22 gennaio 2004 - J.G.Allard www.granma.cu

 

 

MIAMI E LA SUA FAUNA

Cugino di un torturatore

e narco - banchiere

 

Omaggio alle vittime cubane del terrorismo

 


Quando si è seduto alla tavola che gli aveva prenotato il suo amico Alex Penelas, sindaco di Miami - Dade, al grande banchetto organizzato per onorare i Re di Spagna, il banchiere Eduardo Masferrer ha provato un immenso orgoglio nel ritrovarsi così, seduto a pochi metri dalle Loro Altezze. Era troppo per E. Masferrer, cugino del delinquente cubano Rolando Masferrer, amico di noti narcotrafficanti, complice di J.Mas Canosa, specialista nel riciclaggio dei denaro e padrone della banca Hamilton Bank, che è sottoposta ad indagine.

 

Ma a Miami capitano queste cose... L’allora onorevole membro della fauna finanziaria della Florida del Sud, collegato ai circoli annessionistici cubano-americani che disprezzano la loro terra d’origine, Masferrer, ha perfino fatto dei pronostici per la stampa sulla cosiddetta “transizione” a Cuba. I pronostici sono stati raccolti da quella “stampa libera” della Florida che non perde un’opportunità di andare a letto con tutto ciò che assomiglia a “una grande fortuna”.

 

Cugino del noto e crudele sbirro del regime di Fulgencio Batista, la cui sanguinosa banda “Le Tigri di Masferrer” forse è stata la pioniera delle bande paramilitari in America, il banchiere è nato nell’Isola, ma si è educato negli USA e ha ottenuto la nazionalità panamense il 31 ottobre 2001, con la Risoluzione 220 del governo della presidentessa Mireya Moscoso.

 

E. Masferrer è apparso nel panorama finanziario di Miami quando ha acquistato 4,4 milioni di dollari in azioni del Hamilton Bancorp Inc, mentre faceva il gerente generale della banca del Panama.

 

L’11 gennaio 2002, l’Ufficio del Controllore della Moneta (Office of the Comptroller of the Currency OCC), l’organismo federale che regge il sistema bancario statunitense, ha denunciato  l’Hamilton Bank dopo aver investigato una infinità di irregolarità dal 1998 e aver provato la cattiva volontà e la mancanza di trasparenza degli amministratori per risolvere i problemi identificati durante varie ispezioni.

 

Al momento dei controlli la banca possedeva  attivi di 1,3 miliardi e depositi di 1,2 miliardi. Aveva 9 succursali nella Florida e in Porto Rico, controllando 3600 conti.

 

Il disastro finanziario ha rapidamente rivelato l’incredibile disordine amministrativo nel quale sono incorsi il principale esecutivo della banca, Masferrer; il presidente Carlos Bernace e il capo dell’Ufficio delle Finanze, John M.R. Jacobs.

 

 

L’OCC SCOPRE “PARECCHIE”

ATTIVITÀ SOSPETTE

 

 

Poco dopo, nel marzo 2002, l’OCC ha proibito alla banca di realizzare nuove transazioni con 33 compagnie o persone  includendo il console generale di Panama a Miami, Manuel Salerno Cohen, ex dirigente e presidente della compagnia Alexander H. Cos, proprietà di Masferrer che controlla o firma per 26 conti differenti nella banca.

 

L’OCC ha anche proibito nuove transazioni con Máximo Addad, un messicano padrone della ditta di costruzione PYCSA che ha fatto il Corridoio Nord a Panama –una via di pedaggio- e che controlla  due compagnie straniere: la Perpetual lnternational Holdings e l’Alderly Management, che erano le beneficiarie di circa 25,6 milioni di dollari in prestiti e trasferimenti elettronici.

