GLI USA PERSEGUITANO IL VENEZUELA


Armi per il popolo

LIDICE VALENZUELA (speciale per GI) 29 marzo 2005

Di fronte alle continue provocazioni degli Stati Uniti, la Rivoluzione Bolivariana ha annunciato la preparazione di una riserva militare di quasi un milione di persone che, in caso di necessità, sarà pronta a combattere in meno di un anno.

 

Il generale di divisione Melvin López, segretario del Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa della Nazione, ha precisato che la cosiddetta Riserva Popolare o Nazionale verrà addestrata molto bene "per difendere il paese da una possibile aggressione degli USA".

 

Molti analisti della realtà venezuelana coincidono nell’opinione che la nuova Riserva Popolare è l’affermazione – espressa nella Costituzione Nazionale del paese sudamericano – dell’alleanza tra il popolo organizzato e le forze armate per la realizzazione e la difesa di un progetto nazionale caratterizzato da uno Stato di Diritto fondato sulla Giustizia Sociale.

 

Rivolgendosi a coloro i quali hanno cercato di minimizzare la possibilità di un’aggressione militare nordamericana contro il Venezuela, il generale López ha ricordato che gli USA e diversi paesi alleati hanno compiuto perfino un’esercitazione denominata "Balboa", nella quale è stata simulata un’invasione.

 

Per questo la notizia sulla nuova forza militare non ha sorpreso coloro che seguono gli avvenimenti venezuelani. Il presidente Chávez ha denunciato in varie occasioni che la destrorsa Amministrazione di George Bush tenterà di assassinarlo e nemmeno questo ha sorpreso, visto il risaputo ruolo giocato dagli Stati Uniti nel fallito colpo di stato dell’aprile 2002 contro il Presidente del paese sudamericano e la partecipazione di quella superpotenza nella caduta di governi popolari latinoamericani e nell’assassinio dei loro principali dirigenti. Da ricordare il Cile di Salvador Allende ed il Guatemala di Jacobo Arbenz.

 

Secondo il segretario del Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa della Nazione, i riservisti venezuelani verranno addestrati ad affrontare una guerra di quarta generazione o asimmetrica, come viene denominato uno scontro armato tra un paese dotato di armi non convenzionali ed un altro di armi convenzionali.

 

Il nuovo corpo militare venezuelano possiede una radice eminentemente popolare e non dipenderà dalle Forze Armate Nazionali (FAN) né opererà dentro di esse. Il milione di persone che comporranno la Riserva Popolare si trovano in tutto il paese, nei luoghi di lavoro e di residenza e nei pozzi petroliferi "per difenderli o distruggerli in caso di invasione", hanno affermato le autorità. La nuova Riserva Popolare o Nazionale in formazione, a differenza di quella già costituita, disporrà di suoi propri professionisti, sotto la direzione di ufficiali attivi.

 

 

Il suo capo sarà il generale di divisione Julio Quintero Viloria.

 

Il presidente Chávez ha già avvertito che, se verrà ucciso per ordine di Washington, la fornitura di 1,5 milioni di barili al giorno di petrolio venezuelano agli Stati Uniti verrà immediatamente sospesa, cosa che implicherebbe un grave colpo all’economia nordamericana.

 

Va notato che tanto il Venezuela quanto altre nazioni latinoamericane preoccupano l’Amministrazione Bush. La Rivoluzione Bolivariana del Venezuela costituisce l’esperienza più avanzata e radicale di cambiamento effettivo rispetto ai grandi mali da risolvere in America Latina. Negli ultimi anni sono stati eletti nella regione governi di sinistra che si presentano come alternativa a decenni di neoliberismo, attuato a scapito degli interessi popolari.

 

Sotto la guida del presidente Chávez, il progetto bolivariano sta ottenendo indiscutibili risultati nei principali settori della vita venezuelana, con lo sviluppo di piani socio-economici a vantaggio dei settori più poveri, distruggendo lungo il suo cammino i tentativi dell’oligarchia controrivoluzionaria, tra i quali il blocco petrolifero e rafforzandosi con le vittorie elettorali ed il referendum popolare che ha confermato Hugo Chávez come leader della Rivoluzione Bolivariana.

 

Di fronte ad un nemico di tale potenza, che non ha esitato a muovere guerra ad Iraq ed Afghanistan, circondato dalla ripulsa delle nazioni e dei popoli, il Venezuela recupera inoltre la sua capacità industriale per la difesa, mentre si stanno compiendo i passi indispensabili per l’acquisizione di nuovi mezzi di combattimento, tra i quali un lotto di più di 40 elicotteri russi per sorvegliare le frontiere, 100000 fucili russi e l’installazione industriale per produrli nel paese. Si è lavorato all’addestramento di 100000 riservisti equipaggiati e pronti per la difesa i quali, oltre ad essere addestrati militarmente, vengono preparati a svolgere, per esempio, attività produttive in cooperative ed a partecipare a nuclei di sviluppo endogeno.

 

Sabato 26 marzo la segretaria di Stato nordamericana Condoleeza Rice, ha assicurato al quotidiano ‘The Washington Post’ che "nessuno", nemmeno l’Amministrazione Bush, "vuole essere nemico del Venezuela o dei suoi leaders", dichiarazioni che contrastano con le dure critiche che la responsabile della diplomazia USA ha rivolto in ripetute occasioni contro il Presidente sudamericano.

 

Rice ha ricordato che gli USA ed il Venezuela "sono tradizionalmente uniti da legami molto forti" e, alludendo a Chávez, ha detto: "uno vuol credere che i leaders eletti stiano governando democraticamente", cosa che costituisce un’altro attacco al processo bolivariano ed al suo massimo dirigente, da lei accusato in un’altra occasione di essere una "forza negativa" in America Latina per il suo "abbraccio col regime cubano di Fidel Castro".

 

Poco dopo il governo venezuelano, per bocca della sua viceministra degli Esteri, Delcy Rodríguez, ha risposto a Condoleeza Rice avvertendo che Washington può contare sulla "reciprocità" di Caracas, sempre che "mantenga una posizione di rispetto" nei confronti del governo guidato da Chávez.