La maggioranza degli statunitensi accetta l’aiuto medico cubano


L'immensa maggioranza degli statunitensi considera che il proprio paese dovrebbe accettare l'aiuto medico offerto da Cuba davanti alla tragedia dell'uragano Katrina.

Da un'inchiesta aperta nel suo sito dalla catena NBC, il 74 % dei partecipanti vorrebbe ricevere l'assistenza proposta dall'isola immediatamente dopo la catastrofe che ha colpito i territori della Louisiana, Mississippi e Alabama.
Davanti alla tragedia, il presidente cubano Fidel Castro ha promesso l'invio di un contingente di circa 1586 medici, equipaggiati con strumenti e medicine ma il governo del presidente George W. Bush ha ricorso al silenzio per risposta.

 

INTERVISTA CON L’ INVESTIGATORE FRANCESE REMY HERRERA

New Orleans ha messo in luce la guerra

di Bush contro i poveri del mondo

 

J.GUY ALLARD - Parigi 24 settembre 2005 -

 

 

 

La tragedia di New Orleans ha dimostrato che l’amministrazione di George W. Bush disprezza con la stessa intensità i popoli del sud, tra i quali quello di Cuba, e i poveri del suo paese, ha dichiarato Remy Herrera, investigatore del Centro Nazionale d’Investigazione Scientifica di Francia - CNRS – e professore dell’Università di Parigi 1, Panthéon-Sorbonne.

 

Questo dramma ha dimostrato che Bush non solo è in guerra contro i popoli del sud, ma anche contro i poveri del suo stesso paese, ha affermato lo specialista in un intervista con GI.

 

Si poteva pensare che la guerra illegale, illegittima e molto sporca, che il governo degli USA sta sviluppando in Iraq serviva per saldare le minoranze e i poveri degli Stati Uniti attorno alla propria nazione, alla bandiera e proprio per questo i poveri e le stesse minoranze non dimenticheranno tanto presto in che modo Bush ha reagito di fronte al disastro provocato dal ciclone: una reazione di classe, una reazione razzista, abbandonando semplicemente alla loro sorte migliaia di poveri, tra i quali molti negri, in Lousiana e nel Mississippi. La solo cosa che Bush ha saputo fare è stata mandare l’esercito per sparare a vista sui saccheggiatori. Questa è la presunta prima democrazia del mondo?

 

Il Prof. Herrera sostiene che tutti i popoli dell’America Latina lottano negli ambiti nazionali per la conquista della democrazia e tre popoli sono dei problemi molto seri per l’imperialismo: Cuba, Venezuela e Colombia.

 

La nostra solidarietà si deve quindi dirigere verso tutti i popoli dell’America Latina, soprattutto verso questi tre.

 

Il popolo colombiano che ha due "guide" : Bush e Uribe; la Rivoluzione Bolivariana che resiste a tutti i tentativi di destabilizzazione contro il presidente Chávez e la Rivoluzione Cubana, che resiste al blocco, alle aggressioni di Miami, alle sanzioni d’ogni genere delle quali, disgraziatamente, molte elite europee sono complici.

 

Dico "elite europee" più che Europa, come avrei potuto dire "elite statunitensi" invece di Stati Uniti, poichè abbiamo visto chiaramente con il dramma dell’uragano Latrina, l’abisso che separa negli USA la popolazione dallo establishment".

 

Si dice spesso che l’Europa è il luogo privilegiato per la democrazia, ha segnalato l’intellettuale francese e di sicuro qui esiste, ci sono spazi di diritto e libertà, forze più ampie di quelle esistenti in altri luoghi, che sono state, e non lo si deve dimenticare mai, strappate al capitale grazie alle lotte dei nostri compagni delle generazioni che ci hanno preceduto.

 

Non credo però che noi si possa dare lezioni agli altri, perchè c’è molta strada da percorrere prima che l’elite europea accetti di riaprire il dibattito su quello che gli europei hanno fatti ai popoli del mondo nel passato, dalla schiavitù alle guerre coloniali, dal fascismo in Europa all’appoggio alle dittature neofasciste in America Latina.

