio auto, spese che avrebbero dovuto giustificare a mezzo fattura.

 

Il rappresentante della Freedom House fornì ai due cittadini ceci un microcomputer portatile con vari accessori, dischetti e dischi compatti allo scopo di consegnarli alle persone con le quali si sarebbero incontrati nel nostro paese. Indicò loro che al ritorno da Cuba avrebbero dovuto prendere nuovamente contatto negli Stati Uniti con il rappresentante della Freedom House per comunicargli il risultato della visita e fornirgli le informazioni raccolte, per cui nel loro viaggio di ritorno l'itinerario da seguire doveva essere L'Avana-Cancún-Miami-Washington, dove avrebbero dovuto fermarsi per vari giorni.

 

Inoltre, indicò loro che i nominativi delle persone da contattare a Cuba dovevano essere registrati nell'agenda elettronica con una password segreta al fine di evitare, in caso di arresto, che le autorità cubane li potessero trovare.

 

Grazie alle indagini realizzate sulla permanenza a Cuba di questi cittadini cechi, si é potuto precisare che all'arrivo nel nostro paese noleggiarono una automobile targata T-005267 e con essa si recarono nelle province di Matanzas, Cienfuegos e Sancti Spiritus come normali turisti che percorrevano la zona occidentale del paese, per proseguire poi, l'11 gennaio, verso la provincia di Ciego de Avila, primo punto di contatto secondo l'elenco di persone, consegnato loro negli Stati Uniti, residenti nella regione centro orientale del paese. In detta provincia fecero visita a due noti controrivoluzionari con i quali trattarono i temi indicati da Robert Pontichera e cercarono di ottenere informazioni da trasmettere alla Freedom House. La lista dei nominativi e degli indirizzi era protetta da mezzi elettronici. Le azioni affidate ai signori Pilip e Bubenik non sono nuove per il nostro paese. Costituiscono un ulteriore esempio dell'enorme quantità di attività di ingerenza e destabilizzanti realizzate dalla Repubblica Ceca contro il processo rivoluzionario cubano. 

 

Per più di 10 anni sono state sistematicamente seguite da vicino le attività sovversive realizzate dalla rappresentanza diplomatica Ceca a Cuba, seguendo le istruzioni impartite dagli organi dell'intelligence e da altre istituzioni nordamericane attraverso la Sezione di Interesse degli Stati Uniti a L'Avana. 

 

Tale cospirazione ebbe inizio nel 1989. Nel 1987 venne smantellata un vasta rete di spionaggio, diretta da funzionari accreditati preso la menzionata Sezione di Interessi a Cuba.

 

Mentre riorganizzavano le loro forze, i mezzi ed i metodi, ricorsero ai rappresentanti diplomatici di altri paesi accreditati a Cuba, ed é proprio in quel momento che l'Ambasciata dell'allora Cecoslovacchia si trasformò in uno strumento dell'Ufficio di Interessi nordamericano e nel suo principale centro di sovversione. Oltre a ciò, il Governo degli Stati Uniti assegnò al Governo ceco il compito di copatrocinare per la prima volta, il 3 marzo del 1990, l'infame progetto di condanna di Cuba nella Commissione dei Diritti Umani di Ginevra, obiettivo raggiunto con uno stretto margine di voti grazie all'appoggio dei suoi alleati della NATO.

 

