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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

Conferenza stampa concessa da Felipe Pérez Roque, Ministro degli

 

Esteri della Repubblica di Cuba, alla stampa nazionale e straniera

 

sede della Cancelleria  12 aprile 2002.

 

 

 

Felipe Pérez.- Buon pomeriggio.

            Ringrazio tutti di essere venuti al Ministero per ricevere la seguente informazione.

            Abbiamo convocato la stampa nazionale e straniera accreditata all'Avana, per informare che in questo momento, in mezzo alla situazione di facto come conseguenza del colpo di stato avvenuto in Venezuela, una folla di circa 400 persone assedia l'ambasciata cubana a Caracas.  A capo di questa folla ci sono personaggi dell'estrema destra cubana residenti in Venezuela, rappresentanti lì della Fondazione Nazionale Cubano-Americana e di altri gruppi estremisti e terroristi che risiedono a Miami, negli Stati Uniti.

            Questi estremisti di origine cubana arrivarono per primi all'Ambasciata e lì, in un ambiente di tolleranza e di assoluta impunità, cominciarono a convocare altri settori estremistici e violenti della popolazione venezuelana, che hanno appoggiato il colpo di Stato, per rompere il cancello dell'Ambasciata cubana e penetrare nella sede diplomatica cubana a Caracas.

            In questo momento assediano l'Ambasciata, è stata totalmente tagliata l'elettricità e l'acqua al personale diplomatico cubano che lavora nella nostra sede; si incita la folla a impedire anche il rifornimento di alimenti alla nostra Ambasciata e si fanno insistenti appelli attraverso alcune reti private di televisione venezuelane, coinvolte anche negli avvenimenti di ieri e nel colpo di Stato contro il governo costituzionale venezuelano, per assediare e penetrare dentro il recinto diplomatico dell'Ambasciata cubana.

            Il personale diplomatico cubano, l'ambasciatore cubano, Germán Sánchez, ha cercato di comunicare con la Cancelleria venezuelana, ha persino inviato via fax una nota diplomatica spiegando questi gravi avvenimenti; ha comunicato con il sindaco della zona, della città di Caracas, dove si trova l'ambasciata e ha convocato tutti a compiere le loro responsabilità relative alla protezione del personale diplomatico cubano, e dei familiari, accreditato a Caracas.  No ha ricevuto risposta; in mezzo alla situazione di caos generalizzato, nessuno ha risposto dalla Cancellerie e nemmeno dal Comune.

            Il personale diplomatico cubano che in questo momento è nella sede ha istruzioni di non permettere l'entrata illegale nel nostro recinto diplomatico.  E voglio avvertire chiaramente che se entrano elementi di quella folla violenta che mette in pericolo l'integrità fisica dei diplomatici cubani e delle loro famiglie, i nostri diplomatici difenderanno a tutti i costi la nostra Ambasciata, persino a costo delle proprie vite.

            Il Governo di Cuba responsabilizza i fautori del colpo di Stato in Venezuela di quanto avvenga nell'Ambasciata cubana, dell'integrità fisica, della preservazione delle vite dei diplomatici cubani, delle loro famiglie e dei beni del nostro immobile.  Loro saranno responsabili poiché in questi momenti, violando i patti internazionali nonché la Convenzione di Vienna relativa ai rapporti diplomatici, tollerano tali attività violente ed estremistiche contro il personale diplomatico accreditato a Caracas.

            Ripeto che il nostro personale diplomatico ha già ricevuto istruzioni, ed è assolutamente disposto a eseguirle, di difendere la sede diplomatica anche a costo della propria vita, se qualcuno degli individui che circondano l'ambasciata cercasse di penetrarvi.

