Felipe Pérez Roque ha denunciato la crudeltà del blocco statunitense
 

• È terminato il III Foro della Società Civile Cubana

 

(PL) – Il Ministro degli esteri di Cuba, Felipe Pérez Roque, ha segnalato che il peso più importante  del blocco degli USA è esattamente la sua crudeltà rafforzata in 45 lunghi anni di vigenza. 

 

In tutti questi anni il blocco è divenuto un’intricata rete di regolamenti e leggi che perseguitano e danneggiano coloro che commerciano con Cuba, ha indicato il ministro, riassumendo il IIIº Foro della Società Civile Cubana contro il blocco e l’annessione, al quale hanno partecipato i rappresentanti d’un centinaio di ONG’s dell’Isola.

 

Il ministro ha riconosciuto lo sforzo dell’Associazione cubana delle Nazioni Unite - ACNU - e delle ONG’s che hanno approfondito l’analisi sul tema in consonanza con altri settori dell’Isola, che hanno sviscerato la natura dell’assedio degli USA ed hanno denunciato il recente “piano di Bush per la transizione a Cuba”.

 

Pérez Roque ha ricordato le conseguenze di questa misura di Washington su Cuba, che non può sviluppare attività commerciali normali con terzi paesi, privata dell’uso del dollaro e di fonti di finanziamento.

 

Per la legge federale nessuna compagnia degli Stati uniti o le loro sussidiarie possono avere relazioni commerciali con Cuba; vengono multate le navi che toccano i porti di Cuba e persino i cittadini nordamericani che consumano prodotti di Cuba anche al di fuori del suolo dell’Unione.

 

“Il fatto più sordido per i cubani, ha detto il ministro, è il detto Piano per la transizione a Cuba, approvato da Bush nel giugno del 2004, nel quale si dettaglia in sei capitoli la sorte dell’Isola dopo la scomparsa del processo rivoluzionario”.

 

Il dibattito dei rappresentanti delle ONG’s si è soffermato sulle conseguenze annessioniste  di questo documento ed è stata stilata una Dichiarazione Finale di condanna del blocco e di quest’ultima manovra di Bush per affrontarlo. 

 

Pérez Roque, ricevendo il documento, ha indicato che: “ In questo giorno utile  le associazioni hanno dato un apporto indiscutibile al dibattito e alla  preparazione del popolo cubano alla vera essenza del blocco. Tutto questo ci dà gli strumenti per combattere questa politica, ha detto, perchè per poter lottare si deve conoscere bene la politica del nemico, sviscerare i probabili effetti e le intenzioni occulte o proclamate”.

 

La Dichiarazione Finale del Foro verrà inclusa nei testi ufficiali della missione cubana alle Nazioni Unite, che l’8 novembre presenterà una risoluzione contro il blocco. In alcuni giorni il documento circolerà alla ONU come espressione della volontà del popolo cubano e della sua posizione di lotta contro una politica che cerca di piegarlo per fame e malattie. 

 

Il testo delle ONG’s cubane denuncia che l’obiettivo del blocco è seppellire la Rivoluzione socialista  e l’esempio di giustizia e speranza che ne emana per l’Isola  e per il mondo. 

 

“Abbiamo resistito eroicamente per quasi mezzo secolo di aggressioni pagando un prezzo molto elevato per la nostra determinata volontà di difendere il diritto all’indipendenza nazionale e di una vita con decoro!” hanno affermato ancora nelle loro dichiarazioni le associazioni di Cuba, assicurando che i piani per instaurare il capitalismo e reimporre la dominazione imperiale a Cuba sono condannati al fallimento.

 

Trincee d’idee

contro il blocco

 

J.A. de la Osa  - 31 ottobre

 

Il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque ha espresso gratitudine a nome del Governo e del MINREX per la dichiarazione consegnata lunedì all’Avana dalle organizzazioni partecipanti al III Foro della società civile cubana contro il blocco e l’annessione.

 

Il Ministro ha definito il documento "un contributo alla formazione di trincee d’idee necessarie" per difenderci dai piani aggressivi dell’imperialismo, in particolare di quelli che pretendono di trasformare di nuovo Cuba in una neo-colonia degli USA.

 

"Daremo istruzioni alla nostra missione permanente alle Nazioni Unite", ha detto, "affinché chieda al Segretario Generale di quell’organizzazione la distribuzione del testo come documento ufficiale dell’Assemblea Generale e di metterlo entro pochi giorni a disposizione delle 191 delegazioni degli Stati membri.

 

La dichiarazione denuncia l’obiettivo della politica del Governo USA di annientare la nostra Rivoluzione martiana e socialista e l’esempio di giustizia e speranza che da essa emana per il nostro popolo e per il mondo. "Ha il pregio singolare" ha detto Felipe "di essere stata elaborata, discussa e approvata da un’ampia gamma di organizzazioni e associazioni che hanno dovuto soffrire e soffrono gli effetti del blocco".

