L’ASSASSINIO DEL PROCURATORE GENERALE  ANDERSON A CARACAS

 

 

“Ed Héctor Pesquera?”

 

 

 

1 dicembre 2004  - J.G.Allard Granma Internacional

 

 

Hector PesqueraIl 23 giugno del 2001 gli uomini del capo del FBI per la Florida del Sud, Hector Pesquera, famoso per la sua complicità con la mafia cubano americana arrestarono nel centro commerciale della città José Guevara, un ex agente dei servizi segreti venezuelani.

 

Questo noto attivista, nemico di Chávez, stava cercando allora, con suo cugino “Otonel” Guevara di recuperare alcuni milioni di dollari, ricattando l’ex capo dei servizi segreti del Perù, Vladimiro Montesinos, allora ricercato dalla giustizia del suo paese.  

 

Oto Daniel “Otoniel” Guevara, poco dopo l’arresto, noto ricattatore nel caso Montesinos e presunto assassino di Danilo Anderson

Montesinos era giunto clandestinamente in Venezuela, ingannato dal Guevara, in uno strano scenario di estorsioni con sapore politico. Apparvero individui di dubbia reputazione e molti erano interessati sia ai milioni di Montesinos che alla ricompensa generosa offerta dal Governo del Perù per la sua cattura, oltre alla possibilità di insudiciare l’immagine del governo di Hugo Chávez con la presenza nel paese di questo discusso personaggio.

 

Come giunse Montesinos in Venezuela?

 

La spiegazione più chiara all’enigma la diede poi, nel novembre del 2002, Cilia Flores, membro dell’Assemblea Nazionale venezuelana in un’intervista pubblicata in Internet, nel sito alternativo di Red Voltaire.

 

“Prima gli hanno fatto percorrere tutti i Caraibi e poi lo hanno fatto entrare in Venezuela con un aereo privato” aveva raccontato.

 

Lo ricevettero Oto Daniel “Otoniel” Guevara, membro dell’opposizione nemica di Chávez e l’aiutante di Carlos Andrés Pérez durante il suo governo come capo personale della sua sicurezza, il cugino José Guevara, che verrà arrestato da Pesquera, e Mora Villalobos, medico dell’ex presidente Carlos Andrés Pérez, che disse che avevano ricattato un funzionario dell’immigrazione, pagandogli una quantità di denaro - e questo è dimostrato - per farlo entrare senza nessun genere di controllo.

 

 

“TRADITO” A MIAMI

 

 

Nascosto nel Reparto 23 di Gennaio, a Caracas, dove Oto Daniel Otoniel e José Guevara lo avevano portato e praticamente sequestrato, ricattato dalla sua scorta, Montesinos cercò disperatamente di recuperare un poco di quei 38 milioni che aveva depositato in una banca delle Isole Caimán, la Pacific Industrial Bank, che erano stati congelati su richiesta del governo del Perù.

 

Con questo obiettivo Montesinos aveva avvisato la Banca, presumibilmente con un messaggio di posta elettronica, minaccioso, che dovevano pagare a José Guevara la quantità  di 700.000 USD in contanti e un assegno di 3 milioni di dollari quando costui si fosse presentato a richiederli a Miami.

 

Il direttore dell’agenzia della banca di Miami, Luis Perchovic Bamaren, figlio dell’ex ministro peruviano Luis Perchovic Roca, che conosceva personalmente Montesinos, che lo aveva aiutato a far uscire i fondi dal paese sudamericano, venne a sapere di una ricompensa di cinque milioni di dollari offerti dal governo per la sua cattura, e avvisò il FBI della Florida. E il suo capo Hector Pesquera.

 

Due mesi dopo l’allarme dato da Bambaren, il 23 giugno del 2001, sempre a Miami, gli agenti di Pesquera osservarono in segreto una riunione tra José Guevara che usava il nome di Arturo Omaña, e i rappresentanti della Pacific Industrial Bank di Bambaren, nell’hotel Intercontinental, che annunciarono di non poter consegnare il denaro richiesto. Uscendo dall’incontro Guevara andò a Bay Side Market Place dove venne arrestato.

 

Stando alla versione dolcificata, compressa e censurata che darà più tardi Pesquera alla stampa di Miami, Guevara, dopo tre ore di interrogatorio negli uffici del FBI a North Dade, raccontò come giunse ad avere l’incarico “della sicurezza di Montesinos”. 