            D'altra parte, voglio esprimere che tutte le notizie che arrivano dal Venezuela non lasciano dubbi sul fatto che ieri c'è stato un colpo di Stato in quel paese.  Il Procuratore Generale della Repubblica venezuelana ha appena informato la stampa che il presidente Chávez è stato arrestato e ed è ritenuto mediante la forza in un'installazione militare, ed è assolutamente falso che abbia rinunciato alla presidenza.  "Il presidente Chávez non ha rinunciato" -disse il Procuratore- "non esiste nessun documento che sia stato mostrato all'opinione pubblica con la rinuncia del presidente Chávez."  Quindi, in questo momento il Presidente Chávez è il presidente costituzionale del Venezuela, che è stato arrestato mentre si porta a termine un colpo di Stato in Venezuela.

            Il Procuratore disse con assoluta chiarezza che, secondo la Costituzione venezuelana, e non solo quella del 1999, disse, ma anche quella del 1961, qualora il Presidente costituzionale della Repubblica decidesse di rinunciare, questa rinuncia deve rendersi effettiva davanti all'Assemblea Nazionale del Parlamento venezuelano in plenaria e ciò non è avvenuto.

            Il Procuratore Generale ha denunciato che si impedisce alla Procura di avere accesso e contatti con il Presidente Chávez, che le notizie che ha ricevuto fino adesso provengono da fonti militari, da alcuni procuratori militari che hanno avuto accesso al luogo dove mantengono, illegalmente e mediante la violenza, detenuto il Presidente costituzionale del Venezuela.

            Il Procuratore Generale ha detto che se il Presidente costituzionale rinunciasse -il che non è avvenuto, infatti non si è presentato un documento, non si è permesso l'accesso all'opinione pubblica del presidente Chávez, non esiste il documento, non c'è stata riunione dell'Assemblea Nazionale venezuelana dove, secondo la Costituzione, dovrebbe presentare la rinuncia-, se così fosse, sempre ai sensi della Costituzione, spetterebbe al Vicepresidente della Repubblica il dovere di sostituirlo, in questo caso il signore Diosdado Cabello, e il presidente Chávez non ha destituito il Vicepresidente della Repubblica, né i ministri che conformano il Gabinetto.  Quindi, quelli che cercano di usurpare il potere mediante la violenza in Venezuela violano la Costituzione venezuelana, i fondamenti dello Stato di diritto e sottopongono il paese a una situazione di totale e palese violazione dei postulati della Carta Democratica Interamericana, approvata dall'Organizzazione di Stati Americani.

            Il Procuratore ha detto che il Presidente è ingiustamente arrestato, che non ha firmato nessuna rinuncia, ma se il Presidente avesse rinunciato e lo facesse anche il Vicepresidente di Venezuela, secondo la Costituzione il controllo del paese spetterebbe al Presidente dell'Assemblea Nazionale venezuelana.  Perciò gli avvenimenti che si susseguono sin dall'alba sono una violazione della Costituzione venezuelana e la giunta di facto che sta cercando di stabilirsi solidamente al potere, viola la Costituzione venezuelana e viola i precetti democratici stabiliti dall'Organizzazione di Stati Americani a cui aderisce il Venezuela.

            Vari governatori venezuelani hanno denunciato il colpo, hanno resistito al potere dei fautori del colpo; vari sono stati arrestati e portati in luoghi sconosciuti, in un ambiente di repressione a cui partecipano settori militari ed elementi coinvolti nel colpo di Stato, vincolati alla giunta che poche ore fa, in modo illegale, si è proclamata al potere in Venezuela.

            Cuba responsabilizza i fautori del colpo di stato, che in questo momento tollerano l'assedio alla sua Ambasciata, di quanto lì succederà al personale diplomatico cubano e alle sue famiglie.  Cuba ribadisce che sulle loro teste ricadrà la responsabilità di una situazione di violenza e di aggressioni contro il personale diplomatico cubano.

            Cuba ribadisce che il personale diplomatico cubano difenderà la nostra Ambasciata, se questi elementi vi penetrassero, anche a costo della vita, e rende responsabili ancora una volta i fautori del colpo che consentono e tollerano che in questo momento si incoraggi e si convochi i settori estremistici per invadere l'Ambasciata cubana, che funziona senz'acqua, senza elettricità e completamente bloccata dai suddetti elementi che agiscono lì con assoluta impunità.

