Il Mercosur è l'anti ALCA

 

 

| Mercoledì 23 Novembre 2005 - 14:23 | Cristiano Tinazzi |

 

 

Il governo di Caracas ha avviato uno studio di fattibilità dell’ambizioso progetto di un gasdotto sudamericano lungo 6 mila chilometri che, partendo dal Venezuela dovrebbe arrivare sino all’Argentina. Lo ha riferito il ministro degli Esteri Alì Rodriguez, precisando che per la sua costruzione verrebbero anche impiegate le infrastrutture della Petrosur. Rodriguez ha poi sostenuto che il progetto è appoggiato da Argentina, Bolivia, Brasile e Uruguay, ovvero i Paesi che lo hanno proposto al 28° vertice del Mercosur, tenutosi nel giugno scorso ad Asuncion. Una prima intesa sul progetto è stata firmata tra il presidente venezuelano, Hugo Chávez, che ha ricevuto il collega argentino Nestor Kirchner. “E dimmi ingegnere, quando si inaugurerà questa impresa?” ha chiesto il presidente venezuelano ad uno dei tecnici presenti. “Nel 2012, presidente”. Chávez si gira allora verso Kirchner e gli dice “Nel 2012? Bene, Nestor, sei invitato, per allora”.
Dopo l’incontro, Chávez si è detto sicuro di un’ampia partecipazione di altri Paesi alla creazione del gasdotto, che garantirà energia “a tutto il Sudamerica per i prossimi 200 anni”. In materia energetica il Venezuela ha anche rinnovato il contratto per la somministrazione di gasolio all’Argentina. Un contratto che risale all’aprile dell’anno scorso in piena crisi energetica. I due presidenti hanno deciso anche la creazione di una azienda mista tra la ENARSA argentina e la PDVSA venezuelana per la somministrazione di gasolio principalmente destinato al settore agricolo. Chávez ha promesso così a Kirchner uno scambio non declinabile: gasolio in cambio dell’acquisto di azioni. L’Argentina ne riceverà cinque milioni di barili all’anno. E il Venezuela rafforzerà il suo pacchetto di investimenti nel Paese continuando a comprare i bond del debito estero argentino, dei quali il Venezuela possiede già azioni per 950 milioni di dollari. Chávez ha poi detto che l’entrata del suo Paese nel Mercosur è un dato di fatto. Secondo le aspirazioni di Caracas, il Venezuela vorrebbe entrare a far parte del mercato comune tra Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay, al prossimo vertice di dicembre del Mercosur. Al riguardo, il ministro degli Esteri Rodriguez ha riferito che l’Argentina, che dal mese prossimo assume la presidenza di turno del Mercosur, siglando la ‘Dichiarazione dell’Orinoco’ si è impegnata ad appoggiare totalmente nei negoziati l’ingresso di Caracas nell’organizzazione del commercio del cono sudamericano.
Al termine dell’incontro il presidente argentino ha sottolineato l’importanza degli accordi firmati: “E’ molto importante ciò che abbiamo firmato oggi - ha detto Kirchner - E’ un momento storico per le relazioni bilaterali, vogliamo rafforzare il Mercosur”. L’alleanza strategica tra Venezuela e Argentina è un patto che ha un buon futuro, viste le premesse che si sono create. Nella ‘dichiarazione di Orinoco’ si evidenzia l’intenzione del Venezuela di rafforzare sempre di più le relazioni economiche tra i due Paesi. Come le altre volte, il presidente venezuelano ha spiegato il perché degli investimenti nei bond argentini: “Abbiamo guadagnato dei soldi. I bond sono buoni, io li chiamo i bond K (Kirchner, ndr), dimostrano la solidità dell’Argentina”, aggiunge Chávez. Il presidente ha espresso inoltre la volontà di creare un fondo finanziario che serva a rafforzare il processo di sviluppo economico del continente. Kirchner ha precisato, dal canto suo, che non è nell’interesse del suo Paese sostituire gli organismi finanziari creati a Bretton Woods. La questione dei finanziamenti è infatti fondamentale per la strategia del governo argentino nelle sue relazioni con l’FMI.

