I collaboratori sono tornati in Patria

 

dopo aver compiuto il loro dovere

 

 

S.Barros - 4 novembre 2005

 

Due soddisfazioni: aver contribuito allo sviluppo di una nazione sorella e il ritorno felice in Patria, hanno caratterizzato l’arrivo del primo gruppo di collaboratori sportivi cubani, che per due anni hanno lavorato nella Repubblica Bolivariana del Venezuela.

 

Nel gruppo di uomini e donne di differenti province si distingueva un giocatore di baseball – ex membro della squadra di Pinar del Río e partecipante a vari tornei internazionali - che non nasconde la sua allegria dopo 19 mesi di intenso lavoro: Félix Iglesias.

 

"Sono stato nel municipio Jiménez, dello stato di Lara, che si trova a 6 ore da Caracas e a una da Barquisimeto. Ho cominciato a lavorare nel programma della missione Barrio Adentro, ma quando hanno scoperto che ero stato giocatore di baseball con esperienza in 6 serie selettive, mi hanno inviato a lavorare nelle categorie inferiori con bambini da diverse età".

 

"È stato nuovo per me allenare molti bambini di categorie pre-infantili, infantili e Doppia A. Sono arrivato fino al campionato nazionale Doppia A con la squadra di Lara. C’è stato un rapporto armonioso tra noi e i genitori, che ha permesso di elevare la qualità del baseball. Sì, mi piacerebbe ritornare dopo un periodo riposo assieme ai miei quattro figli".

 

Il gruppo è stato ricevuto nell’aeroporto di Wajay da Alberto Juantorena, vicepresidente dell’INDER, che li ha salutati a nome della presidenza dell’organismo sportivo e si è congratulato con loro per il compimento della missione assegnatagli, compiuta in modo degno, solidale e disinteressato, come fanno gli internazionalisti del nostro paese.

 

Fino a lunedì 7 arriveranno altri gruppi di collaboratori – nel Venezuela ne rimarranno altri e si sta preparando la sostituzione di coloro che ritornano -, 432 vengono a frequentare un corso di riabilitazione per offrire nuovamente il loro aiuto allo sport venezuelano.


 

Non è per denaro che sono

 salito sulle colline

 

V.DE JESÚS/L. BAÑOS – Caracas 18 agosto 2005

 

Ernesto non dimentica la sua esperienza come medico nelle zone selvagge del Guatemala, dove è stato per quasi due anni, convivendo con popolazioni indigene assolutamente prive di tutto e alla mercè della natura.

 

"Lì sono cresciuto come essere umano, che è lessenza di un professionista della Salute", confessa evocando gli episodi vissuti nelle regioni di Petén e specialmente nel Quiché, una delle zone più inospitali e di maggior presenza indigena in quel paese.

 

Si è visto obbligato ad apprendere il dialetto Ketchí, ad affrontare con laiuto di sua moglie le più dure sfide della sua professione, in condizioni estremamente complesse e sopportando di buon grado la coesistenza con persone analfabete ed aliene da ogni tipo di civilizzazione.

 

"Sono gente che ha bisogno di noi, molto umili e ti rendi conto della loro gratitudine, di quanto ti amano. Ricordo che la domenica, quando facevano del gioco del calcio la loro festa settimanale, preparavano una tribuna artigianale affinché potessimo presiedere lavvenimento. Eravamo come i loro re".

 

Con questa preziosa esperienza alle spalle Ernesto del Pino Sánchez, abitante a Città de LAvana, è arrivato in Venezuela.

 

"Qui abbiamo dovuto affrontare altre sfide, ma ci piace essere partecipi di una rivoluzione in effervescenza, un processo singolare nel quale si definisce il futuro dellAmerica Latina. Stiamo constatando che è possibile cambiare la realtà di una nazione fondatasi su basi capitalistiche per molti anni".

 

Ernesto è un ragazzo dai giudizi sereni e dal carattere fermo. E intervenuto nel lungo e proficuo dibattito nel XVI Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti.

 

"Il forum ha dimostrato ai giovani di altre regioni del mondo che un mondo migliore è possibile e necessario. Che è la verità, che non si tratta di una mera parola dordine. Che si può fare una rivoluzione tramite un percorso diverso da quelli tradizionali.

 

"Questo è quel che sta dimostrando il processo bolivariano che, con la sua genuinità, è percorribile nonostante gli ostacoli ed il permanente scontro cercato dallopposizione. Qui viene dimostrata la validità del pensiero di Fidel, cioè che la battaglia è di idee, che i problemi del mondo non si risolvono con le bombe ma eliminando la povertà.