 

"Nella resistenza di Cuba oggi", ha sostenuto, "è in gioco il diritto di un piccolo paese di scegliere la sua strada, l’esistenza o meno del diritto alla libera determinazione di tutte le nazioni proclamata nella Carta delle Nazioni Unite. Se Cuba venisse sconfitta, l’America Latina sarebbe meno libera e tutti quelli che lottano per un mondo migliore avrebbero sofferto una sconfitta colossale".

 

"Quindi", ha sostenuto, "la nostra resistenza e vittoria le dobbiamo ai cubani di oggi e di domani, nonché a tutti coloro che ci sostengono. Una prova di ciò sarà il pronunciamento del prossimo 8 novembre dell’Assemblea Generale dell’ONU, quando si dibatterà e voterà nuovamente il progetto di risoluzione ‘Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba’".

 

Pérez Roque ritiene che vada spiegato il piano del presidente Bush, base del suo programma d’amministrazione di Cuba se riuscisse ad abbattere la Rivoluzione e a prendere il controllo del nostro paese.

 

Ha citato la prima misura di questo piano: stabilire un Governatore a Cuba, il "Coordinatore per la transizione" che già è stato nominato e che adesso sta visitando l’Europa, a suo dire raccogliendo il favore dei Governi europei alla politica degli USA.

 

"A questo ‘futuro amministratore’", ha detto il Ministro, "va ripetuto tutti i giorni che a Cuba ci sarà transizione, ma verso più socialismo, più giustizia, più democrazia, più potere del popolo e più cultura".

 

Ha anche fatto riferimento ad altre misure come quella di creare una commissione per la ristrutturazione economica di Cuba, chiamata a decidere la restituzione delle proprietà del popolo, comprese le abitazioni, agli antichi padroni; la chiusura dell’industria biotecnologica, considerata inadatta ad un paese povero come il nostro; il licenziamento dei nostri più di 300.000 maestri e professori "troppo politicizzati" per continuare a insegnare dopo il "cambiamento" e la privatizzazione del sistema sanitario, che verrebbe sostenuto da organizzazioni caritatevoli per aiutare coloro che non potranno accedere nemmeno ai servizi medici basilari.

 

"Sicuramente", ha segnalato Felipe, "non sanno che dovranno cercare ogni cubano e puntargli addosso un cannone, perché stiamo parlando di un intero popolo che sa benissimo cos’è in gioco".

 

Declaración de las organizaciones participantes en el

“III Foro de la sociedad civil cubana

contra el bloqueo y la anexión”

 

  • Reunidos en La Habana, hoy 31 de octubre de 2005, representantes de un amplio espectro de organizaciones y asociaciones civiles cubanasexpresamos nuestra más enérgica condena alrecrudecimiento de los actos de agresión del gobierno reaccionario de los Estados Unidos de Américay reclamamos el cese inmediato e incondicional de la criminal política de bloqueo contra nuestro pueblo.

  • El martes 8 de noviembre, la Asamblea General de las Naciones Unidas debatirá y someterá nuevamente a votación elProyecto de Resolución intitulado “Necesidad de poner fin al bloqueo económico, comercial y financieroimpuesto por los Estados Unidos de América contra Cuba”. Este encuentro, que da continuidad al II Foro de la sociedad civil cubana contra el Bloqueo - celebrado el 15 de octubre de 2004- , se suma a las acciones que se llevan a cabo en Cuba y en todo el mundo para denunciar las consecuencias del bloqueo para nuestro pueblo.

  • El objetivo de esta política es aniquilar nuestra revolución martiana y socialista, y el ejemplo de justicia y esperanza que de ella emana para nuestro propio pueblo y para el mundo. Hemos resistido con determinación casi medio siglo de brutales agresiones, pagando un elevado precio por nuestra inclaudicable voluntad de defender el derecho a la independencia nacional y a una vida con decoro. Los planes para reinstaurar el capitalismo y reimponerla dominación imperial sobre la nación cubana están condenados al fracaso. No nos rendiremos, ni entregaremos la revolución. La defenderemos hasta las últimas consecuencias.

  • El bloqueo afecta sensiblemente la economía del país: fue, es y será -mientras no se desmantele- el obstáculo fundamental para nuestro desarrollo. Con un marcado carácter criminal, extiende su impacto sobre todos los sectores de la vida nacional, afectando la salud, la educación, la seguridad alimentaria, el deporte, la cultura, el transporte, la vivienda y el medio ambiente. A pesar de tan difícil prueba, la férrea voluntad del pueblo y su determinación de avanzar, han permitido alcanzar elevados niveles en nuestro desarrollo social.

