"Che l’Amministrazione USA dica se sta

 nascondendo o no Posada Carriles"


Il leader della Rivoluzione ha chiesto ai Governi europei che si pronuncino sul fatto. I cubani

pretendono giustizia per i crimini commessi in più di 45 anni dai terroristi incoraggiati dal Nord

 

     martedì 12 aprile 2005

Il Comandante in Capo Fidel Castro ha chiesto ieri (lunedì) con forza al presidente USA George Bush di dire al mondo se è vero o no che, già da tre settimane, il Governo di questo paese accoglie nel suo territorio il noto terrorista internazionale Luis Posada Carriles.

 

Ieri erano già 19 i giorni passati da quando Posada risiede negli USA e le massime autorità di questa nazione non hanno detto finora una sola parola; si è solamente fatto trapelare la notizia, mediante note di stampa come quella pubblicata dal quotidiano ‘The Miami Herald’, al quale un funzionario federale ha confermato la presenza del terrorista.

 

"Tutto indica che l’entrata pianificata, silenziosa e cospirativa dell’assassino negli Stati Uniti, risponde all’interesse di Washington di lasciar passare il tempo, poiché in questi giorni sta cercando di far condannare Cuba nella Commissione sui Diritti Umani dell’ONU e non risulta conveniente che il mondo conosca la condotta ipocrita dell’impero", ha considerato il leader della Rivoluzione.

 

"Che dicano qualcosa, che si esprimano su un qualcosa che è come una creatura che sta per nascere. La verità è che l’onorevole Presidente degli Stati Uniti sembra in questo momento una donna in stato interessante che porta un mostro nel ventre e deve darlo presto alla luce, perché è molto difficile fare marcia indietro; lo devono mostrare", ha chiesto con forza Fidel nel suo intervento speciale di lunedì nel Palazzo delle Convenzioni.

 

Il Presidente del Consiglio di Stato e di quello dei Ministri ha ricordato a Bush le parole pronunciate da quest’ultimo il 26 agosto 2003, che secondo il presidente nordamericano costituivano un messaggio comprensibile da tutti: "Se qualcuno protegge un terrorista, se qualcuno sostiene un terrorista, se qualcuno alimenta un terrorista, è altrettanto colpevole dei terroristi".

 

Allora, come si può concepire di proteggere Posada Carriles? Secondo Fidel, fare ciò costituisce un oltraggio ai cittadini nordamericani morti nelle Torri Gemelle di New York, dimenticare che lì, come qui, vivono migliaia di familiari di coloro che sono stati sacrificati in atroci atti terroristici.

 

Il leader della Rivoluzione ha pronunciato il suo intervento di fronte a combattenti ed ai familiari dei caduti nel sabotaggio della nave ‘La Coubre’ e nella lotta contro i banditi, iniziata alla fine del 1960; ai sopravvissuti ed ai familiari delle vittime del sabotaggio commesso contro il negozio ‘El Encanto’ nell’aprile del 1961; ai combattenti e familiari dei morti nella battaglia contro i mercenari che invasero il nostro territorio a Playa Girón ed ai membri della brigata sanitaria che prestò servizio in quei momenti.

 

Le sue parole sono state ascoltate anche dai familiari delle vittime e dai sopravvissuti dell’attentato esplosivo compiuto nel febbraio 1974 contro l’Ambasciata cubana in Perù; dai familiari delle vittime dell’esplosione in pieno volo di un aereo della ‘Cubana de Aviación’ nel 1976 (il crimine più mostruoso di questo tipo commesso nell’emisfero) e dai familiari dei morti negli avvenimenti di Tarará, nel gennaio 1992.

 

Nel Palazzo delle Convenzioni erano presenti anche le vittime dell’epidemia di dengue emorragico provocata dalla CIA a Cuba, i familiari dei morti a causa del sabotaggio della raffineria ‘Ñico Lopez’ e di Adriana Corcho, assassinata nella nostra Ambasciata in Portogallo nel 1976, il padre del giovane italiano Fabio di Celmo, che rimase vittima delle azioni terroristiche commesse contro alberghi ed altre installazioni a L’Avana in anni recenti, nonché i familiari dei Cinque Eroi prigionieri negli USA.