 

L’economista del CNRS pone in dubbio le presunte virtù democratiche dell’Europa. "Quello che abbiamo è l’esplosione dei guadagni per le finanze e per noi c’è la disoccupazione, lo smantellamento dei servizi pubblici, gli sfratti, la concorrenza tra i lavoratori, la manipolazione delle coscienze fatta dai mezzi di comunicazione, l’avvelenamento da consumo, il saccheggio del sud, le guerre imperialiste delle finanze... Abbiamo un potere al di fuori del popolo, senza popolo e contro il popolo che è il potere delle finanze e per primo quello delle finanze degli Stati Uniti. Quello che soffriamo è il neo liberismo, la forma moderna del capitalismo e se questo regime si deve chiamare democrazia, quello che abbiamo allora è una democrazia d’azionisti!"

 

"Quello che il mondo delle finanze propone non è una società democratica, dice Herrera che non dubita nel citare casi di vari paesi dell’Europa.

 

"Forse è democratica la Gran Bretagna il cui governo eletto manda, contro la volontà del suo popolo, l’esercito a commettere crimini in Iraq? È democratica l’Italia guidata da un altro eletto, che mantiene i mezzi di comunicazione nelle sue mani e che collabora al massacro degli innocenti in Iraq?È democratica la Polonia, in ginocchio davanti ai suoi nuovi maestri degli USA che danno lezioni di libertà agli iracheni? E la Croazia, i Paesi Baltici, che riabilitano la memoria dei vecchi nazisti della seconda guerra mondiale? Il FMI che impone al sud, da Washington, politiche di sistemazione duna violenza incredibile, la dittatura dei mercati, un apartheid mondiale, un genocidio silenzioso dei più poveri?

 

Herrera propone una radicalizzazione delle critiche e delle lotte per andare avanti. "Si dovranno formulare critica del neoliberismo e del capitalismo, dalla critica delle guerre a quella dell’imperialismo, dalla semplice critica alla costruzione delle alternative... Un giorno si dovrà mettere in luce il fatto che non esisterà mai una vera democrazia partecipativa e popolare senza socialismo.

 

Si deve resistere alle menzogne dei mezzi di comunicazione sulle lotte popolari in America Latina e soprattutto a proposito del Venezuela, Cuba e Colombia, come abbiamo resistito alle menzogne della campagna per il referendum qui in Francia. Dobbiamo ricostruire le basi della solidarietà con i nostri fratelli latino americani e anche un nuovo internazionalismo; dobbiamo parlare di nuovo del socialismo, ma come di’una necessità storica di difesa dell’umanità contro la barbarie imperialista".

 

Per Herrera i nemici di oggi sono gli stessi che ieri affossavano i sogni di democrazia in Guatemala, nel 1954; schiacciavano la democrazia nascente del Cile di Allende; gli stessi che hanno colpito a morte la rivoluzione di Sandino in Nicaragua, che hanno aiutato e anche addestrato, nel Plan Condor, gli ufficiali francesi della guerra in Algeria; gli stessi che hanno torturato in Brasile, Argentina, Uruguay, El Salvador, per imporre a colpi di dittature sanguinose il neoliberismo.

 

"Un neoliberismo che pretende d’essere democratico, sottolinea Herrera, ma questa democrazia è una farsa. Quello che abbiamo davanti è l’alleanza delle oligarchie latino americane neoliberali e dell’elite europea, con l’imperialismo degli USA in una guerra dichiarata contro i popoli del mondo, contro i poveri del sud e contro i popoli del nord, includendo il loro stesso territorio.

 

Di fronte a questi nemici dobbiamo unirci, organizzarci, riannodarci anche con la tolleranza e accettando le nostre differenze, con una certa radicalità, uno spirito rivoluzionario...

 

Herrera ha concluso dicendo che è per questo che dobbiamo continuare a resistere con fiducia e segnando sempre e sempre!

 

 

 

Chiedono un’indagine indipendente

sulla tardiva reazione delle autorità


La burocrazia fa ritardare gli aiuti internazionali. Viene ordinata l’evacuazione obbligatoria di New Orleans. Sono cinque i morti per la contaminazione dell’acqua

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Washington, 7 settembre '05 – La senatrice democratica Hillary Clinton ha chiesto mercoledì all’Amministrazione Bush di mettere in piedi un’indagine “indipendente” sulla reazione ufficiale alla catastrofe causata dall’uragano Katrina, poco dopo che erano stati resi noti dei documenti che dimostrano la lentezza della risposta dell’agenzia federale incaricata di affrontare queste emergenze, ha riportato ANSA.

