L'Herald vuole impedire le

 visite per motivi religiosi

 

lunedì 9 maggio 2005

 

L'organo della mafia cubana a Miami, L'Herald, è riuscito a richiamare l'attenzione del Dipartimento del Tesoro, denunciando che molte persone si stavano recando nell'Isola utilizzando autorizzazioni per credenti di religioni afro-cubane.

Dopo la pubblicazione della denuncia, avvenuta a febbraio, Lincoln Díaz-Balart ha nuovamente rimproverato l'OFAC, l'ufficio che dovrebbe andare alla caccia degli introiti finanziari dei terroristi e che ha invece inviato lettere minacciose, limitando le visite a 25 in questo trimestre. All'OFAC non sono bastate le minacce e poco dopo ha dichiarato che i viaggi erano attività illegali.

Il Miami Herald è arrivato a vantarsi del ruolo di delatore tramite carta stampata, scrivendo: "La misura dell'OFAC arriva dopo che L'Herald ha illustrato fin nei particolari casi nei quali le organizzazioni religiose di Miami stavano portando migliaia di persone - credenti e non credenti - a Cuba, facendo loro avere permessi religiosi per eludere le restrizioni dei viaggi dell'Amministrazione del Presidente Bush." L'OFAC, che è parte del Dipartimento del Tesoro, ha dato permessi per recarsi a Cuba a circa 200 chiese e organizzazioni religiose. "Questa è l'ultima possiblità che resta affinché la gente possa vedere la sua famiglia", ha detto un imprenditore danneggiato.

A luglio l'Amministrazione Bush ha ridotto il numero di volte che i cubani possono visitare i loro parenti nell'Isola, passando da una visita all'anno ad una ogni tre anni. José Montoya, capo del sacerdozio Lucumí Changó Eyeife a Miami, ha detto di aver portato circa 60 persone a Cuba con permesso religioso tra il 1996 ed il luglio del 2004. "Da quando le restrizioni sono entrate in vigore, nel luglio scorso, ho portato a Cuba circa 2 500 persone", ha aggiunto. Il 27 aprile in 700 hanno partecipato al festeggiamento nel Capitolio della Giornata di Azione per Cuba.

Presentando il progetto di legge, il senatore Baucus ha dichiarato che il suo paese perde credibilità quando impedisce ai suoi cittadini di fare uso del loro diritto di recarsi dove vogliono. Lì il galoppino cubano-americano Carlos Lazo ha raccontato, secondo il quotidiano Sun Sentinel, di essere stato in Iraq contribuendo a salvare la vita dei soldati nordamericani feriti.

Ma quando è tornato negli USA non ha potuto visitare i suoi due giovani figli che stanno a Cuba perché il signor Bush ha decretato che i cubano-americani possono recarsi nell'Isola soltanto ogni 3 anni. I partecipanti provenienti da tutto il paese, in rappresentanza del mondo degli affari, dell'agricoltura, i cubano-americani, gli scienziati e altri americani che vogliono essere liberi di andare a Cuba, hanno visitato i loro rappresentanti nel Congresso o gli hanno telefonato al Capitolio (202 224 3121) per discutere sulla libertà costituzionale di viaggiare e la proibizione di recarsi a Cuba.