Da quegli stessi uffici, Guevara venne autorizzato a mettersi in contatto con i suoi complici a Caracas e si pose anche d’accordo con Pesquera per consegnare Montesinos.

 

Ma non alla polizia venezuelana come doveva avvenire!

 

Pesquera e Guevara decisero che i complici  a Caracas lo avrebbero portato e consegnato all’ambasciata del Perù della capitale venezuelana.      

 

Perchè? Pesquera, capo del FBI della Florida del sud, in una dichiarazione al Miami Herald, disse che non aveva fiducia nelle autorità del Venezuela. In una dichiarazione abbastanza strana all’Herald, affermò anche che Guevara aveva tradito Montesinos e accettato di consegnarlo all’ambasciata peruviana di Caracas.

 

Purché le autorità nordamericane non lo accusassero dei crimini di sequestro, ricatto o estorsione e ... con l’intenzione di reclamare la ricompensa di cinque milioni offerta dal governo del Perù.

 

La direzione dei servizi segreti militari - DIM - del Venezuela intanto aveva scoperto la presenza di Montesinos e frustrò i piani di Pesquera e di Guevara, arrestando il peruviano per espellerlo, mandandolo in Perù pochi giorni dopo.

 

Il ministro peruviano degli interni, Antonio Ketin Vidal, annunciò che mentre Pesquera fabbricava le sue spiegazioni, il Perù non avrebbe pagato la ricompensa, perché Montesinos non era giunto attraverso l’ambasciata di Caracas come aveva pianificato il ricattatore... con il FBI.

 

Al momento dell’arresto, Montesinos raccontò che la rete non lo aveva protetto e, anzi, gli avevano preso un mucchio di soldi e identificò come capi del gruppo Otonel Guevara e José Guevara suo cugino,  attivisti della destra venezuelana. 

 

 

MONTESINOS FARÀ RICCO CHI LO CATTURERÀ!

 

 

Il 19 novembre del 2001 il Nuevo Herald pubblicò con il titolo “Montesinos farà ricco chi lo catturerà!” una nota di AFP che annunciava che due venezuelani e due peruviani erano gli aspiranti alla ricompensa di cinque milioni di USD offerta dal Governo peruviano per la cattura di Vladimiro Montesinos, senza però riferire le parole del ministro peruviano Ketin.

 

La notizia precisava che i venezuelani Orlando Laufer, agente dei  servizi segreti dell’agenzia per la lotta contro la droga - DEA - nordamericana e l’ex poliziotto José Guevara, emissario di Montesinos, che era stato arrestato a Miami, avevano tradito  l’ex assessore così come Perchovic Bambaren, funzionario della Pacific Industrial Bank, di Miami  che aveva affermato di essere  stato in contatto per due mesi in coordinamento con il Burò Federale de Investigazione - FBI - comunicando con la posta elettronica, con Montesinos, che aveva fondi nella banca dove egli lavorava.

 

Due mesi! Due mesi nei quali Pesquera sapeva perfettamente che Montesinos si trovava clandestinamente a Caracas! E non aveva avvisato le autorità del Venezuela!

 

Il Nuevo Herald diceva che Orlando Laufer era un noto cacciatore di ricompense, che aveva investito 30 mila USD nella gestione per la cattura di Montesinos!

 

E chi era l’avvocato di Laufer? Un cubano - americano allo zolfo: Ricardo Koesling, che appartiene alla rete degli amici terroristi di Luis Posada Carriles in Venezuela e conosce personalmente il vecchio estremista. Inoltre è rappresentante  a Caracas della FNCA di Miami ed ha partecipato attivamente all’organizzazione, esecuzione e assalto dell’ambasciata di Cuba del 12 aprile del 2002!

 

 

E RIAPPARE “OTONIEL” GUEVARA!

 

 

Dopo la consegna di Montesinos al Perù, l'FBI, con una rara magnanimità, rilasciò in libertà José Guevara...

 

Passarono i mesi. L’opposizione in Venezuela, destabilizzata dalle continuate vittorie popolari di Chávez, cospirava ancora una volta per distruggere in qualsiasi modo la Rivoluzione Bolivariana.

 

Il 18 novembre scorso avvenne il vile omicidio di Danilo Anderson, il procuratore generale e nelle ore successive un sospettato, l’avvocato Antonio Lépez Casrillo, muore in uno scontro armato con la polizia che ha scoperto nella sua villa una gran quantità di esplosivo C-4 e le prove del suo addestramento paramilitare, avvenuto in territorio nordamericano.

