A.HART DÁVALOS - 26 settembre 2005

 

 

Mai come oggi è stato necessario ricordare la formula martiana sul rapporto tra bontà, intelligenza e felicità di ogni uomo da una parte e malvagità, stupidità e infelicità dall’altro.

 

Per conseguire questa formula relazioniamo, come faceva l’Apostolo, la bontà con l’intelligenza e la felicità di ogni uomo, da un lato e la malvagità con la stupidità e l’infelicità dell’altro. Questo può essere studiato a livello individuale e anche sociale. I moderni progressi della psicologia e le descrizioni fatte in campo fisiologico sul funzionamento della mente umana, confermano questa tesi martiana, secondo la quale i sentimenti, le emozioni e la capacità intellettuale dell’essere umano stanno in un rapporto molto diretto tra loro e sono quelli che permettono l’equilibrio individuale in ogni persona. Ciò è d’altra parte vero a livello sociale e storico, può essere comprovato esaminando minuziosamente la storia universale.

 

I sistemi politici e sociali muoiono non solo a causa della malvagità, ma anche perchè sono drammaticamente guidati dalla stupidità, come dimostra la storia di Cuba nel suo rapporto col colonialismo spagnolo prima e, più tardi, col neocolonialismo nordamericano. E’ una verità storica della quale tener conto, oggi che si sta producendo la decadenza, carica di pericoli per l’umanità, del sistema di dominazione capitalistico.

 

Ma, come ha detto Fidel Castro, questa è un’epoca che offre anche possibilità di generare ricchezze e maggiore felicità per gli esseri umani. Si, stiamo vivendo un’epoca successiva a quella moderna, vale a dire post-moderna, caratterizzata dalla più grande e profonda crisi delle istituzioni e dei valori politici, giuridici, etici e morali della cosiddetta civiltà occidentale. Quelli che mantengono la loro vigenza formale sono già importanti per affrontare il dramma dell’umanità nel secolo da poco cominciato e per questa ragione è necessario creare uno spazio di studio, ricerca e promozione di idee sulla necessità dell’equilibrio del mondo, che venga condotto per mezzo di un dialogo alieno o distante dalle enormi limitazioni imposte dai conflitti pratici immediati nel globo.

 

A questo proposito, la Conferenza Internazionale per l’Equilibrio del Mondo ha deciso di organizzare il Progetto José Martí di Solidarietà Mondiale, destinato a creare su scala internazionale uno spazio di riflessione, studio, ricerca e promozione d’idee sulla necessità dell’equilibrio planetario, che sia orientato verso un dialogo sereno, alieno alle enormi limitazioni imposte dagli attuali conflitti di carattere politico immediato. Aspiriamo a propiziare la più ampia rappresentazione di civiltà e popoli del mondo, degli organismi internazionali, specialmente dell’UNESCO, più interessati a questi obiettivi e – a partire dal consenso universale espresso con la creazione dell’ONU dopo la Seconda Guerra Mondiale, promuovere l’attualizzazione degli ideali multilaterali che garantiscano il diritto delle nazioni, dei popoli, delle identità culturali e dell’essere umano a favore della pace, della cultura e dello sviluppo economico e sociale.

 

Rivolgiamo un appello a tutte le persone di buona volontà a dare il loro sostegno a questa iniziativa, che conta sul patrocinio dell’UNESCO. Siamo depositari di una bella tradizione intellettuale che ci permette, oggi più che mai, di pensare con la nostra testa e fare in modo – come indica Martí – che le forme di governo scaturiscano dai nostri stessi paesi. Stiamo vivendo un momento cruciale della storia del mondo e dell’America Nostra.

 

L’elemento nuovo che si presenta è che, mentre la cosiddetta civiltà occidentale si trova ad un bivio pessimista e destrorso, nell’America Nostra si trova oggi il seme di un mondo di speranza. Quando a Martí dissero che non c’era l’atmosfera per una guerra d’indipendenza, questi rispose che lui non parlava d’atmosfera ma di sottosuolo.

 

In America Latina esiste un mondo di speranze che sta emergendo in tutto l’emisfero. Si compari la situazione politica del mondo attuale con il fatto che esistono cinque stati latinoamericani che, in maggiore o minor misura, stanno portando avanti cambiamenti importanti in rapporto alle loro condizioni nazionali. Mi riferisco ad Argentina, Brasile, Venezuela, Uruguay e Bolivia. I recenti avvenimenti boliviani confermano la bancarotta della politica neoliberista e la presa di coscienza delle masse rispetto alle vere cause dei problemi che affliggono i nostri paesi. Non dobbiamo dimenticarcelo, perchè dal sottosuolo d’America sta emergendo la maggiore speranza del mondo d’oggi.

 

Non sono trionfalista, conosco bene le difficoltà e so anche che il cambiamento è molto difficile, ma il seme è entrato nel solco, i germogli sono lì; approfittiamone e cerchiamo in tutti i modi di dare ideologia, filosofia e teoria al nuovo processo in gestazione, che appare con forza nell’idea dei forum di San Paolo, nel Festival della Gioventù e degli Studenti, nello slogan “un altro mondo migliore è possibile”. L’America Latina è all’avanguardia nella ricerca di questo mondo migliore.

 

Manteniamo l’impegno che abbiamo come “piccolo genere umano”, per usare il termine col quale ci qualificò Simon Bolívar. Martí diceva, riferendosi ai cubani che rifiutavano di lottare per l’indipendenza, che non sembrava vero che con un avvenire così glorioso di fronte, esistessero uomini nati nella nostra terra che legavano le loro vite alla rozza e putrefatta monarchia spagnola.

 

Parafrasando queste idee dell’apostolo, potremmo dire che è incredibile l’esistenza di latinoamericani che rinunciano, nel XXI secolo, all’impegno di aiutare il mondo con le idee dei nostri personaggi storici e pensatori illustri e legano le loro vite all’imperialismo decadente e corrotto. Uniamo le nostre intelligenze ed i nostri cuori per dire ai nostri popoli e all’umanità intera: un mondo migliore è possibile. E’ la repubblica morale d’America, la formula dell’amore trionfante profetizzata da Martí.