 

La senatrice per lo stato di New York ha detto che l’indagine dev’essere svolta in maniera indipendente.

 

“Non credo che il Governo debba investigare su se stesso”, ha detto Clinton alla televisione. “Non credo che il Governo od il Congresso possano compiere un’investigazione obiettiva”, ha aggiunto.

 

La stampa statunitense ha segnalato che il capo dell’agenzia federale per le emergenze, Michael Brown, ha atteso almeno cinque ore dopo che Katrina aveva toccato terra prima di chiedere l’autorizzazione per l’invio di soccorritori.

 

La reazione ufficiale ha dato la stura a dure critiche contro l’Amministrazione, che hanno portato lo stesso presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, a riconoscere che l’opera di salvataggio è stata, in molti casi, “inadeguata”.

 

 

LA BUROCRAZIA BLOCCA GLI AIUTI INTERNAZIONALI

 

 

Mentre il Governo degli Stati Uniti si sta preparando a chiedere altri 50 miliardi di dollari per la zona devastata da Katrina, stanno aumentando le denunce secondo le quali parte degli aiuti internazionali sarebbero bloccati per ragioni burocratiche.

 

Secondo quanto ha reso noto il Dipartimento di Stato, Washington ha accettato le offerte di più di novanta nazioni – tra le quali Spagna, Messico e Venezuela –, ammontanti a più di un miliardo di dollari in contanti o in natura.

 

Alcuni dei paesi che hanno offerto aiuto agli Stati Uniti per i sinistrati dell’uragano Katrina hanno affermato mercoledì di non aver ricevuto l’autorizzazione necessaria all’invio degli stessi, ha reso noto AP da Stoccolma.

 

“Dobbiamo ricevere un qualche segnale (dagli USA) nei prossimi giorni”, ha detto Karin Viklind, dell’Agenzia dei Servizi Svedesi di Soccorso.

 

In Svizzera, funzionari degli aiuti che aspettavano una risposta per martedì sera, si sono riuniti mercoledì per deliberare quel che potrebbe venire fatto in attesa della reazione di Washington.

 

I funzionari di Polonia, Austria e Norvegia hanno detto di non aver ricevuto alcuna risposta da parte degli Stati Uniti rispetto alle loro offerte d’aiuto e che anche vari paesi asiatici erano in attesa delle rispettive autorizzazioni.

 

L’India, che viene periodicamente flagellata dalle inondazioni provocate dai monsoni, mantiene pronto un aereo di approvvigionamenti, ma non sa dove inviarlo.

 

Lo stesso sta succedendo con la collaborazione offerta da Cuba, anche lei rimasta senza risposta nonostante l’inestimabile aiuto che potrebbero prestare alla popolazione delle città colpite i 1.586 medici cubani pronti a partire.

 

 

GLI STATUNITENSI DISAPPROVANO LA GESTIONE DI BUSH

 

 

Il 42% dei nordamericani disapprova la gestione della crisi provocata dall’uragano Katrina da parte del presidente George W. Bush, mentre il 35% sono favorevoli, secondo un sondaggio pubblicato dieci giorni dopo il passaggio del ciclone, riporta AFP.

 

Secondo quest’inchiesta di Gallup-CNN-USA Today, realizzata tra 609 adulti, la condotta di Bush per risolvere la crisi è “negativa” per il 18% degli intervistati e “molto negativa” per il 24%.

 

Quando si tratta di indicare i responsabili, il 25% addita le autorità locali e lo stato della Louisiana, il 18% gli organismi federali ed il 13% il presidente Bush.

 

 

LA CONTAMINAZIONE RENDE NECESSARIA L’EVACUAZIONE OBBLIGATORIA DI NEW ORLEANS

 

 

Le autorità nordamericane sono decise ad evacuare, con le buone o con le cattive, coloro che resistono ad andarsene da New Orleans, per il rischio che la città si trasformi in un focolaio d’infezione dopo il passaggio del ciclone Katrina, ha reso noto EFE.

