Dichiarazione

 

Lunedì 5 gennaio, funzionari dell’Ufficio di Interesse degli Stati Uniti all’Avana e del Dipartimento di Stato nordamericano hanno comunicato al Ministero degli Esteri e alla Sezione di Interesse di Cuba a Washington rispettivamente che non consideravano possibile lo svolgimento di un nuovo incontro di conversazioni sulla emigrazione “sino a che le autorità non mostreranno un autentico interesse nell’abbordare seriamente aspetti molto importanti per ottenere un flusso migratorio ordinato, legale e sicuro tra i due paesi”. Le nuove conversazioni si dovevano svolgere il giorno 8, in accordo con le proposte delle autorità cubane.

 

Ovviamente questi aspetti molto importanti non sono altro che alcuni dei temi che tradizionalmente sono entrati nell’agenda della delegazione nordamericana durante gli incontri per le conversazioni sulla emigrazione, temi senza la minor importanza per la marcia degli accordi e che, inoltre, sono stati ampiamente dibattuti in molteplici opportunità nelle conversazioni realizzate negli ultimi anni.

 

Nel linguaggio dell’impero dei funzionari nordamericani “abbordare seriamente” significa che Cuba deve essere disposta a fare tutte le concessioni unilaterali necessarie e acconsentire a tutte le richieste e i capricci delle autorità nordamericane.

Si tratta semplicemente di nuovi pretesti, totalmente insostenibili, diretti ad un aggravamento delle tensioni tra i due paesi ed a rallentare il principale meccanismo di revisione del compimento degli Accordi sull’Emigrazione.

 

In maniera speciale il Ministero sottolinea il fatto che gli Stati Uniti hanno deciso di cancellare le conversazioni sull’emigrazione con Cuba, proprio in un momento nel quale si stanno realizzando enormi sforzi politici e finanziari per controllare le frontiere ed eliminare la emigrazione illegale verso gli Stati Uniti.

 

Sia a Washington che all’Avana i funzionari nordamericani sono stati capaci di aggiungere che “nonostante tutto, il governo nordamericano continuerà a rispettare gli accordi sulla emigrazione”.

 

Il Ministero degli Esteri di cuba considera necessario informare la popolazione e l’opinione pubblica internazionale su questa nuova manovra del governo nordamericani che vuole danneggiare la marcia degli Accordi sull’Emigrazione, firmati tra Cuba e gli Stati Uniti e l’ottenimento di una relazione di emigrazione normale tra i due paesi.

 

Questa azione, che non permette dubbi, costituisce un tributo che l’amministrazione di Bush paga per le pressioni della mafia terrorista di Miami che, poco soddisfatta per quanto è stato fatto sinora dall’attuale governo nordamericano contro Cuba, approfitta del contesto pre-elettorale statunitense per riprendere con tutti i mezzi, includendo il ricatto politico più volgare, la sua strategia già fallita e il suo discredito politico e morale.

 

Questa decisione si somma alla estesa relazione di aggressioni piani e dichiarazioni che sono stati realizzati negli ultimi mesi contro il nostro paese da parte del governo nordamericano.

 

Il Ministero degli Esteri ha espresso attraversi i canali diplomatici corrispondenti la propria condanna di questa irresponsabile azione che non favorisce i veri interessi nazionali degli Stati Uniti, ma che solamente vuole accontentare l’ansia di vendetta e l’odio di un minuscolo gruppo di elementi ultra reazionari interessati a stimolare la politica di aggressione e di ostilità tra gli Stati Uniti e Cuba e a rendere nulli gli Accordi sull’Emigrazione.

 

I pretesti esposti per non svolgere l’incontro sulla emigrazione non potrebbero essere più irreali e assurdi e dimostrano che il vero senso di questa azione ha a che vedere soprattutto con la politicanti di Miami che con i veri interessi nazionali di sicurezza e di emigrazione in nordamerica.

 

Cuba, oltre a presentare ad ogni conversazione sulla emigrazione i problemi più importanti che danneggiano uno stretto compimento di questi accordi, non si è mai rifiutata di dibattere e analizzare i temi menzionati dai funzionari nordamericani. Tutti, senza eccezione, hanno fatto parte delle agende tradizionali della delegazione nordamericana alle Conversazioni sull’Emigrazione e sempre è stato realizzato un ampio dibattito profondo su ognuno dei temi riferiti. Cuba ha sempre espresso i suoi argomenti in forma seria e responsabile con l’animo di spiegare al dettaglio minimo ognuno degli aspetti che sono stati abbordati dai funzionari nordamericani.

 

Cuba conferma che è stata ed è disposta a dibattere seriamente, con la profondità e il tempo necessari, tutti i temi menzionati dalle autorità nordamericane.

 

Gli Stati Uniti stanno cercando di manipolare la realtà e di nascondere quello che Cuba ha denunciato in infinite occasioni: la Legge di Ajuste Cubano è assassina e la politica irrazionale dei “piedi bagnati, piedi asciutti” sono i veri ostacoli alla normalizzazione del flusso di emigrazione tra i due paesi, i veri stimoli a una emigrazione illegale e le più grandi violazioni degli Accordi sull’Emigrazione.

 

Con questa decisione il governo nordamericano cerca di sviare l’attenzione dagli aspetti importanti delle relazioni sull’emigrazione tra i due paesi e su quello che costituisce una vera violazione agli Accordi sull’Emigrazione, dai temi come la drammatica riduzione dei visti per i cittadini cubani che desiderano far visita ai familiari negli Stati Uniti, la mancata restituzione a Cuba di emigranti illegali intercettati in alto mare, lo stimolo all’emigrazione illegale e all’attuazione di atti violenti per emigrare che si realizza dalle stazioni radio con sede negli USA oltre alla mancanza di un’azione decisiva contro i trafficanti di emigranti illegali, tra l’altro.

 

La delegazione nordamericana, in tutti gli incontri per le conversazioni sull’Emigrazione, è stata sempre molto riluttante ad accettare le proprie responsabilità in queste mancanze che sì, sono di estrema e vitale importanza per la normalizzazione delle relazioni sull’emigrazione tra i due paesi. Cuba però non ha mai condizionato o negato la propria partecipazione agli incontri.

 

Le menzogne e l’assurdità di questa decisione sono più chiare se si ricorda che le autorità nordamericane hanno rifiutato senza dare la minima spiegazione o interessarsi a una discussione, la proposta di un nuovo accordo bilaterale in materia di emigrazione proposta da Cuba nel settembre del 2000 e ripetuta in cinque occasioni. Con lo stesso disprezzo sono state trattate le proposte di Cuba per stabilire accordi per la lotta contro il traffico di droga e la lotta contro il terrorismo.

 

Chiediamo al governo degli Stati Uniti che lasci da parte i pretesti assurdi e vuoti che cercano solo la soddisfazione di stretti interessi anti cubani e attui in consonanza con gli autentici interessi del popolo nordamericano.

 

Il governo degli Stati Uniti è il solo responsabile della cancellazione di questo incontro per le Conversazioni sull’Emigrazione.

 

Il Ministero degli Esteri riafferma la propria volontà inequivocabile del governo di Cuba di continuare ad onorare, come è stato fatto sinora, lo spirito e il testo degli Accordi sull’Emigrazione firmati tra Cuba e gli Stati Unii e invita il governo degli Stati Uniti ad assumere un comportamento simile.

 

Ministero degli Esteri di Cuba

L’Avana - 5 gennaio del 2004