La Pubblicità Clandestina


• Di chi si burla Reporters senza Frontiere?



JEAN-GUY ALLARD - speciale per Granma Internacional - 24 gennaio 2005

 

È stata la giornalista Danielle Bleitrach a mettere il campanellino al gatto! Catherine Deneuve, interrogata da un magistrato sulla sua presenza a una manifestazione promozionale organizzata da un truffatore algerino aveva "guadagnato" 50000 Euro per la sua presenza, ha reso noto.

 

Quell’incontro era stato organizzato da Publicis, l’agenzia che patrocina RSF. Quanto avrà pagato Publicis poi per garantire l’anno scorso la presenza della Deneuve e altre personalità nel ben pubblicizzato incontro contro Cuba ai Campi Elisi?

 

Laurent Fabius coincise ai Campi Elisi con gli stessi interessi di Bush nella sua campagna contro la Costituzione Europea. Che socialista!

 

E la Deneuve, con la sua posizione contro Cuba, manifesta ingenuità o mala fede?

 

Autrice con Viktor Dedaj del libro "Cuba est une Île" (Le Temps des Cerises, Paris, 2004), la Bleitrach ha segnalato che, come sostiene El Nouvel Observateur, i grandi personaggi del "jet set" artistico francese guadagnano molto denaro facendosi pagare per partecipare ad eventi pubblici con una pratica chiamata Pubblicità Clandestina, usata costantemente dalle multinazionali della pubblicità.

 

Robert Ménard, il segretario a vita di RSF, ha riconosciuto in molte opportunità che le sue campagne di propaganda con Saatchi & Saatchi, una delle agenzie pubblicitarie più famose del mondo fanno parte dell’impero della multinazionale Publicis.

 

Quali sono state le condizioni per l’incontro nei Campi Elisi del 2003, con la partecipazione di vedette come la Deneuve e altre, ben pagate per partecipare allo show politico?

Un incontro organizzato da R. Menard con Laurent Fabius, vice presidente del Partito Socialista Francese, con manifesti di 50 metri nelle strade di Parigi che annunciavano lo "spettacolo" e tutte le redazioni stampa mobilitate...

 

La Bleitrach ha scritto in un suo commento: "Quanto avranno guadagnato le vedette?"

 

La Deneuve, l’attrice famosa di tanti film come "Los Paraguas de Cherburgo" e "Belle de Jour", elegante simbolo di Yves Saint Laurent, era vestita di velluto verde, hanno scritto il giorno dopo con entusiasmo abbastanza delirante in un Sito Web vincolato alla mafia cubano - americana di Miami! Era chiaramente uno spettacolo politico!

 

Era presente anche Sophie Marçeau, un’altra stella del cinema francese.

 

Alcuni mesi dopo a un’asta organizzata da RSF nel lussuoso hotel Inter-Continental di Parigi, davanti al quale si allineavano le Rolls Royce e le Mercedes stravaganti, parteciparono Juliette Binoche, Sophie Marçeau, Laetitia Casta, e alcuni noti cantanti, con il sarto Karl Lagerfeld.

 

 

DISSUASO DAL DENUNCIARE LA US ARMY

 

La propaganda contro Cuba, ben pagata, non è il solo tema in questione che riguarda la multinazionale della disinformazione – RSF - il cui bilancio, ha rivelato il suo "guru" Robert Menard tocca i 3.5 milioni di Euro l’anno.

 

Il sospetto entusiasmo con la causa dei giornalisti francesi Christian Chesnot e Georges Malbrunot, sequestrati da ribelli iracheni e poi liberati nel dicembre scorso, ha provocato la preoccupazione di un intellettuale francese, Maxime Vivàs, che scrive commenti politici ed è anche scrittore.

 

In un testo intitolato "Gli ostaggi, RSF e la US Army (Los rehenes, Reporters sin Frontieres y la US Army), Vivàs si chiede giustamente perché nel dicembre del 2004 R. Menard aveva insisto nel chiedere all’autista dei due giornalisti, Mohammed Al Joundi, liberato una settimana prima dei due, di non denunciare pubblicamente o tanto meno depositare una denuncia contro l’esercito nordamericano che lo aveva torturato.