 

Il quotidiano La Stampa di Panama  ha avuto accesso al dossier e ha rivelato che i ricercatori dell’OCC hanno concluso: “Nella banca si realizzano parecchie attività sospettose, non controllate, che suggeriscono il riciclaggio di denaro; queste attività sono state condotte attraverso i conti bancari con la partecipazione attiva degli impiegati della banca”.

 

La maggiore preoccupazione dei ricercatori federali dell’OCC era una serie di prestiti russi e di transazioni con un valore di 129 milioni di dollari, cioè più della metà dei 251 milioni di dollari del valore delle transazioni realizzate dal 1998 al 2000.

 

Un altro comportamento sospettoso è stato il prestito di 15 milioni di dollari alla compagnia Golden Vision Finance, con sede nelle Isole Vergini Britanniche, della quale Masferrer era azionista.

 

Secondo il Miami Herald, soltanto nell’anno 2000 circa 2 miliardi di dollari provenienti dall’America del Sud e consegnati in sacchi di biglietti o di vaglia postali, tutti fatti a nome della medesima persona, sono passati per la Banca di Eduardo Masferrer.

 

IL COGNOME DEL TERRORE

 

 

Nelle prime ore di gennaio del ’59, col trionfo della Rivoluzione, Rolando Masferrer (cugino di Eduardo il banchiere) riempì uno yacht di soldi rubati allo Stato cubano e si rivolse con il suo socio Eladio Valle verso le coste della loro nuova patria: gli Stati Uniti d’America. Molti “dignitari” del governo di Batista fecero lo stesso.

 

Dalla Florida, R. Masferrer fu uno dei primi a tentar di organizzare attentati  contro il Capo della Rivoluzione cubana, sotto gli ordini di Richard Bissell, membro della CIA. Gli archivi della stampa segnalano l’arresto di quattro dei suoi sicari a Cuba il 26 marzo 1959 nel tentativo di preparare tale crimine.

 

A Miami, con la complicità di Orlando Eleno Piedra Neguerela, ex capo dei Bureau delle Indagini Criminali della Polizia Nazionale Cubana  e del famigerato Armentino Feria Pérez, R. Masferrer si accontentò di una nuova truppa di assassini e si dedicò a intimorire ed estorcere i piccoli commercianti a Miami col pretesto di raccogliere fondi per attaccare Cuba.

 

Intanto, la CIA stimolava il movimento contro rivoluzionario nell’Isola e incoraggiava i gruppi di Miami capeggiati da terroristi come Rolando Masferrer e l’ex ministro e collaboratore della dittatura Rafael Díaz-Balart, padre degli attuali congressisti nordamericani Lincoln e Mario Díaz-Balart.

 

Nel dicembre del 1960, il Miami Herald pubblicò che Rolando Masferrer stava addestrando 23 nordamericani e circa 200 emigrati cubani in un campo paramilitare ubicato nell’isolotto No Name Key, proprietà del multimilionario Howard Hughes.

 

Stando agli archivi resi pubblici della Casa Bianca, R. Masferrer incontrò il presidente Kennedy il 4 febbraio 1961 per esporre i suoi piani  di invasione mercenaria. Un po’ spaventato per il fanatismo del personaggio, Kennedy chiese un resoconto a J. Edgar Hoover, capo del FBI. Si dice che Rolando Masferrer fece parte della cospirazione a Dallas, alla quale probabilmente partecipò anche il suo socio Eladio del Valle per tentar di coinvolgere Cuba nell’assassinio.

 

IL BENVENUTO CRIMINALE

 

 

Mentre Fulgencio Batista cercava rifugio a Repubblica Dominicana, gli sbirri del suo regime venivano ricevuti a braccia aperte nelle banchine di Miami. Portavano con sé, secondo i dati raccolti dai ricercatori, nientemeno che 424 milioni di dollari del tesoro della Repubblica.

 

Quei milioni vennero immediatamente depositati nelle banche nordamericane  creando le fortune delle famiglie mafiose che dominano da allora la Miami cubano-americano.