A partire da quel momento il Governo della Repubblica Ceca ha sempre mantenuto una posizione apertamente ostile verso Cuba che resisteva eroicamente ad un blocco genocida e che, persi i propri mercati e le sue tradizionali fonti di rifornimento e senza alcun appoggio dall'estero, pativa un durissimo e prolungato periodo speciale. Erano i tempi in cui quasi tutti credevano che la nostra Patria non sarebbe stata capace di sopportare una simile prova. Durante tutti quegli anni il Governo Ceco portò agli estremi la sua complicità con gli Stati Uniti e l'appoggio alla politica aggressiva contro Cuba; ciò divenne palese con il suo incondizionato sostegno alle Amministrazioni nordamericane da allora in poi succedutesi in tale ostile direzione. La Repubblica Ceca ebbe il grande onore di essere il primo paese ex socialista a seguire tale linea traditrice nella sua politica estera. In quello stesso anno, tra marzo e dicembre del 1990, si registrarono numerosi fatti provocatori con la partecipazione di funzionari ceci a Cuba, tra cui il patrocinio e l'assistenza materiale a gruppi controrivoluzionari del paese, il rifornimento tecnico-finanziario, l'appoggio politico ed il proselitismo attivo tra gli intellettuali e gli accademici. In combutta con diplomatici statunitensi, funzionari cechi favorirono la penetrazione illegale di un gruppo controrivoluzionario nell'Ambasciata Ceca, promossa e preparata all'interno di tale istituzione che provocò il verificarsi di fatti illegali simili in altre sedi diplomatiche. Verso la fine di dicembre di quello stesso anno, evidentemente coordinato con gli Stati Uniti, il Governo di quella che era ancora la Cecoslovacchia decide di interrompere la rappresentanza degli interessi di Cuba a Washington, funzione che svolgeva da 29 anni, sin dal 3 gennaio del 1961 quando gli Stati Uniti interruppero le relazioni con Cuba come preludio a quella che sarebbe stata tre mesi dopo, il 17 aprile dello stesso anno, l'invasione mercenaria di Playa Girón. Dobbiamo ricordare, come fatto arbitrario e brutale, che una delle prime misure adottate dal Governo post-socialista di Praga fu quella di denunciare unilateralmente gli accordi firmati da Cuba con l'antica Repubblica Socialista di Cecoslovacchia; con tale atto divenne partecipe del blocco yankee contro Cuba, procedendo nel contempo alla chiusura della Casa della Cultura Ceca a L'Avana ed alla organizzazione nella propria capitale di un seminario anticubano con la partecipazione di persone legate alla cosiddetta "dissidenza ceca", come Pavel Bratinska, lo stesso Presidente Havel ed altri, i quali accolsero calorosamente i controrivoluzionari Más Canosa, capo di una organizzazione mafiosa e terrorista creata dagli Stati Uniti, Carlos Alberto Montaner ed altri personaggi dello stesso tipo.

 

Successivamente, durante tutto il 1991, si percepì uno sviluppo accelerato nelle attività di appoggio alla controrivoluzione interna da parte di funzionari cechi. Ci furono nuove provocazioni organizzate dall'interno dell'Ambasciata e nel 1992 iniziò l'arrivo nel paese di uno staff di funzionari per farsi carico, in modo organizzato e sistematico, della sovversione a Cuba. Possiamo così vedere come si andò evolvendo l'azione sovversiva negli anni 1989, 1990 e 1991, e grazie alle informazioni raccolte per anni su questi funzionari é dimostrata l'intensa attività scatenata da detta sede diplomatica, al servizio del Governo degli Stati Uniti, contro Cuba. E' stato inoltre provato fino alla nausea che anche la mafia anticubana di Miami, in particolare la Fondazione Nazionale Cubano-Americana, organizzatrice di numerosi piani di assassinio del capo di Stato e del Governo di Cuba, e la menzionata Freedom House, hanno utilizzato le possibilità che venivano offerte per le loro azioni dall'Ambasciata Ceca a Cuba.

 

La realizzazione di azioni illegali, chiaramente sovversive e controrivoluzionarie, da parte di un gruppo di funzionari diplomatici cechi residenti nel nostro paese negli ultimi anni é stata assolutamente provata.

 

Il funzionario più noto di quella sede diplomatica é Petr Mikyska, arrivato nel nostro paese il 7 agosto del 1992.

 

Rimase a Cuba per quattro anni e due mesi. All'arrivo nel nostro paese per la sua prima missione diplomatica, occupò la carica di Terzo Segretario incaricato degli Affari Consolari dell'allora Ambasciata Cecoslovacca. Nel gennaio del 1993, come conseguenza della divisione dell'antica Cecoslovacchia, viene designato Incaricato d'Affari a.i. della rappresentanza della Repubblica Ceca a Cuba. Pochi mesi dopo il suo arrivo a Cuba, iniziò progressivamente a stringere rapporti con vari capetti controrivoluzionari, diventando uno dei diplomatici più attivi nel seguire tali elementi ai quali offrì sistematicamente appoggio politico e materiale per la realizzazione delle loro attività. Durante la sua permanenza a Cuba vennero anche notati i suoi stretti legami con funzionari della Sezione di Interessi nordamericana, in funzione precisamente dell'appoggio a questi elementi controrivoluzionari.