  • El gobierno de los Estados Unidos de América, de estirpe fascista y genocida, es responsable de graves crímenes contra la humanidad. En su afán de poder y dominación, agrede y ocupa pueblos, extermina civiles inocentes, viola leyes internacionales, sostiene un orden internacional injusto y criminal, fabrica las peores mentiras para justificar sus arteros propósitos, empobrece continentes enteros, pone en peligro la sostenibilidad ambiental, desprecia la vida e impide las ansias de desarrollo, justiciay pazen el mundo.

  • La ultraderecha estadounidense y las vengativas organizaciones mafiosas de origen cubano radicadas en Florida – que no perdonan que hayamos construido una revolución genuina – han elaborado un plan para Cuba. Es el Plan Bush para la anexión, que pretende hacernos regresar al pasado oprobioso y liquidar la existencia misma de la Nación Cubana a cualquier precio.Nos resistimos a ser nuevamente parias en nuestro propio suelo. Preservaremosla dignidad conquistada con el sacrificio de los mejores hijos e hijas de nuestro pueblo.

  • Los representantes de las ONGs cubanas aquí reunidas repudiamos el nombramiento de un agente imperiala sueldo para coordinar la denominada “transición” al capitalismo en Cuba. Nuestra resistencia hará fracasar sus arteros propósitos.

  • Rechazamos los actos de subversión dirigidos a financiar y construir artificialmente unacontrarrevolución interna servil a los intereses de la potencia que nos agrede. El pueblo amante de su patria desprecia a los traidores y mercenarios que la atacan.

  • Demandamos se respeten los derechos de las familias cubanas y el derecho de nuestros pueblos a mantener y desarrollar lazos de solidaridad, cooperación y amistad. Reclamamos se respete el derecho de las ONGs cubanas a sostener intercambios y relaciones de cooperación respetuosos de nuestra independencia y dignidad nacional.

  • Denunciamos la ampliación de las campañas propagandísticas anticubanas y de las acciones de difamación tendentes a crear un expediente que justifique actos de agresión y el recrudecimiento del bloqueo genocida. Son totalmente falsas las acusaciones sobre promoción del terrorismo, el desarrollo de programas de investigación para la producción de armas biológicas, el fomento de actividades de narcotráfico y de acciones de espionaje y desestabilización. Cuba ha sido un baluarte en la lucha contra el terrorismo y el tráfico de drogas a nivel mundial; sus programas biotecnológicos están exclusivamente en función de la salud de nuestro pueblo y de cuantos pueblos en el mundo necesiten nuestros medicamentos y tratamientos; es la pobreza enquistada por siglos de explotación colonial y profundizada por la aplicación de doctrinas neoliberales y no Cuba, el principal factor de desestabilización y crisis en los países subdesarrollados de nuestro hemisferio.

  • Demandamos a los gobiernos, organismos internacionales y ONGs del mundo que no se sometan y denuncien las maniobras estadounidenses dirigidas a debilitar y desprestigiar el ejemplo de valentía, coraje y solidaridad de la revolución cubana.

  • Reclamamos al gobierno de los Estados Unidos el levantamiento incondicional del bloqueo económico, financiero y comercial contra Cuba y el cese de su política agresiva contra nuestro pueblo, violatorios del derecho internacional y de la voluntad de la Asamblea General de las Naciones Unidasexpresada en sucesivas Resoluciones aprobadas por este órgano desde 1992.

  • Exigimos al gobierno de Estados Unidos que cese el amparo al terrorista Luis Clemente Posada Carriles y que proceda a suinmediata extradición a Venezuela. Es bochornosa la actitud hipócrita y desvergonzada de un gobierno que se autotitula paladín del antiterrorismo. Es vergonzante el silencio cómplice ante tal inmoralidad. Las ONGs cubanas condenamos los actos de terrorismo de Estado que se cometen contra nuestro pueblo.

  • Reclamamos la inmediata liberación de los cinco luchadores antiterroristas cubanos secuestrados en cárceles de máxima seguridad del imperio, víctimas del odio y la impotencia de los fracasados enemigos de la nación cubana, a pesar de haber sido declarado nulo por el Tribunal de Apelacionesde Atlanta, el amañado juicio en que fueron injustamente condenados.

  • Ante el incremento de las agresiones, ratificamos nuestra determinaciónde profundizar la obra revolucionaria y construir una patria aún más independiente, solidaria y justa, preservando las conquistas sociales alcanzadas y defendiendo hasta las últimas consecuencias la unidad del pueblo en torno a Fidel y la revolución. Hasta la victoria siempre.

La Habana, 31 de octubre de 2005

“Año de la Alternativa Bolivariana para las Américas”