Vertice Mondiale della Società

 dell’Informazione

 

 

Testo del discorso del

Presidente del Parlamento cubano, Ricardo Alarcón de Quesada

 

11 dicembre 2003

 

Signor Presidente,

 

Non è questo il momento per fabbricare chimere, eco di una retorica che dice assai poco ai popoli. Per parlare seriamente di una società dell’informazione prima dobbiamo conquistare un mondo libero dalla miseria, dalla fame, dall’ignoranza, dall’insalubrità, dalla discriminazione, dall’esclusione. Solo in un contesto veramente umano e solidale la società dell’informazione diverrà qualcosa più di una ingannevole consegna.

 

Che cosa significa la società dell’informazione per il 75% della popolazione nel mondo sottosviluppato? A che servono le nuove tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni ai mille 200 milioni di persone che sopportano la miseria? Agli 842 milioni di affamati e ai due mila 400 milioni di persone senza un base di salubrità? Che se ne farebbero di un computer gli 854 milioni di adulti che non sanno leggere e scrivere o i 115 milioni di bambini che non possono frequentare le scuole? Come  userebbero un PC i due mila milioni di persone che non usufruiscono dell’energia elettrica?

 

L’uomo ha raggiunto grandi risultati nelle scienze e le tecnologie dall’inizio della storia e sono impressionanti le scoperte dell’ultimo secolo,  la loro incessante dinamica. Ma quello che è realmente sorprendente è il contrasto tra il progresso materiale riservato solo ad alcuni e il ritardo sempre più violento nello sviluppo dell’umanesimo e della solidarietà!

 

Il numero di coloro che non conoscono un telefono è superiore al totale della popolazione mondiale quando venne stabilita la telefonia commerciale. Coloro che oggi sopravvivono nella peggiore miseria sono molti più di tutti coloro che abitavano la Terra quando venne creata la ONU con le sue promesse mai mantenute di pace e di libertà.

 

Nel 2001 i paesi con le più forti entrate concentravano il 73% dei clienti di Internet e il 95,5% dei computers  collegati. La detta breccia digitale ha creato una nuova divisione all’interno dei paesi includendo i più opulenti, dove abbondano anche gli emarginati. Per il 2002 si calcolava che solo il 2,4% dell’umanità avrebbe avuto l’accesso a Internet, mentre il 50- 60% lotta contro la miseria. Vogliamo che questo vertice non divenga un altro lungo elenco di riunioni per dibattere questioni senza risultati concreti; che da questo incontro si esca con un impegno fermo per intraprendere azioni efficaci.

 

Internet non deve rimanere nelle mani dei principali padroni del capitale transnazionale: è indispensabile creare un organismo inter governativo democratico che regoli e promuova la cooperazione internazionale e i trasferimenti delle risorse finanziarie e le tecnologie.

 

È necessario che la Dichiarazione e il Piano di Azione di questo Vertice servano per detenere la manipolazione mediatica, per rivelare le verità, accettare la diversità culturali e smettere di imporre i dettami del nord sul sud.

 

Devono smettere i metodi unilaterali e arbitrari imposti contro Cuba come parte di un blocco economico condannato mondialmente e si deve porre fine alle aggressioni  di cui è oggetto il suo spazio radio elettrico in una chiara e sistematica violazione delle norme e dei procedimenti della Unione Internazionale delle Telecomunicazioni. Si apra il passo alla verità a proposito dell’ingiusta prigionia inflitta a Cinque giovani cubani per aver combattuto contro i gruppi dei terroristi che dagli Stati Uniti e con la loro protezione continuano ad aggredire l’Isola di Cuba!

 

Un nuovo ordine mondiale dell’informazione e delle comunicazioni è una necessità irrinunciabile che necessita che si impulsi una nuova rivoluzione nell’educazione internazionale. È possibile eliminare l’analfabetismo  e portare l’insegnamento sino al termine delle elementari a tutti coloro che lo necessitano nel mondo. La spesa totale per realizzarlo corrisponde a  meno dello 0,004 % del PIL dei paesi sviluppati della OCDE in un anno.

 

Cuba, bloccata e aggredita, offre il suo modesto contributo a vari paesi e conferma la sua  disposizione a partecipare a uno sforzo internazionale che tutti dovrebbero intraprendere.