 

Particolarmente stretta fu la cooperazione tra il signor Mikyska e l'allora Secondo Segretario della Sezione di interessi nordamericana, Christopher Sibilla, anch'egli molto legato a quei gruppi, e successivamente con il successore di questo diplomatico nordamericano, il Secondo Segretario Signora Robin Dianne Meyer. Tale diplomatica venne ampiamente conosciuta per il suo lavoro di istigazione aperta all'attività sovversiva dei gruppi, per azioni illegali che realizzò fino al 1996, anno in cui le viene negata la proroga del visto nel paese a causa della sua condotta. 

 

L'attività di questi diplomatici ed i loro stretti legami con Mikyska facevano parte della strategia diretta a sovvenzionare economicamente le attività controrivoluzionarie dei loro alleati interni. 

 

Uno dei compiti di Mikyska a Cuba era quello di ricevere, quasi quotidianamente nella sede diplomatica e nella propria residenza, membri dei piccoli gruppi controrivoluzionari, ai quali offrì aiuto di ogni tipo, partecipando a numerose riunione ed in altre attività organizzate da queste persone, promuovendo persino la realizzazione di riunioni degli stessi nella sede della rappresentanza diplomatica, incitando così ad effettuare azioni contrarie all'ordine interno.

 

Il 16 ottobre del 1993, Petr Mikyska partecipò ad una riunione cospirativa a San Antonio de los Baños, provincia de L'Avana, per la formazione di un gruppo controrivoluzionario. La sede diplomatica ceca si trasformò inoltre, a partire da quel momento, in un punto di raccolta delle denunce calunniose contro Cuba che venivano inviate, attraverso i mezzi di comunicazione di tale sede diplomatica, alle emittenti sovversive in territorio nordamericano, o andavano ad ingrossare il dossier di falsità anticubane creato dagli Stati Uniti presso la Commissione dei Diritti Umani di Ginevra.

 

E' provato che tale diplomatico ceco realizzò più di 20 viaggi a Miami per contattare i capetti delle organizzazioni controrivoluzionarie lì residenti.

 

Il 15 aprile del 1993, durante un viaggio a Miami, venne reclutato da José Francisco Hernández Calvo, Presidente della Giunta Direttiva della Fondazione Nazionale Cubano-Americana. Questo individuo, noto terrorista, membro fondatore di tale organizzazione e del suo gruppo paramilitare, é stato strettamente legato a piani per assassinare il Presidente Fidel Castro, comprese le azioni organizzate a questo scopo dai quattro noti terroristi detenuti a Panama fin dal mese di novembre del 2000, la cui estradizione é stata richiesta da Cuba. E' necessario ricordare il coinvolgimento di José Francisco Hernández in altri piani per attentare alla vita del Presidente Fidel Castro da parte di un commando controrivoluzionario residente negli Stati Uniti, i cui membri furono arrestati mentre si dirigevano nell'Isola Margarita, in Venezuela, dove avrebbe avuto luogo, nel 1997, il VII Vertice Iberoamericano; vennero loro sequestrati, oltre ad altre armi simili, un fucile semiautomatico calibro 50, con mirino telescopico a raggi infrarossi, registrato come proprietà di quel noto terrorista e dirigente della Fondazione Nazionale Cubano-Americana. Ciò nonostante, questi non venne citato in giudizio nel processo contro il commando omicida i cui membri sono stati assolti da un giudice e da una giuria venali e corrotti. A partire da quell'anno, e seguendo le istruzioni di detta "Fondazione", il menzionato diplomatico ceco portò a compimento in più di una occasione operazioni di rifornimento e collegamento tra i capetti di questa organizzazione a Miami ed elementi sovversivi residenti nel paese, trasformandosi quindi in un mercenario al soldo della mafia terrorista residente negli Stati Uniti. Mikyska, protetto dall'immunità diplomatica, introdusse ripetutamente ed illegalmente nel paese propaganda stampata all'estero da tali organizzazioni controrivoluzionarie. Fornì a gruppuscoli interni altre risorse quali registratori, mezzi di comunicazione ed abbondante denaro in contanti. el contempo, ottenne e trasferì informazioni delicate sul nostro paese a capetti di tale Fondazione, il che costituì di fatto una deliberata azione di spionaggio, in chiara contraddizione con le sue funzioni diplomatiche. Partecipando a queste attività sovversive contro Cuba, ha anche utilizzato mezzi di comunicazione della sua Missione diplomatica per contattare i capetti controrivoluzionari a Miami. Il 12 febbraio del 1994, Mikyska fornì nella zona di Mi Cayito - luogo situato nella spiaggia di Santa María del Mar, a L'Avana dell'Est -, ad elementi controrivoluzionari interni legati alla Fondazione Nazionale Cubano-Americana, migliaia di esemplari di propaganda sovversiva, adesivi con l'emblema di tale organizzazione y del supposto Movimento per la Democrazia e la Libertà, inviati direttamente e consegnati a Mikyska dal terrorista Luis Zúñiga Rey, uno dei capi anch'egli di detta Fondazione che risiede ed opera in territorio nordamericano. Ciò costituì una evidente azione di rifornimento illegale, caratteristica di un agente e non proprio di un diplomatico. Nel giugno del 1994, Mikyska, al ritorno dalle ferie, dichiarò che le spese di soggiorno e di assistenza medica di sua moglie a Miami, in stato di gravidanza, vennero pagate dalla Fondazione Nazionale Cubano-Americana.