            Il procuratore ha detto che in questo momento non c'è uno Stato costituzionale in Venezuela, è in atto un colpo di Stato, mediante cui una giunta di facto tenta, violando la Costituzione e la Legge venezuelana, di assumere il controllo del paese.

            Vogliamo che il nostro popolo, l'opinione pubblica nazionale e, in speciale, quella internazionale, conoscano su questi gravi avvenimenti.

            Domande.

            Lucia Newman (CNN).- Sì, buongiorno, signor Cancelliere.

            Due domande: Prima, cosa c'è di vero nei rumori secondo cui la moglie del presidente Chávez sarebbe a Cuba?  E, seconda, qual è la sua reazione di fronte all'annuncio fatto da Petróleos de Venezuela secondo cui a partire da oggi nemmeno una goccia di petrolio venezuelano sarebbe più fornita a Cuba?

            Felipe Pérez.-  La moglie del presidente Chávez non è a Cuba.

            Petróleos de Venezuela è adesso sotto la direzione di un gruppo di persone che seguono i fautori del colpo, che in questo  momento cercano di consolidarsi al potere in Venezuela, utilizzando vie e mezzi illegali, con un colpo di Stato e l'adozione di facto del controllo del paese.  Cuba non riconosce legittimità alla direzione di Pdv che risponde ai settori che hanno realizzato il colpo.

            Mauricio Vincent (El País).- Ministro, due domande:

            Ieri notte il Presidente cubano poté parlare con il Presidente venezuelano prima che questi restasse isolato?

            Cuba presenterà qualche denuncia in qualche foro internazionale come l'ONU o altri, in breve termine?

            Felipe Pérez.- Il presidente Fidel Castro parlò alla notte con il presidente Chávez.

            Cuba chiederà la convocazione dei meccanismi internazionali di preservazione delle istituzioni democratiche e di rispetto dello Stato di diritto.

            Cuba chiederà una riunione del Buró di Coordinamento del Movimento di Paesi non Allineati.  Cuba, in questo momento realizza azioni insieme ad altri paesi Non Allineati per far sì che la suddetta riunione si effettui nell'Organizzazione delle Nazioni Unite.

             Cuba, in questo momento, comunica alla Segreteria Generale delle Nazioni Unite la situazione di assedio e violenza contro la sua sede diplomatica a Caracas.

            Cuba realizza azioni perché il Gruppo dei 77, di cui Venezuela è l'attuale presidente, conosca i gravi avvenimenti che hanno consentito che una giunta di facto si appropri del potere e cerchi di consolidarlo in Venezuela.

            Mauricio Vincent.- Potrebbe dirci su che cosa hanno parlato e che trasmise Hugo Chávez al presidente cubano?

            Felipe Pérez.- No, quella è un'altra domanda, posso solo confermare che parlarono.

            Benito J. Milanés (Radio Rebelde).- Una domanda e una precisione.

            La domanda è: qual è la situazione dei cooperanti cubani nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, se si conosce?  E la precisione, quali istruzioni ha il personale diplomatico cubano a Caracas per difendere l'Ambasciata, come?

            Felipe Pérez.- In Venezuela in questo momento ce ne sono 1043 collaboratori civili cubani: allenatori sportivi, medici, personale paramedico e lavoratori e tecnici di altri settori dell'economia e dei servizi, hanno lavorato lì in virtù di un accordo legalmente stabilito tra il legittimo governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela e il governo cubano.

            Le ultime notizie, giunteci cinque minuti fa, assicuravano che il suddetto personale è al sicuro, in contatto permanente con i suoi capi, con il personale che dirige la collaborazione cubana in quel paese e con l'Ambasciata cubana a Caracas.  Noi, da qui, dall'Avana, abbiamo anche contatto permanente con loro.  I collaboratori cubani sono in luoghi sicuri, sono stati raggruppati e in questo momento non crediamo che il suddetto personale, la maggioranza di cui non si trova a Caracas, ma all'interno del paese, sia in pericolo.