 

Nel novembre del 2000, un Proclama dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular di Cuba ha sottolineato: “Nemmeno un solo centesimo è stato mai restituito a Cuba. L’impunità degli autori e il godimento sicuro dei fondi sottratti non hanno conosciuto nessun’eccezione”.

 

Il presidente dell’Assemblea Nazionale, Ricardo Alarcón, ha commentato: “Quel brutale saccheggio è stato uno dei colpi più severi contro l’economia nazionale, assolutamente senza scuse, avvenuto prima dello stabilimento all’Avana del governo che ha rimpiazzato la tirannia e accaduto con la connivenza o la collaborazione delle autorità nordamericane che hanno agevolato la fuga dei ladri e li hanno accolti nel loro territorio”.

 

Il 7 febbraio 1959 Cuba chiese la restituzione immediata di 17 milioni di dollari rubati dal “senatore” Rolando Masferrer Rojas. La richiesta è stata reiterata varie volte senza nessun risultato.

 

Il ricercatore nordamericano Saul Landau racconta: “All’inizio dell’autunno del 1975 le guardie del corpo di R. Masferrer  scopersero Ignacio Novo sotto la macchina di Masferrer. Secondo l’agente Scherrer, gli assassini trascinarono Iggy fino all’ufficio e gli  misero la testa nel water. Dopo lo hanno denudarono e lo  buttarono in strada. Credo che lo volessero spaventare”.

 

Il 31 ottobre di quell’anno Rolando Masferrer Rojas fu vittima di un’altra bomba collocata nella sua macchina. Questa volta con successo.

 

 

GLI STRANI RAPPORTI DEL

BANCHIERE DI M.CANOSA

 

 

Gli  strani rapporti del banchiere Eduardo Masferrer sono stati resi pubblici alcuni anni fa quando José Pineda Trinidad, un trafficante convinto, detenuto nel Messico, ha reclamato presso una corte panamense un totale di 10 milioni di dollari depositati in quel paese.

 

Pineda ha accusato colui che riteneva fino a quel momento il suo “migliore amico” di averlo denunciato presso la Drug Enforcement Agency (DEA) nel  1998 per rubare i suoi “risparmi”.

 

J.Pineda ha assicurato che E. Masferrer aveva cospirato perché egli fosse arrestato in Messico e  potersi così impossessare di 20 milioni che aveva lasciato nelle sue banche.

 

In altre opportunità E. Masferrer è stato coinvolto in transazioni ingannevoli realizzate dal governo nicaraguense del presidente Arnaldo Alemán con la complicità dell’allora capo della Fondazione Nazionale Cubano Americana, l’agente della CIA, Jorge Mas Canosa.

 

Alemán aveva emesso Certificati Negoziabili d'Investimento (CENIS) per un valore di 1696000000 di cordobas (USD 169600000) che, secondo il deputato sandinista Bayardo Arce Castano, sono stati acquistati da un gruppo  cubano - americano guidato da Mas Canosa e dal Hamilton Bank di Eduardo Masferrer.

 

MA TUTTO SI RISOLVE

 

 

Alcuni giorni fa, il 5 gennaio 2004, l’agenzia di notizia EFE ha finalmente annunciato che “il cubano-statunitense Eduardo Masferrer ha accordato con le autorità bancarie degli USA di pagare (...)  960000 dollari in restituzioni nei prossimi 5 anni e una multa di 40000 dollari per risolvere le accuse civili presentate”.

 

Dopo aver controllato centinaia di milioni di dollari in operazioni di riciclaggio di denaro, E. Masferrer non ha voluto commentare alla stampa locale il “castigo” ricevuto,  un frammento microscopico della sua fortuna.

 

Insomma, nella Florida del Sud alla fine tutto si risolve bene per colui che appartiene all’elite del potere mafioso cubano – americano, i cui soci passeggiano addirittura tra le più alte sfere dell’impero.

(continua)