 

Per non dilungarci nella tenebrosa storia del Sig. Mikyska, é sufficiente dire che nel 1996 assistette alla Convenzione Annuale di tale organizzazione in qualità di invitato speciale. La sua sfacciataggine non aveva limiti, mentre erano tollerati, ma allo stesso tempo osservati accuratamente ed annotati in dettaglio, i suoi movimenti.

 

I diplomatici cechi succeduti al Sig. Mikyska hanno mantenuto un identico comportamento e legami con gruppi sovversivi a Cuba, con la Mafia cubanoamericana a Miami e con la Sezione di Interessi degli Stati Uniti a L'Avana, servendo da collegamento tra la Fondazione Nazionale Cubano-Americana, la Freedom House ed i gruppi sovversivi nel nostro paese. E' provato che tutti hanno fornito a questi gruppi denaro in contanti, computer, propaganda sovversiva proveniente dagli Stati Uniti ed istruzioni da eseguire.

 

Hanno utilizzato la sede diplomatica ceca a L'Avana come copertura per le loro azioni illegali ed il loro status diplomatico, a garanzia dell'immunità, per aggredire la Rivoluzione Cubana.

 

 Tra loro spiccano Robert Kopecki, Secondo Segretario per la Stampa e la Cultura; Petr Pribik, Incaricato d'Affari a.i. e Jan Vytopil, Secondo Segretario per la Stampa e la Cultura. L'attuale Primo Segretario dell'Ambasciata ceca, Petr Kavan, ha mantenuto ed ancora mantiene contatti con membri dei gruppuscoli controrivoluzionari nel nostro paese. A queste attività realizzate da diplomatici cechi a L'Avana contro Cuba, si aggiunge l'infame condotta del suddetto governo in ambito internazionale, rendendosi complice e servile partecipe delle più grossolane manovre contro Cuba.

 

La sconfitta del 1998 della risoluzione anticubana presentata dagli Stati Uniti nella Commissione dei Diritti Umani dell'ONU portò detto paese, nel quadro della sua campagna per distruggere la Rivoluzione Cubana, a cercare qualcuno che servilmente si prestasse a figurare pubblicamente come promotore principale di nuove mostruosità di quel tipo. Detto ruolo venne assegnato ed accettato dal Governo della Repubblica Ceca. Così, durante il periodo di sessioni della Commissione dei Diritti Umani del 1999, fu la Repubblica Ceca a presentare un nuovo progetto di risoluzione anticubano, nonostante che nei lavori della Commissione fosse evidente che era il Governo degli Stati Uniti, e principalmente l'allora Segretario di Stato e "cittadina onoraria" della Repubblica Ceca, Madeleine Albright, a prendere contatti, a ricattare e a fare pressione affinché detto testo venisse approvato. Lo scorso anno la storia si é ripetuta nuovamente, e la Repubblica Ceca ha agito come principale strumento degli Stati Uniti. Ma nonostante fosse l'ambasciatore yankees a convocare gli altri diplomatici per fare pressione su di loro, e i leaders del Governo degli Stati Uniti a svegliare, persino durante le ore notturne, i dirigenti degli altri paesi per ricattarli e forzarli, fu la Repubblica Ceca a figurare come iniziatrice e promotrice della risoluzione anticubana. 

