DAL VENEZUELA


La Rivoluzione bolivariana appartiene ad

 

 un popolo che ha molti amici nel mondo

 

VENTURA DE JESÚS (inviato speciale) Caracas, 20 marzo 2005

 

 

"Questa Rivoluzione non dipende da un uomo, ma appartiene ad un popolo, ad un paese che ha molti amici nel mondo", ha assicurato il presidente Hugo Chávez, parlando nuovamente delle spacconate dei personaggi dell’impero e della loro ansia di eliminare il processo bolivariano, senza scartare l’assassinio del suo massimo leader.

 

"Dio non voglia che arrivi questo giorno, ma se arriverà, qui si ascolterà di nuovo il grido che il generale Páez fece risuonare fra i monti e la vegetazione: libertà o morte; era la parola d’ordine dei combattenti della pianura di Páez e dell’Apure".

 

"O saremo liberi o moriremo combattendo per questa terra. Non ci sono più alternative. Quindi che non si confondano coloro che stanno facendo piani per cercare di fermare questa Rivoluzione", ha sottolineato.

 

Durante la trasmissione del suo programma ‘Aló, Presidente’, numero 216, dal centro abitato di Sabaneta, nello stato di Barinas, Chávez ha avvertito che il suo popolo vuole pace e non sangue, ma il Venezuela, pur essendo una nazione democratica e pacifica, è anche armato ed è disposto a difendere la sua sacra sovranità.

 

"Se un qualche esercito verrà qua, morderà la polvere", ha indicato.

 

Il presidente ha sottolineato la necessità di assumere un’attitudine di difesa generale, allo scopo di preservare la sovranità di fronte a governi come quello nordamericano. "La miglior guerra è quella che si vince senza bisogno di sparare un colpo, ma questo non dipende tanto da noi, quanto da quelli che si sentono potenti e vogliono dominare il mondo", ha aggiunto.

 

Commentando le dichiarazioni di Roger Noriega, sottosegretario di Stato per l’America Latina, che ha definito il processo bolivariano un modello fallito, Chávez ha affermato che il modello veramente fallito è il neoliberismo, "quello vostro", ha asserito. "Il nostro sta cominciando adesso a dare i suoi frutti positivi, dovuti alla sua essenza stessa", ha risposto.

 

Ha considerato che "la vera fonte di preoccupazione per il mondo è il Governo nordamericano, che calpesta i diritti umani, invade e bombarda senza misericordia. Stanno riempiendo il mondo di sangue. E se decidessero di invadere il Venezuela, qui correrebbe il nostro sangue, ma anche il loro", ha avvertito.

 

Durante la sua popolare trasmissione, durata più di cinque ore, Chávez ha fatto riferimento al programma di semina e in special modo ha annunciato la consegna di copiose risorse per accelerare il Piano Nazionale delle Sementi.

 

Ha detto che è necessaria un’alleanza strategica tra i piccoli e medi produttori ed i lavoratori per continuare la marcia dello sviluppo economico generale, perché continui a germogliare il nuovo Venezuela.

 

"Questa si chiama sovranità nazionale", ha commentato esortando a che in pochi anni il paese possa produrre circa il 70-80% degli alimenti che oggi importa.

 

In questo senso, ha chiamato ad utilizzare rapidamente tutte le terre oziose e ad essere efficienti nell’impiego delle risorse.

 

"Servono risultati il più rapidamente possibile per quanto riguarda questi più di 70 articoli agricoli che la nazione importa attualmente. Ciò ci aiuterebbe ad abbassare i prezzi dei prodotti agricoli di primaria necessità e, cosa ancora più importante: ci darebbe una maggior indipendenza alimentare.

 

La ministra di Scienza e Tecnologia, Yadira Córdova, ha detto che le risorse approvate amplieranno la capacità di lavoro delle Stazioni Sperimentali e degli agricoltori nella produzione di sementi ed ha stimato che, nel 2009, il paese avrà sostituito circa il 70% delle sementi richieste dal settore agricolo.

 

Il Presidente bolivariano ha spiegato che l’obiettivo del suo Governo è l’eliminazione della povertà e che la marcia per fare ciò è il consolidamento delle missioni sociali, che fanno parte della Missione Cristo, che comprende gli altri programmi e genera efficienza e rapidità.