 

Erano presenti avvocati partecipanti alle due querele presentate dal popolo di Cuba contro il Governo USA per danni umani ed economici, lavoratori sociali, dirigenti del Partito, dell’Unione dei Giovani Comunisti (UJC la sigla in spagnolo), e delle organizzazioni di massa, combattenti delle Forze Armate Rivoluzionarie e del Ministero degli Interni.

 

In presenza di tutti loro Fidel ha detto: "Mi ascolti bene signor Bush, qui ci sono le vittime dei crimini e degli atti terroristici commessi contro il nostro popolo in decine di anni. E’ in loro nome che pronuncio queste parole".

 

Continuando ha sollecitato i Governi europei a dire la loro sul fatto che mostruosi assassini (i complici) siano ricevuti negli USA con più di un atto di omaggio e riconoscimento.

 

"Gli Stati Uniti si aspettano di ricevere un vergognoso sostegno europeo contro Cuba nella Commissione sui Diritti Umani a Ginevra, anche se non dovrebbero sentirsi troppo a disagio, in quanto arriveranno a questa situazione svergognata, incivile e vile, sapendo in anticipo che il Governo della grande superpotenza commette mostruosi crimini bellici, preconizza azioni extragiudiziarie ed è responsabile delle torture commesse nelle carceri irachene e nel territorio della Base di Guantánamo, occupato con la forza", ha detto Fidel.

 

Il leader cubano ha intimato al presidente degli Stati Uniti di rispondere se è vero o no che determinate persone della sua più ristretta cerchia si siano interessate affinché lui, Bush, offrisse ospitalità a Posada Carriles. E se non lo sapeva, da quanto tempo ne è venuto a conoscenza?. Ha inoltre preteso che dica pubblicamente se sapeva che i suoi più intimi amici nella Casa Bianca erano indaffarati a proteggere il terrorista mentre Giovanni Paolo II stava agonizzando e se era a conoscenza di questi fatti quando, a Roma, si è inchinato di fronte alla salma del Papa.

 

Fidel ha anche chiesto a Bush se, in questo momento di costernazione dell’umanità per la scomparsa del Sommo Pontefice, era cosciente del fatto che una cosa così vergognosa e ripugnante come la protezione a Posada Carriles stava avvenendo negli USA.

 

"Approverebbe mai il Papa una simile condotta? La approverebbero l’opinione pubblica mondiale, i popoli (tra i quali il nostro), i familiari delle vittime degli atti terroristici?", ha inquisito Fidel Castro per poi aggiungere: "Tutti vorrebbero sapere se lei lo sapeva, se è cosciente di quel che stava succedendo, perché se così non fosse sarebbe come se Bin Laden si trovasse in territorio statunitense ed il Presidente di questo paese non lo sapesse o non facesse niente".

 

"Che razza di Presidente hanno gli USA, che permette il soggiorno al sicuro nel suo paese ad un mostro terrorista che fece esplodere in pieno volo un aereo con 73 persone a bordo e si procurò esplosivo per far saltare in aria l’Aula Magna dell’Università di Panama, cosa che avrebbe potuto provocare la morte di centinaia di persone? Che sicurezza può avere il popolo nordamericano con un Presidente così? A cosa servono i vari corpi di informazione e sicurezza, l’apparato che costa centinaia di migliaia di milioni di dollari, se non sapevano che lì stava Posada Carriles?", si è chiesto Fidel.

 

"E se lo sapevano e la informarono", ha proseguito, "perché non lo ha detto? Perché non ha informato l’opinione pubblica mondiale?"

