L'ONU dice che la detenzione dei

Cinque antiterroristi cubani è illegale

 

 

Ginevra 16 luglio 2005 – www.granma.cu

 

 

 

La detenzione dei Cinque cubani condannati ingiustamente negli Stati Uniti è arbitraria e viola il diritto internazionale, ha determinato una commissione delle Nazioni Uniti in un giudizio, ha informato AP.

 

La decisione della commissione della ONU sulle detenzioni arbitrarie dice che ai Cinque Cubani detenuti per aver cercato di scoprire le azioni di terrorismo dei gruppi nemici di Cuba nella Florida è stato negato l’accesso a tutte le prove e alle accuse, così come ai loro avvocati.

 

Nel verdetto la commissione ha stabilito che il processo non si è svolto con l’obiettività e l’imparzialità necessarie per giungere alla conclusione e che non furono osservate le norme di un processo imparziale.

 

Il procedimento in questo caso è stato incompatibile con gli accordi internazionali firmati dagli Stati Uniti che garantiscono che ogni persona accusata d’un delitto ha il diritto di fare uso con totale uguaglianza di tutte le facilità necessarie per preparare la propria difesa, ha dichiarato la commissione.

 

I prigionieri Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Ramón Labañino, Fernando González e René González, hanno denunciato come chiaramente politico il processo.

 

Leila Zerrougui, presidentessa della commissione ha detto che non poteva fare commenti sulla decisione sino a che non sarà concluso il tempo dato agli Stati Uniti per dare una risposta.

 

Abbiamo adottato una decisione e l’abbiamo inviata al governo degli USA, ha detto, ma non possiamo parlare di tutto questo, come prevede il procedimento.

 

La decisione di questa commissione, il cui rispetto non è obbligatorio, invita gli Stati Uniti ad adottare le misure necessarie per rimediare alla situazione, in conformità con i principi espressi nella Convenzione Internazionale dei diritti civili e politici.

 

Il caso dei Cinque Cubani ha richiamato l’attenzione internazionale ed ha incluso la creazione di gruppi a favore in nove città degli Stati Uniti e il sostegno dell’ex segretario di giustizia Ramsey Clark e dell’argentino Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel della Pace e di altre personalità.