Primo raccolto dell’ELAM

 

 

21 agosto '05 - www.granma.cu (PL)

 

La Scuola Latina Americana di Medicina (ELAM) ha dato ieri il suo primo raccolto di professionisti della medicina, con la laurea di 1610 medici incaricati di contribuire ad elevare i livelli di salute dei rispettivi paesi.

Alla cerimonia di laurea hanno assistito circa venti capi di stato e di governo di America Latina, invitati d’onore allo storico evento dal presidente Fidel Castro, oratore centrale dell’incontro.


“Questa laurea era un sogno solo sette anni fa e ieri è stata una prova della capacità dei popoli per raggiungere altre mete e per quelli che lottano per un mondo migliore”, ha detto il leader cubano, che era vestito con un elegante completo blu scuro.


Fidel Castro ha indicato che l’apporto dell’isola alla formazione di risorse umane per migliorare la salute in altre parti del mondo è la conseguenza degli sforzi del processo rivoluzionario.


In questo senso ha detto che dopo il trionfo della Rivoluzione nel gennaio del 1959, il paese aveva perso la metà dei suoi medici, nel bel mezzo delle minacce degli attacchi degli Stati Uniti. Allora Cuba è rimasta con appena 3000 medici e un pugno di professori universitari.

45 anni dopo si sono laureati 83mila 982 medici, e con quelli che entreranno nel 2005 la cifra si eleverà a 85mila 887.


Si devono aggiungere più di 3000 stranieri formati nella maggiore delle Antille.


Un ampio caleidoscopio di nazioni, popolazioni indigene ed etnie rappresentano i nuovi medici nei loro camici bianchi.


Loro provengono dalle zone più umili di tutta l’America Latina, i Caraibi ed l’Africa, dove torneranno ad esercitare la loro professione per il bene dei loro conterranei. Prensa Latina ha intervistato i giovani neolaureati, nei corridoi del Teatro Carlos Marx a L’Avana, dove si è svolta la cerimonia, sulla loro formazione a Cuba, sulle loro speranze e sui loro interessi futuri.


Denis Martin, del Perù, ha affermato che è un’esperienza unica quella che gli ha dato questo paese, qui ha incontrato gente di molti paesi e ha appreso molto, l’obbiettivo degli studenti sempre è stato quello di essere medici integrali ed umanisti.


Florencio, del Guatemala, ha anche commentato la sua esperienza, dicendo che è venuto a Cuba perché la scuola nel suo paese è molto diversa, lì le classi non sono con solo 20 alunni, inoltre tutto costa, i libri, il cibo e molte altre cose, qui tutto è gratis.

Ha aggiunto che l’insegnamento a Cuba è strutturato per prevenire ed aiutare la comunità, nel suo paese è solo per curare alcune persone.

La maggioranza dei giovani medici hanno riconosciuto che quello che gli avevano parlato dei cubani era falso.


La peruviana Belice afferma che le avevano detto che a Cuba c’era molta repressione, e per questo al principio non voleva venire e adesso ha potuto vedere che erano tutte bugie.


Di inconfondibile origine indigena, la cilena Carmen Rosa ha riconosciuto che qui si fa molta pratica e contatto con il paziente, nel suo paese fino al quarto anno non si vede un malato.

Cesar, dell’Honduras, afferma che nel suo paese ti insegnano a lottare da solo, a risolvere i tuoi problemi individualmente, qui invece ti spiegano che devi lottare in gruppo, che solo non si può risolvere niente.

La tragedia provocata dagli uragani George e Mitch nel 1998, che colpirono profondamente le economie dei paesi centro americani e caraibici, con la perdita irreparabile di migliaia di vite, ha avuto la risposta cubana di concepire un Programma Integrale di Salute.

In questo contesto Fidel Castro ha concepito la creazione dell’ELAM per formare gratuitamente come medici alcuni giovani di queste nazioni, quelli che dopo un lasso di sei anni, ritornano alle loro comunità per contribuire alla sostenibilità dei loro sistemi di salute.


Così, rivestito di una profonda concezione umanista e solidale, è sorto questo progetto scientifico-pedagocico che ieri ha dato i suoi primi frutti.


Durante la cerimonia, i 16 alunni più meritevoli hanno ricevuto un diploma firmato dal comandante in capo Fidel Castro, un anello d’argento e con corallo negro, inoltre ad un esemplare del Don Chisciotte donato dal Venezuela e consegnato personalmente dal presidente Chavez.

 

Scuola Latinoamericana di

 Medicina, simbolo del domani

 

 

19 agosto '05 - www.granma.cu (PL)

 

 

La Scuola Latinoamericana di Medicina in Cuba laureerà oggi 1610 medici provenienti da 19 paesi dell'America Latina, dei Carabi e degli Stati Uniti.

Quasi sette anni fa, il Presidente cubano Fidel Castro ha ideato il progetto di creare un centro che formerà gratuitamente medici per le nazioni centroamericane e del Carabi colpite per gli uragani Georges e Mitch.


Poco tempo dopo, il 15 novembre 1999, in occasione della IX Vertice Ispanoamericano dei Capi di Stato e di Governo a L’Avana, si inaugurava la Scuola Latinoamericana di Medicina con 1933 giovani di 18 paesi.


Attualmente, più di 10mila alunni di 28 nazioni di America Latina, Caraibi, Stati Uniti e Africa, studiano Scienze Mediche distribuiti nelle 21 Facoltà che esistono nell’isola.


Quei primi giovani che arrivarono in terra cubana, procedenti da famiglie umili, con lingue, abitudini, culture, livello di educazione, etnie e credi diversi, finiscono oggi la tappa come studenti per iniziare un’altra molto più bella: portare salute ai propri popoli.

E'la prova incontrovertibile di ciò che si può ottenere con poche risorse, ma con la volontà politica di aiutare gli altri popoli, questi 1610 giovani si laureano impregnati di ampi valori umani, etici e solidali.


Ispirata dall’ideale integrazionista e dal proposito di offrire servizi di salute alle grandi maggioranze dimenticate dei popoli di America, cresce e si realizza l’idea della Scuola Latinoamericana di Medicina.