            In ogni caso, responsabilizziamo anche le autorità di facto di qualsiasi incidente, aggressione o provocazione contro i collaboratori cubani che hanno prestato pregiati servizi al popolo venezuelano durante questo periodo.

            Il personale dell'Ambasciata cubana difenderà l'integrità della nostra sede diplomatica con tutte le risorse alla sua portata, specialmente con la vita, che è la risorsa più preziosa.

            Andrea (El Universal).- Buongiorno.

            Nel caso in cui la situazione attuale si prolungasse, quale sarebbe la sua valutazione sul fatto che Cuba rimanga senza il petrolio venezuelano e come ciò potrebbe colpire sia l'economia cubana, sia il benessere della popolazione cubana?

            Felipe Pérez.- In questo momento affrontiamo una situazione di urgenza, e questo è un argomento su cui possiamo tornare dopo.  Ciò che posso ribadire qui è la più assoluta fiducia rispetto al fatto che il Governo Rivoluzionario cubano e il popolo cubano sono pronti ad affrontare qualsiasi situazione, anche quelle più difficili.  Non dovete dimenticare che abbiamo appena superato dieci anni di periodo speciale, nato dal crollo brutale e subito dei nostri rapporti economici con i soci tradizionali, e che malgrado ciò, il paese ha avuto la capacità, il talento e l'appoggio del popolo per superare difficoltà tanto gravi.

            Voglio dire che Cuba segue con aspettazione e attenzione somma la riunione del Gruppo di Río, che si svolge a San José di Costa Rica e spera sulla sua reazione, nonché sulla reazione dell'Organizzazione di Stati Americani e dei governi del continente compreso quello degli Stati Uniti, nei confronti di questo violento diroccamento delle istituzioni democratiche in un paese dell'emisfero.  Ripeto, Cuba segue con molta attenzione le reazioni che a riguardo avranno, e spera che i governi della regione e le istituzioni regionali e internazionali si oppongano al colpo di Stato in Venezuela, e reclamino, come Cuba, che sia restituito al potere il governo eletto democraticamente e costituzionalmente in Venezuela, nonché la restituzione in carica delle autorità legittime venezuelane, e spera anche che non ci sia tolleranza o complicità di nessun tipo, soprattutto in questi tempi in cui sono stati pronunciati tanti discorsi in favore della democrazia, delle istituzioni democratiche e del rispetto dei diritti umani, quando si sa che in Venezuela un gruppo di dirigenti incostituzionali si sono appropriati, mediante la forza e la violenza, del controllo del paese.

            Giornalista.- Ministro, per favore, ci sono funzionari venezuelani esuli nell'ambasciata cubana?  Ci sarebbe tra di loro il Vicepresidente Cabello?

            Felipe Pérez.- Non c'è nessun venezuelano nell'Ambasciata cubana a Caracas, assolutamente, sono false le accuse che in questo senso hanno fatto i leader dell'estrema destra cubana residente lì, terrorista, strettamente legata ai settori estremistici di Miami, per incoraggiare i settori più violenti della popolazione venezuelana ad assediare, invadere e assalire l'Ambasciata cubana, che subisce adesso un blocco delle comunicazioni, di elettricità, di acqua e di accesso all'esterno.

            I veicoli diplomatici del personale cubano che erano parcheggiati all'esterno della nostra sede diplomatica, sono stati colpiti, alcuni praticamente distrutti.  Tuttavia, il personale diplomatico cubano e le famiglie, con assoluta serenità, preservano la sede, e la propria sicurezza.  E speriamo che non ci sia una situazione violenta -che sarebbe molto grave- contro i diplomatici cubani e le loro famiglie, che usufruiscono dell'immunità diplomatica, secondo quanto stabiliscono tutte le convenzioni internazionali sulla materia.

            Qualcos'altro?

            Oscar Madrid (ANSA).- Signore Cancelliere, se si consolidasse il colpo di Stato in Venezuela, quale sarebbe l'atteggiamento del governo cubano a riguardo?  E, in quel caso, ci sarebbe la possibilità di dare asilo al presidente Chávez.