 

 



 

 

Intesa Kirchner-Chavez



| Martedì 22 Novembre 2005 - 14:14 | Cristiano Tinazzi |

 

 

 

I presidenti di Argentina e Venezuela, Nestor Kichner, e Hugo Chávez, si sono riuniti ieri a Puerto Ordaz, città industriale del sud del Venezuela, per fare un bilancio del recente Vertice delle Americhe (ALCA). Il presidente venezuelano si trovava in quella zona per registrare la consueta puntata domenicale di ‘Alò Presidente’. “Oggi do il benvenuto al presidente dell’Argentina, Néstor Kirchner, che è arrivato nel Paese domenica notte direttamente a Puerto Ordaz. Apriamo le braccia per darle il benvenuto, Kirchner, degno presidente dell’Argentina”, ha detto Chávez alla televisione. E si è parlato nuovamente dell’importanza dell’integrazione dei Paesi latinoamericani, incluso i Paesi caraibici e quelli del Centroamerica. Chávez si è detto disponibile anche a riparlare dei confini, insistendo sul fatto che le “frontiere sono artificiali. C’è un solo corpo: il grande corpo del Sudamerica, una patria grande. Per noi la patria è tutto il continente sudamericano e quando parlo di Sudamerica penso anche al Centroamerica e ai popoli caraibici. Dobbiamo andare verso il Sud. Tutto questo ha un significato socio politico definito”. Il presidente venezuelano poi ha illustrato le opere di costruzione del secondo ponte sopra il fiume Orinoco spiegando quali sono state le numerose risorse utilizzate per la costruzione dello stesso. “E’ un’opera importantissima non solo per lo sviluppo dello stato, ma anche per tutta la regione: è un ponte che unisce tre stati è per questo può essere definita un’opera di integrazione” ha detto il governatore locale, Francisco Rangel Gómez. Chávez ha ricordato, tra le altre opere di infrastruttura in cantiere nel Paese, la costruzione della linea metro che collega Caracas alla cittadina di Las Teques e i nuovi progetti del viadotto Caracas-La Guaira. Il ministro per le infrastrutture, Ramón Carrizales, presente anch’esso al programma domenicale, ha informato che si stanno realizzando in questo momento tre lavori di costruzione lungo il viadotto Caracas-La Guaira e si sta progettando un quarto progetto che contemplerà la costruzione di una nuova autopista sempre sulla linea Caracas-La Guaira. Ma torniamo all’incontro tra Kirchner e Chávez: l’incontro tra i due presidenti avviene nei giorni della crisi diplomatica tra Caracas e Città del Messico, dove i governi hanno ritirato entrambi gli ambasciatori, e dei rinnovati scontri tra Washington e Chávez, che nei giorni corsi aveva definito il presidente George W. Bush “un pazzo e assassino”. Durante il vertice i due presidenti discuteranno anche dell’acquisto di nuovi bond argentini da parte del governo venezuelano e firmeranno accordi in materia petrolifera. In particolare, l’incontro verterà sul progetto di costruzione di un gasdotto di 12mila km tra Argentina e Venezuela e su tematiche riguardo salute e agricoltura. Ma il tema principale rimane l’entrata del Venezuela nel Mercosur: Kirchner infatti vuole sollecitare il Venezuela ad entrare a pieno titolo nel Mercado Común del Sur (Mercosur). Dentro il gruppo dei cinque Chávez e Kirchner appaiono come i propugnatori della linea dura contro la proposta statunitense sostenuta pienamente dal Messico. A causa di ciò tutti e due infatti hanno avuto degli scontri verbali con il presidente messicano Fox durante e dopo la riunione di Mar del Plata. Il conflitto tra Argentina e Messico si risolse rapidamente dopo una dichiarazione di Kirchner che suggeriva al presidente Fox “di occuparsi dei problemi del Messico”. La ‘lotta’ tra Fox e Chávez invece ha causato una crisi diplomatica che provocato il ritiro dei rispettivi ambasciatori.
Kirchner comunque ha un comportamento meno aggressivo, rispetto a Chávez; nei circoli diplomatici il presidente venezuelano viene considerato responsabile di una delle più gravi violazioni delle norme non scritte della diplomazia, ovvero l’aver diffuso i discorsi tenuti a porte chiuse durante l’ultimo vertice di Mar del Plata. Sicuramente ha fatto bene a divulgarli, ma, chiaramente, la cosa non è stata molta gradita perché ha rotto delle convenzioni universalmente accettate nel mondo diplomatico.
E anche la decisione di ricevere Kirchner a Puerto Ordaz e non a Caracas non è stata casuale: in questa città è situata la Siderúrgica del Orinoco (Sidor), una impresa mista a capitale misto la cui maggioranza è detenuta dal governo argentino.