 

"Lei", ha detto riferendosi a Bush, "ha una grande responsabilità di fronte all’opinione pubblica mondiale, al popolo degli Stati Uniti, alle vittime degli atti terroristici contro nordamericani compiuti in qualsiasi parte del mondo, ai popoli dell’America Latina, al popolo di Cuba ed ai familiari qui riuniti, che non hanno mai ricevuto nemmeno la consolazione di una parola di pentimento, di una richiesta di perdono da parte di nessun Governo degli USA", ha avvertito il leader della Rivoluzione.

 

Ha definito un fatto significativo e grave il comportamento di Washington rispetto a Posada Carriles, il cui curriculum-record di terrorista, nonché quello dei suoi complici più prossimi, è pubblicamente conosciuto.

 

Fidel ha anche rammentato che la direzione cubana è sempre stata disposta a cooperare con le autorità statunitensi ed a fornirle le informazioni necessarie sul curriculum di questi terroristi, nonostante la Casa Bianca e le sue agenzie (compresa la CIA) li conoscano bene, in quanto per decenni questi assassini hanno lavorato agli ordini dell’impero.

 

Il Presidente del Consiglio di Stato e di quello dei Ministri ha riferito dettagliatamente sui fatti che hanno portato alla scarcerazione di Posada Carriles e dei suoi complici, dopo che questi erano stati condannati a Panama e poi indultati dall’ex Presidentessa di questo paese Mireya Moscoso, della quale sono molto conosciuti anche la condotta corrotta nonché l’allineamento alle posizioni dell’impero e della mafia cubano-americana, come constata un articolo del prestigioso giornale digitale ‘Rebelión’, citato da Fidel.

 

Il Presidente cubano, dopo aver ricordato che fu Cuba a fornire i dati per l’arresto dei terroristi da parte della polizia panamense, ha segnalato che il nostro paese avrebbe potuto catturarli; "ma non lo abbiamo mai fatto né lo faremo, perché abbiamo un’etica, rispettiamo la sovranità degli altri paesi e non siamo abituati a compiere azioni di questo tipo, nelle quali l’impero è sempre coinvolto".

 

"Secondo i commenti circolanti negli ambienti dell’estrema destra statunitense, c’è una grande attesa per il costo politico che potrebbe pagare l’Amministrazione nella Commissione sui Diritti Umani a Ginevra. Il Governo ed i capoccia controrivoluzionari stanno mantenendo un assoluto silenzio, cercando di tenere segreta la presenza di Posada Carriles", ha commentato.

 

"Tuttavia", ha aggiunto, "l’informazione è filtrata prima del previsto, poiché vari membri del Consiglio per la Libertà di Cuba (una nota organizzazione controrivoluzionaria), hanno sollecitato aiuti finanziari per il terrorista, cioè sostegno per fare quel che già avevano previsto".

 

UNA STORIA DI CANAGLIE

 

Fidel ha iniziato il suo discorso facendo riferimento all’editoriale pubblicato nel quotidiano Granma, ma subito dopo ha chiarito che la motivazione del suo intervento non era approfondire il tema dei tentativi fatti per frustrare la visita del Papa a Cuba, ma denunciare un fatto attuale.

 

Ha spiegato come le notizie dei giornali e delle emittenti radiofoniche di Miami hanno iniziato ad elaborare da circa dieci anni una strategia per presentare di nuovo in questa città il noto terrorista controrivoluzionario Luis Posada Carriles come "veterano guerriero anticastrista", "figura simbolica", "esiliato cubano"...

 

Dopo aver definito indignante e ripugnante la manovra di coloro i quali si autodefiniscono difensori dei diritti umani, il leader della Rivoluzione ha insistito sul cinismo di questi media, che hanno presentato Posada come un "leggendario combattente", che ha adesso posto fine ad una "vita errante e clandestina", cercando asilo negli USA.

 

Ha enumerato molte delle azioni compiute in più di 40 anni, che compongono il foglio di servizio di questo criminale riconosciuto e dei suoi complici ed ha condannato la condotta delle Amministrazioni statunitensi che, non appena la Rivoluzione trionfò, decisero di addestrarli, dirigerli e proteggerli.