            Felipe Pérez.- Non posso immaginare una situazione di consolidamento di un colpo di Stato in America Latina nel XXI secolo.  Non posso credere che ciò sia possibile.  Spero che la pressione internazionale dei governi della regione, del governo degli Stati Uniti e del resto dei governi di America Latina, che la pressione del Gruppo di Rio, dell'Organizzazione degli Stati Americani, reclamando l'adempimento della clausola democratica della Carta Democratica Interamericana, impediscano che si consolidino al potere i gruppi incostituzionali che oggi usurpano il potere in Venezuela.  Quindi, non concepisco un tale scenario, sarebbe una gravissima violazione e un precedente molto negativo, un colpo demolitore alla credibilità di tutto il discorso in favore della democrazia che durante anni c'è stato in questo emisfero.

            Spero che questa volta non si permetta, come successe già una volta, una dittatura di facto in un paese dell'America Latina.  E non posso immaginare lo scenario in cui i governi della regione, le istituzioni democratiche della regione tollerino, appoggino o riconoscano un governo che, secondo il Procuratore Generale del Venezuela, si costituisce illegalmente, con il Presidente costituzionale arrestato, senza che abbia rinunciato, senza che abbia rinunciato il Vicepresidente, o siano stati destituiti i ministri, applicando la forza e la violenza, un vero e proprio colpo di Stato.  Non posso immaginare un tale scenario.

            Sul Presidente Chávez, bisogna prima sapere cosa faranno con lui i fautori del colpo di Stato, che in questo momento lo mantengono sotto arresto e isolato, nonostante essere il Presidente costituzionale del paese, senza che abbia rinunciato, senza che sia stato mostrato nessun documento e mentre si parla con assoluta sfacciataggine di "transizione democratica" in Venezuela.

            Cuba rifiuta che questo colpo di Stato venga chiamato "transizione democratica".  C'è stato un colpo di Stato in Venezuela, che considera dev'essere rifiutato, condannato e che si deve esigere ai fautori del medesimo che detengono illegalmente il potere, che restituiscano il potere alle autorità costituzionali venezuelane, elette in modo democratico dal popolo, in virtù della Costituzione venezuelana.

            Mery Murray (NBC).- Ministro, Lei può fornire qualche dato sui diplomatici cubani a Caracas, quanti sono all'Ambasciata?  Quante donne sono lì, quanti bambini, dove si trovano le moglie e i figli dei diplomatici?

            Il Ministero non ha ancora ricevuto oggi qualche richiesta di asilo dei venezuelani che sono qui a Cuba?

            Felipe Pérez.- Il Ministero non ha ricevuto nessuna richiesta di asilo, non conosciamo che sia successo.

            Il personale diplomatico e i familiari sono varie decine di persone, le donne e i bambini sono in questo momento protetti nella Residenza dell'Ambasciatore cubano, e l'Ambasciata è adesso protetta e difesa da un gruppo di funzionari diplomatici del nostro paese.  All'Ambasciata ci sono anche altri familiari dei nostri diplomatici e speriamo che le loro vite siano rispettate e che l'immunità dei recinti diplomatici cubani sia rispettata.

            Qualcos'altro?

            José L.Ponce (Direttore del Centro Stampa Internazionale).- Ultima domanda, Ramírez.

            Francisco Ramírez (Notimex).- Ministro, in mezzo a una situazione tanto fluida e senza consolidamento, Cuba ha delle preoccupazioni fondate riguardo all'integrità fisica del presidente Chávez?

            Felipe Pérez.- Cuba è preoccupata dell'integrità fisica del presidente Chávez, che in questo momento si trova isolato, detenuto in una caserma dell'esercito.

            Cuba ritiene che il presidente Chávez è ancora il Presidente costituzionale del Venezuela, e Cuba rifiuta la notizia secondo cui il presidente Chávez ha rinunciato alla Presidenza, e Cuba sfida i dirigenti di facto a presentare il documento di rinuncia del presidente Chávez.

            José L.Ponce (Direttore CPI).- Molte grazie, Ministro.

            Felipe Pérez.- Bene, molte grazie.