L'opposizione non sa

 

più a che santo votarsi
 

| Martedi 29 Novembre 2005 - 14:23 | Cristiano Tinazzi |

 

Maria Corina Machado invita l’opposizione ad andare in chiesa “a pregare per le libertà e per la democrazia”, in vista delle elezioni parlamentari di domenica prossima in Venezuela. Leader del Sumate, una Ong foraggiata dal governo americano e impegnata a vigilare sul corretto svolgimento delle operazioni di voto, la 38enne Machado, un ingegnere industriale con tre figli e un matrimonio alle spalle, secondo molti venezuelani potrebbe candidarsi alle presidenziali del 2006. Il suo “non è un appello all’astensione”, ha precisato la Machado rilevando che “le chiese da sempre rappresentano un luogo di incontro e di rifugio per i perseguitati, gli umili e coloro che si battono per la libertà, senza distinzioni di credo o ideologie”, come riporta il quotidiano spagnolo ‘El Pais’. “Maria Corina sogna di essere la Violeta Chamorro venezuelana”, spiega l’analista dell’opposizione Domingo Alberto Rangel, con riferimento alla leader del partito di opposizione ‘Uno’ in Nicaragua e vedova di Pedro Chamorro, il direttore del quotidiano ‘La Prensa’ che si era sacrificato per il suo Paese, che fu eletta presidente nel 1990. E il 4 dicembre, secondo Rangel, quando in Venezuela sarà evidente la scarsa affluenza alle urne, la Machado si proclamerà la madrina dell’astensione, di fatto candidandosi alle presidenziali del dicembre 2006. Ma le similitudini finiscono qui. La Machado è una golpista, una donna che non ha esitato ad andare da Bush lo scorso 31 maggio per denunciare ‘presunte’ violazioni dei diritti umani in Venezuela. E’ la solita storiella che si ripete in ogni parte del mondo in Paesi giudicati ‘nemici’ dall’establishment americano. Questa signora è soltanto lo strumento dell’imperialismo americano e delle sue intromissioni nelle politiche di Paesi sovrani utilizzando l’esca dei diritti umani. La Cina in questo momento ne è l’esempio portante.
Al momento gli avversari di Chávez, nelle elezioni del prossimo anno che il presidente è sicuro di vincere per assicurarsi altri sei anni di mandato, sono il rappresentante del centrodestra Julio Borges e il tecnocrate Roberto Smith. Accarezza l’idea di presentarsi alle presidenziali anche Teodoro Petkoff, editore del quotidiano dell’opposizione ‘Tal Cual’, ma non ha ancora annunciato la sua candidatura. La Machado appartiene alla oligarchia venezuelana, ricorda ancora il quotidiano spagnolo, che Chavez non perde occasione di attaccare “ogni due per tre” e ha iniziato a partecipare attivamente alla politica dell’opposizione contro il governo Chavez nel 2001. Tra le prime persone a schierarsi al fianco dell’autoproclamato presidente ad interim Pedro Carmona Estanga, il leader della confindustria venezuelana che tentò un golpe contro Chávez nell’aprile del 2002, la leader del Sumate per quel reato è già stata processata. Ma è anche accusata di cospirazione e tradimento della patria per aver ricevuto fondi dal ‘National Endowment for democracy’ americano (ovvero la CIA) e rischia 16 anni di carcere. “Casualmente o no - rileva infine il quotidiano spagnolo - il processo per la Machado inizierà due giorni dopo le elezioni di domenica prossima. Altra buona ragione per andare a pregare in chiesa”. Appellarsi a Dio, però, non la salverà da una giusta condanna.