Il Governo dello Sri Lanka riconosce il lavoro della brigata medica cubana

ARNALDO MUSA y JUVENAL BALAN (foto)

Inviati speciali 25 gennaio 2005

MATARA, Sri Lanka - Il Governo dello Sri Lanka ha elogiato lo svolgimento della brigata medica cubana a Galle, nella Provincia Sud, una delle zone più colpite dallo tsunami che ha raso a suolo ampie zone della piccola isola dell’Oceano Indiano. Le autorità locali hanno sottolineato che la popolazione del luogo è contenta dell’assistenza che riceve dai medici dei Caraibi.

Membri della brigata medica cubana con uno dei più piccoli abitanti di Galle, località danneggiata dallo tsunami.

In una visita ai sinistrati in quel distretto, il vice ministro della Sanità Pubblica, Mahinda Yapa Abeywardana, ha dichiarato alla stampa cubana che la nazione ha ricevuto un’efficiente aiuto internazionale, come quello di Cuba e ha suggerito che la presenza dei medici si prolunghi per altri 2 mesi.

Yapa Abeywardana ha sostenuto che i danni materiali sono stati ingenti, ma non ha dato le cifre esatte dei morti, perché aumentano sempre di più. Il viceministro ha segnalato che è indispensabile concludere la prima delle due fasi di riabilitazione e ricostruzione nelle aree danneggiate.

Il Governo ha affermato che i sinistrati non vogliono vivere nei campi profughi e hanno bisogno dell’indipendenza che sempre hanno goduto, perciò si sta analizzando la possibilità di spostare una parte di loro in altre zone del paese.

Nell’attuale scenario Srilankese si distingue il fatto che organizzazioni politiche del paese, incluse quelle dalle idee e pratiche più dissimili tra loro, hanno deciso pubblicamente di accomunare gli sforzi per la ricostruzione nazionale e di contribuire a un maggiore progresso in tutte le sfere.

Il segretario del distretto di Matara, H. G. S. Jayasekara, ha offerto alcuni dati ai giornalisti cubani sulle perdite subite nel luogo: 20.165 famiglie (69.607 persone) con le abitazioni distrutte o molto danneggiate, 11 scuole e 18 templi con danni seri.

In questo contesto, T. M. Nimal de Silva, sindaco di Matara, ha sottolineato la perdita di numerose fonti di impiego e ha chiesto la cooperazione per riabilitare il settore della pesca.
 

 

Una brigata di medici cubani sta lavorando nello Sri Lanka

ARNALDO MUSA/JUVENAL BALÁN (foto)

(Inviati speciali)  23 gennaio 2005

GALLE, Sri LankaSono caduti dal cielo, ha detto la popolazione. E non è che qui, a 130 km. dalla capitale Colombo, siano mancati gli aiuti internazionali, ma ad opinione di molti i medici cubani sono differenti.

Oltre a combattere le malattie diffusesi in conseguenza del maremoto, i medici cubani cercheranno di fare opera di prevenzione tra la popolazione, nonostante le deficienze sanitarie.

Nell’accampamento c’è un cartello scritto dagli srilankesi in inglese e cingalese, che dice: “Centro di salute assistenziale cubano”, ma lì tutti sanno che questi medici non vanno soltanto a combattere malattie diffusesi in conseguenza del maremoto che ha colpito duramente lo Sri Lanka ed altre nazioni asiatiche ed africane, ma che cercheranno di fare opera di prevenzione, nonostante le deficienze sanitarie, tra la popolazione.

La zona di Galle è stata molto danneggiata e tuttora non si sa quanti dei suoi 80.000 abitanti sono morti a causa del disastro. E’ a mitigare il dolore di questo fatto terribile e luttuoso che si dedicano i 24 componenti della brigata medica cubana, arrivata il 9 gennaio nello Sri Lanka.

Sono sedici medici, due infermiere, due tecnici dell’igiene, tre specialisti di Labiofam e l’ingegnere incaricato dell’impianto elettrico.

Alla testa della brigata c’è il dottor Pedro Alfonso Aguilar, il quale ci dice che l’opera del gruppo si basa su quattro linee strategiche:

1.        – Portare il lavoro medico nella comunità, cioè non limitarlo all’accampamento e collocare postazioni mediche nell’area assegnata, lungo un tratto di strada di circa 20 km.

2.        –  Assistenza a gruppi priorizzati, come ai 1.400 alunni di una scuola primaria e secondaria, una casa di riposo per anziani ed un orfanotrofio.

3.        –  Applicazione di due tonnellate di Biorrat portate da Labiofam, cosa già fatta con buoni risultati.

4.        –  Attività educativa. Ognuno di questi aspetti è diretto ad evitare che appaiano epidemie.

Secondo il dottor Pedro Alfonso Aguilar – dell’Unità di Collaborazione Medica della provincia di Città de L’Avana – i venti pazienti dell’ospizio della comunità si sono salvati e non c’è stato un solo morto causato dallo tsunami, perchè si sono sdraiati sui letti, con l’acqua che arrivava ad alcuni al collo, ad altri al petto ed hanno aspettato che defluisse.

I medici cubani hanno curato questi vecchietti da affezioni come piaghe, ulcere, pressione alta. “Quando non andiamo da loro per due giorni ci chiamano”, spiega.

Generalmente il popolo srilankese è affettuoso, “specialmente a Galle, dove ci sono state spalancate le porte per il nostro lavoro. Il gruppo è sorpreso della gratitudine ed umiltà di questa gente”, aggiunge il Capo della brigata medica cubana, che infine sottolinea:

“I membri di questa brigata sono di Patria o Morte. E’ un gruppo attivo, creativo, lavoratore e desideroso che tutto riesca bene. Sono disciplinati. Con una truppa come questa posso andare fino alla fine del mondo”.