 

"Con molta modestia e umiltà noi delegati cubani abbiamo dimostrato quanto si possa avanzare quando si prepara un popolo, lo si educa e gli si da salute. Guarda, pochi giorni prima del mio arrivo in Venezuela mi è successa una cosa che può illustrare la portata del nostro apporto solidale.

 

"Conversando con me, una dottoressa venezuelana mi ha confessato quanto ci ammiri, perchè per nessuna cifra al mondo lei sarebbe salita sulle colline a fare visite e tanto meno a convivere. Le ho fatto notare, senza lintenzione di contrariarla, che noi stiamo lì per qualcosa di più importante di qualsiasi somma di denaro: per valori umani molto alti, le ho detto. Sono queste le idee che il nostro Presidente ci ha insegnato a difendere anche nelle peggiori circostanze".

 

 

I bambini cubani nel cuore
di Barrio Adentro

 

M.J.MAYORAL E R.L.HEVIA 18 agosto 2005

 

• I pionieri e gli altri componenti della delegazione del nostro paese al XVI Festival della Gioventù e degli Studenti hanno fatto visita ai cooperanti della Salute in Venezuela

 

Fanno domande su tutto; vogliono sapere come sta andando ai medici cubani di Barrio Adentro, dei bambini poveri che adesso hanno diritto allassistenza sanitaria gratuita, di quanto costerebbe unoperazione al cuore se venisse fatta in una clinica privata, delle malattie più comuni, della vita delle famiglie precedentemente escluse ed i loro compatrioti col camice bianco rispondono come se avessero di fronte i loro figli e figlie, lasciati a casa.

 

Coloro che più indagano sono i pionieri, raggruppati nella loro organizzazione, che non a caso porta il nome di José Martí. Hanno appena partecipato al XVI Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti e adesso percorrono questa città assieme a Julio Martínez ed Hassan Pérez, rispettivamente primo e secondo segretario del Comitato Nazionale dellUJC, per conoscere direttamente il patto damore degli internazionalisti con il programma Barrio Adentro.

 

"E una magnifica opportunità", opina Evelín Reina Díaz, che a 12 anni detà inizierà a settembre lottavo grado nella scuola Cosmonauta Yuri Gagarin. "Già il Festival", dice, "ci aveva dato la possibilità di apprendere molto sui problemi del mondo, sulle lotte dei giovani e dei popoli per questo mondo migliore al quale aspiriamo; e adesso questa visita ai medici è un bellissimo regalo, soprattutto perchè qui la gente ci ha accolto per tutto il tempo a braccia aperte".

 

"Quando andiamo negli autobus le persone che ci vedono dalla strada gridano: Viva Cuba e so che parte di questo affetto lo dobbiamo al lavoro dei medici e degli altri cooperanti, perchè questi stanno trasformando in realtà lintegrazione fraterna pensata da Martí e Bolívar".

 

Le domande ai cooperanti della Salute scrosciano come pioggia fresca e si chiedono perfino consigli di questo tipo: Che devo fare per diventare un medico come te? La domanda è per Manuel Arturo Borges Llop, che compie visite mediche nel quartiere 23 Gennaio ed a rivolgergliela è il pioniere Lázaro Castro.

 

"Avere nel petto un cuore grande come qualsiasi altro cubano e la coscienza esatta del perchè si sta qui ad assistere persone che mai prima, in decenni di capitalismo selvaggio, avevano potuto disporre di un medico". Così sintetizza Lazarito la risposta dello specialista in Medicina Generale Integrale, mentre ladulto gli stava parlando a voce bassa, camminando con il braccio sulle sue spalle, come vecchi amici.

 

I ragazzi vedono una caserma chiamata Cipriano Castro, nel municipio di Libertador, dove i militari hanno ceduto spazi affinché i medici, infermieri e tecnici della salute cubani potessero stabilire nuovi servizi, in una fase più avanzata di Barrio Adentro. Lì funziona un centro generale di diagnosi, che compie le prove cliniche indicate dai medici situati negli ambulatori della zona.

 

Anche nellinstallazione dellesercito, grazie al lavoro volontario dei cooperanti nei compiti di costruzione, un locale è stato ristrutturato per convertirlo in centro di diagnosi cardiovascolare, nel quale vengono valutati ed indicati i trattamenti ai pazienti inviati dai consultori medici, che si recano a Cuba per essere sottoposti ad intervento chirurgico.

 

Questa visita a Barrio Adentro di pionieri e di altri membri della delegazione cubana al XVI Festival comprenderà vari stati venezuelani.

 

Il suo inizio è stato come un esemplare de LEtà dellOro, dove i bambini hanno potuto venire a conoscenza di quanto necessario a divenire uomini per davvero.