 

La polizia è stata autorizzata a far ricorso alla forza, dopo che il sindaco Ray Nagin aveva annunciato, martedì sera, un nuovo ordine d’evacuazione obbligatoria per tutti coloro che hanno fatto orecchi da mercante al suo primo ordine in questo senso.

 

Migliaia di abitanti di New Orleans giurano di voler rimanere nella devastata città, aggrappati alle loro proprietà e sfidando la minaccia del Sindaco di farli evacuare con la forza, ha riportato AP.

 

Nel frattempo, cinque persone sono morte nel sud degli Stati Uniti (una in Texas e quattro in Mississippi), per una malattia infettiva trasmessa da acqua insalubre, ha reso noto AFP.

 

 

Continuano le critiche per il possibile

 

razzismo nelle operazioni di evacuazione

 

e salvataggio dopo il passaggio di Katrina


• E’ stata riempita la principale diga di contenimento ed è iniziata la raccolta dei cadaveri. I soccorritori hanno avvertito sulla presenza nell’acqua di molti caimani

 

Washington 6 settembre. – L’uragano Katrina ha provocato agitazione tra i leader della comunità nera degli USA, che oggi esigono risposte di fronte all’apparente razzismo nelle operazioni di evacuazione e salvataggio di migliaia di sinistrati, la maggioranza dei quali poveri ed appartenenti alla razza nera, ha reso noto EFE.

 

Nell’8º giorno di uno dei peggiori disastri naturali degli USA, i leader delle organizzazioni civili e del Congresso stanno continuando ad esprimere  la loro indignazione per la tardiva risposta del Governo federale nell’aiutare i più necessitati.

 

La solidarietà, che è stata traboccante, sta facendo a gara con l’ira che sentono in molti per l’apparente passività del Governo nei primi  giorni.

 

La critica principale è che i ricchi, in maggioranza bianchi, hanno potuto fuggire in tempo, via terra o in aereo, dalla scia di distruzioni lasciata dal ciclone. Per i  poveri però non c’è stato un piano di evacuazione fattibile.

 

Katrina ha messo in piazza le disuguaglianze economiche e sociali che persistono in questo paese.

 

Il presidente dell’Associazione Nazionale per lo Sviluppo della Gente di Colore (NAACP), Bruce Gordon, ha chiesto al Congresso di creare un fondo per le vittime di Katrina, così come è stato fatto con le vittime dell’attentato del 2001.

 

Intanto, gruppi come International Action Center, la coalizione ANSWER e American Progress Action Fund coincidono nel sottolineare che l’aiuto è arrivato troppo tardi per le migliaia di  persone in Louisiana, Mississippi e Alabama, che si teme siano morte a causa di Katrina.

 

 

GLI ULTIMI AVVENIMENTI

 

 

A New Orleans, dopo che è stata riempita la principale diga di contenimento che aveva ceduto, gli ingegneri stanno cercando di pompare le acque che allagano la città, ha informato AP.

 

Il sindaco Ray Nagin ha affermato che la situazione sta cominciando a mostrare notevoli miglioramenti, ma ha avvertito che verrà ritrovato un buon numero di cadaveri. “Sarà spaventoso e darà una nuova scossa al paese”, ha dichiarato.

 

Lunedì le autorità hanno cominciato le operazioni di recupero dei corpi (forse migliaia), galleggianti nelle acque straripate, nelle vie e nelle case, ha sottolineato AFP. 

 

Michael Rieger, portavoce dell’Agenzia Federale per l’Amministrazione delle Emergenze (FEMA) ha detto martedì che i soccorritori che pattugliavano le zone allagate hanno visto molti caimani in giro.

 

Reiger ha detto alla stampa: “Molta gente non la troveremo mai. Ci sono molti caimani nell’acqua”.

 

“Restano solo circa 10.000 persone a New Orleans, perciò i compiti di evacuazione sono significativamente diminuiti”,  ha aggiunto.

 

La BellSouth Corp ha detto martedì che l’uragano Katrina e le sue conseguenze hanno causato danni nelle sue reti tra 400 e 600 milioni di dollari e la terza impresa di telefonia degli Stati Uniti ancora sta ancora verificando, ha sostenuto Reuters.

