www.resistenze.org - popoli resistenti - Venezuela - 25-09-04

da http://www.rebelion.org/noticia.php?id=4721



Gladys María Gutiérrez, ambasciatrice del Venezuela in Spagna:

 

 

"Con Chávez gli esclusi sentono di

 

fare parte della società e di contare”

 

 

Da qualcosa più di anno e mezzo Gladys María Gutiérrez riveste la carica di ambasciatrice del Venezuela in Spagna. In quanto massimo rappresentante diplomatico della Repubblica Bolivariana, chiacchieriamo con lei sui cambiamenti accaduti sotto il mandato di Hugo Chávez nel suo paese e sulla condizione che vi è attualmente.


- Benché Chávez abbia contato sull'appoggio della maggioranza dei venezuelani, con più del 58 percento di voti a favore nel referendum revocatorio del 15 agosto, è evidente che la società venezuelana é molto polarizzata e vive un confronto infiammato.

Quando Hugo Chávez vinse le elezioni nel '98 ci fu un numero di elettori che non l'appoggiarono. La differenza tra questi e quelli che invece lo votarono fu di 1.000.000 di persone. Si cambiò la "Legge di Partecipazione Politica" affinchè i candidati dei differenti partiti si raggruppassero intorno ad un unico candidato; questa legge si modificò quello stesso anno, e si divisero le elezioni in regionali e nazionali, tutto con l'obiettivo che Chávez non vincesse. È evidente che una parte considerevole degli oppositori ha sempre avuto tale propsito. A ciò bisogna aggiungere il logorìo naturale di cui ha sofferto tutto il governo e quella parte della popolazione che credette nel cambiamento, ma pensò che si sarebbe prodotto più rapidamente. Noi rispettiamo tutti loro, l'opposizione democratica e le sue motivazioni.  

D'altra parte il referendum revocatorio venne inserito nella Costituzione approvata nel 1999 e voluta proprio dal presidente Chávez. Si tratta di un strumento con il quale è determinante la società venezuelana perchè un governante, qualunque sia il suo incarico, venga dimesso se il paese è in disaccordo con la sua politica. L'idea è che si crei una democrazia realmente partecipativa. In Venezuela c'è un'opposizione che si è mantenuta al potere per 40 anni grazie ad un sistema bipartitico, e che non è abituata, dopo tante violazioni dello Stato di diritto, a rispondere delle sue azioni nella vita pubblica né ad una nuova cultura politica di responsabilità. Il referendum revocatorio è un diritto che segna la Costituzione e l'opposizione ha avuto l'opportunità di esercitarlo. 


- Parliamo dei mezzi di comunicazione. Alcuni, dall'opposizione, accusano Chávez di essere un dittatore e irrigidire la vita pubblica del paese, mentre da settori bolivariani si parla di una tolleranza eccessiva nei loro confronti. In Spagna molti media lodarono il colpo di Stato del 2002.  

È falso che Hugo Chávez sia un dittatore. Ha dimostrato durante il suo governo un totale rispetto delle libertà. In quanto al suo stile, siamo tutti coscienti che sono stati commesse alcune scorrettezze e cercheremo di progredire in certi punti. D'altra parte, e riguardo a quella "eccessiva tolleranza" coi media oppositori, il Governo rispetta la libertà di espressione e non gli spetta prendere decisioni che sono di competenza del potere giudiziario indipendente. E benché il Governo non sia stato d'accordo con alcuni di quei provvedimenti decisi, li ha rispettati.  

Infine siamo coscienti che ciò che si sa del Venezuela all'estero deve avere a che fare direttamente coi mezzi di comunicazione che si oppongono al presidente e che i mezzi stranieri riportano quello che ritengono attendibile. Ci sforziamo perché si sappia ciò che succede realmente nel paese ed abbiamo osservato che l'informazione si è un po' equilibrata e si conosce meglio la situazione del Venezuela. Il giorno in cui ci fu il colpo di stato, molti canali televisivi venezuelani programmavano cartoni animati, così che parte della popolazione non sapeva quello che stava succedendo. In questo caso, i media stranieri furono determinanti perchè si conoscesse il golpe. 


- Quale considera sia stato il principale risultato del governo di Chávez e che situazione economica vive attualmente il Venezuela?  