 

Due secoli e mezzo fa, Jean Jacques Rousseau aveva denunciato  “un pugno di poderosi e ricchi all’apogeo della grandezza e della fortuna mentre la moltitudine si trascinava nell’oscurità e nella miseria...” Assai poco è cambiato nel mondo da allora,  un mondo sottoposto a un regime che serve solo per mantenere il povero nella sua miseria e il ricco nella sua usurpazione. Facciamo qualcosa di concreto qui a Ginevra per avanzare verso quel sogno di giustizia e di uguaglianza che oggi ispira centinaia di milioni di persone nella certezza che un altro mondo migliore è possibile.

Grazie.
 


 

Nota ufficiale


Dal 10 al 12 dicembre prossimi, a Ginevra, si svolgerà il Summit Mondiale della Società dell’Informazione, una importante riunione internazionale alla quale parteciperanno governi, ONG’s e imprese internazionali, con l’obiettivo di dibattere i principali problemi dell’informatica e delle comunicazioni nel mondo di oggi.
 

Cuba parteciperà con una importante delegazione guidata da Ricardo Alarcón de Quesada, presidente del Parlamento  e da Ignancio Gómez Planas, ministro dell’informatica e delle comunicazioni. La delegazione verrà formata da funzionari di questo  ministero, del ministero degli esteri e della missione permanente di Cuba a Ginevra e di altre istituzioni vincolate con queste tematiche nell’Isola.

 

Si spera che questo vertice mondiale della Società delle Informazioni approvi una dichiarazione  e un piano di azione centrati sulla ricerca delle e forme per ridurre le differenze tra i paesi industrializzati e il Terzo Mondo nel settore dell’informatica e delle comunicazioni, includendo la breccia digitale; che vengano esaminati i problemi finanziari che oggi rendono difficile l’accesso dei paesi sottosviluppati alle tecnologie più moderne nel settore; che si promuova la cooperazione tra tutte le nazioni per raggiungere livelli superiori di sviluppo, giustizia ed equità e che si traccino principi che dirigano le attività internazionali nell’informatica e le comunicazioni, includendo la possibilità per i governi di creare istituzioni internazionali che si incarichino dell’utilizzo delle comunicazioni digitali, includendo Internet, della cooperazione, del trasferimento delle risorse finanziarie in questo settore per i paesi del Terzo Mondo.

 

L’Avana - 8 dicembre del 2003


 


 

5 domande sul

 

Vertice della Società dell’Informazione

 

Di JOAQUÍN RIVERY TUR

 

1-Cosa è la Società dell’Informazione?

Questa domanda non ha una risposta difficile se prendiamo come base ciò che vediamo tutti i giorni  in qualsiasi settore della vita.

Non è concepibile nessuna attività senza l’informazione, utilizzando qualsiasi via.

Riceviamo informazioni quando accendiamo la TV, quando lavoriamo con il computer, quando leggiamo un giornale, quando cerchiamo nei libri o nei manuali i testi necessari per fare una cosa o l’altra e perfino quando trasmettiamo verbalmente dati, messaggi o ordini a un’altra persona.

Con lo sviluppo della scienza e della tecnica abbiamo scoperto un mondo dove primeggiano le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (gli esperti le chiamano TIC). Nell’attualità una parte del pianeta vive praticamente immersa in queste tecnologie e passa una buona parte del tempo utilizzandole, in un modo o nell’altro.

 

2- Tutti hanno accesso a queste tecnologie?

Non esattamente. Lo spiegamento de queste tecnologie moderne è  un privilegio dei paesi più sviluppati. Le nazioni arretrate e povere non hanno le risorse sufficienti per portarle in tutti i luoghi.

Prima di tutto dobbiamo ricordare che 2 miliardi di persone nel pianeta non hanno accesso all’elettricità. Quindi senza una fonte di energia, come possono vedere la TV, inviare un e-mail o collegarsi con l’Internet? Queste persone sono concentrate nel Terzo Mondo, dove nei luoghi più reconditi  si ignora l’esistenza delle TIC.

Non si può dire che 800.000.000 di analfabeti vivono senza elettricità, ma sí che vivono senza informazioni, perché non hanno la possibilità di leggere un messaggio informativo, anche se viene stampato a grandi lettere. Possono solo captare le informazioni per  via auditiva. Non possiamo dimenticare che i banditori del neo-liberalismo sono molto interessati al mantenimento dell’ignoranza.

Sulla Terra ci sono 500.000.000 di utenti di Internet e questo significa che più del 90% della popolazione del pianeta non ha mai “navigato” in lnternet e che la possibilità di farlo è concentrata in un piccolo numero di paesi del Nord.

 

3- Cosa è il Vertice della Società dell’lnformazione?

