Cuba qualifica come patetico il ruolo

 

svolto dall'Unione Europea nella CDH

 

PL 15 aprile 2005

 

Il ministro degli Affari Esteri di Cuba, Felipe Pérez Roque, ha qualificato come patetico il ruolo svolto dall’Unione Europea (EU) nella Commissione

15/04/2005


PER L'AVANA E' ILLEGITTIMA LA CONDANNA ONU SUI DIRITTI UMANI

Non concesso il permesso di ingresso all'inviata delle N.U.
 

Cuba respinge la condanna della Commissione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani e dichiara che non collaborerà in nessuna forma all'accertamento della situazione nell'isola. La posizione cubana è stata espressa dal ministro degli esteri Felipe Perez Roque, come riferisce il sito web della Bbc.

Perez Roque ha dichiarato che la risoluzione della Commissione di Ginevra, proposta dagli Stati Uniti, è completamente illegittima. La risoluzione rinnova il mandato a una inviata dell'Onu per indagare sulle presunte violazioni dei diritti umani nell'isola. La missione di Christine Chanet era stata prevista per il 2003, ma Cuba non ha mai concesso il permesso di ingresso all'inviata.

Il ministro cubano ha detto di considerare vergognoso che anche Ucraina e Messico, che in passato hanno simpatizzato con Cuba, abbiano votato la risoluzione. Perez Roque ha anche avvertito i membri dell'Unione Europea, che hanno votato in commissione contro Cuba, che le recentemente migliorate relazioni dell'isola con l'Europa saranno riviste.

Il governo cubano ora vuole che la commissione esamini le presunte violazioni dei diritti umani nella base di Guantanamo, descritta come un campo di concentramento. Sulla questione l'Avana presenterà una proposta di risoluzione per una ispezione indipendente nella base.

 di Diritti Umani (CDH), con sede in Ginevra.

RISULTATI DELLA VOTAZIONE  DELLA RISOLUZIONE USA-UE

A FAVORE (21):

Germania, Arabia Saudita, Armenia, Australia, Canada, Corea del Sud, Costa Rica, USA, Finlandia, Francia, Guatemala, Honduras, Ungheria, Irlanda, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Regno Unito, Romania, Ucraina, Messico.

CONTRO (17):

Russia, Sudafrica, Sudan, Zimbabwe, Cina, Congo, Cuba, Egitto, Eritrea, Etiopia, Guinea, India, Indonesia, Kenya, Malaysia, Nigeria, Qatar.

ASTENSIONI (15):

 Argentina, Brasile, Burkina Faso, Buthan, Ecuador, Gabon, Mauritania, Nepal, Pakistan, Peru, Repubblica Dominicana,Sri Lanka, Swaziland, Togo, Paraguay.

 

 In una conferenza stampa, il cancelliere cubano ha segnalato che l’attitudine della UE a copatrocinare una Risoluzione contro l’isola nella CDH éstata claudicante e servile. “La sua attuazione é stata ipocrita ed il suo allineamento agli Stati Uniti contro i piccoli paesi é una vergogna”, ha aggiunto.

“Cuba non riconosce nessuna legittimità alla risoluzione, né collaborerà in nessuna maniera con lo spurio mandato che stabilisce”, ha sottolineato il cancelliere cubano.

Non deve sperarsi, che la nazione caraibica si muova un millimetro dalla sua posizione, né che ceda nei suoi principi. Perez Roque ha detto che la posizione del blocco comunitario dimostra la sua incapacità di articolare una politica propria e indipendente verso la nazione caraibica.

Abbiamo creduto ancora nella possibilità di che la UE articolasse una politica propria, però è stata un'illusione, ha segnalato.

In un esercizio che si ripete dal 1990, gli Stati Uniti hanno imposto questo giovedì, per appena quattro voti e 15 astensioni, una risoluzione su Cuba nella CDH.

Il testo, di pochi paragrafi, estende il mandato della rappresentante personale dell’Alto Commissionato per Cuba, che il delegato cubano in Ginevra Juan Antonio Fernandez Palacio ha rifiutato per essere frutto delle pressioni del “piùcontumace violatore dei diritti umani del pianeta”.

La proposta si e’decisa per 21 voti contro 17 e ha avuto l’appoggio dell’Unione europea.

Perez Roque ha sostenuto che il suo paese considera una manipolazione scandalosa, selettiva e discriminatoria il tema, perché non esiste una ragione perché abbia una risoluzione contro il suo paese, ha puntualizzato.

Il cancelliere cubano anche si e’riferito alle enormi pressioni fatte per Washington sui delegati nella CDH, dove ha predominato il ricatto e le minacce.