 

Secondo la BellSouth BLS.N, 810.000 linee continuano ad essere fuori servizio nelle aree più duramente colpite di Louisiana, Mississippi e Alabama. Ha anche precisato di avere 19 uffici centrali fuori servizio, la maggioranza dei quali a New Orleans.

 

I calcoli dell’impresa non includono le perdite di entrate, che alcuni analisti hanno stimato in 150 milioni di dollari.

 

 

IL DIRETTORE DELLA FEMA VIENE ADDITATO COME RESPONSABILE DELLA SCIAGURA

 

 

Il  direttore dell’Agenzia Federale per il Controllo delle Emergenze (FEMA), Michael D. Brown è ritenuto oggi uno dei principali responsabili della tardiva risposta del Governo statunitense di fronte all’uragano Katrina, ha reso noto Prensa Latina.

 

Secondo il quotidiano The Washington Post Brown “viene definito la testa fallita” dell’Amministrazione del presidente Bush di fronte al peggior disastro naturale della storia del paese.

 

Negli ultimi giorni funzionari e politici democratici e repubblicani hanno criticato il ruolo del direttore della FEMA, che inizialmente aveva tentato di incolpare i cittadini di New Orleans della tragedia, ha segnalato la pubblicazione.

 

Mentre arrivavano le prime immagini della calamità, Brown ha osato dire che le perdite di vite umane sono avvenute perché la popolazione della città non ha ubbidito all’ordine di “evacuazione obbligatoria”, senza tener presente che la grande maggioranza di questa era composta da poveri, sprovvisti di mezzi di trasporto.

 

The Times-Picayune, il quotidiano più importante della Louisiana, ha chiesto a Bush – in una lettera aperta – di licenziare  tutti gli impiegati  della FEMA, specialmente  “il suo direttore Michael Brown”.

 

 

Katrina sarà una croce che Bush dovrà portarsi

 sulle spalle per il resto della sua presidenza


Le forti critiche lo stanno mettendo in una situazione ancora più difficile

 

6/9/05 - Nonostante i tentativi di attenuare le critiche generate dalla crisi provocata dall’uragano Katrina, continua ad essere messa fortemente in discussione la capacità del Presidente degli Stati Uniti di agire in una situazione d’emergenza.

 

Sidney Blumenthal, ex consigliere del presidente Bill Clinton, ha rivelato che “l’Agenzia Federale per la Gestione delle Emergenze ha diffuso un rapporto nel quale assicura che dopo un attacco terroristico a New York ci sarebbe stato un terremoto a San Francisco e successivamente un uragano avrebbe colpito New Orleans. Tutto era stato scritto. Anche l’Amministrazione Bush è responsabile di questa tragedia e non solo la natura”.

 

John Rollins, ex funzionario di ‘intelligence’ dell’Agenzia, ha detto che “anche così, la risposta del dipartimento al disastro causato da Katrina non è stata all’altezza delle aspettative in aree come i sistemi di comunicazione ed il mantenimento di legge e ordine... Dal momento che ci sono stati tre giorni di preavviso sul sito dove l’uragano avrebbe potuto toccare terra e si conosceva la sua potenza, credo che avremmo dovuto essere preparati meglio per affrontare la situazione”, ha segnalato.

 

Secondo altri, la debole risposta dell’Amministrazione rende la nazione vulnerabile ad un attacco terroristico. Vari dispacci d’agenzia hanno raccolto l’opinione di alcuni esperti e funzionari secondo i quali il Dipartimento alla Sicurezza Interna ha passato gli ultimi quattro anni concentrato nell’affrontare un nuovo attacco terroristico e non si è preparato per rispondere in maniera decisiva alla tremenda devastazione causata dall’uragano.

 

Questa risposta ha fatto si che molti critici si siano chiesti se il dipartimento sia in condizione di affrontare efficacemente le conseguenze di un attacco di questo tipo. Secondo Newt Gingrich, ex “speaker” della Camera Bassa, Katrina ha messo in discussione tutta la pianificazione del Dipartimento alla Sicurezza Interna e del Pentagono negli ultimi cinque o quattro anni, perchè “se non siamo in grado di rispondere ad un fenomeno che abbiamo visto arrivare per giorni nel Golfo del Messico, come possiamo pensare di essere in grado di rispondere ad un attacco nucleare o biologico?”

