‘The New York Times’ ha chiesto che non venga concesso asilo a Posada Carriles

 

11 maggio 2005

 

In un editoriale del quotidiano The New York Times del 10 maggio è scritto che “nel nome della credibilità, della coerenza e della giustizia per le 73 vittime” dell’esplosione di un aereo cubano nel 1976, gli Stati Uniti non devono concedere l’asilo politico a Luis Posada Carriles, del quale viene denunciato l’ingresso illegale nel paese sei settimane fa.

 

Posada “dovrebbe essere arrestato ed estradato affinché venga giudicato, non solo per l’attacco all’aerolinea, ma anche per altri attentati terroristici che Posada ha ammesso di aver pianificato, compreso quello del 1997 che costò la vita ad un imprenditore italiano a L’Avana”, ha aggiunto il quotidiano, ammettendo che sarebbe molto difficile, se non impossibile, giudicarlo negli USA, in quanto gli atti dei quali viene accusato “non sono avvenuti qui e le vittime non sono statunitensi”.

 

“Lamentevolmente l’Amministrazione Bush non crede nella Corte Penale Internazionale (CPI), che sarebbe stata l’istituzione ideale per giudicarlo”. L’unica opzione possibile a questo punto è la sua estradizione in Venezuela per l’attentato all’aereo della ‘Cubana de Aviación’. Posada fu detenuto per nove anni nel paese sudamericano senza che il processo fosse terminato. Scappò nel 1985.

 

Bush ha trasformato in un “imperativo morale dal quale non si può transigere il principio di non ospitare terroristi”, ma se mantenesse la sua parola anche in questo caso rischierebbe di perdere il voto “della comunità cubana, ferocemente anticastrista, che nelle ultime elezioni lo ha aiutato a trasformare la Florida in una roccaforte repubblicana”, ha scritto il quotidiano.

 

“Un’altra alternativa sarebbe quella di inviare Posada Carriles in un paese dell’Unione Europea desideroso di processarlo”, o mandarlo direttamente alla CPI, ha segnalato.

 

L’unica cosa che non può fare l’Amministrazione Bush è ospitare Posada Carriles concedendogli asilo politico”, perché dall’11 settembre 2001 gli Stati Uniti stanno facendo grandi sforzi per espellere dal loro territorio non solo i potenziali terroristi, ma anche i veri rifugiati perseguitati nei loro paesi”, afferma il giornale.

 

 

Washington “offenderebbe i principi statunitensi e creerebbe un gravissimo precedente se facesse un’eccezione nel caso di un terrorista confesso”, conclude la pubblicazione.