CONSIGLIATO DAI SUOI COMPARI DI MIAMI


Ménard, il "difensore dei

 

giornalisti", nega il suo

 

aiuto a Jim DeFede

 

JEAN-GUY ALLARD – 2 settembre

 

 

Se c’era bisogno di un’altra prova che il giornalista Jim DeFede fosse stato licenziato dal quotidiano di Miami "The Miami Herald", su richiesta dei capi della mafia cubano-americana per i suoi lavori su Posada Carriles (stando a quanto segnalato dal sito web di Radio Miami), il segretario generale di Reporters Sans Frontières (RSF), Robert Ménard, l’ha appena fornita.

 

L’autoproclamatosi "difensore dei giornalisti", i cui legami con i capi della fauna mafiosa di Miami sono stati ampiamente dimostrati, si è appena rifiutato nettamente di mettere il proprio nome sotto una lettera già firmata da più di 500 giornalisti nordamericani, che hanno voluto esprimere la loro solidarietà con il cronista ingiustamente punito.

 

Nella lettera aperta, inviata da Peter Wallsten, del Los Angeles Times e da Charlie Savage, del Boston Globe e che hanno firmato diversi giornalisti del Miami Herald e del Nuevo Herald, viene chiesta ai proprietari del quotidiano la reintegrazione di DeFede nel suo posto di lavoro.

 

 

EL DUENDE: MÉNARD HA RICEVUTO

L’ORDINE DA CALZON

 

 

Il commentatore anonimo di ‘Radio Miami’ El Duende, le cui indiscrezioni, sempre fondate, sono famose nella comunità cubano-americana del sud della Florida, ha rivelato che Ménard ha ricevuto l’ordine di ignorare il caso DeFede mas...Calzon Frankdirettamente da Frank Calzón, noto agente della CIA dal ben noto curriculum terroristico. Oggi a capo del Center for a Free Cuba, una sussidiaria della USAID e della NED, Calzón somministra fondi a RSF e ad altri gruppi anticubani, cosa ammessa dallo stesso Posada.

 

"Ménard ha dovuto placare l’agitazione di alcuni suoi colleghi, dopo aver comunicato loro in una riunione della direzione che non potevano sottoscrivere una lettera che i giornalisti di tutto il mondo hanno indirizzato al Miami Herald, chiedendo la reintegrazione del giornalista Jim DeFede nel suo posto di lavoro", ha affermato El Duende.

 

"Secondo quel che abbiamo saputo, Ménard ha ricevuto una telefonata da Washington, durante la quale è stato dato assai chiaramente il ‘consiglio’ ai Reporters Sans Frontiéres, di non firmare la lettera pubblica a sostegno del giornalista del Miami Herald".

 

DeFede ha registrato una conversazione telefonica con delegato di Miami Arthur Teele poco prima che il politico si suicidasse con un colpo d’arma da fuoco il 27 luglio scorso, nel lobby dell’Herald. La registrazione non autorizzata di comunicazioni è illegale in Florida e i dirigenti del giornale ne hanno fatto un pretesto per licenziare brutalmente il giornalista, impadronendosi del nastro registrato.

 

 

UN EROE DELLA MIAMI TERRORISTA

 

 

I legami di Ménard con la Miami mafiosa – completamente sconosciuti in Francia, dove nessuno si azzarda a smascherare il protetto dei padroni della "grande stampa" – sono divenuti visibili il 21 gennaio 2004, quando è stato accolto come un eroe dai boss di Miami.

 

Durante il suo soggiorno, il capo di RSF ha annunciato come nel mese di marzo dello stesso anno nella riunione dei membri permanenti dell’UE a Bruxelles, avrebbe chiesto che il Governo cubano venisse severamente "punito". Effettivamente, il 24 marzo 2004, Ménard è apparso a Bruxelles assieme a Frank Calzón, che poco prima aveva giurato di non conoscere.

 

Ménard si è legato a Miami con vari individui che hanno capeggiato campagne per la liberazione di Orlando Bosch, contro il ritorno del piccolo Elián a Cuba e che hanno comprato l’indulto di Luis Posada Carriles. Bosch e Posada hanno alle spalle un curriculum terrorista di più di 45 anni, comprendente l’esplosione in pieno volo di un aereo della ‘Cubana de Aviación’ con 73 passeggeri a bordo, provocata con cariche esplosive nel 1976.

 

Questi stessi circoli sono quelli che consigliano Bush su Cuba e che resero possibile, con frodi elettorali, la sua vittoria alle presidenziali del 2000, in cambio di numerosi privilegi.

 

In Francia, Ménard mantiene un’immagine di grande difensore dei diritti umani e calunnia sistematicamente Cuba.

 

Anche se pretende di essere un difensore della libertà di stampa, Ménard riceve finanziamenti ingenti, oltre a finanziamenti nordamericani occulti. Grandi agenzie pubblicitarie internazionali, come la Publicis (US Army e Bacardí), gli danno il loro sostegno.

 

Molti giornalisti solidali con DeFede ritengono che questi sia stato licenziato per "aver offeso poderose figure di Miami", riferendosi ai commenti pubblicati sulla condotta disonesta dei congressisti cubano-americani di Miami.

 

In un articolo intitolato il terrore è terrore, sia a Londra che a Cuba, DeFede ha criticla congre(terro)ristaato le dichiarazioni della congressista di origine cubana Ileana Ros-Lehtinen, su quello che lei ha definito il "barbaro attacco terroristico a Londra".

DeFede ha chiesto: "Dove stava lo sdegno della congressista quando questa difese Posada Carriles, uomo che si è vantato di essere l’autore di tutta una serie di attentati terroristici esplosivi in alberghi (che causarono la morte di un turista italiano) uomo sospettato di aver fatto saltare in aria un aereo cubano? Dove stava il suo desiderio di ‘neutralizzare il terrorismo’ quando due anni fa, assieme a Díaz-Balart, hanno chiesto alla presidentessa di Panama la libertà per Posada ed i suoi complici nel fallito tentativo di far saltare l’Aula Magna dell’Università di Panama, Pedro Remón, Guillermo Novo e Gaspar Jiménez?".

 

DeFede, che lavorava per l’Herald dal giugno 2002, è stato cacciato dal lavoro con il primo pretesto che si è presentato, anche se era di gran lunga il giornalista più popolare di quel quotidiano.

 

Ménard ha confermato una volta di più i suoi legami con i servizi segreti nordamericani che, sborsando milioni, tentano di farla finita con la Rivoluzione cubana e di applicare il piano annessionista ideato da George W. Bush.

 

"Trova nuovamente conferma il detto che chi paga comanda", ha detto El Duende alla fine del suo Commento.