Risposta di massa in

 Venezuela alle minacce USA

 

VENTURA DE JESÚS (inviato speciale) - Caracas 23 gennaio 2005

 

“Il popolo venezuelano ha dato questa domenica una contundente dimostrazione di patriottismo e di rifiuto a veder calpestata la sua sovranità. Abbiamo detto chiaramente al mondo che non accetteremo ingerenze”, ha affermato Chávez.

 

La partecipatissima marcia che ha percorso le strade di Caracas ha messo soprattutto in chiaro che la gente è stanca di farsi prendere in giro dall’imperialismo. “Non siamo nè ciechi nè stupidi”, ha detto un oratore improvvisato riferendosi al bombardamento di intromissioni, menzogne e provocazioni dell’Amministrazione USA a proposito del recente sequestro del guerrigliero delle FARC Rodrigo Granda da parte di agenti colombiani, avvenuto a Caracas in aperta violazione della sovranità della patria di Bolívar.

 

Commentando l’obiettivo statunitense di isolare il suo Governo e di silurare gli sforzi per l’integrazione del Sudamerica a partire dalla crisi diplomatica con la Colombia, il presidente Hugo Chávez ha assicurato che questa politica fa parte di una strategia per dare impulso ad una campagna internazionale contro la Rivoluzione Bolivariana. “E’ una storia vecchia di 200 anni”, ha detto Chávez. “Sono consapevole che è da lì che viene l’istigazione. E’ una nuova aggressione del Governo nordamericano contro di noi”.

 

Ha commentato che si tratta di una prima prova per sviare l’attenzione, creare conflitti e strumentalizzarli. “Ma non riusciranno mai a sviarci nè a neutralizzare la nostra bella rivoluzione”, ha sottolineato. “E se continueranno nel loro proposito morderanno una volta di più la polvere della sconfitta”, ha precisato dopo aver ribadito  con ancora più forza il carattere antimperialista della rivoluzione. “Gli USA rimarranno soli nel continente ed ogni giorno di più anche nel mondo”.

 

Il Capo dello Stato venezuelano ha enfatizzato la disposizione della nazione andina a difendere la sua sovranità e la sua storia costi quel che costi, ma ha specificato che non ci sarà crisi di natura alcuna che danneggi i rapporti tra i popoli di Venezuela e Colombia. I rapporti continueranno ad essere molto profondi, perché si tratta dello stesso popolo, con una comune cultura, geografia e storia; “siamo intimamente uniti”, ha sottolineato.

 

Nel suo discorso, Chávez ha puntualizzato che il corteo, iniziato la mattina, continuato fino al pomeriggio e lungo 18 km., è servito a diffondere ai quattro venti quel che sta avvenendo nel paese, per mostrare il sentimento popolare e la forza bolivariana. “E’ questo che è risultato chiaro per le strade: la nostra forza morale, che sta crescendo sempre più”.

 

Alla testa della manifestazione c’erano il vicepresidente della Repubblica José Vicente Rangel, accompagnato da alcuni ministri del Governo, parlamentari, governatori di alcuni stati e dirigenti di partiti politici.

 

La dimostrazione è servita anche per ricordare l’anniversario della caduta del dittatore Marcos Pérez Jiménez, avvenuta nel 1958.