L’Honduras ha deciso che i medici cubani

 rimangano nel paese un’altro anno

 

 

Tecugigalpa 2 settembre - Il presidente honduregno Ricardo Maduro ha annunciato mercoledì che i 300 medici cubani che si trovano in questo paese rimarranno un altro anno, anche se l’accordo di cooperazione sanitaria firmato tra Tegucigalpa e L’Avana nel 1999 verrà rivisto.

 

"I medici cubani continueranno il loro lavoro. Ciò corrisponde anche all’opinione generale del popolo honduregno, condivisa dalla mia persona, che pensa che (i cubani) stiano facendo un buon lavoro", ha affermato Maduro in conferenza stampa.

 

Il Presidente ha indicato che la decisione è stata presa da una commissione composta dal Ministero degli Esteri, dalla Facoltà di Medicina dell’Università Nazionale Autonoma dell’Honduras (UNAH), dal Collegio Medico dell’Honduras (CMH) e dal Ministero della Sanità.

 

Il presidente di Cuba Fidel Castro, ha chiesto venerdì alle autorità honduregne di comunicare ufficialmente prima dell’1settembre se non desiderano più il servizio offerto dai medici cubani in questo paese, in modo da poterli rimpatriare "immediatamente".

 

Maduro ha annunciato che una commissione delle quattro istituzioni honduregne che hanno adottato la risoluzione si recherà domenica all’Avana per rivedere l’accordo con le autorità cubane.

 

La settimana scorsa il ministro degli Esteri honduregno Mario Fortín ha iniziato una polemica annunciando che i medici cubani se ne andrebbero dal paese al massimo a dicembre, dopo la revisione di un accordo firmato dopo l’emergenza creata dell’uragano Mitch, che ha colpito l’America Centrale alla fine di ottobre del 1998.

 

L’accordo ha agevolato l’arrivo di centinaia di medici cubani, che sono andati a lavorare nelle comunità honduregne più. Circa 700 giovani honduregni studieranno nella Scuola Latinoamericana di Medicina di Cuba, dove 216 si sono già laureati due settimane fa. (AFP)


 

Comunicato delle organizzazioni

 indigene e popolari dell’Honduras

 

 

31 agosto 2005 - Il Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras, di fronte all’intenzione del Governo e del Collegio Medico dell’Honduras di ritirare la missione medica cubana dall’Honduras, obbedendo agli interessi più meschini ed alle pressioni della potenza straniera, che hanno causato un enorme danno alla nostra patria, alla comunità locale, nazionale ed internazionale, comunica quanto segue:

 

La Missione Medica Cubana ha dato assistenza sanitaria ai più poveri ed emarginati dell’Honduras, operando in località che non avevano mai potuto contare sulla presenza di personale medico, come Piraera, San Francisco de Opalaca, Camasca, Concepción, Santa Lucía ed altre dove i medici honduregni non hanno voluto prestare servizio.

 

La presenza della Missione Medica Cubana ha fornito un’assistenza di qualità al nostro popolo non solo per la preparazione dei medici ma anche per la loro formazione umana.

 

La presenza della Missione Medica Cubana ha significato la riduzione della mortalità materno-infantile in queste regioni trascurate dell’Honduras che, se le brigate venissero ritirate, aumenterebbe nuovamente.

 

Condanniamo la condotta del Governo della Repubblica e del Collegio Medico dell’Honduras, in quanto ingiusta e inumana e li indichiamo già da ora come responsabili per la disgrazia e l’abbandono nel quale verranno a trovarsi le nostre comunità in conseguenza del deterioramento generale della salute.

 

Protestiamo contro l’atteggiamento servile dimostrato dal Governo della Repubblica rifiutando le borse di studio umanitariamente offerte dal Governo e dal popolo cubani affinché i poveri dell’Honduras studino Medicina a Cuba, con l’incredibile argomento che AL PAESE NON SERVONO NUOVI MEDICI.

 

Non ci spieghiamo come, ALL’ATTUALE GOVERNO DELLA REPUBBLICA, diretto da Ricardo Maduro, POSSA DARE FASTIDIO L’AIUTO UMANITARIO DEL GOVERNO E DEL POPOLO DI CUBA e non gli abbia invece dato fastidio ma, al contrario, ABBIA TOLLERATO E COLLABORATO CON LA PRESENZA DEL TERRORISTA INTERNAZIONALE LUIS POSADA CARRILES.

 

Annunciamo la nostra decisione di mobilitarci fino ad ottenere la cessazione di questa terribile ingiustizia commessa contro il popolo dell’Honduras.

 

CON LA FORZA ANCESTRALE:

LEMPIRA

ICELACA

MOTA

e ETEMPICA

SI INNALZANO LE NOSTRE VOCI DI GIUSTIZIA, LIBERTA’ E PACE

 

Intibuca, 31 agosto 2005

COPINH 

 

 

 

Preannunciate proteste contro

 

la partenza dei medici cubani

 

 

Tecugigalpa 25 agosto - Operai, studenti, sindaci e professionisti hanno annunciato che effettueranno una serie di proteste di massa contro il Governo, che sta cercando di ridurre del 50% i 300 medici cubani arrivati qui sette anni fa dopo il devastante uragano Mitch.

 

“I cubani stanno lavorando in remote comunità rurali dove i medici honduregni non accettano di andare”, ha detto giovedì alla AP il coordinatore del Blocco Popolare (BP), Juan Barahona. Ed i medici internazionalisti della Maggiore delle Antille “si sono guadagnati l’affetto, la fiducia ed il rispetto dei più umili in Honduras”.

 

“Ridurre la brigata cubana sarebbe un crimine di lesa umanità da parte del Governo contro il suo stesso popolo povero”, ha segnalato.

 

Hernández è il sindaco di Colinas, località situata a circa 200 km ad ovest di Tegucigalpa. I 298 sindaci del paese si sono raggruppati nella AMHON.

 

“Con questa misura, il Governo pretende di lasciare senza servizi medici più di 2 milioni e mezzo di honduregni... e noi sindaci lotteremo affinché questo non avvenga”, ha avvertito.

 

La missione cubana è composta da medici specialisti e generici, tecnici e personale infermieristico.

 

Ha effettuato finora 6,3 milioni di visite gratuite, 437.000 delle quali a domicilio, 120.000 interventi chirurgici e 17.000 parti.

 

I cubani arrivarono qui nel novembre del ’98, quando l’Honduras era appena stato devastato dall’uragano Mitch, che lasciò un saldo di 5.657 morti, 8.058 scomparsi, 12.000 feriti, quasi 2 milioni di sinistrati e perdite materiali superiori ai 6 miliardi e 500 mila dollari.

 

Più di 700 giovani honduregni hanno ricevuto borse di studio in Medicina a Cuba, dove la settimana scorsa si sono laureati i primi 200.

 

La coordinatrice del Comitato dei Familiari di Detenuti Scomparsi in Honduras (Cofadeh), Bertha Oliva, ha manifestato ad AFP che “il presidente Ricardo Maduro è sottoposto a pressioni da parte degli USA affinché faccia ritirare i medici cubani”, ma la società honduregna deve impedirlo.