Il risultato più importante è che ha aumentato l'autostima di un'elevata percentuale della popolazione che era stata esclusa e sottomessa a condizioni di vita molto dure e che non raggiungeva le condizioni minime di sussistenza. Ora fa parte della società e la si prende in considerazione. Sul terreno economico, dopo i tre primi anni di governo tutti gli indicatori economici migliorarono. Si riuscì a far sì che il PIL, che era al -7%, crescesse al 3%, vennero diminuiti l'inflazione ed il tasso di disoccupazione, ed aumentò l'apparato produttivo. Nell'aprile del 2002 ci fu il colpo di stato ed in dicembre di quell'anno lo stop petrolifero, in realtà un "lock out" (serrata padronale). Siccome non si volle che le conseguenze negative di questi fatti colpissero i lavoratori, gli indicatori economici si videro gravemente abbassati.  

Ad ogni modo dopo tre mesi, quando terminò la serrata, cominciò la ripresa dell'industria petrolifera. Inoltre in quei giorni si assistette ad una consistente fuga di capitali che obbligò il Governo a prendere contromisure che non furono accolte molto bene, come il controllo sul cambio di moneta, ma che permisero al Venezuela di avere le riserve più alte dell'America Latina, valutate in 25.000 milioni di dollari.  

Inoltre, secondo le cifre che offrono le stesse imprese internazionali, é diminuito il rischio per gli investimenti e sono aumentati quelli che arrivano dall'estero. In campo internazionale e rispetto all'Opec, come paese produttore non c'interessa che ci siano forti oscillazioni nel prezzo del petrolio che danneggiano tanto i produttori che i consumatori, e siamo riusciti a stabilire dei vincoli che danno stabilità al mercato. E di fronte all'Alca, abbiamo presentato un progetto differente, l'Alba, che avrà il fine prioritario di superare la povertà e l'emarginazione senza rinunciare alla liberalizzazione del mercato e degli investimenti. Ci troviamo in una fase di ripresa dell'economia dopo risultati politici che, favoriti nella nuova Costituzione, hanno permesso lo sviluppo di leggi come quelle sulla pesca, sulle terre e sugli idrocarburi. 


- La destabilizzazione del Venezuela ha anche a che vedere con la sua politica estera e ha connessioni coi processi di pace in Colombia, la stabilizzazione dell'Opec che va contro gli interessi dell'USA e l'intensificazione dei rapporti con Cuba.  

Il presidente della Colombia, Álvaro Uribe, ha visitato il Venezuela e ha un buon rapporto con Chávez. Si stanno producendo sforzi congiunti per superare problemi di cui abbiamo storicamente sofferto. È vero che ci si preoccupò dei paramilitari dal momento che il Venezuela aveva sofferto soltanto piccole loro incursioni nella zona di confine con la Colombia, mentre in un'occasione in particolare riuscirono ad arrivare molto vicino a Caracas e si fermarono nella tenuta di un membro di spicco della Coordinatrice Democratica dell'opposizione. Tuttavia, una volta che si scoprì tutto, le autorità colombiane criticarono il fatto ed offrirono al Venezuela qualunque informazione che gli fosse utile e tutta la loro collaborazione per investigare sull'accaduto. Si sta in realtà lavorando congiuntamente per determinare l'origine di questa incursione.  

Riguardo agli Stati Uniti poi, ci sono individualità nella loro Amministrazione che cercano di intorbidire le relazioni tra i due paesi; ma il Venezuela è il più sicuro esportatore di petrolio verso gli USA. L'unico momento in cui venne meno il flusso petrolifero fu durante la serrata padronale. Cuba entrò a far parte del Patto di San José*, grazie al quale le viene somministrato petrolio a condizioni economiche di pagamento più flessibili, in cambio dell'invio di un gruppo di medici che hanno portato cure sanitarie gratuite a gente che non ne aveva mai avute e che ora lavorano come medici di famiglia. Credo che su questo punto la critica che viene rivolta si debba al fatto che il Venezuela tenta di mantenere una politica estera sovrana ed autonoma. Cuba è stata tradizionalmente molto amica del popolo venezuelano ed ora Chávez mostra senza complessi la sua amicizia col presidente Castro, rispettando la sua ideologia ma ribadendo che il processo di sviluppo del Venezuela non è un processo uguale a quello cubano.


Luis Nieto Pereira è coordinatore della rivista Pueblos e Pascual Montanaro, giornalista. Questa intervista fu pubblicata nel n° 13 dell'edizione stampata da Pueblos, settembre 2004, pp. 16 e 17. 
* nota del traduttore: il “Pacto de San José” (firmato il 3 agosto 1980) è un accordo regionale di sviluppo per l’America Latina; Venezuela e Messico si impegnano a fornire petrolio grezzo e prodotti derivati e a finanziare progetti di sviluppo economici e sociali ad una lista di paesi beneficiari del centro e sud America.
traduzione dallo spagnolo a cura del Ccdp