Il mondo ha urgente bisogno

 

di pace e riconciliazione


Ha detto il reverendo Samuel Kobia. Il leader religioso ha condannato il blocco statunitense a Cuba e il terrorismo in tutte le sue manifestazioni. Il Consiglio Mondiale delle Chiese sostiene la causa dei Cinque

 

S.BARTHELEMY - 6 AGOSTO 2005

 

Il blocco che da più di 4 decenni impongono gli USA a Cuba deve terminare immediatamente, tra le altre ragioni per le sue implicazioni nello sviluppo economico e sociale e per il suo effetto nei rapporti umanitari ed etici di entrambe le nazioni, ha dichiarato il reverendo dottor Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese (CMI), alcuni minuti prima di ritornare a Ginevra, Svizzera, sede dell’Associazione.

 

Il leader religioso ha affermato che non esiste nessuna giustificazione perché il blocco continui vigente e ha espresso che questa politica mette a rischio anche le famiglie "se teniamo presenti", ha detto, "le recenti misure approvate dal presidente Bush, che includono la limitazione del numero di volte che le famiglie cubane si possono riunire con i parenti che risiedono negli USA".

 

Nella conferenza stampa Kobia ha espresso il suo rifiuto nei confronti del terrorismo in tutte le sue manifestazioni e il modo selettivo e ingiusto con il quale si pretende di combatterlo.

"Solo se il terrorismo viene assunto nella sua globalità e si fa giustizia con tutti quelli che sono responsabili di questi atti, sarà possibile cancellarlo dalla carta geografica mondiale" ha assicurato, esemplificando con il caso di Posada Carriles, autore di vari atti di terrore contro il popolo cubano, che finora non è stato processato come merita.

 

Kobia ha informato sulla solidarietà e la cooperazione che il CMI ha manifestato per i Cinque Eroi cubani prigionieri in carceri degli Stati Uniti proprio per aver combattuto il terrorismo. "Ci siamo mantenuti in contatto con i loro parenti", ha precisato "e il nostro Dipartimento delle Relazioni Internazionali mantiene un rapporto di lavoro molto stretto con coloro che lottano per la libertà dei Cinque.

 

Concludendo la visita pastorale di quasi una settimana al nostro paese, ha valutato il suo soggiorno come eccellente e utile perché, ha affermato, "ho avuto l’opportunità di effettuare scambi non solo con le chiese membri del CMI (quelle Metodista e Presbiteriana), ma anche con rappresentanti di altre e ho potuto constatare che la libertà di culto a Cuba è una realtà.

 

Ha sottolineato in modo speciale il suo incontro con il presidente Fidel Castro, con il quale ha dialogato su differenti temi di attualità e sul rapporto tra la Chiesa e lo Stato.

 

Inoltre, ha detto di sentirsi gradevolmente impressionato dalle sue visite in vari centri educativi e sanitari nella capitale, specialmente da quella all’Università delle Scienze Informatiche, progetto al quale ha pronosticato un futuro molto promettente e al Centro Medico Psicopedagogico Casa La Castellana, dove vengono assistite persone con insufficienza mentale.

 

Prima di concludere, ha meditato sul fatto che il mondo che abitiamo è disuguale e aspro. Molte persone vivono insoddisfatte e insicure e questo pregiudica i rapporti umani. "Perciò abbiamo", ha precisato, "una grande necessità di ottenere con urgenza la pace mondiale".

 

"Credo che sia giunto il momento che tutti, religiosi o meno, lavoriamo assieme, dialoghiamo per rispondere alla sfida di raggiungere la pace e la coesistenza pacifica, perché abbiamo con le generazioni future il debito di lasciare loro in eredità un mondo più riconciliato, partecipativo e diverso a quello in cui viviamo", ha concluso.

 

Kobia, che è stato invitato dal Consiglio delle Chiese di Cuba (CIC), è stato salutato alla sua partenza da Caridad Diego, capo dell’Ufficio dei Temi Religiosi del Comitato Centrale, Rhode González, presidentessa del CIC e dal reverendo Héctor Méndez, membro del Comitato Centrale del CMI.
 

 

Il CMI considera il blocco degli USA

 

contro Cuba un’inaccettabile

 

 imposizione etica e umanitaria

 

R.PAGES  5 agosto

 

 

"Il blocco degli USA contro Cuba va molto al di là dell’economia: è una questione etica e umanitaria inaccettabile, contro la quale ci siamo pronunciati molte volte e con forza", ha assicurato Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese durante un incontro nel Centro Memoriale Martin Luther King Jr.a Marianao, nella capitale.

 

Il reverendo Kobia ha dichiarato la sua soddisfazione per aver conosciuto il lavoro comunitario di questo centro e per il significato che si riconosce alla presenza storica africana a Cuba,non solo nella sua condizione di massimo rappresentante del CMI, ma anche perchè lui stesso è africano, del Kenia.

 

Egli ha annunciato che l’Assemblea Generale del CMI che si svolgerà l’anno prossimo a Porto Alegre, in Brasile avrà come slogan "Un mondo migliore è possibile", lo stesso del Forum Sociale e in quell’incontro migliaia di cristiani si riuniranno per denunciare le attuali politiche economiche neoliberiste.

 

All’incontro hanno partecipato Magaly Llort, madre di Fernando González, Irma Seheverert, madre di René, Olga Salanueva, moglie di René e Adriana Fernández, moglie di Gerardo González, ingiustamente reclusi negli Stati Uniti per aver combattuto contro il terrorismo.

 

Il lavoro delle chiese negli USA è essenziale per far sì che il popolo esiga la giustizia in questo caso, ha segnalato Guillermo Kerber, del CMI che accompagna il reverendo Kobia.

 

Kerber ha detto che hanno negato il permesso di visitare i Cinque ai cristiani nordamericani delle chiese che risiedono negli Stati dove i cubani sono detenuti.

 

Il Consiglio delle Chiese di Cuba si è sommato alla causa dei 5 per solidarietà con chi soffre ingiustamente dure pene e questo è stato sottolineato dal Reverendo Raúl Súarez, direttore del Centro Memoriale Marthin Luther King Jr.

 

Magaly Llort ha ringraziato a nome dei familiari dei 5 per la solidarietà e l’appoggio del CMI ed ha consegnato al Reverendo Kobia il libro "Cuba, la storia mai raccontata", nel quale si riassumono tutte le azioni di terrorismo organizzate dagli Stati Uniti contro Cuba. Inoltre gli ha dato una busta con la dichiarazione del Gruppo sulle Detenzioni Arbitrarie della ONU.

 

Giunto alla fine del suo soggiorno nell’Isola, il dirigente del CMI, che rappresenta più di 400 milioni di cristiani nel mondo, ha visitato il centro cardiologico dell’ospedale infantile William Soler e il Centro La Castellana per i bambini con sindrome di Down.