 

Alcuni si sono spinti molto più in là, come Craig Roberts, che fu vicesegretario del Dipartimento del Tesoro durante l’Amministrazione Reagan, secondo il quale Bush deve essere sottoposto ad un processo politico per aver causato, “con la sua incompetenza”, la morte di migliaia di persone in Iraq e a New Orleans e per aver “sprecato la vita e la salute di migliaia di persone”.

 

Craig non si è fermato qui ed ha definito la reazione dell’attuale Amministrazione come “la più lenta della storia moderna statunitense da parte di un Governo di fronte ad un’emergenza nazionale”. Ha aggiunto che è rimasto inoperante il porto più importante e strategico degli Stati Uniti, nonché l’infrastruttura petrolifera della Louisiana, che raffina il 20% del combustibile del paese.

 

“Se i terroristi avessero ottenuto questi risultati si sarebbe trattato dell’attacco più riuscito della storia”, ha affermato.

 

Su quest’ultimo tema si sono pronunciati esperti in sicurezza russi, che vedono nella latitanza delle autorità nordamericane dopo la catastrofe dell’uragano Katrina un pericoloso segnale per i terroristi, ha avvertito il vicesegretario del Consiglio di Sicurezza russo, Nikolai Spasski, da Mosca.

 

Alejandro Teitelbaum, rappresentante dell’Associazione Americana dei Giuristi alle Nazioni Unite, ha commentato in ‘Red Voltaire’ che, mentre gli USA stanno dedicando tutte le loro risorse al finanziamento della guerra illegale in Iraq, l’aiuto umanitario ai loro concittadini vittime dell’uragano scarseggia; questo paese dispone delle risorse materiali e umane necessarie ad affrontare il disastro, poiché in poco tempo “dispiegò 500.000 soldati con tutta la relativa logistica per la prima guerra del Golfo e l’impresa Halliburton, alla quale è legato il vicepresidente Cheney, ha costruito in poco tempo gigantesche installazioni per le truppe nella regione del Golfo ed in Kosovo”.

 

Teitelbaum segnala che se queste risorse non saranno disponibili immediatamente ed in quantità sufficiente è perchè una loro parte viene dedicata alla guerra ed all’occupazione dell’Iraq. Osserva anche che lo stato di abbandono nel quale sono state lasciate le vittime, composte nella loro immensa maggioranza da poveri e neri, non dipende dalla carenza di risorse ma dall’assoluta mancanza di sensibilità umana della compagine governativa di Bush, che non pensa ad altro che alle guerre d’aggressione ed ai buoni affari per le grandi imprese.

 

Da ultimo ricorda che negli Stati Uniti, paese che saccheggia in diversi modi, è assolutamente inconcepibile che paesi poveri, in generale vittime del saccheggio statunitense, offrano aiuto agli USA. Ed è particolarmente scioccante che lo faccia Cuba, la quale soffre da quasi mezzo secolo il blocco imposto dagli USA. L’offerta cubana comprende, contro ogni logica, l’offerta di 24 tonnellate di medicinali (che, proprio a causa del blocco, non devono essere sovrabbondanti nell’Isola) ad un paese dove hanno sede quasi tutte le più grandi transnazionali farmaceutiche del pianeta.

 

“Non c’è dubbio che ciò lo danneggerà (Bush) e lo farà gravemente”, ha detto Norman Ornstein, analista politico dell’Istituto Imprenditoriale degli USA. “In questo caso, credo non ci sia alcun dubbio sul fatto che non siamo adeguatamente preparati e che la nostra reazione non è stata all’altezza della situazione”, ha affermato Ornstein.