Si tratta di un grande evento convocato dalle Nazioni Unite col proposito di agevolare lo sviluppo effettivo di una società informatizzata ed aiutare a colmare la breccia  della tecnologia digitale che esiste tra le nazioni, come abbiamo già visto.

La sua nascita si può situare il 21 dicembre del 2001, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 56/183 per convocare al Vertice Mondiale sulla Società dell’Informazione, programmato in due fasi: nel 2003 a Ginevra, in Svizzera, e nel 2005 in Tunisia.

Stando a quanto previsto, la prima fase del Vertice, che avrà luogo dal 10 al 12 dicembre prossimo, dovrà adottare una Dichiarazione di Principi e un Piano di Azione con l’obiettivo già annunciato di ridurre l’abisso tra i paesi poveri e quelli ricchi, attraverso l’analisi di tutti i temi relativi alla società dell’informazione. Si spera nella partecipazione di alcune decine di Capi di Stato e di Governo.

La seconda parte sarà  una sorta di continuazione della prima. Si svolgerà a Tunisi dal 16 al 18 novembre del 2005, per approfondire l’applicazione di due grandi documenti che si dovranno approvare nella fase iniziale.

 

4- Esistono discrepanze tra i paesi?

A pochi giorni dell’inaugurazione del Vertice della Società dell’lnformazione, i documenti iniziali dell’evento non sono pronti. Stando a Mark Furrer, segretario delle Comunicazioni della Svizzera, le discrepanze comprendono l’85% dei testi.

Per esempio, la creazione di un fondo per mitigare le differenze tra le nazioni arretrate e i paesi ricchi è un punto senza accordi.

Questi disaccordi  riguardano anche il ruolo dei mass media, il governo di Internet, i limiti della proprietà intellettuale, i diritti d’autore e altri punti, senza contare il finanziamento delle infrastrutture dell’informazione e delle telecomunicazioni nei paesi sottosviluppati, dove le nazioni del nord insistono nell’applicare le regole del neo-liberalismo.

 

5- Cuba può contribuire in qualche modo a questo evento?

Le esperienze di Cuba – che oltre alle assemblee plenarie, parteciperà alla Tavola Rotonda numero tre: “Le TIC, uno strumento per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo del millennio”-  potrebbero essere molto preziose anche per i paesi industrializzati.

L’utilizzazione dell’informatica in tutti i livelli dell’insegnamento (soprattutto nelle scuole elementari e medie) usando una quantità minima di risorse potrebbe essere un buon esempio per molti. Soltanto nelle scuole elementari la Rivoluzione ha installato 24.000 computer e circa 23.000 negli altri livelli di insegnamento, con  un conseguente sforzo per la preparazione dei docenti, dei maestri e professori normali che richiedevano di essere almeno al livello degli alunni.

In tutto l’insegnamento è stata introdotta la norma di non superare i 20 allievi per aula (15 nel caso delle scuole medie). Tutte le aule sono attrezzate con una TV e un video (in alcuni caso con due). Le lezioni televisive (con l’insegnante in aula) e il computer sono un magnifico complemento per l’interazione per gli studenti che seguendo le  lezioni  per televisione avevano un ruolo passivo.

In tutto il territorio nazionale esistono 300 Joven Club d’Informatica, 4 laboratori mobili e 4 Palazzi dell’Informatica nei quali il numero di computer è sempre superiore a 30. Tutti questi centri si stanno inter-collegando. Sin dall’inizio del programma si sono diplomati 600.000 studenti. In ognuno dei 300 JC che esisitono si possono diplomare 120 alunni per anno in due cicli di 4 mesi. L’obiettivo è raddoppiare il numero di JC nel paese.

Un altro aspetto da sottolineare a Cuba è la rete telematica di Infomed, a livello nazionale, estesa per collegare tutti i centri di Salute ai quali offre tutti i servizi possibili delle biblioteche.

Tutti gli utenti di lnfomed hanno la messaggeria elettronica internazionale. Molti dei centri inter-collegati hanno accesso all’Internet il quale si sta ampliando rapidamente.

Cuba può offrire esempi di creazione delle condizioni per sviluppare la cosiddetta società dell’informazione di portata veramente sociale, partendo proprio dai più giovani, cioè da coloro che nel futuro maneggeranno i computer, le reti e governeranno il paese. Tutto questo sottolineando l’etica dell’insegnamento, senza dimenticare l’internazionalismo, che ha caratterizzato la Rivoluzione durante più di 40 anni e che è una delle sue bandiere di distinzione.