Cuba povera invia medici, in tutto

il mondo, ad aiutare i poveri 

 

Il passato 28 ottobre, il giornale The Sydney Morning Herald ha pubblicato un articolo sulla "preoccupazione" dei governi degli Stati Uniti ed Australia per la presenza di personale della salute cubano in nazioni del sud dell'Asia e del Pacifico. Una dimostrazione probatoria della "vocazione" di difesa dei diritti umani di Washington e Canberra, impauriti dall'esempio di devozione, solidarietà ed altruismo dei cubani che ha guadagnato l'ammirazione di questi popoli
 

 

9 novembre 2006 - Tom Fawthrop, l'Avana 28 ottobre 2006 www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

 

 

Cuba, una delle poche nazioni comuniste sopravvissute, amplia, senza far molto rumore, le sue relazioni nella regione del Pacifico e, come si vocifera, Canberra e Washington osservano gli avvenimenti con preoccupazione.

Da quando ha avuto luogo la tragedia dello tsunami, che distrusse l'Indonesia il Giorno di Santo Stefano, nel 2004 (26 dicembre), Cuba ha inondato alcune zone più povere della regione di medici e personale umanitario. Frange del Pacifico, da Kiribati fino a Timor-Est, cominciano a dipendere dall'aiuto medico cubano e, apparentemente, i cubani stanno conquistando i cuori e le menti. A causa del terremoto che ha avuto luogo a Java, in maggio, immediatamente squadre di medici sono state inviate, in aereo, nelle zone colpite.

Ronny Rockito, coordinatore della salute regionale dell'Indonesia, ha detto che i due ospedali di campagna ed i 135 lavoratori cubani hanno avuto una maggiore ripercussione, nella crisi umanitaria, che il lavoro di qualunque altro paese.

"Ringrazio la squadra medica cubana; il suo stile è molto fraterno ed il suo livello medico molto elevato" ha segnalato il signore Rockito. "Tutto è gratuito e non [è] appoggiato dal Governo del mio paese. Ringraziamo il [presidente di Cuba] Fidel Castro. Molta gente di campagna supplicava i medici cubani di rimanere".

Oltre alla missione medica cubana in Kiribati, squadre provenienti da Cuba si sono dirette ad Aceh e Sri Lanka, nel periodo posteriore allo tsunami, ed alcuni dei suoi membri sono rimasti in quei posti.

In risposta ad una richiesta di Timor-Est, 286 medici cubani lavorano attualmente in zone rurali ed in Dili, dove hanno creato un'installazione affinché centinaia di locali studino medicina. Recentemente, le Isole Salomone e Papua Nuova Guinea hanno sollecitato aiuto medico a L'Avana, puntando a firmare accordi di cooperazione bilaterale.

Miguel Angel Ramírez, capo ad interim del Dipartimento dell'Asia del Ministero degli Esteri di Cuba, ha detto che l'aumento dell'attività nel Pacifico é il risultato dell'impegno di Cuba di ampliare l'aiuto medico ai poveri di tutto il mondo.

"Alcune di queste isole del Pacifico sono in cattive condizioni", ha detto il signore Ramírez, ex ambasciatore in Indonesia. "Non c'invischiamo in nessun tema riguardante la sicurezza della regione. Abbiamo medici in tutta l'America Latina ed in regioni dell'Africa".

A dispetto della sua povera economia, pregiudicata dalle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti, Cuba — con una popolazione di poco più di 11 milioni di abitanti — ha 20000 medici che prestano servizio in 68 paesi.

Questo anno, il dottore Castro é stato eletto leader del Movimento dei Paese Non Allineati, coalizione composta da 100 stati, compresi la maggior parte degli stati dell'Africa, Asia, America del Sud e del Medio oriente che hanno deciso di non appoggiare un blocco di potere centrale. Man mano che aumenta l'influenza di Cuba, gli Stati Uniti dubitano che il programma di Cuba sia solo di carattere umanitario. Dopo il terremoto, che l'anno scorso, ha devastato il Pakistan, una pubblicazione locale, Dawn, ha informato che il governo militare del presidente Pervez Musharraf é stato sottoposto a pressioni di Washington affinché rifiutasse tutte le offerte di aiuto di L'Avana.

In conclusione, alle squadre di medici cubani é stato dato il benvenuto e, il passato gennaio, sono giunte al devastato Kashmir più di 1000 medici provenienti da L'Avana.

Secondo i dati ufficiali di Islamabad, il 73% di tutti i pazienti é stato curato da cubani, in 44 posti differenti.

Il dottore Araceli Castro, specialista cubano nella salute pubblica nell'Università di Harvard, ha affermato che i benefici della crociata di Cuba, a beneficio della salute, hanno abbondantemente prevalso sulle differenze ideologiche.

"Non comprendo la ragione per la quale qualcuno si opponga ad offrire assistenza medica a coloro che non l'hanno alla loro portata" ha detto. "Quello che i medici cubani stanno facendo per aiutare i poveri deve trascendere i limiti della politica".