 

Fidel ha fatto riferimento all’ammissione pubblica del criminale Posada Carriles al ‘The New York Times’ rispetto al suo orgoglio per aver compiuto l’attentato del 1976 a Barbados contro l’aereo nel quale morirono 73 persone, in maggioranza giovani sportivi cubani.

 

Era dal 1960 che Posada Carriles aveva organizzato piani controrivoluzionari in rapporto diretto con la CIA. A questo proposito, ha ricordato che in un documento declassificato dall’impero è riportato che il capoccia ha lavorato con lo pseudonimo di "Il Cacciatore" nell’organizzazione terroristica chiamata "Falconi Neri". Ha anche segnalato che nel 1961 Posada ha ricevuto addestramento militare per aiutare lo sbarco mercenario di Playa Girón, ma la rapida vittoria dei miliziani del nostro popolo gli impedì di agire.

 

I rapporti del riconosciuto nemico della Rivoluzione con le peggiori cause in America Latina sono risultati evidenti dalla relazione dei fatti ricordati da Fidel, comprendenti attività contro i rivoluzionari venezuelani negli anni Sessanta ed in altri paesi dell’America Nostra.

 

La lista dei fatti di sangue commessi da Posada Carriles e dai suoi seguaci è lunga ed include assassinii di funzionari cubani all’estero e l’organizzazione di attentati diretti contro il leader della Rivoluzione, particolarmente durante i vari Summit Ispanoamericani svoltisi negli anni Novanta.

 

A Cartagena de Indias nel 1994, in Colombia, approfittando della riunione dei capi di Stato, il capoccia Posada Carriles organizzò un attentato a Fidel, che avrebbe dovuto essere eseguito durante il percorso in auto del Presidente cubano assieme al Premio Nobel della Letteratura Gabriel García Márquez, parte del programma del Summit. Il misfatto non fu portato a compimento.

 

Fidel ha esposto in dettaglio la lista di atti terroristici perpetrati da Posada Carriles, Pedro Remón Rodríguez, Gaspar Jiménez Escobedo e Guillermo Novo Sampol.

 

Ha parlato di come i terroristi hanno cercato di distruggere quello che Cuba sta facendo nel turismo, mezzo per tirare avanti nel bel mezzo del periodo speciale e dopo il crollo dell’URSS e del campo socialista. E’ necessario non dimenticare che, con questi sabotaggi, pretendevano di creare un ambiente di caos interno nel paese ed abbattere così la Rivoluzione.

 

Fidel si è soffermato nei dettagli sull’arresto, avvenuto il 17 novembre 2000, del terrorista Luis Posada Carriles e dei suoi complici, che avevano pianificato tutto per attentare contro la sua vita quando si fosse incontrato con gli studenti nell’Aula Magna dell’Università di Panama. Possedevano nientemeno che 40 kg di tritolo ed altre armi sofisticate per portare a termine il misfatto.

 

"Noi li stavamo pedinando, controllando, filmando e demmo un tempo alle autorità panamensi affinché adottassero misure. Ricordatevi che apparsi di fronte ai giornalisti lì riuniti, offrii loro i dettagli della mostruosa strage che stavano pianificando, dopodiché furono arrestati", ha spiegato il Presidente cubano.

 

Subito dopo ha dedicato alcuni minuti a sintetizzare i curriculum criminali di Posada Carriles e dei suoi fedelissimi, Remón Rodríguez, Novo Sampol e Jiménez Escobedo, tutti pieni da cima a fondo di assassinii ed azioni ripugnanti, come quella commessa contro Eulalio J. Negrín nel novembre 1979. Negrín partecipò a Cuba ad una riunione della conferenza "Nazione ed Emigrazione", dopo la quale Pedro Remón (eseguendo gli ordini di Orlando Bosch,un altro sbirro allora detenuto in Venezuela), lo assassinò davanti agli occhi di suo figlio.

 

Ha anche parlato degli assassinii dell’ex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier e di Félix García Rodríguez, funzionario di Cuba all’ONU, crimini ai quali questi personaggi hanno partecipato. Criminali di questa risma risiedono negli USA. "I nordamericani possono forse smentire la presenza dei denunciati dal nostro paese?"