 

Già tra la fine del 2000 e l'inizio del 2001 diplomatici cechi hanno iniziato a girare il mondo. Abbiamo saputo, e tra l'altro la loro stampa lo ha pubblicato, che per timore di un insuccesso cercano, insieme ai loro padroni yankees, di reclutare adepti per ripetere, un volta ancora, la sporca manovra a Ginevra.

 

A partire precisamente dal momento in cui il Sig. Vaclav Havel  prese il potere nella Repubblica Ceca, detto paese é diventato un docile strumento dell'imperialismo nordamericano nella sua vendetta contro Cuba. Riguardo all'arresto dei due cittadini cechi inviati a Cuba dalla Freedom House, il Sig. Havel ha commesso l'errore di fare dichiarazioni contro il nostro paese dirette ad offendere e a calunniare un popolo il cui coraggio, eroismo ed attaccamento alla verità egli non é nemmeno capace di immaginare. Un giorno il mondo conoscerà la vera storia di questi "democratici e difensori dei diritti umani", se per caso rimarrà qualche traccia di loro nella storia. 

 

Il Governo ceco dimentica che Cuba é un paese sovrano che non permette che le proprie leggi vengano impunemente violate e che ha il pieno diritto e la giurisdizione per processare e condannare coloro che commettono delitti nel territorio della nostra Repubblica, come nel caso dei Sigg. Pilip e Bubenik.

 

E' stato utilizzato l'argomento secondo cui il Sig. Pilip é un Deputato del Parlamento della Repubblica Ceca, ma il Sig. Pilip si é recato a Cuba come turista e non in qualità di Deputato. Per tanto, ed in base al Diritto Internazionale, e come stabilito dalle Convenzioni di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche e le Missioni Speciali, a detto cittadino non spetta alcuna immunità, poiché non é né un agente diplomatico né membro di una Missione Speciale per la quale tra l'altro, e sempre secondo il Diritto Internazionale, avrebbe dovuto chiedere l'assenso dello Stato cubano, e non é questo il caso.

 

Abbiamo in nostro possesso prove inconfutabili sui fatti riferiti in questo rapporto relativi alla condotta dei menzionati funzionari diplomatici cechi e dei cittadini arrestati Ivan Pilip e Jan Bubenik. Quando Cuba afferma e denuncia concretamente qualcosa, lo fa perché é in grado di dimostrarlo di fronte all'opinione pubblica internazionale o ai tribunali. 

 

Deve essere chiaro che nessun paese che abbia rispetto di se stesso può accettare azioni che ledano la propria sovranità, che violano le proprie leggi e che attentino alla propria sicurezza, integrità ed indipendenza.

 

Il popolo cubano, che da più di quattro decadi fronteggia il Governo degli Stati Uniti, ha saputo guadagnarsi il rispetto e l'ammirazione di molti popoli del mondo per la sua lotta, la sua fermezza i suoi principi e la sua dignità, e per tanto non permetterà né ingerenze né pressioni di alcun tipo, da qualsiasi parte provengano. 

 

Che nessuno si faccia illusioni sul fatto che Cuba può essere intimidita!

 

Tutti coloro che tentassero di screditare o sommarsi alle aggressioni contro Cuba, farebbero meglio a sincerarsi prima del fatto che siamo decisi a difenderci, e ci difenderemo come abbiamo fatto, con insuperabile coraggio, per 42 anni di fronte alla maggiore e più aggressiva potenza imperialista che sia mai esistita nella storia dell'umanità. Data la nostra attuale forza morale e politica, non ci possono animare sentimenti di vendetta contro alcun popolo o cittadino del mondo. Al di sopra di ogni cosa, rendiamo omaggio alla verità e difendiamo il nostro onore. Si riconosca con onestà quanto avvenuto e siano presentate le scuse al nostro popolo. Ciò sortirebbe più effetto che tutte le bugie e le calunnie; più che tutte le pressioni del mondo; più che la NATO ed i suoi bombardieri e missili; più che il potere di tutti i paesi ricchi ed il loro denaro messi insieme. Se si vuole cercare una soluzione decorosa all'incidente creato, si ammetta la nostra ragione, ci si appelli alla nostra generosità, ma non si commetta l'errore di mettere in dubbio la nostra verità né di mettere alla prova la nostra fermezza.

 

Ministero degli Esteri della Repubblica di Cuba

23 gennaio 2001