José Vicente Rangel scarta 

la proroga delle elezioni

30/11/05 (PL)



Il vicepresidente venezuelano, José Vicente Rangel, ha dichiarato che è completamente respinta la possibilità di un cambiamento di data, né un solo minuto, delle elezioni parlamentari della prossima domenica.

Nelle dichiarazioni alla stampa, Rangel ha richiamato la popolazione a stare all'erta e ha convocato ad una mobilitazione in difesa dell'istituzione del voto e della democrazia elettorale.

Ha rinnovato la sua denuncia contro l'intervento e l'ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni del Venezuela, come è successo durante il colpo di Stato di aprile del 2002 e la serrata petroliera di fine anno 2002 e principi del 2003.

Rangel ha affermato che le forze di opposizione che hanno annunciato la loro ritirata dalle elezioni parlamentari della prossima domenica preparano uno sciopero elettorale nello stesso "formato" di quegli avvenimenti.

Il tradizionale partito Azione Democratica (AD) ed il socialcristiano COPEI, come Progetto Venezuela, hanno deciso di abbandonare la contesa elettorale col pretesto che non esistono condizioni democratiche per l'appuntamento alle urne.

In questo senso, il vicepresidente ha precisato che queste organizzazioni hanno deciso di escludersi dalle elezioni, ma non i loro candidati.

"I candidati non si stanno ritirando, questa è la loro tragedia. Una cosa è che i partiti si ritirino ed un'altra che lo facciano i candidati. Una cosa dicono le direzioni di questi partiti ed un altra i candidati che hanno possibilità di guadagnare voti" ha puntualizzato.

Ha insistito che "queste forze politiche non hanno popolo" e ha consigliato loro di lavorare con le masse ed entrare nei quartieri.

"Si ritirano perché non hanno voti" ha detto riferendosi ad inchieste secondo le quali l'opposizione non raggiungerà, come massimo, più di 30 dei 167 seggi dell'Assemblea Nazionale messi in gioco nelle elezioni di domenica.

Per Rangel, questi gruppi ripetono schemi già visti e preparano uno sciopero elettorale sovversivo, dunque non si tratta solamente di semplice astensionismo ma bensì c'è qualcosa di sordido.

Ha rivelato che i servizi segreti hanno informazione che queste forze giocano la carta di non partecipare (alla consultazione) per destabilizzare il paese.

 

Il 4 dicembre potranno votare 14 milioni 469 mila persone per scegliere gli occupanti dei 167 seggi del parlamento ed i rappresentanti di questo paese ai parlamenti Latinoamericano (12) ed Andino (5).
 

 

Dichiarazione dell’Ufficio Politico del CC

  del Partito Comunista Venezuelano


Caracas, 30 Novembre 2005
 

 

La dirigenza di AD, COPEI e Progetto Venezuela, si ritirano dalle elezioni pretendendo di sabotarle. Eseguono le istruzioni che ricevono dall’ambasciata del governo statunitense, davanti alla realtà inconfutabile dell’appoggio crescente del popolo venezuelano alla Rivoluzione Bolivariana.

Chi per 40 anni ha dominato il voto del 90 % della popolazione, oggi non ha futuro né può avere voti; per il popolo venezuelano è solo un cattivo ricordo, quei partiti li disprezza e odia ogni giorno di più per tutto i mali che hanno fatto al paese.

Con quella decisione presa dai direttivi dei partiti reazionari, stanno anticipando di qualche giorno la loro funzione funebre politica. E’ una “cronaca di morte annunciata”, e per non sprecare il funerale mettono i loro cadaveri al servizio della cospirazione e del sabotaggio promossi dall’ambasciata USA utilizzando una campagna denigratoria contro il CNE, col finanziamento della CIA, insieme al canale Globovisión come principale portavoce, chiaro segno della paura dell’opposizione.

Questo paese starà molto meglio senza AD e COPEI, che durante i loro governi hanno ingannato il popolo con la loro falsa democrazia, instaurato la corruzione come cultura della gestione pubblica, con i desaparecidos, la tortura e l’assassinio di uomini e donne coraggiosi che lottarono per una patria degna e sovrana.

Proprio loro, che portavano a votare i defunti ad ogni elezione, che derisero gli elettori coi “verbali ammazza voti”, non hanno credibilità morale per mettere in discussione il CNE; si tratta solo di una scusa con il meschino argomento della mancanza di garanzie e di frode per adeguarsi alla cospirazione antipatriottica, con cui vogliono delegittimare le elezioni, il CNE e mettere una pietra sopra all’inevitabile rielezione del Presidente Hugo Chávez Frias l’anno prossimo.

Nel Partito Comunista del Venezuela, ratifichiamo il nostro appoggio a Jorge Rodríguez e al CNE come arbitro elettorale, e riconosciamo gli sforzi realizzati per garantire la partecipazione di tutti, per la più ampia espressione di volontà popolare.

In conseguenza, il Partito Comunista del Venezuela, interpretando il sentimento popolare di progresso, pace e socialismo, respinge come infame questo sabotaggio elettorale e convoca tutte le forze politiche, tutti i cittadini e cittadine venezuelane, ad esercitare il libero diritto a votare il prossimo 4 dicembre per i candidati di sua preferenza.

Richiamiamo la nostra militanza a raddoppiare gli sforzi nel tratto finale della campagna per denunciare con forza la manovra imperialista in corso ed a difendere col voto del nostro paese il diritto ad esistere come nazione libera e sovrana. Il voto legittimerà un’altra volta la presenza del comandante Chávez nella Presidenza, il CNE come massima autorità elettorale e si formerà una nuova Assemblea Nazionale, con forze rivoluzionarie coerenti ed impegnate nei cambiamenti che si richiedono nelle leggi e nella Costituzione Nazionale, per continuare ad avanzare per le strade della rivoluzione bolivariana, verso il socialismo.
 


Traduzione dallo spagnolo del Ccdp
da http://www.redglobe.org/index.php?option=com_content&task=view&id=301&Itemid=9