I frustrati trombettieri

 

di Gerico

 

 

11 aprile 2005

 

 

I cubani hanno reso un sincero tributo in questi giorni al Papa Giovanni Paolo II, al di là delle differenze, alle sue qualità di lottatore tenace per la pace, la giustizia, la solidarietà con più sfortunati nel mondo.

 

Il nostro popolo ha ricordato con affetto la sua visita pastorale del 1998, quando abbiamo potuto constatare il suo nobile carattere e numerosi punti di vista coincidenti nel suo pensiero sociale ed umano su importanti principi sempre difesi dalla Rivoluzione.

 

Quella fu una visita storica e non solo perché era la prima volta che un Papa visitava Cuba, ma per le circostanze eccezionali che esistevano e che permisero di mostrare chiaramente i sinceri sentimenti di amicizia di Giovanni Paolo II, con il suo viaggio a Cuba, come ha affermato con assoluta certezza il nostro Comandante in Capo.

 

Illusi dalle false convinzioni che il Papa era stato un fattore determinante del crollo del socialismo nell’est dell’Europa e nella URSS, i nemici della Rivoluzione credettero che la sua visita a Cuba sarebbe stata una spada di fuoco che avrebbe liquidato il socialismo nella nostra Patria.

 

L’impero, ossessionato con Cuba, la piccola Isola ribelle, che non era stata vinta quando altri non avevano potuto resistere, nonostante il crudele e disumano blocco, scommetteva che la Rivoluzione nona avrebbe sopportato quella prova e sarebbe affondata come "l’ultimo bastione del comunismo".

 

I pedoni della mafia nemica di Cuba hanno fatto tutto il possibile per sabotare quella visita Papale e presentare al mondo l’immagine di un paese senza libertà, contro la religione e molto maleducato davanti al gesto del Santo Padre.

 

Una nota di NOTMEX di nove anni fa - del 10 dicembre del 1996- rifletteva i ridicoli tentativi di quelli che volevano svilire la vista del Papa e pretendevano di usarla per i loro sporchi interessi con le seguenti parole: Il legislatore statunitense Robert Menéndez ha detto che il governo di Cuba ostacola gli aspetti della prossima visita del Pontefice nell’Isola, per ridurre l’affluenza della gente agli atti di massa programmati!

 

Il rappresentante democratico, parlando con vari membri della Società de las Américas, aveva indicato che il governo del presidente Fidel Castro usava l’intimidazione con i lavoratori e altre misure per evitare le forme di simpatia verso il Papa.

 

Menéndez, democratico nello Stato di New York, aveva detto anche che ilMenendez... democratico contras! governo cubano non aveva reso nota a sufficienza la visita del Papa tra la popolazione e minacciava alcuni lavoratori di licenziamento se avessero partecipato agli atti di massa.

 

Menéndez, promotore della linea dura verso Cuba nella politica statunitense, parlò davanti ad accademici, impresari ed economisti della sua visione della situazione generale a Cuba e difese la Legge Helms-Burton e il suo carattere extraterritoriale e (...) segnalò che era lo strumento più effettivo della politica degli USA verso Cuba.

 

Non erano solo stupidaggini e sciocche menzogne quelle del portavoce della mafia. Come ha riferito nel suo ultimo intervento di giovedì 7 il compagno Fidel, le manovre per politicizzare la visita del Papa toccarono anche il nostro territorio.

 

Grazie alla generosa risposta cubana alle incessanti preghiere di tre congressisti nordamericani "molto fedeli al Santo Padre" e sostenitori del blocco nel sistema di salute cubano, i tre, guidati da Roger Noriega, allora aiutante del reazionario senatore Helms, giunsero a Cuba nello stesso giorno della visita del Papa con il vero obiettivo di ostacolare quello storico avvenimento.

 

La loro visita all’Arcivescovo di Santiago prima della messa che officiò nella città, pose in evidenza, com’è noto, la perfidia del loro comportamento di "emissari del demonio".

 

Il nemico tentò di tutto: i loro propositi erano disperati e chiari. Sognavano che la Rivoluzione cubana sarebbe crollata come la città di Gerico agli squilli di tromba, ha segnalato giovedì scorso Fidel.

 

La "dama di ferro" del governo di Clinton che era allora segretaria di stato e conosceva meglio di tutti i segreti della politica nordamericana, si incaricò di confermare le certezze.

 

Cosa ha detto la signora Madeline Albrigth sei giorni fa, quando non era ancora stato sepolto il cadavere del Papa? Una nota di ANSA del 5 aprile lo rivela:

 

Gli Stati Uniti speravano che la visita di Giovanni Paolo II a Cuba, nel 1998, contribuisse ad erodere il governo dell’Avana così come l’influenza del Pontefice, nel suo paese natale, la Polonia, aveva collaborato alla caduta del regime comunista di Varsavia.

 

Quando le hanno chiesto se il governi dell’allora presidente Clinton si aspettava che Giovanni Paolo II rimproverasse pubblicamente il presidente Fidel Castro durante la sua visita, la Albright ha riconosciuto che a Washington erano molto ansiosi di vedere se sarebbe successo

 

"(...) avevamo molte speranze su una reazione simile a quella già avvenuta nella società polacca" ha detto la Albright.

 

Ma si sbagliavano ancora una volta con Cuba gli assassini della Rivoluzione e avevano sottovalutato il Papa, la sua intelligenza, il suo carattere, il suo pensiero e avevano disprezzato ancora una volta il popolo cubano, il suo talento, la sua cultura, la sua politica e il suo spirito rivoluzionario.

 

"Il Papa non aveva portato trombe e non aveva intenzione di distruggere la Rivoluzione!", ha dichiarato Fidel.

 

Il popolo cubano offerse il meglio della sua ospitalità, il suo apprezzamento per le rilevanti qualità del Pontefice e il Santo Padre regalò all’Isola uno dei più straordinari viaggi del suo incessante peregrinare nel mondo intero.

 

La Rivoluzione è uscita più forte da quella sfida mentre i trombettieri di Gerico stanno ancora soffrendo per le loro impotenza e disperazione.

 

Quando altri, con ipocrisia si sono inginocchiati davanti al cadavere non ancora sepolto del Papa che li aveva condannati per aver aperto le porte della guerra, noi cubani che sentiamo di avere la forza morale che ci è stata riconosciuta dall’uomo che ha tanto lottato per la pace e la solidarietà tra gli esseri umani, il leader religioso che, da concetti molto elevati di giustizia ed etica, si oppose senza titubare al blocco e alla guerra economica contro il popolo cubano.

 

Onorare, onora!