 

"Non è un buona idea, sarebbe controproducente... Io capisco il signor Al Joundi, ma speriamo che i giornalisti sequestrati vengano liberati..." ha detto allora Menard, nel bel mezzo della sua rumorosa campagna sul caso.

 

Vivás ha commentato: "La costante compiacenza verso gli USA nelle relazioni di RSF appare sospetta poiché mentre le US Army si sono rivelate come il più grande predatore mondiale di giornalisti nel 2004, la classificazione dei paesi rispettosi della stampa stabilita da RSF pone gli USA in una posizione onorevole, davanti ad altri paesi dove non è "mai morto" nessun giornalista..."

 

Trovato il 12 novembre da militari nordamericani poco dopo la sua liberazione, Mohammed Al Joundi fu detenuto e torturato per cinque giorni.

 

Solamente il 4 gennaio, alla fine, egli ha denunciato gli abusi, a Parigi. e il suo avvocato, il celebre letterato francese Jaques Verges ha accusato la US Army di maltrattamenti, torture e minacce quando ha depositato una denuncia davanti ai tribunali.

 

RSF non aveva detto neanche una parola!

 

Vivàs segnala che Verges ha descritto gli abusi sofferti dal suo cliente: trovato in una casa abbandonata, seminudo e scalzo, lo condussero a forza e ammanettato in un campo militare dove lo picchiarono e lo presero a calci.

 

L’uomo spiegò che è siriano, rifugiato in Iraq.

 

Poi lo portarono in altri due posti, uno vicino a Falluja, dove lo interrogarono mentre lui doveva stare in ginocchio. Gli chiedevano gli indirizzi dei sequestratori e di quelli che lo avevano aiutato. Lo minacciarono con una pistola, fecero tre false esecuzioni con la pistola alla sua tempia e alla fine fu interrogato da civili che si divertivano ad applicargli scariche elettriche. Gli fecero vedere foto di ricercati, ma non riconobbe nessuno. Poi lo vollero riportare nella casa dove lo avevano trovato ma rinunciarono per via dei combattimenti e lo lasciarono andare.

 

L’interesse di RSF nel guidare la campagna per la liberazione di Christian Chesnot e Georges Malbrunot e controllare il suo sviluppo non appare tanto innocente.

 

Mentre Menard raccomandava all’autista dei giornalisti di non infastidire la US Army, faceva discorsi molto aggressivi contro i sequestratori, mettendo in pericolo la vita dei due sequestrati... attirando l’opinione pubblica francese contro l’insieme dei ribelli iracheni che lottano contro l’invasore nordamericano.

 

 

LA CENSURA

 

L’8 dicembre del 2004 è avvenuto un incidente che illustra i limiti di libertà di stampa delle versioni di RSF.

 

Una giornalista del MOUV, una stazione radio di Tolosa che emette in tutta la Francia, stava partecipando a un’altra festa del jet set organizzata favore di RSF dalla casa di mode Jean-Paul Gaultier... un altro cliente di Publicis.

 

Al termine della festa la giovane giornalista avvicinò la top model Carla Bruni che stava ringraziando gli altri partecipanti.

 

Nello stesso momento Daniel Potard, il direttore generale della Jean-Paul Gaultier prese il microfono dicendo volgarità e proibendo alla giornalista di "coprire l’evento".

 

Il giorno dopo la giornalista ricevette una telefonata dalla sua "capa" che le spiegò che il direttore della stazione radio era stato contattato da Potard e che le si consigliava vivamente di dimenticare l’incidente. Non ci furono servizi sul tema.

 

"Un vero atto di censura!", ha denunciato in un comunicato il Sindacato - sud Radio France.

 

RSF, che era il beneficiario della festa, non ha fatto alcun commento!.