Alarcón:

"La Corte non può fare altro che annullare

il ‘capo d’accusa 3’ contro Gerardo"


● I procuratori hanno riconosciuto che quest’accusa non
era suffragata da prove ma la giudice la inviò alla giuria "perchè per sette mesi la Procura stessa l’aveva sostenuta"

 

J.G.Allard  30 marzo 2006 – GI –

 

 

    30 marzo 2006

 

La Corte d’Appello di Atlanta non può fare altro che annullare il ‘capo d’accusa 3’ della causa di Gerardo Hernández, perchè la stessa Procura ha già confessato di fronte a quello stesso tribunale che le prove disponibili non permettevano di condannarlo, ha affermato il presidente del Parlamento cubano Ricardo Alarcón.

 

Questa corte "deve gettare l’intero caso (dei Cinque) nel contenitore dei rifiuti e liberare i nostri compagni ma giuridicamente, parlando in termini tecnici, l’obbligo minimo che ha è quello di annullare il capo d’accusa".

 

Il leader parlamentare si è espresso in questi termini durante la cerimonia di conferimento della distinzione Félix Elmuza all’attivista di Miami Andrés Gomez.

 

Il capo d’accusa 3, "quello che più infiamma le passioni a Miami", riguarda l’abbattimento degli aerei da diporto avvenuto il 24 febbraio 1996 dopo il loro ingresso nello spazio aereo cubano. Gerardo Hernández ed i suoi compagni vennero arrestati il 12 settembre 1998 e si videro addebitare diversi capi d’accusa. Ma fu solo nel maggio dell’anno successivo che la Procura presentò una nuova imputazione comprendente il detto capo, sostenuto ad oltranza dai circoli estremisti di Miami.

 

"Mi ha colpito l’assenza di qualsiasi analisi nel New York Times. Non è apparso nessuno studio, nessuna dichiarazione di giuristi nordamericani su questo. Il fatto è che loro (i giudici della Corte di Atlanta) sono gli unici ad avere la prova scritta che il capo d’accusa era falso. Il Governo USA la consegnò nelle loro mani nel maggio 2001".

 

Il dirigente cubano ha spiegato come l’Amministrazione statunitense, "stupidamente, per servire l’isteria terroristica di Miami", si sia prestata ad accusare Gerardo Hernández di essere coinvolto nell’incidente degli aeroplani.

 

Il cubano venne allora accusato di assassinio premeditato in primo grado, "un crimine che, come loro sanno, la legge nordamericana non perdona", ha spiegato.

 

"Chi viene condannato per questo non ha modo di risolvere il suo problema a meno che qualcuno non dica la verità, cioè che si tratta di una grande menzogna. E chi lo sa? La Corte di Atlanta!".

 

Ha ricordato che nel maggio del 2001 gli stessi rappresentanti della Procura nel processo ai cubani dissero che "le prove disponibili non permettevano di condannare Gerardo Hernández e che, pertanto, la giuria lo avrebbe assolto".

 

Ma la giudice Joan Lenard rifiutò di ritirare il capo d’accusa. "Disse che era molto tardi, che questo era quel che avevano detto per sette mesi e che quindi doveva arrivare alla giuria".

 

La situazione era così grave per la Procura che questa presentò un ricorso straordinario... alla stessa corte di Atlanta che sta riesaminando il caso nel suo insieme.

 

La Procura segnalava testualmente nella prima pagina della sua richiesta che quel che stava facendo "non ha precedenti.

 

"È un qualcosa che non era mai stato fatto nella storia degli USA, il cui sistema giudiziario dice di basarsi sui precedenti", ha sottolineato Alarcón segnalando che i giudici di Atlanta devono ricordare un caso così unico.

 

"I 12 magistrati non possono aver dimenticato... e se lo hanno dimenticato è bene che, di tanto in tanto, un giornalista glielo ricordi: nel maggio 2001 gli venne spiegato questo per scritto e anche loro decisero di non acconsentire alla richiesta, devolvendo il caso così com’era alla giuria di Miami, che dichiarò colpevole Gerardo Hernández di una cosa della quale nessuno lo stava più accusando".

 

"Si tenga presente l’importanza che ciò dovrebbe avere in una mentalità razionale, giuridicamente razionale, non analfabeta, una mentalità che – ne sono sicuro – predomina ad Atlanta", ha riflettuto.

 

Incredibilmente, ha insistito, i 12 giurati furono in grado di decidere rapidamente che Gerardo Hernández era colpevole di una cosa sulla quale non disponevano di prove".

 

"Si noti bene l’inganno: se non c’erano prove, perchè lo accusarono? Noi dobbiamo adesso ricordare agli illustrissimi magistrati di Atlanta: Non dimenticate che voi avete la prova che questo capo d’accusa era falso ed il meno che potete fare, indipendentemente da tutto il resto, è annullarlo!"

 

Il presidente dell’Assemblea Nazionale cubana ha sottolineato che la Costituzione nordamericana recita che la colpevolezza può essere dichiarata solo quando sia stato dissipato qualsiasi ragionevole dubbio: "Quando lo stesso accusatore dice che un’accusa è falsa e chiede che venga revocata i dubbi, più che ragionevoli, sono enormi".

 

Alarcón ha lanciato un appello a mantenere in piedi la lotta per la liberazione dei Cinque fino a quando questi verranno scarcerati tutti: "Che venga liberato ognuno di loro ed immediatamente perchè, da quando le loro condanne sono state revocate, sono detenuti illegalmente, arbitrariamente".

 

"Una cosa che ci riempie d’orgoglio è il sapere che in questa battaglia non sono impegnati soltanto molti cubani, molti compatrioti qui nell’Isola, ma anche molti altri fuori dal nostro paese", ha detto salutando Andrés Gomez, che è sempre stato uno tra i più attivi difensori dei Cinque in territorio nordamericano.