 

Juan Carlos Sánchez, un altro sospettato di 32 anni, muore in una sparatoria con le autorità a Quibor, nello Stato di Lara, in un motel dove aveva raccolto armi, granate ed esplosivo C–4.

 

Le investigazioni portano in poche ore alla detenzione di due dei cervelli dell’attentato, i capi di López e Sánchez... Orlando Guevara e suo fratello Oto Daniel Otoniel Guevara che è cugino di José Guevara!

 

Cioè la persona che da Caracas aveva organizzato la consegna di Montesinos, sequestrato e ricattato, all’ambasciata del Perù.

 

Sabato 27 novembre, a Caracas, il Pubblico Ministero ha imputato a Otoniel e a Orlando Guevara, rispettivamente ex commissari della ex PTJ e DISIP, l’accusa dell’organizzazione dell’attentato nel quale ha perso la vita Danilo Anderson, ha reso noto Venpres.

 

 

MOLTE DOMANDE NON HANNO AVUTO UNA RISPOSTA

 

 

La deputata venezuelana Celia Flores, ha detto in un’intervista che le investigazioni realizzate sul caso Montesinos nei mesi successivi alla sua estradizione avevano dimostrato che lo stesso Montesinos era stato “seminato in Venezuela” dalla CIA.

 

“Abbiamo trovato gli stessi capoccia del golpe nel caso Montesinos” ha detto. Carlos Andrés (...) vi ha partecipato attivamente. Inoltre c’erano  agenti esterni e le prove le hanno date gli stessi arrestati e implicati che hanno confessato tutto questo!”

 

“Si trattava di un piano chiamato “nave di fumo”. Montesinos doveva essere ucciso perché dopo morto non avrebbe potuto parlare e volevano così cercare di cacciare via Chávez”, ha dichiarato la giovane deputata.

 

“Tutte queste informazioni provengono da Montesinos e sono state registrate e sono in possesso della sicurezza statale del Venuzela!”

 

Restano molti punti oscuri nel ruolo giocato dal Capo del FBI di Miami, il cui livello di corruzione è dimostrato in questa sceneggiatura di ricatti, morte e terrore.

 

Pesquera è lo stesso “SAC”, agente speciale in ruolo del FBI che per mesi - si deve supporre -  non ha sospettato la presenza, a pochi Km. dal suo ufficio di 14 terroristi su 19 di Al Qaeda, quelli che prepararono l’11 settembre... mentre perseguitava, arrestava e organizzava il processo politico e la condanna dei Cinque cubani che hanno combattuto contro il terrorismo, infiltrati nei gruppi terroristi a Miami.

 

Nato a Portorico e perfettamente assimilato al potere federale nordamericano, questo ex ufficiale dei servizi segreti è stato capo del FBI a Portorico, dove organizzò la liberazione dei terroristi di Miami coinvolti nel caso dallo yacth La Speranza, catturati dalla guardia costiera mentre cercavano di andare nell’Isola Margarita, in Venezuela per organizzare un attentato per uccidere Fidel Castro.

 

Personalmente vincolato ai capi del terrorismo di Miami come José Basulto e Orlando Garcia, Pesquera conosceva in ogni dettaglio le cospirazioni contro Cuba e il Venezuela, sviluppate nella metropoli dell Florida, mentre dirigeva la polizia federale.

 

Pesquera ignorava l’affiliazione politica contro Chávez di José Guevara e dei suoi complici?

 

Non conosceva gli orientamenti della CIA a proposito della repentina apparizione di Montesinos in Venezuela?

 

Non aveva informato il dipartimento di stato per sua iniziativa, per disinformare le autorità venezuelane?

 

Non si era reso conto dei piani per sporcare il governo legittimo del Venezuela? Non sapeva dei vincoli della gente di Miami con la banca delle Isole Caimán e con Montesinos?

 

E la ricompensa di cinque milioni?

 

Quali erano le sue intenzioni verso l’ex agente José Guevara divenuto ricattatore ?

 

Ancora più grave! Chi conosceva le cospirazioni dei Guevara in Venezuela che portano di recente alle azioni di terrorismo e all’omicidio del procuratore generale Anderson?

 

Sono molte le domande sul personaggio che ha amministrato per anni il piano di impunità permesso dalla Casa Bianca a favore dei gruppi terroristi di Miami che per decine e decine di volte hanno annunciato apertamente la loro volontà terrorista contro il Venezuela e conto Cuba.