 

Una volta condonata loro la pena dalla Presidentessa panamense Mireya Moscoso, gli "amichetti" di Bush hanno iniziato a ricevere omaggi a Miami ed in altre città, dove hanno fatto perfino collette di denaro in loro favore. Il Consiglio per la Libertà di Cuba è stato uno fra quelli che più si è distinto, quando il 28 settembre 2004 ha organizzato a Miami una festa in loro onore.

 

Il leader della Rivoluzione ha ricordato che, mentre questi assassini camminano a piede libero, Cinque Compatrioti nostri, combattenti contro il terrorismo, stanno scontando condanne a vita nelle carceri nordamericane, dove i familiari possono fare loro visita con moltissime difficoltà. "Quanto sono nobili, quanto sono democratici e giusti questi signori dell’impero!"

 

"Qui ci sono le note diplomatiche dirette da Cuba al cosiddetto Governo degli Stati Uniti", ha detto Fidel.

 

"Il nostro paese ha protestato contro ciò che si è cercato di fare per manovrare il processo contro gli assassini a Panama, manovre nelle quali è apparsa la mano degli USA, che faceva pressione sull’esecutivo per liberare i terroristi.

 

Mentre si stava ordendo questa macchinazione, la visita a Panama di Colin Powell, segretario di Stato nordamericano, è servita per far sapere alla Presidentessa Moscoso che al Presidente Bush interessava che il vecchio assassino ed i suoi complici, detenuti per il tentativo di uccidere un Presidente, fossero giudicati come rei in assenza. Il processo giudiziario si sarebbe trasformato in una burla ai popoli panamense e cubano.

 

Anche l’infausto Otto Reich è stato utilizzato per intercedere a Panama in favore degli imputati. Il Ministero degli Esteri cubano (MINREX), ha denunciato queste manovre e l’intimidazione di figure chiave per distruggere un processo giudiziario che si era sviluppato con imparzialità e giustizia. In una di queste note, diretta all’Onorevole Ambasciata svizzera, Sezione di Interessi degli Stati Uniti d’America, Cuba ha detto di essere a conoscenza dell’intenzione di Mireya Moscoso di concedere l’indulto ai terroristi. Nessuna di queste comunicazioni ha ricevuto una risposta.

 

Abbiamo fatto sapere al Governo degli Stati Uniti, presumibilmente impegnato nella lotta contro il terrorismo internazionale, che se questi criminali entravano in territorio nordamericano dovevano essere consegnati alle autorità e che Cuba avrebbe collaborato, offrendo ogni informazione richiesta su di essi", ha segnalato.

 

"Stiamo informando il mondo prima che portino a compimento la loro sudicia manovra. Tante note inviate e nessuna risposta ricevuta". Ha ricordato che "è stato chiesto all’Amministrazione USA di far riferimento alle notizie sul fatto che Posada Carriles si trovava a Miami; il MINREX ha chiesto con forza il suo arresto e consegna a Cuba affinché venisse giudicato per i crimini commessi contro il nostro popolo ed ha espresso la nostra aspettativa che lui ed i suoi complici venissero giudicati per il delitto di terrorismo internazionale. Ci aspettiamo che gli Stati Uniti abbiano una condotta responsabile e non permettano a questi ‘signori’ di burlare nuovamente l’azione della giustizia".

 

Fidel ha sentenziato che per questo Governo è come se non fossero stati commessi atti terroristici contro di noi. "A quanto pare, secondo gli Stati Uniti, a Cuba non c’è stata una Playa Girón, una lotta contro i banditi, non hanno assassinato Conrado Benítez e Manuel Ascunce, né sono morti centinaia di compatrioti lottando contro queste azioni. Queste non sono cose del passato. Per noi valgono di più i principi".  

 

(María Julia Mayoral, Alfonso Nacianceno, Alexis Schlachter, Alberto Núñez)