 

Frattanto, un dispaccio dell’AP ha riportato un altro aspetto della questione: parallelamente all’aumento dei problemi di salute nei tre stati colpiti dall’uragano Katrina, la burocrazia sta ostacolando l’opera delle centinaia di medici volontari intenzionati ad assistere i sopravvissuti. Tra i professionisti che non sono potuti partire per aiutare ci sono 100 chirurghi e paramedici in un ospedale mobile ad alta tecnologia dotato di 113 posti letto, isolato in una regione rurale del Mississippi. “Abbiamo dato l’allarme, abbiamo inviato messaggi di posta elettronica... Abbiamo lasciato tutti il nostro lavoro e siamo venuti qua”, ha detto uno dei frustrati chirurghi, il dottor Preston “Chip” Rich, dell’Università del North Carolina, di Chapel Hill. “Ci siamo sforzati molto di fare le cose per bene. Abbiamo impiegato 30 ore ad arrivare”, aggiungendo che è “impattante” il fatto che i funzionari del Governo non abbiano potuto integrarli all’opera di soccorso lasciandoli a pochi chilometri di distanza dalla zona del disastro.

 

Mentre i medici aspettano, sabato sono cominciati ad affiorare i primi indizi di malattie causate dall’acqua contaminata: un rifugio del Mississippi è stato chiuso dopo che 20 residenti si sono ammalati di dissenteria, probabilmente dopo aver bevuto acqua contaminata.

 

Molti sopravviventi dell’uragano stavano ricevendo aiuto nell’Astrodrome di Houston ed in altri rifugi per cause diverse, tra le quali problemi cronici di salute che si sono cessati di curare perchè la gente ha perso o esaurito la sua medicina.

 

L’ospedale mobile del North Carolina, varato nel Mississippi, è progettato per operare in situazioni di disastri e danni di massa alla salute pubblica

 

 

Affiora razzismo nella

tragedia di New Orleans


 

2 settembre (PL) - Il reverendo Jesse Jackson criticò oggi l'esistenza del razzismo nell'assistenza alla popolazione colpita durante il passaggio dell'uragano Katrina sugli stati meridionali nordamericani.

Il lottatore per i diritti civili degli statunitensi non fece altro che osservare quello che giorni fa hanno mostrato le immagini trasmesse dalle televisioni statunitensi.

Un’alta percentuale delle persone che rimasero senza ricevere aiuto, alcune in New Orleans ed in altre città del Louisiana, Mississippi ed Alabama sono negre, e poi latine.

Nelle immagini trasmesse dalla CNN dal primo giorno, apparivano solo negri, benché nessuno parlasse di questo per non fare politica come disse il presidente George W. Bush giovedì, giustificando la sua tardiva reazione per aiutare i suoi compatrioti. Jackson puntualizzò che circa 120mila persone nella città del jazz, producono meno di otto mila dollari all’anno. “Sono persone povere, sono gente negra”, sottolineò.

La maggioranza non avevano possibilità di lasciare le loro case davanti al distruttivo arrivo dell'uragano e rimasero acchiappati nella sua tragedia.

Il pastore negro criticò Bush che arrivò questo venerdì nella zona devastata dall’uragano lunedì, per farsi una passeggiata nella regione. Il Comandante in Capo tardò due giorni nel sospendere le sue ferie quando migliaia dei suoi compatrioti correvano un grave pericolo, segnalano i mezzi di stampa locali.

Dopo aver affrontato severe critiche, questo venerdì, il presidente disse che i fondi promossi dal Congresso sono solo una piccola briciola iniziale per l'aiuto ai disastrati.

Si giustificò segnalando che è insufficiente quello che si sta facendo per aiutare le vittime ed assicurò che ristabiliranno dell'ordine nella città di New Orleans.

Mentre, l'aiuto incominciò ad arrivare oggi a New Orleans, una città sommersa nel caos, inondata, con incendi incontrollati e in preda alla violenza causata dalla disperazione di migliaia di rifugiati colpiti dall'abbandono ufficiale da lunedì.

Oggi molti disastrati, politici locali e nazionali definiscono vergognosa la situazione.

Decine di migliaia di persone si sentono confinate nello stadio Superdome e nel Centro delle Convenzioni della città, affamate, malate e spossate dal pianto dei bambini ed dal fetore dei cadaveri.

La legislatrice democratica Carolyn Kilpatrick dice di sentirsi imbarazzata di essere nordamericana, del suo paese e criticò le autorità federali per la loro inazione e per permettere che il caos si impadronisca di una delle regioni più povere del paese.